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giovedì 3 gennaio 2019

Dell'esposizione ai campi elettromagnetici

Dell'esposizione ai campi elettromagnetici e di come saperne di più per sviluppare un dibattito proficuo e costruttivo.

E’ esistita l’età della pietra, quella dei metalli, adesso siamo in quella dell’elettromagnetismo e proprio per questo diviene sempre più importante sapere che cosa sono le onde elettromagnetiche e quali rischi esse implichino. Io per cominciare suggerirei di leggere un testo: “Troppo connessi?” di Martin Blank, Macro.  Il dottor Martin Blank è un esperto del settore. Inizialmente pure lui insegnava che i CEM (Campi ElettroMagnetici) erano dannosi solo oltre una certa soglia di frequenza, cioè solo quando definibili ionizzanti, poi attraverso una indagine approfondita ha potuto evidenziare come anche i CEM a frequenze estremamente basse (ELF) hanno effetti biologici significativi.
Non si tratta di dire no al progresso ma, viceversa, di dire sì ad un progresso sostenibile e responsabile che ponga al centro di tutto le conquiste già riconosciute come tali, quelle per esempio espresse in Italia dalla nostra stessa Costituzione che, all’articolo 32 salvaguarda la salute dei cittadini come “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.
E’ chiaramente complesso spiegare perché i CEM possano indurre una mutazione genetica, ma per chi si chiedesse come un campo elettromagnetico possa produrre tale mutazione a livello di DNA, si sappia, a mo’ di anticipo, che ciò dipende dal fatto che i legami tra le basi azotate dei nucleotidi (adenina, timina, guanina e citosina), sono percorribili elettricamente e che un campo elettromagnetico è capace di influire su di essi.
Approfondire è possibile e, per certi versi doveroso. Senza un campo comune di conoscenze sarà difficile stabilire un dibattito costruttivo.