Per le tecniche miste su carta o altre tecniche che compaiono in questo Diario Elettronico firmate a nome Alessio, tutti i diritti sono riservati.







venerdì 29 aprile 2016

Sempre possibili i fraintendimenti...

Si è stati capaci di ben altra solidarietà, in altri momenti, di ben altri sentimenti; si è stati capaci di ben altra sintonia. Forse sono passati quei momenti, chissà?! E questo attuale forse è solo il frutto di fraintendimenti, fraintenidmenti che, per altro, ho sempre riteuto possibili, date le distanze oggettive e i mezzi di comunicazione che si prestano  a simili esiti, nonché ai potenziali interventi di terze parti, ai potenziali interventi, per esempio, dei fraintenditori (lettori sintomali, professionali seminatori di zizzania e quant'altro ancora...). Se ho offeso qualcuno chiedo scusa. Intanto, dispiaciuto, continuo armato dei miei principii...Mi rialzo serenamente, poiché sereno è lo stato d'animo di chi ha passato al vaglio la propria coscienza, cercando conforto nella Costituzione, e in altri studi...

A scanso di equivoci ci tengo a precisare che non mi riferisco in alcun modo ad ambienti di lavoro. L'espressione "distanze oggettive" penso che dissipi da sola questo dubbio. Tuttavia se è utile una maggiore chiarezza, penso che con questa spiegazione tale chiarezza sia arrivata.

lunedì 25 aprile 2016

Libertà, arte e scienza 2!

<<L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento>>
La libertà d’insegnamento espressa nell’art.33 della Costituzione, sancisce anche l’autonomia d’insegnamento nella scuola pubblica intesa come autonomia didattica. Non staremo a ricordare il complesso e articolato percorso legislativo che ha conferito dignità costituzionale a tale autonomia con legge n.3 del 2001, modificando l'art.117 della Costituzione stessa, ma ricorderemo semplicemente alcuni concetti che paiono di una certa rilevanza e sui quali è quindi opportuno soffermarsi qualche istante.
Si ricorda, per esempio, che tale autonomia si configura come autonomia effettiva ma relativa, essendo finalizzata al perseguimento degli obiettivi generali del sistema nazionale di istruzione, nel rispetto della libertà d’insegnamento, della libertà di scelta educativa da parte delle famiglie e nel rispetto del diritto ad apprendere.
Per cui potremmo sintetizzare così:
a) essendo autonomia relativa essa si subordina ai suddetti obiettivi generali del sistema nazionale di istruzione;
b) essendo autonomia effettiva essa si espleta attraverso la libertà di insegnamento e in base alla scelta educativa delle famiglie e del diritto ad apprendere.

E' importante sottolineare e tenere conto del fatto che la libertà di insegnamento a sua volta lascia libero il docente di operare delle scelte di carattere metodologico, quelle che ritiene più opportune, per il raggiungimento dei traguardi del sistema nazionale che rimangono imprescindibili.

Per quanto riguarda il diritto ad apprendere esso ci riconnette con i concetti espressi nel precedente articolo, uscito in data 10 aprile 2016 su questo Diario Elettronico, e questo ci offre lo spunto per una breve estensione del discorso di cui a quell’articolo.
Riprendendo quell'articolo infatti possiamo notare che sono molti i fattori che incidono nella cultura del nostro Paese, così tanti che è perfino difficile enumerarli. Una direttiva ministeriale del Ministero della Difesa, per esempio, datata 12 dicembre 2012, veniva emanata per l'anno 2013. Questa direttiva illustrava in maniera esemplare l'effettiva portata delle dinamiche politiche e culturali in atto sia all'interno sia all'esterno del Paese. La direttiva è lunga e complessa, e non è possibile tentarne un commento esteso in questa sede. Diciamo però che questa direttiva illustrava in maniera esemplare alcune delle dinamniche in atto, dinamiche di carattere sia politico sia culturale. Per questo essa è abbastanza funzionale a fare comprendere il legame che sussiste tra cultura e sicurezza, nazionale e internazionale.
Le dinamiche politiche citate nella direttiva di cui si dice per esempio che << si sommano a trasformazioni culturali molto rapide e capaci di propagarsi a livello globale>> sottolineano il legame di cui sopra. Si comprende bene come sia opportuno che simili dinamiche divengano di interesse anche per gli insegnanti, come debbano costituire quel bagaglio che fonda la responsabilità educativa. Non possiamo addentrarci molto nel documento, per ovvie ragioni di spazio e comunicabilità, ma anche da questa semplice citazione emerge l'importanza strategica di comprendere molto bene queste stesse dinamiche, capaci come sono di plasmare la società da dentro e da fuori, poiché non è neanche detto che i risultati sociali cui potrebbe dare luogo questo processo plastico, per così dire, rappresentino una espressione della Democrazia.
Così possiamo ribadire quanto scritto nell'articolo precedente, cioè che ciò che incide <<nella cultura del nostro Paese, da qualunque parte provenga [...] è suscettibile di essere insegnato e appreso liberamente>>.
Dal momento poi che, come la stessa direttiva ministeriale del Ministero della Difesa tende a dimostrare (o fa capire), queste dinamiche potrebbero plasmare strutture non necessariamente democratiche, diviene evidente che lo studio di ciò che incide nella cultura del nostro Paese coincide con la sua salvaguardia e integrità democratica.
L'insegnamento e l'apprendimento divengono così strumenti per la difesa della Patria.
Ricordiamo a questo proposito che l'art. 52 della Costituzione, citato parzialmente, recita: << La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino>>. Quindi è sacro dovere anche dell'insegnante italiano, in quanto cittadino italiano soggetto alle leggi costituzionali ed ai diritti ed ai doveri che esse esprimono.

Ne deriva che, non solo l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento – tale per cui sussiste una
effettiva libertà d’insegnamento su tali materie –, ma anche che, essendo queste materie strettamente legate all’interpretazione delle complesse dinamiche culturali in atto, ed essendo tali dinamiche suscettibili di determinare crisi politiche e sociali all’interno del Paese, per fino a destabilizzarlo, tale insegnamento diviene per certi versi un dovere del cittadino che intenda, come può (e deve), difendere la propria Patria.
Chiunque si trovi ad incidere nella cultura della nostra Nazione, comunque ciò avvenga, non può non tenere conto del fatto che le dinamiche attraverso cui ciò avviene e i contenuti che queste dinamiche immettono nella società, sono suscettibili di essere appresi ed insegnati anche in funzione del sacro dovere di proteggere la propria Patria.
In definitiva quindi, non si tratta semplicemente di riconoscere il diritto di insegnare liberamente la scienza e le arti (in senso lato) ma, collegando questo diritto al dovere dell'art.52 della Costituzione, di riconoscere che ciò, e per le ragioni testé espresse, costituisce (o dovrebbe costituire) addirittura un dovere!

Concludendo:

libertà di insegnamento? Non solo un diritto, bensì un dovere!

Un dovere che esercitandosi nell'ambito di dinamiche che potrebbero mettere in dubbio le conquiste democratiche della stessa Resistenza, si associa a tutte quelle forze che di questa Resistenza sono state le protagoniste!

VIVA LA LIBERAZIONE!!!

domenica 10 aprile 2016

Libertà, arte e scienza

<< L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento >>

Così recita l’art. 33 della Costituzione della Repubblica Italiana, qui citato solo parzialmente.
Sarebbero molti i commenti che da questo articolo potrebbero scaturire. Ma vorrei circoscrivere i commenti, limitarli nel numero, per sottolineare solo alcuni aspetti, chissà, forse dati per scontati, forse no (non lo so), ma che probabilmente giova ribadire: il rapporto che sussiste tra libertà d'insegnamento e libertà d'apprendimento.

Dal momento che non può sussistere libertà d’insegnamento senza un uditorio, senza degli ascoltatori, senza degli allievi, dei discenti, ecc. ne scaturisce che non può sussistere libertà d’insegnamento senza una equivalente libertà d’apprendimento.
Libertà d’insegnamento e libertà d’apprendimento quindi sembrano proprio coincidere.
Una dimostrazione plastica di ciò è data dal fatto, per esempio, che qualsiasi cittadino italiano può assistere (ha iòl diritto di assistere) a lezioni universitarie del tutto liberamente, ed apprendere ciò che vi viene insegnato. Ciò che il cittadino italiano non può fare è dare gli esami relativi a quella lezione o a quella serie di lezioni (a quel corso insomma), se prima non si è iscritto proprio a quel corso specifico. Quindi non può nemmeno conseguire alcun titolo inerente alla stessa lezione, serie di lezioni o corso specifico, né la relativa laurea, senza questa iscrizione. Per il resto è libero di apprendere, sì, è libero di apprendere da ogni lezione cui desidera assistere.
Chiunque vada ad incidere nella cultura del nostro Paese, in qualunque modo questo avvenga, incide nella cultura di un Paese e di un popolo che ha deciso che la scienza e l’arte sono libere e che libero ne è l’insegnamento e quindi anche l'apprendimento.
Chi incide nella cultura del nostro Paese ignorando questo articolo non per questo è tenuto a non rispettarlo né tantomeno è tenuto a non rispettare chi lo osserva.
Ciò che incide nella cultura del nostro Paese, da qualunque parte provenga, vuoi che si tratti di arte, in tutte le sue sfumature, estensioni e declinazioni, vuoi che si tratti di scienza, in senso stretto e  in senso lato (conoscenza), è suscettibile di essere insegnato e appreso liberamente.