Per le tecniche miste su carta o altre tecniche che compaiono in questo Diario Elettronico firmate a nome Alessio, tutti i diritti sono riservati.







mercoledì 30 novembre 2016

Informazioni di servizio

Ho una concezione sacrale della parola in senso scritto e in senso orale. Questo significa che ciò che dico e scrivo non può e non deve essere letto diversamente da quello che è. Perché scrivo questo? Perché esistono delle tecniche, dei sistemi semantici sofisticati che tendono ad ingannare i cittadini circa la veridicità di ciò che una persona scrive e dice, insinuando dubbi su di lei e sulle sue frasi e opinioni, cercando di modificarle e cambiarle per dirigerle a proprio piacimento, forse perché non allineate.
Chiunque intenda fare questo sulla mia persona,  mente sapendo di mentire e, com'è ovvio e scontato che sia (sono leggi antiche e sempre vere) ne renderà conto a Dio!!!

domenica 27 novembre 2016

Volete che altri decidano il vostro futuro per voi?

Pensando alla Riforma Costituzionale spesso mi viene fatto di accostarla ad altre cose e avvenimenti sia in senso sincronico, sia in senso diacronico. In senso diacronico non posso per esempio slegarla da quella grande stagione storica che è stata la Resistenza che poi ha condotto alla creazione della Costituzione del 1948 che oggi vive rinnovata dei molteplici aggiornamenti, molti dei quali apportati negli ultimi decenni. Una stagione che l'ANPI è qui per testimoniare con grande coerenza.

In senso sincronico non posso fare a meno di accostarla al discorso di papa Francesco tenuto a Cracovia piuttosto di recente, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, e non posso fare a meno di sentire riecheggiare nella mente quella domanda che ne rappresenta in un certo qual modo la sintesi: <<Volete che altri decidano il futuro per voi?>>.

Mi viene spontaneo questo accostamento perché nel profondo della mia coscienza avverto la presenza di una domanda simile, ed avverto un dolore, una sottile e costante angoscia che ha accompagnato questi ultimi due anni e mezzo in cui ho deciso di seguire l’iter di questa Riforma Costituzionale avendone peraltro avvertito la presenza di elementi poco rassicuranti fin da subito.
Quel discorso di papa Francesco ha la caratteristica di essere molto contemporaneo, molto attuale, e di prendere in considerazione quello che si può definire l’addormentamento delle coscienze anche a causa di distrattori di massa ma anche di intenzioni ben definite.
Il pericolo di addormentarsi incombe sempre e per questo dobbiamo tenerci svegli e comprendere bene quello che ci capita attorno, altrimenti il prezzo da pagare è alto e corrisponde spesso alla perdita della stessa libertà.
Dobbiamo essere svegli rispetto agli inganni del nostro tempo.
Non è facile riassumere un discorso come quello naturalmente, ma ne estrapolerò alcune frasi pronunciate direttamente dal papa.
Eccone alcune citazioni:
<<Sicuramente per molti è più facile e vantaggioso avere dei giovani imbambolati, intontiti, che confondono la felicità con un divano.>>
<<Per molti questo risulta più conveniente che avere giovani svegli, desiderosi di rispondere, di rispondere al sogno di Dio e a tutte le aspirazioni del cuore.>>
<<Voi, vi domando… Domando a voi: volete essere giovani addormentati imbambolati e intontiti?>>.Segue dalla folla un << NOOO >>.
<<Volete che altri decidano il futuro per voi?>>. La folla risponde: << NOOO>>.
<<Volete essere liberi?>>. La risposta:<< SIII>>
<<Volete lottare per il vostro futuro?>>. E ancora: <<SIII>>.
<<Non siete troppo convinti eh!>>, ammonisce papa Francesco di fronte a un calo di volume della folla e così chiede di nuovo:
<<Volete lottare per il vostro futuro?>>. E la platea di ascoltatori, giovani e giovanissimi, si rischiara la voce e risponde più intensamente.
Prosegue poi il Santo Padre:
<<Ma quando scegliamo la comodità […] allora il prezzo che paghiamo è molto ma molto caro: perdiamo la libertà! Non siamo liberi per lasciare un’impronta, perdiamo la libertà! Questo è il prezzo!>>
Nel mondo purtroppo vi sono persone che traggono vantaggio dall’addormentamento, dall’incapacità di dire NO a chi cerca di spodestarci del diritto di decidere il nostro futuro.
Papa Francesco ne indica la presenza:
<<E c’è tanta gente che vuole che i giovani non siano liberi. C’è tanta gente che non vi vuole bene, che vi vuole intontiti, imbambolati, addormentati. Ma mai liberi!>>
<<No, questo no, dobbiamo difendere la nostra libertà!!!>>.

Non posso non considerare che la Costituzione è la Carta della nostra libertà!
E a proposito di giovani ci sono altri memorabili discorsi rivolti ai giovani, penso per esempio, anche a proposito di giovani e di Costituzione a Calamandrei, riascoltiamolo:


Quanto sangue e quanto dolore per arrivare a questa Costituzione…
Dietro a ogni articolo di questa Costituzione o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze…Che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta…”


Siamo ancora in grado di capire il peso specifico di questa Carta, di conferirgli il giusto valore, o i distrattori del progresso, lucenti, edulcorati, attraenti, o gli stessi divani, anche quelli che addormentano la mente, ci hanno cauterizzato e resi insensibili?
Trattasi dell'anestesia morale?
Qualsiasi sia la causa del nostro affievolimento della coscienza, è per questo cari giovani che dobbiamo darci una scossa, dobbiamo essere svegli e riconoscere gli inganni del nostro tempo, i falsi miti di progresso, gli specchietti per allodole e i pericoli connessi agli inganni programmati, quelli orditi da chi non ci vuole bene.
Ma per tornare alle parole del papa, una domanda mi sorge spontanea: che cosa ne pensa il Primo Ministro di questo discorso?
La domanda sorge spontanea perché ricordo bene che, quando si trattava di presentare al popolo italiana il nuovo Primo Ministro -che il popolo non aveva scelto- la propaganda, per imbonirselo (il popolo), diffondeva immagini che lo ritraevano giovane esploratore (boy scout) in varie occasioni tra cui anche una Giornata Mondiale della Gioventù, se non ricordo male. Cosa ci può essere di più rassicurante?
Ma ciò che rassicura purtroppo ha anche un difetto spesso, e questo difetto è che addormenta!
Ciò che rassicura addormenta! Purtroppo è così, sarà un caso?
Se stiamo a quello che è successo sembrerebbe proprio che questo addormentamento fosse programmato al fine di attaccare la Carta della nostra libertà, la Costituzione.
Un Primo Ministro che non è stato scelto dagli elettori ha guidato una maggioranza eletta con una legge giudicata incostituzionale, per stravolgere la Costituzione! No, non possiamo dormire di fronte a questo!
L’angoscia che mi ha accompagnato da due anni e mezzo a questa parte è un sensore che risveglia, non ci sono dubbi. Ma come fare per trasferire agli altri la stessa sensazione di angoscia che significa pericolo? E' difficile anche perché le persone non vogliono provare angoscia. E’ difficile, ci ho provato scrivendo, partecipando ad iniziative e quant’altro. Posso solo sperare che ciò abbia contribuito anche se in minima parte al risveglio delle coscienze di qualcuno. L'angoscia ci avverte di un pericolo e questo pericolo di cui ci avverte se rimosso ci salverà da un'angoscia maggiore e peggiore, quella che deriverebbe dagli scenari che si disegnerebbero in futuro, scenari che non prevedono la nostra partecipazione, disegnati da persone che non sentono di doverci rappresentare! E la crisi della rappresentanza è quella che molti politologi additano come la principale crisi politica di oggi a livello continentale, se non mondiale!
Ecco, penso a questo punto che un discorso come quello di papa Francesco debba fare presa su chi ha mostrato tanta attenzione alle parole dei suoi predecessori nelle altre Giornate Mondiali della gioventù, su chi si manifesta apertamente cattolico e lo vuol far sapere in giro. Invitiamo quindi il Primo Ministro a riascoltarselo il discorso di Cracovia di papa Francesco e a farsi un esame di coscienza...
Sono condivisibili le cose che il papa dice? Si è rimasti fedeli alle Giornate  Mondiali della Gioventù?
E se non è così dobbiamo porci una domanda: che qualcuno abbia voltato le spalle alla propria religione e alla propria coscienza nonché al proprio passato?


Ma vorremmo concludere rivolgendoci ai giovani cattolici, ma anche a tutti i giovani in generale e anche a tutti i cattolici di tutte le età, persone che credono nelle parole del papa.
Cari giovani, cari concittadini, dobbiamo impedire lo scempio della Costituzione!!!
Non dobbiamo credere a chi ci chiede di sputare sulla nostra storia e sulle nostre conquiste, conquisite importantissime, come il diritto di voto.
L’art. 58 della Costituzione con questa Deforma viene cancellato di netto, ed è questo:
“I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto […]”. Questo articolo non esisterebbe più!
Il nuovo articolo 57 dice questo: “I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori fra i propri componenti […]”
Se passasse la Riforma/Deforma, non sarebbero più i cittadini a eleggere i Senatori ma i consigli regionali a farlo e questo non è tollerabile. Non è la risposta ai problemi che i politologi individuano come fattori di crisi: l'assenza di rappresentanza in politica e nelle istituzioni nazionali e internazionali, anche nell'Ue, cui questa riforma si genuflette!
Eppure i senatori manterrebbero l’opportunità di intervenire su moltissime leggi, perfino sulle revisioni costituzionali.
Capite bene che cosa questo significhi?!
Le prossime riforme costituzionali sarebbero decise da persone scelte nel palazzo perché siano funzionali al palazzo che si blinda e che si chiude per poter agire indisturbato senza cittadini fastidiosi e nel mero interesse della CASTA!
Questo significa mettere il nostro futuro nelle mani di politici con i quali non avremo più rapporti, che si rinnoveranno e si succederanno senza alcuna nostra partecipazione. In pratica si avvererebbe il timore che il papa esprime e di cui ci avverte con il suo discorso!
Significa, insomma, che potranno decidere il nostro futuro Senatori che non potremmo più eleggere!
Ecco che ritorna ancora una volta la domanda di papa Francesco: <<Volete che altri decidano il vostro futuro per voi?>>
No, non lo vogliamo! Non è sano volerlo, non è comprensibile che un popolo lotti per perdere diritti!
Chi lo ha addormentato? Chi lo a stregato? Chi lo ha messo sotto incantesimo fino a questo punto?
E per questo non dobbiamo credere a chi cerca di convincerci che le nostre conquiste non valgono niente, che le nostre conquiste sono vecchie, sorpassate…questa è pura violenza! E' inganno!
E allora ripensiamo alle parole di papa Francesco: << Dobbiamo difendere la nostra libertà!>>.


Non dobbiamo permettere che altri decidano al nostro posto ma se questo qualcun altro non è eletto da noi, non si sentirà mai in dovere di rappresentarci. Del resto oggi assistiamo ad un fenomeno: quello secondo il quale anche chi è eletto da noi per qualche ragione da approfondire, ad un certo punto non sente più di doverci rappresentare e comincia a rappresentare altri…
<< Volete che altri decidano il futuro per voi?>>. NOOOOOO!!!


Per chi è stato in Polonia ed ha ascoltato direttamente la voce del papa, per chi ha risposto già NO, a questa domanda del papa, si sappia che questa domanda può trovare una sua validazione e oggettivazione anche in questo momento storico della nostra Nazione, anche oggi, e particolarmente in questo Referendum Costituzionale dove è in gioco esattamente questo: il rischio di lasciare che altri (non eletti dai cittadini) decidano il futuro per noi, al posto nostro.
Se non siete stati in Polonia ma anche voi rispondereste NO a questa domanda del papa qualora vi venisse posta, penso che ci sia un solo modo per essere coerenti con questa risposta rispetto alla Riforma Costituzionale e questo modo è votare NO!
Esattamente come risponderemmo al papa che ci interpellasse su questa vicenda.
Ma in realtà il papa ci ha interpellati tutti su tale questione, nessuno escluso.
Se anche voi non volete che siano altri a decidere il futuro per voi, dovete dire NO a questa Riforma iniqua che tende proprio a questo, a lasciare che altri decidano per noi (nel palazzo) il nostro futuro.
Se non diremo NO in modo unito, in modo compatto, Senatori che non potremmo più votare decideranno al posto nostro le prossime Riforme Costituzionali! Sarebbe l’inizio della fine!
Perché è questo che la CASTA vuole! E’ questo che la Deforma vuole!
Mostratevi più intelligenti di chi vi vuole incastrare!
IO VOTO NO!!!

mercoledì 23 novembre 2016

Quello che i promotori del sì non ti dicono e non ti diranno mai

Nella promozione del sì alla Riforma Costituzionale si è sentito dire di tutto di più ma raramente si è sentito parlare del merito, cioè del contenuto effettivo. Nella maggior parte dei casi si è sentito spesso usare questi argomenti: avremo più efficienza, più velocità, più risparmio.
Eminenti giuristi e costituzionalisti (ma anche la Corte dei conti) si sono ampiamente espressi, con ogni tipo di dimostrazioni, per far comprendere agli italiani che la Riforma non rende più efficiente, non velocizza, non fa risparmiare.
Quindi perché usare tali argomenti? Perché hanno presa mediatica naturalmente, ma essenzialmente su una platea disinformata, cioè su un numero cospicuo di italiani. Chi è orientato al sì ma poi si informa, generalmente cambia idea e si orienta al NO!
Gli argomenti usati dal fronte del sì, sono paragonabili a fumo gettato negli occhi per non far emergere le reali intenzioni della Riforma che però sono note da tempo a chi ha seguito lo sviluppo della Riforma/Deforma, per la verità, e che sono sintetizzate tecnicamente e molto meglio in un documento ufficiale denominato “Relazione illustrativa al disegno di legge di revisione costituzionale” in cui si legge che la Riforma persegue:


Lo spostamento del baricentro decisionale connesso alla forte accelerazione del processo di integrazione europea e, in particolare, l’esigenza di adeguare l’ordinamento interno alla recente evoluzione della governance economica europea e alle relative stringenti regole di bilancio (quali le nuove regole del debito e della spesa); le sfide derivanti dall’internazionalizzazione delle economie e dal mutato contesto della competizione globale”.


Argomenti che i promotori del sì non vi hanno detto e che non vi diranno mai ovviamente poiché giudicano controproducente il diffonderli e quindi parlano di tutt’altro attraverso il mantra cui ci hanno abituato, ma che essi stessi hanno presentato al Senato con questo documento ufficiale l’8 aprile 2016.


In pratica chi vota sì dice sì all’allontanamento da sé del baricentro decisionale a favore della burocrazia europea!
Chi vota sì dice sì all’austerità!
Chi vota sì dice sì acriticamente alla globalizzazione! L’accetta così com’è, senza la minima legittima pretesa o speranza di poterla guidare, cambiare o semplicemente contrastare.


In sintesi chi vota sì dice sì a tutto ciò che l’Unione europea vuole imporci da tempo servendosi anche di lettere segrete che poi sono divenute note (come la ben nota lettera della BCE del 5 agosto 2011 aI Primo Ministro italiano) e senza una seria e corretta informazione ed un serio dibattito.
Per questo noi diciamo che la Riforma rende l’Italia lo zerbino della Troika (BCE, Commissione europea, Fondo Monetario Internazionale) e lo diciamo a ragion veduta ma soprattutto a Riforma/Deforma letta.
Non puoi cambiare l’Ue se ti fai cambiare da lei, questo è evidente, è ovvio.
Non puoi cambiare l’Ue se ti fai cambiare da lei, ma puoi invece contribuire a cambiarla in meglio con un NO, con un semplice NO!
Chi vota NO infatti dice NO, non solo all'accentramento dei poteri nelle mani di "un uomo solo al comando" e a tutti gli altri pasticci che da essa derivano, ma anche a tutte queste imposizioni europee, a questi metodi bulleschi, illegittimi, che nessuno sanziona peraltro (ma si può aprire una speranza in questo senso) e questo NO blocca quindi il processo involutivo di cui l’Ue stessa si è resa protagonista da molti anni a questa parte. Qui non si tratta di essere anti europeisti ma diverso-europeisti, si tratta cioè di essere per una Unione europea diversa da quella attuale e finalmente democratica e rappresentativa.
Che il documento ufficiale di presentazione della Riforma sopracitato sia esattamente quello che rappresenta il contenuto della Riforma lo si capisce da come è stato recepito dalla stessa.
Si legge per esempio nell’art. 117 Cost. come modificato: “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e dagli obblighi internazionali.
Si creano dei vincoli che determinerebbero una subordinazione.
Ma avrebbe dovuto essere l’Unione europea a rispettare la Costituzione, tutte le Costituzioni nazionali senza imporne modifiche. Purtroppo questo alla luce dei fatti non è successo ed è grave naturalmente, ma proprio per questo e per diminuirne la gravità nonché acquisire un alibi, si cerca di ottenere la legittimazione di questo mancato rispetto con l’inserimento in Costituzione di questi vincoli.
Che l'Ue avrebbe dovuto attuare il rispetto della Costituzione italiana è peraltro affermato da documenti ufficiali dell’Unione europea. Si legge infatti nel preambolo della “Carta dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Unione europea”:
La presente Carta riafferma, nel rispetto delle competenze e dei compiti della Comunità e dell'Unione e del principio di sussidiarietà, i diritti derivanti in particolare dalle tradizioni costituzionali e dagli obblighi internazionali comuni agli Stati membri, dal trattato sull'Unione europea e dai trattati comunitari, dalla convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, dalle carte sociali adottate dalla Comunità e dal Consiglio d'Europa, nonché i diritti riconosciuti dalla giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee e da quella della Corte europea dei diritti dell'uomo.”


La riaffermazione dei diritti derivanti dalle tradizioni costituzionali, tradizioni tra cui quella italiana si distingue per livello e qualità, viene quindi inficiata da questa Riforma poiché inverte le carte, le ribalta: non è il diritto europeo che si uniforma alle Costituzioni vigenti ma sono le Costituzioni vigenti che si devono omologare alla normativa europea. E il proposito del preambolo è già bello che saltato.
Il figlio (Ue) detta legge sui padri e sulle madri (Nazioni fondatrici e partecipanti).
Trattasi anche in questo caso di giovanilismo, di una sorta di giovanilismo per così dire di livello continentale.
Per tornare alla Riforma vi si legge inoltre che “Le leggi che autorizzano la ratifica dei trattati relativi all’appartenenza dell’Italia all’Unione europea sono approvate da entrambe le Camere. “(art. 80 come modificato)
Quindi l’autorizzazione alla ratifica la potranno fare anche Senatori i quali però non potranno più essere eletti da noi cittadini, infatti si dice ancora nella Riforma: “I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori fra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, fra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori” (art. 57 Cost. come modificato). Che cosa poi significhi il metodo proporzionale per 11 regioni che eleggeranno solo due Senatori è tutto da capire...
Comunque questa è la Costituzione ed è superiore a qualsiasi legge ordinaria anche di una legge elettorale.
Che i Senatori poi non siano eletti più dai cittadini lo dimostra il fatto che, sempre secondo la Riforma, il Senato non da più la fiducia al Governo proprio perché esso è pensato come non elettivo.
Altrimenti sarebbe logico aspettarsi che anch'esso debba continuare a dare la fiducia.
Sono molte evidentemente le cose che i promotori del sì non ci dicono. Non ci dicono che con questo vincolo creato dall’art. 117 (come modificato) ci leghiamo mani e piedi e ci subordiniamo alla legislazione europea verso cui spostiamo il baricentro decisionale, mentre dovremmo tutti quanti sforzarci di fare valere i diritti costituzionali italiani e le ragioni del popolo italiano a tutti i livelli in Europa invocando proprio quel preambolo che abbiamo citato.
Trattasi peraltro di un vincolo esterno: chi potrà mai rimuoverlo?
Significa divenire schiavi dell’Ue e non poterci fare più niente anche perché una volta che i burocrati europei (Dio non voglia) avessero incassato il risultato (l’acquisizione del vincolo esterno), farebbero di tutto per allontanare i politici italiani dai settori chiave che potrebbero permettere la rimozione dello stesso: quando hai fatto uno schiavo te lo tieni stretto! Con la Riforma facciamo quindi l'incontrario di quello che dovremmo!


Per fare ciò che dovremmo, cioè farci valere con i nostri diritti costituzionali in Europa dovremmo votare NO! Ed è quello che noi faremo!


Lontanissimi burocrati incapaci di comprendere le realtà dei cittadini italiani potranno prendere decisioni su questioni italiane e sul nostro futuro.
Primo passo per cambiare realmente questo stato di cose: bloccare questa deriva… e lo fai col NO alla Riforma Costituzionale. Il sì è per la CASTA europea.
Chi vota sì cambia inoltre il Paese in peggio!
Chi vota NO cambia l’Unione europea in meglio!
E’ il NO il voto più creativo, è il NO il voto del vero cambiamento!
AL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE VOTA NO!



sabato 19 novembre 2016

Regioni a statuto speciale, allarme rosso!!!

Stiano particolarmente attente le regioni a statuto speciale rispetto a questa Riforma/Deforma pasticciata, confusa e contraddittoria, poiché dalla sua eventuale approvazione potrebbero innescarsi dinamiche perverse che potrebbero rivelarsi molto dannose per le stesse. Si sente intanto dire da parlamentari della maggioranza che la Riforma/Deforma è incompleta e che avrebbero voluto fare di più ma che intanto bisogna accontentarsi. Ma in che cosa consisterebbe questo “fare di più”? Per taluni parlamentari interpellati, consisterebbe proprio nella capacità dello Stato centrale di intervenire con clausola di supremazia su tutte le regioni anche quelle a statuto speciale, ma si sono dovuti fermare di fronte all’assenza dei numeri. Una parlamentare del PD, la Morani, interpellata su tale questione ha ribadito che avrebbero voluto fare 100, ma sono riusciti soltanto a fare 80, e questo perché altrimenti non avrebbero avuto i numeri per approvare la Riforma/Deforma in Senato. Ecco di che cosa sono alla ricerca, dei numeri. Ma dei numeri per fare cosa, quindi? Per ridimensionare le regioni a statuto speciale, sembra evidente! Ma col combinato disposto i numeri forse li raggiungerebbero, da che se ne evince che li userebbero (o li potrebbero usare) per ridimensionare le regioni a statuto speciale secondo i propri auspici e recuperando quel 20 perso per contrattazione parlamentare. Gli abitanti delle regioni a statuto speciale dovrebbero quindi stare molto attenti a queste manovre un po' subdole, perché forse hanno solo un modo per preservare la propria autonomia e questo modo è quello di votare NO!

In apparenza la Riforma /Deforma Costituzionale favorirebbe tali regioni, anche con una certa sovra rappresentanza. Queste concessioni apparenti (poi vedremo perché sono apparenti) sono avvenute per ottenere i numeri in Senato appunto, numeri per far approvare la Deforma, che altrimenti non sarebbe passata.
Ora, perché le concessioni sono apparenti e non reali, non effettive? Le concessioni sono apparenti e non effettive a causa di una svista o di una apparente svista (nel qual caso potrebbe esserci del dolo)! Questo perché ci si sarebbe dimenticati che gli statuti delle regioni a statuto speciale dichiarano la non compatibilità tra la carica di parlamentare (genericamente intesa, cioè sia di Senatore sia di Deputato) e quella di consigliere regionale, omologandosi in questo all’art. 122 della Costituzione che ovviamente la Deforma cambia ma solo nella Costituzione appunto e non negli statuti regionali che rimangono tali e quali. Non basta aver cambiato l’Art. 122 della Costituzione, serve cambiare anche ogni singolo statuto delle regioni a statuto speciale e questo non è stato fatto. Ne deriva che i consiglieri regionali delle regioni a statuto speciale non possono fare i Senatori poiché decadrebbero immediatamente.

In pratica i Senatori di queste regioni non arriveranno mai in Senato e non potranno difendere gli interessi delle rispettive regioni.
Proprio ieri sera, durante un dibattito tra il sì e il NO alla Deforma, ho chiesto appunto se i Senatori delle regioni a statuto speciale, per le ragioni sopra espresse, arriveranno mai in Senato.
L'esponente promotore del NO ha risposto coerentemente con quanto affermato in questo articolo, che cioè non ci arriveranno per ovvie ragioni, mentre l'esponente promotore del sì ha glissato completamente, facendo finta di essersi scordata la domanda che avevo posto (che era principalmente rivolta a lei) sperando che il pubblico non si accorgesse. Ma il pubblico si è accorto...
Questo dimostra che il tema è sentito e conosciuto ma che imbarazza, e non poco, il fronte del sì e i suoi esponenti.


Cosa accadrà quindi? Accadrà che tali regioni si troveranno con i fianchi esposti e indebolite rispetto alle altre regioni e rispetto a prima, almeno fino a che non vengano cambiati anche gli statuti che hanno dignità costituzionale e che quindi richiedono un certo tempo e un certo impegno, nonché un certo numero di letture per essere cambiati.

Per quanto tempo il Senato sarà menomato nel numero dei suoi Senatori?

Sarà comunque funzionale benché menomato e ridotto di numero, magari in nome di un irrinunciabile dovere di legiferare per le leggi (molte) di sua competenza?

Oppure non sarà operativo fino a che gli statuti speciali non saranno cambiati?

Sembra evidente (ed è qui che le regioni a statuto speciale dovrebbero stare particolarmente all’erta!) che in qualche misura il Senato debba funzionare ugualmente, altrimenti l’impasse sarebbe irrisolvibile, visto che il cambiamento degli statuti dovrebbe passare necessariamente anche dal Senato.

Ma se il Senato, ancorché menomato, sarà funzionale, quali decisioni potrebbe prendere in seno alle regioni a statuto speciale (prive temporaneamente dei propri senatori) se è vero, come dichiarato, che il Governo avrebbe voluto fare 100 e non l’ha potuto fare (essendosi dovuto accontentare appunto dell’80 seconde le dichiarazioni della stessa Morani)? Il recupero di quel 20 % perduto inizialmente, che avrebbe permesso per esempio la clausola di supremazia anche sulle regioni a statuto speciale, verrà recuperato proprio in quel frangente che intercorre tra l’avvio di quello che sarebbe il nuovo Senato e le modifiche degli statuti speciali?

Il Governo e il parlamento succube del Governo (secondo le intenzione di questa Deforma) approfitteranno del temporaneo (ma lungo) periodo di défaillance delle regioni a statuto speciale per imprimere quel ridimensionamento invocato da taluni parlamentari e da altre realtà regionali?



Per questo suggerirei, per precauzione e autodifesa, a tutti ma proprio tutti i cittadini delle regioni a statuto speciale di votare precauzionalmente NO a questa Deforma, che è così pasticciata da innescare dinamiche di questo tipo, e tutto ciò probabilmente grazie alla fretta e ai tempi contingentati per approvarla, oppure a dolo.

E' un rischio che io personalmente non correrei mai e che suggerisco pertanto anche agli altri di non correre.

Chi scrive si è sempre detto rispettoso delle regioni a statuto speciale e riconosce le cause storiche che hanno indotto alla creazione di questo tipo di regioni né è propenso a cambiarle.



domenica 6 novembre 2016

Tutte le modifiche alla Costituzione

I promotori del sì, che hanno purtroppo cominciato la campagna referendaria con la personalizzazione del voto rispetto al Primo Ministro, ma anche con offese dirette ai senatori (rappresentanti della Repubblica), e velate e ambigue minacce, non si sono fatti mancare le inesattezze e le imprecisioni, ai confini della mistificazione, che è un fatto gravissimo per chi promuove una Riforma che cambia 47 art. della Costituzione. Chi si accinge a mettere mano e a promuovere una Riforma così corposa ci dovrebbe tenere innanzitutto ad informare i cittadini correttamente. Invece pare proprio che i rappresentanti del sì abbiano scelto la strada opposta e che puntino sulla disinformazione, sui distrattori e sulle inesattezze.
Tra le varie letture false, ma così false che gridano allo scandalo, ve n’è una particolarmente rilevante, e che hanno scientemente immesso nel circuito mediatico allo scopo di convincere il cittadino non particolarmente attento che tende a fidarsi della prima informazione che gli giunge; essi dicono:
Nei decenni precedenti non è stato fatto niente; la Costituzione è stata intoccabile; poi per fortuna è arrivato l’uomo della provvidenza (vogliamo chiamarlo l’unto del Signore?) che, a differenza dei precedenti Primi Ministri, sta facendo le cose, sta dimostrando che si può cambiare la Costituzione, che essa non è intoccabile. Egli sta riuscendo là dove i predecessori hanno fallito, a dimostrazione del fatto che l’olio di cui è unto non è olio di sansa, né il più pregiato ma pur sempre prosaico extravergine d’oliva, e nemmeno olio tunisino la cui importazione il Primo Ministro si è tanto prodigato a far approvare (velocemente peraltro) a discapito delle colture di qualità italiane, ma autentico olio sacro.
E’ per tale ragione che ci premuriamo di fornire le informazioni correttive; ci premuriamo di fare cioè quello che dovrebbe fare il Governo in primis, ma che purtroppo non fa: informare adeguatamente e degnamente il cittadino rinunciando alla mera pubblicità interessata.
Di seguito riportiamo quindi l’introduzione di ogni Costituzione Italiana in cui è presente l’elenco di tutte le modificazioni della stessa nel corso degli anni, quelle modificazioni che hanno permesso di aggiornarla volta per volta, talvolta bene, altre volte magari peggio:

Modificazioni introdotte con le leggi costituzionali 9 febbraio 1963, n. 2:
«Modificazioni agli articoli 56, 57 e 60 della Costituzione»
(G.U. n. 40 del 12 febbraio 1963); 27 dicembre 1963, n. 3: «Modificazioni
agli articoli 131 e 57 della Costituzione e istituzione della Regione
Molise» (G.U. n. 3 del 4 gennaio 1964); 22 novembre 1967, n. 2:
«Modificazione dell’articolo 135 della Costituzione e disposizioni sulla
Corte costituzionale» (G.U. n. 294 del 25 novembre 1967); 16 gennaio
1989, n. 1: «Modifiche degli articoli 96, 134 e 135 della Costituzione
e della legge costituzionale 11 marzo 1953, n. 1, e norme in materia
di procedimenti per i reati di cui all’articolo 96 della Costituzione»
(G.U. n. 13 del 17 gennaio 1989); 4 novembre 1991, n. 1: «Modifica dell’articolo
88, secondo comma, della Costituzione» (G.U. n. 262 dell’8 novembre
1991); 6 marzo 1992, n. 1: «Revisione dell’articolo 79 della Costituzione
in materia di concessione di amnistia e indulto» (G.U. n. 57
del 9 marzo 1992); 29 ottobre 1993, n. 3: «Modifica dell’articolo 68 della
Costituzione» (G.U. n. 256 del 30 ottobre 1993); 22 novembre 1999, n. 1:
«Disposizioni concernenti l’elezione diretta del Presidente della
Giunta regionale e l’autonomia statutaria delle Regioni» (G.U. n. 299
del 22 dicembre 1999); 23 novembre 1999, n. 2: «Inserimento dei princı`
pi del giusto processo nell’articolo 111 della Costituzione» (G.U.
n. 300 del 23 dicembre 1999); 17 gennaio 2000, n. 1: «Modifica all’articolo
48 della Costituzione concernente l’istituzione della circoscrizione
Estero per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti
all’estero» (G.U. n. 15 del 20 gennaio 2000); 23 gennaio 2001,
n. 1: «Modifiche agli articoli 56 e 57 della Costituzione concernenti il
numero dei deputati e senatori in rappresentanza degli italiani all’estero
» (G.U. n. 19 del 24 gennaio 2001); 18 ottobre 2001, n. 3: «Modifiche
al titolo V della parte seconda della Costituzione» (G.U. n. 248 del 24
ottobre 2001); 23 ottobre 2002, n. 1: «Legge costituzionale per la cessazione
degli effetti dei commi primo e secondo della XIII disposizione
transitoria e finale della Costituzione» (G.U. n. 252 del 26 ottobre 2002);
30 maggio 2003, n. 1: «Modifica dell’articolo 51 della Costituzione»
(G.U. n. 134 del 12 giugno 2003); 2 ottobre 2007, n. 1: «Modifica dell’articolo
27 della Costituzione, concernente l’abolizione della pena di
morte» (G.U. n. 236 del 10 ottobre 2007); 20 aprile 2012, n. 1: «Introduzione
del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale»
(G.U. n. 95 del 23 aprile 2012).
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Speriamo con questo di aver fornito una adeguata informazione al cittadino italiano in modo tale da consentirgli di rendersi conto autonomamente della realtà dei fatti, e in modo tale da potersi anche disincantare rispetto alle narrazioni assolutamente inverosimili e anzi piuttosto fantasiose, la cui fonte è probabilmente da ricercarsi nella fase rem di un momento di riposo.


giovedì 3 novembre 2016

Viva i giovani ma non il giovanilismo!

Ripensando al Confronto televisivo tra Zagrebelsky e Renzi, ma anche a quello successivo e più recente tra De Mita e lo stesso Renzi, sulle ragioni del NO e del sì al Referendum Costituzionale, ma pensando anche a confronti che avvengono magari a distanza, ma che mantengono tuttavia la caratteristica della diversa età dei contendenti, più giovene l’uno, più maturo l’altro (pensiamo allo stesso Primo Ministro e a D’Alema), ci vengono alla mente molte, moltissime cose. Tra queste cose c’è senz’altro la questione che potremmo denominare del giovanilismo, cioè la questione di quell’autentico flagello sociale che tende a sostituire la maturità posata e la saggezza dell’esperienza all’esuberanza giovanilistica con tutti i rischi ad essa collegati.
A proposito di giovanilismo e dei suoi “nobili” portati quindi, tra i quali possiamo annoverare attualmente la fatidica rottamazione, e gli atteggiamenti concomitanti, annessi e connessi, l’atteggiamento giovanilistico anche in riferimento al Referendum Costituzionale, al di là di una consueta e vorremmo dire scontata buona dose di ingenuità, ravvisabile quasi sempre in molti, moltissimi giovani, mi fa venire in mente quanto possa essere assurda la pretesa di comprensione da parte del di meno nei confronti del di più, nella fattispecie della pretesa da parte della minor esperienza di giudicare la maggiore esperienza, come se il di meno potesse contenere il di più e non viceversa, come sarebbe invece logico e ragionevole aspettarsi anche da un punto di vista essenzialmente logico-matematico. A tale proposito la cosa che ci è venuta subito alla mente, e che ripropone più o meno lo stesso modello, è ciò che René Guénon (scrittore e intellettuale francese, esperto di simboli e religioni) scrisse nel suo celebre libro pubblicato nel 1924, Oriente e Occidente, a proposito delle pretese di comprensione dell’Occidente nei confronti dell’Oriente. Pensiamo innanzitutto al fatto che l’Occidente, dice Guénon, <<dimentica di non aver avuto nessuna esistenza storica in un epoca in cui le civiltà orientali avevano già raggiunto il loro pieno sviluppo>>”
(Questa osservazione è corredata da una nota, nel testo originale, che riportiamo qui sotto:
E’ possibile tuttavia che siano esistite civiltà occidentali anteriori, ma quella attuale non ne è l’erede, e anche il loro ricordo si è perduto; non dobbiamo perciò occuparcene in questa sede.
Riportiamo la nota per il semplice fatto che, nonostante costituisca una divagazione dal tema centrale, nondimeno potrebbe risultare per taluni lettori di una qualche suggestione…).
E subito dopo conclude il discorso dicendo che “con le sue pretese esso (l’Occidente, ndr) appare agli Orientali come un bambino che, orgoglioso di aver imparato velocemente qualche rudimentale conoscenza, pensi di possedere il sapere totale e voglia insegnarlo a vegliardi pieni di saggezza ed esperienza.”


E' un po' la stessa impressione che si prova dai confronti di cui sopra.
Ma soffermiamoci adesso per un momento specificamente sul confronto tra Zagrebelsky e il Primo Ministro. Senza considerare la maleducazione della battuta sulla calvizie, veramente singolare per un Primo Ministro, una lezione (scusate l’ironia) di educazione e di stile (trattasi appunto di esuberanza giovanile), passiamo ad alcuni esempi.
Zagrebelsky dopo avere spiegato al Presidente del Consiglio, con molta calma e molta pazienza, con argomenti logici, comprensibili a tutti, chiari, elementari, che le due Camere hanno sì gli stessi poteri ma non fanno la stessa cosa, il Primo Ministro continua a fare finta di niente e va dritto con il solito mantra (e chiedo scusa alla parola mantra) del <<le due camere fanno la stessa cosa>>. Falso, basta pensare al fatto che mentre l’una si occupa di una legge, l’altra si occupa di un’altra legge (esse si occupano per altro di due leggi contemporaneamente, il che rende il sistema molto efficiente!); che una controlla l’esuberanza giovanile dell’altra, ecc. ecc. Ci si chiede se il Primo Ministro sieda nella stessa stanza di Zagrebelsky oppure in un mondo a parte, forse parallelo, non si sa. A cosa si deve una tale ostinazione? Ad incomprensione o ad altro? Forse la si deve al fatto di non voler perdere un argomento elettorale ma l'effetto è un altro.
Lo stesso dicasi per il paragone tra sistema del senato in Germania e in Italia. Renzi sostiene che il Senato italiano funzionerebbe come quello tedesco (la cosa è oggettivamente assurda!!!???). Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte Costituzionale, gli spiega che non è così perché i Senatori tedeschi Rappresentano i governi locali e non le regioni, che possono essere sostituiti (questo è il punto principale di differenza), e che hanno vincolo di mandato. Dopo una eminente e inconfutabile dimostrazione che cosa accade? Che il Primo Ministro ribadisce indefesso che in Italia funzionerebbe come in Germania. Ostinazione giovanile? Incapacita di comprensione? Balzano alla testa molti quesiti…
Zagrebelsky si spinge poi a spiegare che con i vincoli giuridici e gli obblighi di presenza che avrebbero i nostri Senatori sarebbe impossibile trovare, tra 21 Consigli regionali, un giorno in cui incontrarsi che vada bene per tutti, che essi farebbero male in sostanza il proprio lavoro che è un obbligo giuridico, senza potersi far sostituire da alcuno. Ma ci rendiamo conto?!
Obbligo di doppio e forse in qualche caso di triplo mandato. Ma niente da quel lato non ci si sente proprio...
Insomma sarà o non sarà un difetto giovanilistico ma il Primo Ministro sembra non conoscere la propria Riforma che forse, proprio per questo, si può definire più propriamente Deforma.
In definitiva Zagrebelsky chiarisce senza tema di smentita che questa Riforma non funzionerà, per tante ragioni ma anche perché appunto non sarebbe come in Germania, nonostante l’ostinazione inspiegabile del Primo Ministro.
Il Presidente del Consiglio che dice poi a Zagrebelsky che è contraddittorio (e così portiamo un ulteriore esempio di ciò che è il giovanilismo) è poi oggettivamente esilarante, quasi non ci si crede, per la serie “da che pulpito viene la predica”! Senza considerare il fatto che il concetto di continenza svela in modo chiaro ed inequivocabile che la contraddizione in Zagrebelsky non c’è. Mentre il Primo Ministro non può avvalersi dello stesso concetto per le proprie molteplici, quasi infinite contraddizioni. Una delle tante che mi viene in mente così, sulle prime: <<o passi dal consenso popolare o non sei credibile>>. Ecco, non è credibile, verrebbe da dire, per questa contraddizione e anche perché dimostra di non conoscere la propria Riforma. Con le sue stesse parole si è giudicato, con il suo metro di giudizio! Ve ne sono tantissime altre naturalmente, come molti, moltissimi sanno ma per adesso fermiamoci qui.
Dobbiamo però dire, in tutta onestà, che quello avvenuto a SI O NO, sembra sia stato uno scontro tra saccenteria e Sapienza.
Ma torniamo per un attimo a Guénon. Nel procedere con la dissertazione l’intellettuale sottolinea il fatto che se gli Occidentali “non avessero a disposizione la forza bruta (questa loro pretesa, di giudicare l'Oriente, ndr) sarebbe di per sé una bizzarria piuttosto inoffensiva della quale sorridere […]”
Una pretesa sbagliata, per non dire bizzarra e in sé risibile, quando è coadiuvata dalla forza bruta, si trasforma in qualcosa di potenzialmente pericoloso, molto pericoloso.

Ciò che dobbiamo appunto chiederci in questo contesto è se la bizzarra pretesa giovanilistica di spiegare la Costituzione e la Riforma a costituzionalisti di prestigio che hanno raggiunto la maturità intellettuale e professionale in un periodo in cui i giovani stessi non erano neppure nati, oltre ad essere oggettivamente pretenziosa e per certi versi ridicola, non sia corredata e affiancata da una qualche forma di invisibile violenza, e se sì da quale forma di violenza.

A tale proposito potrebbe non dimostrarsi del tutto inutile una esperienza legata ad un recente episodio cui sono stato testimone personalmente durante un incontro tra il sì e il NO alla Riforma Costituzionale, nel Comune in cui abito.
La sala era gremita e molti dei presenti erano giovani, il che rappresenta un bene naturalmente, anche perché è il sintomo di un interesse rispetto a ciò che accade nel Paese. Ma non vi erano soltanto giovani ovviamente, vi erano persone di tutte le età, insomma vi erano anche i meno giovani, tra i quali potrei annoverare me stesso, nonché (spero che non me ne vogliano) i relatori, gli esperti che sedevano dietro il tavolo e che spiegavano le ragioni uno del NO, l'altra del sì.
Per arrivare al dunque, dopo il mio intervento e la mia domanda, segue l’intervento di un giovane che prima di entrare nello specifico della sua domanda fa una considerazione piuttosto gratuita per la verità dicendo più o meno così: <<Ci terrei a dire, che per me come giovane non è una sorpresa che ci siano tanti miei coetanei qui (in sala, ndr), forse è più una sorpresa vedere (in sala, ndr) chi un giovane lo è stato un tempo e che ora magari parla di questi temi più su facebook>>. Al di là delle contraddizioni immediatamente avvertibili (non si capisce per esempio perché chi parla di questi temi su facebook non dovrebbe interessarsene e parlarne anche altrove, al di fuori! Tanto per dirne una) è sembrato a molti che si affermasse che chi ha fatto il suo tempo, debba lasciare stare, particolarmente la Riforma Costituzionale, debba mettersi in disparte, rinunciare ai relativi dibattiti, alla vita sociale, debba ritirarsi magari in una casa di riposo e non disturbare, come se la Riforma fosse di esclusiva pertinenza dei giovani e non debba riguardare né interessare nessun altro che i giovani. Piuttosto bizzarro, direi…che senso della Democrazia!
E comunque anche qui non si capisce quali sarebbero i criteri per discernere ciò che ha fatto il suo tempo e ciò che non lo ha fatto, né chi e con quali criteri può assurgere a giudice di chi o che cosa ha fatto il suo tempo. Sarebbe forse il mero dato anagrafico?
La concezione secondo la quale il proprio tempo è legato essenzialmente alla giovinezza, mi sembra del resto un po’ riduttiva soprattutto se si considera il fatto che, esclusa l’infanzia, la gioventù è il periodo più breve della vita di una persona e che la maturità simboleggiata dal superamento di quella linea d’ombra di Conradiana memoria, rappresenta invece il periodo non solo più maturo appunto ma anche il più esteso, temporalmente parlando…
La rottamazione renziana ha fatto evidentemente proseliti e contibuito così a generare per imitazione una autentica piaga sociale che si innesta sull’onda della maleducazione, della superficialità nonché dei più naturali conflitti psicologici generazionali.
E ci si chiede; ma come li vuole i giovani questo Governo? Confusi e rottamatori? Cioè praticamente degenerati? Questo Governo, piuttosto che fare leva sulle più alte zone dell’intelletto, ha certamente bisogno di interlocutori immaturi e inesperienti che non abbiano i mezzi per rilevare le inesattezze della Deforma, che non sappiano avvertirne le contraddizioni e la forte contrazione dei diritti in essa presenti, per capirci.
E' del tutto chiaro che Zagrebelsky, De Mita e D’Alema in questo senso, non sono certo interlocutori ideali evidentemente…

Ma per tornare alla domanda sulla presenza o meno di violenza, e dirimere tale questione, rispondiamo che la violenza quindi c’è, perché è violenza manifesta quella che vorrebbe escludere generazioni intere di cittadini all’ascolto delle ragioni dei due diversi schieramenti o semplicemente dal prendere parte a uno dei due schieramenti. E’ un lapsus fortemente rivelativo, quello del giovane presente all’incontro.
Potremmo certamente identificare questa violenza con la violenza psicologica, forse proprio con la famosa rottamazione che è diventata una bandiera (di cui vergognarsi!), violenta fin dal nome stesso, poiché sono le macchine che si rottamano e non gli esseri umani, a meno che non li si consideri macchine, a meno che cioè di deprivarli della propria dignità di esseri umani.
Ma forse possiamo identificare questa violenza (anche per uscire dal contesto del dibattito di cui sono stato spettatore), pure con le pressioni di tutti i tipi, con le ingerenze, le indebite intromissioni, particolarmente quelle internazionali, annesse e connesse, derivanti anche dagli appoggi esterni, quelli delle banche d’affari magari che hanno addirittura contribuito a scrivere la Deforma, come sta emergendo con sempre maggiore chiarezza. 

I giovani hanno molti pregi, e una certa energia che essi manifestano sovente, potrebbe addirittura risultare positiva, purché ad essa vi si affianchi la matura saggezza, a mitigarne le asprezze più acerbe e l’ingenuità, di cui non ci si deve stupire e di cui non ci si accorge prima di aver varcato la fatidica linea d’ombra. Quando si manifesta da sola, questa energia, senza questo affiancamento, si trasforma appunto in giovanilismo, in una vera e propria piaga sociale capace di fare danni infiniti. Sarebbe un po' lo stesso difetto di avere una giovanilistica Camera dei Deputati senza un adeguato Senato della Repubblica a fare da contraltare e a mitigarne l'esuberanza. 
Viva i giovani quindi, ma non il giovanilismo, autentica piaga sociale!
P.S.: personalmente non sono mai stato iscritto a facebook, né prevedo di farlo, non devo quindi essere io evidentemente il destinatario del messaggio relativo alla gratuita premessa del giovane, né l'ho mai creduto.