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domenica 1 settembre 2019

Non c'è un clima costituente

C’è un clima pesante nel Paese. Ma per chi ha le proprie energie rivolte alla nascita di un nuovo Governo non è possibile rendersene conto. Per chi lavora in quella direzione si sente un certa euforia. Quando questa euforia lascerà il posto al raziocinio puro e semplice forse ci si renderà conto di aver commesso un grave errore che non fa bene alla Democrazia: quello di esser andati nella direzione opposta a quella che chiedevano i cittadini a gran voce, cittadini che si erano espressi alle ultime elezioni politiche. Non sono cose che fanno bene al Paese. Né è giusto che si debba governare sia quando si vincono le elezioni sia quando si perdono, come molti nel PD sarebbero disposti ad ammettere. È un errore perché questo crea gravi problemi nel Paese e un senso di sfiducia generalizzato nella politica; è un errore perché molti cittadini si chiedono: come potrei mai essere rappresentato? È un errore perché blocca sul nascere alcune interessanti novità, tra le quali una nuova stagione della sinistra, rinnovata.
Per chi crede che l’arco costituzionale abbia bisogno di una sinistra che faccia la sinistra sembrava infatti che si stesse aprendo una pagina forse interessante. Erano anni che l’Italia aspettava una polarizzazione a sinistra del principale partito di sinistra, il PD.
Le accuse recenti e meno recenti rivolte allo stesso, vertevano proprio su questo, che non sembrava più un partito di sinistra. Ora quello che ci si aspetta da un partito che si ripolarizza e si ricolloca nel proprio alveo è di difendere le proprie radici, la Liberazione, la Resistenza, che hanno forgiato l’Assemblea costituente che a sua volta ci ha dato la Costituzione che i pentastellati vogliono calpestare. Pretendere di mettere al primo posto una deforma costituzionale, forgiata in un clima non certo costituente, una riforma che riduce drasticamente la rappresentanza nel Paese, una riforma fatta in tutta fretta, senza lasciare i giusti tempi di decantazione e di sedimentazione delle informazioni, non è nell’interesse dei cittadini.
Mentre sarebbe nell’interesse di una sinistra rinnovata difenderla con vigore.
Ma è normale parlare di riforma Costituzionale in un clima del genere e in un momento del genere?
E poi una persona che giura dinanzi alla Nazione di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le proprie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione, può in un momento che definisce di emergenza pensare di mettere al primo posto del programma una deforma costituzionale?
I cittadini che cosa dovrebbero pensare se li si disorienta sempre con simili incongruenze e incoerenze?
Ed è giusto o non è giusto chiedersi e considerare se i pentastellati stiano progettando una serie successiva di riforme costituzionali per giungere a depotenziare il Parlamneto se non ad esautorarlo completamente, per immettere nel Paese quella che essi designano come democrazia diretta? Consistente mgari nel premere un pulsantino da casa, il famoso voto elettronico, che darebbe sempre l'esito desiderato dai pentastellati stessi?
Essi sembrano avere un progetto, dietro alla deforma costituzionale, assecondarli non sembra saggio.
Per questo, esercitando le mie prerogative di cittadino, esercitando il diritto costituzionale alla libera espressione, desidero affermare con chiarezza che questo nuovo Governo non nasce nel nome di questo cittadino che qui scrive: non nel mio nome! Sono solo un cittadino in mezzo ad altri cittadini i quali sono liberi di pensare ciò che vogliono e di esprimere le proprie idee liberamente quanto me. Ma io mi sento di dover affermare con estrema chiarezza la mia distanza da questa operazione per non essere responsabile di aver dirottato la volontà popolare dove non voleva andare.
E la mia posizione rimane la stessa dall’inizio della crisi e credo che sia la cosa migliore per il Paese: andare il prima possibile ad elezioni per risintonizzarsi coi cittadini.