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giovedì 29 giugno 2023

Intelligenza Artificiale e antiche tradizioni

Oggi viviamo in un mondo ipertecnologico e siamo accecati da falsi miti di progresso tra i quali riveste un ruolo primario l’adorazione, spesso acritica, della tecnologia e dell’Intelligenza Artificiale. Prendiamo proprio quest'ultima, l'Intelligenza Artificiale con la quale si vorrebbero sostituire tutta una serie di funzioni svolte dall'uomo, e chiediamoci in quali rapporti si pone con la tradizione in generale e con certe tradizioni in particolare. C'è una tradizione di origine ebraica per esempio la quale vorrebbe che la scrittura della legge avvenisse 'fuoco nero su fuoco bianco' in cui le fiamme del fuoco rappresentano margini interpretativi che devono sempre poter sussistere e che devono adattarsi alle varie situazioni, plasmarsi ai casi specifici.
Diciamo quindi che una intelligenza artificiale che si basi su rigidi algoritmi non potrebbe garantire la scrittura e la lettura della legge ‘fuoco nero su fuoco bianco’ il che significa che si ometterebbe la componente umana e l’omissione dell’uomo, cioè della componente interpretativa umana renderebbe l’IA semplicemente disumana. Ne deriva che l’IA stessa rischierebbe di scollegarsi non da una, bensì da tutta una serie di tradizioni in cui il fattore umano è sempre stato una componente fondamentale e ha garantito livelli di giustizia, legati in questo esempio del fuoco, proprio a quei margini interpretativi di cui le fiamme che si espandono e si contraggono sono una immagine abbastanza efficacie, dando proprio l’idea di quella scrittura flessibile e non rigida che è indispensabile alla natura umana e che se venisse omessa lascerebbe la società probabilmente senza una vera giustizia, quindi anche senza uno Stato di diritto. Questo spinge ad un certo numero di riflessioni come quella immediatamente concomitante per cui appare opportuno non cancellare le tradizioni che immettono le componenti umane nella vita sociale. Del resto il grande significato della tradizione, che è trasferimento, trasmissione di conoscenza 'da a', sta proprio nel suo essere stabilita dal tempo e nel tempo, confermata nelle varie epoche come un filo conduttore, e probabilmente, potremmo dire, come un filo di Arianna, per usare una immagine a noi nota e derivante da un'altra tradizione, quella greca o, per meglio dire, del mondo Egeo e specificamente minoica, quel filo dicevamo che ci permette di non perderci nel labirinto intricato della vita, fornendo una via da seguire proprio allo scopo di non perdersi. Ecco, l'eccessiva ed acritica fiducia nella tecnologia in generale e nell'IA in particolare, se questa si dota, come pare, di algoritmi rigidi e pertanto disumanizzanti, sembra porsi al di fuori di queste tradizioni e ciò dovrebbe costituire un fattore decisamente allarmante. Se l'IA ci fa dimenticare il filo di Arianna, perdersi nel labirinto diviene piuttosto probabile e questo in un momento nel quale invece appare di grande importanza sapersi orientare, ritrovarsi, ritrovare se stessi, la cultura da cui deriviamo e il significato della tradizione, la quale è suscettibile, oggi come in passato, di fornire risposte adeguare alle varie problematiche, anche nei nostri tempi.