Per le tecniche miste su carta o altre tecniche che compaiono in questo Diario Elettronico firmate a nome Alessio, tutti i diritti sono riservati.







lunedì 30 marzo 2020

La manipolazione individuale

Siamo abituati a sentir parlare di manipolazione di massa, ma non di manipolazione individuale. Eppure la manipolazione individuale è il nuovo paradigma della pratica manipolatoria, quello sul quale sembra che, volenti o nolenti, ci si stia dirigendo.
Con i mezzi informatici di oggi, è possibile una manipolazione individuale, e dobbiamo per tutelarci, ipotizzare, inscenare fantasie precauzionali, come modelli teorici di cui servirsi per difesa. Si deve ipotizzare l'esistenza teorica di un potere a cui non basta più manipolare le masse, che vuole giungere a manipolare i singoli individui e vuole fare ciò, potendosi riservare il privilegio di sceglierli.
La dove non giunge la manipolazione di massa, ecco dunque che ci si dispone a far giungere la manipolazione individuale.
Questa manipolazione non può essere troppo evidente, deve potersi dissimulare, anche perché si basa e ruota essenzialmente intorno a una forzatura dei confini, quello inerente la violazione sistematica della riservatezza, la detenzione spesso illegittima di dati personali o, nel caso in cui la detenzione sia legittima, nella non adeguata salvaguardia degli stessi, così da consentire fughe di notizie verso luoghi o persone che non hanno il diritto di detenerli. 
Ed ecco spiegato il perché, essa manipolazione, non sia per niente desiderabile ed anzi, da respingere con forza invocando la non violazione dei diritti in generale e di quelli relativi alla riservatezza nello specifico.
Ricordiamo a questo punto come tra i diritti universali dell’uomo sussista il diritto alla riservatezza.
Che esistano i diritti fondamentali dell’uomo non è una cosa da poco, ma è anzi di fondamentale importanza poiché su di essi si dovrebbe imperniare la legislazione, ogni scelta politica.
E naturalmente non c’è nessuno che affermerebbe di violarli expressis verbis poiché sarebbe una ammissione di colpevolezza formalmente individuabile, e quindi impugnabile.
Ecco perché si devono cercare forme non evidenti per giungere a carpire informazioni di ogni tipo sulle persone e poterle usare a scopo manipolatorio. Ed ecco quindi che entra in gioco la tecnologia, particolarmente quella digitale che deve essere presentata come un faro ma che nasconde invece insidie di ogni tipo. La tecnologia non va respinta, ma vissuta criticamente perché si devono creare "cittadini della tecnologia" e non sudditi di essa.
Oggi alla tecnologia informatica e digitale sono affidati compiti importanti, ma spesso, e magari in modo non palese,  ha il compito di informare circa ogni aspetto delle persone, dai gusti personali, agli spostamenti, ai dati maggiormente sensibili che possono essere sicuri solo entro un certo limite.
Ora costruire un mondo che si basi sul paradigma della manipolazione individuale, sulla violazione sistematica di un diritto universale dell’essere umano, quello alla riservatezza, non credo che lo si voglia consapevolmente. Questo significa che dobbiamo aumentare i livelli di consapevolezza, per impedire che malgrado ogni migliore intenzione si costruisca in modo sbagliato, in una direzione sbagliata, che potrebbe significare correre verso un mondo potenzialmente violento, perché la violazione dei diritti dell’uomo è sostanzialmente violenza.
Si deve osservare ogni diritto costituzionale e ogni diritto universale dell'essere umano per non incorrere nel rischio di divenire, magari a nostra insaputa, propagatori di ingiustizia sociale, e peggiorare le condizioni del nostro mondo. Si deve fare obiezione di coscienza, dire NO, alla manipolazione individuale.
La tecnologia informatica, per quanto suadente, rischia di rendere le persone e le istituzioni, permeabili, e le informazioni violabili e quindi fruibili in un senso non legittimo e improprio.
Per questo ogni cambiamento in senso informatico, non può essere preso alla leggera, neanche quello che riguarda la scuola. Le questioni che si potrebbero sollevare sono moltissime.
Nel passato forme di violenza si sono affermate gradualmente e poi hanno manifestato il peggio dell'essere umano. Si deve essere consapevoli che una violenza latente, che alberga in una violazione di diritti che può far sorridere, rischia di poter divenire violenza manifesta, ce lo insegna il passato.
Non si pone abbastanza l’accento su tale questione e questa leggerezza rischia di farci giungere in luoghi indesiderabili dove la violenza dissimulata non aspetta che di potersi palesare in tutta la sua potenza di fuoco, di manifestarsi allo scoperto. Anche il nazismo poté esprimersi nella sua massima potenza di fuoco, solo dopo che certe solide basi andarono consolidandosi.
Dobbiamo scongiurare in ogni modo, che la violenza latente e non percepita, si trasformi in violenza consapevole. Nel nazismo ci si affidava a "portatori sani", persone inconsapevoli di agire per il male, ma quando queste stesse persone erano ormai dentro il sistema, la violenza diveniva manifesta, ma non riuscivano a sfuggire al sistema, finendo per divenire "portatori consapevoli" di campi di sterminio.  La violenza psicologica, prima che fisica, era un sistema adoperato dai nazisti. Anche la manipolazione di massa e quella individuale, potrebbero servirsi della violenza psicologica, e potrebbero essere usate insieme.

Adoperare sinergicamente canali individualizzati e strumenti di informazione di massa, per manipolare le persone, potrebbe costituire una tentazione per un certo potere, e una pratica che potrebbe diffondersi a macchia d’olio. Conoscere gusti, preferenze, riti scaramantici, idiosincrasie delle persone può consentire questa manipolazione psicologica.
Le persone ignorano il potenziale di violenza insito in questo tipo di pratiche. Sarebbe bene invece farci mente locale, studiando e imparando dagli errori e dagli orrori del passato perché certe dinamiche del passato potrebbero somigliare molto alle dinamiche di oggi nella propria essenza e struttura di base. In questo senso i partigiani potrebbero avere un ruolo decisivo nel testimoniare quelle del passato, per aver vissuto in prima persona i sistemi di violenza psicologica e fisica, benché modulati su una diversa tecnologia.
E' mio auspicio, per il bene di ognuno, che studiosi di sociologia, di costume, di tecnologia informatica, di teoria e metodi dei mezzi dell'informazione, studino la questione della manipolazione individuale che estende la manipolazione di massa.
In gioco ci son diritti fondamentali.