Per le tecniche miste su carta o altre tecniche che compaiono in questo Diario Elettronico firmate a nome Alessio, tutti i diritti sono riservati.







sabato 7 aprile 2018

Un Governo come il popolo vuole!!!

Mi sembra normale che dopo la vittoria alle elezioni di una coalizione (quella del centro-destra) essa si presenti unita alle consultazioni. Non si può obiettare niente a questo proposito. Si deve anzi riconoscere la coerenza.
E’ vero anche, tuttavia, che l’unità di tale compagine non è sembrata del tutto omogenea e questo è apparso così fin dall’inizio.
Ciò si deve sostanzialmente ad una diversa visione di due dei quattro componenti della coalizione, Lega e FI, sull’approccio da tenere nella dialettica con le istituzioni europee (dell’Unione europea). Più critica la Lega assai meno FI, poi vedremo.
C’è anche chi dice che gli elettori che hanno votato Lega lo abbiamo fatto proprio perché essa era alleata con FI. Ma direi che, al contrario, qualcuno ha visto con diffidenza la ricomposizione di una coalizione che nel passato aveva già avuto la possibilità di governare e che ha scontentato molti. Soprattutto perché l’egemonia di FI determinava un appiattimento nella visione nazionale e comunitaria delle cose, nonché la proposizione di stilemi e idee estremiste e spesso errate come la demonizzazione del pubblico in favore del privato con i conseguenti mantra “pubblico brutto, privato bello”, “privatizziamo per abbattere il debito pubblico” e via discorrendo. Mentre dobbiamo riconoscere che la Lega, una volta svincolata dai legacci e dai mantra retrivi di FI, ha saputo crescere e molto, e molto bene, divenendo una forza politica dinamica, aperta, intelligente, che ha saputo intercettare il sentimento nazionale, assorbire intelligenze, creare convergenze di intenti.
Ma il riaffiancamento a FI ha fatto temere che tutto questo potesse scomparire a meno che essa, la Lega, non divenisse la prima forza all’interno della stessa coalizione di centro-destra, poiché la prima forza di una coalizione determina il colore di fondo di quella coalizione. Gli elettori hanno quindi deciso di dare alla coalizione una colorazione diversa, più tendente al verde della Lega che al blu di FI. Nel secondo caso saremmo stati di fronte ad una “Già visto”, nel primo invece no. Ecco perché l’elettorato ha premiato la Lega a discapito di FI.
Ciò detto, veniamo alla situazione delle forze in campo, piuttosto nota, in vero. Nessuna forza piò governare da sola, serve quindi una coalizione. Ci sono due schieramenti vincitori: 1) Il centro destra; 2) il movimento 5 stelle. C’è uno schieramento che ha perso le elezioni ed è il PD. Questo può significare solo che il popolo vuole un cambiamento, vuole discontinuità col passato.
La cosa più ragionevole a questo punto è una coalizione costituita dall’unione del centro-destra col movimento 5 stelle.
Ma si registra una certo disappunto da parte del movimento 5 stelle a coalizzarsi con FI e, d’altro canto, si riscontra un certo disappunto da parte di FI a coalizzarsi col movimento 5 stelle.
Il primo passo a questo punto dovrebbe essere compiuto da FI per evitare di congelare il cambiamento che mai più di ora si sta rendendo possibile.
FI quindi non dovrebbe gelare il cambiamento, dovrebbe assecondarlo anche cominciando a cambiare se stessa se necessario. Infatti se FI rimane quella che è non è utile al cambiamento costruttivo dell’Ue. E che della necessità di un cambiamento costruttivo nell’Ue ci sia bisogno, sono in molti ad essersene accorti finalmente. Così com’è oggi, FI non potrebbe cambiare una virgola poiché manterrebbe lo statu quo.
Prova ne sia il fatto che FI ha approvato il pareggio di bilancio in Costituzione, il trattato (e fondo) ESM, (leggi pure “fondo strappa sovranità” o “fondo salva banche”), il Fiscal compact, ha votato in parlamento europeo per impedire alla Corte di Giustizia Europea di valutare il CETA e via discorrendo. Insomma FI sembra proprio una formazione politica che vive sul dogma che questa Ue sia perfetta così com’è (e che quindi non sia perfettibile) tale per cui ci si può solo piegare ai diktat che da essa provengono anche quando piegarvisi significa mettere in ginocchio una intera economia nazionale e distruggere lo stato sociale. Questo spiega in parte anche il ridimensionamento dei suoi voti. A parole FI si dichiara per il cambiamento in Ue, alla prova dei fatti, approva sempre quello che l’Ue impone, senza mai tentare di opporsi o di proporre una soluzione alternativa. Spiace dirlo ma così com’è FI non è di alcuna utilità al centro-destra né all’evoluzione dell’Ue. FI sembra anzi incarnare il vecchio centro-destra un po’ classista, un po’ globalista, un po’ pro-multinazionali, quel centro-destra che crede che il privato sia l’unica cosa bella e che ciò che è pubblico (e per questa sola ragione) sia brutto e cattivo a prescindere, quel tipo di centro-destra che fomenta il mantra “privato bello, pubblico brutto” appunto, quello che dice che dobbiamo privatizzare per diminuire il debito pubblico e via discorrendo.
Tutti quei difetti di cui la lega si è emendata (ragione per cui cresce assorbendo anche dal bacino di FI) in FI sembrano rimasti come zavorre inamovibili.
Ma cambiare è possibile e quindi, non mettiamo limiti alla provvidenza e speriamo che all’interno di FI si apra una stagione di riflessione e di evoluzione che la porti semplicemente a comprendere che l’Ue è perfettibile e che lei, FI, può contribuire al suo perfezionamento se solo si convince che questo cambiamento è, non solo possibile, ma addirittura auspicabile per tutti!
Riassumendo: è giusto che il centro destra si presenti unito alle consultazioni, ma se FI insiste nel porre veti ad accordi col movimento 5 stelle, si pone fuori da se stessa dal cambiamento, dall’ipotesi di governo.
E per la Lega rimanere ancorata ad una forza che, contrariamente ad ogni ragionevole auspicio, con la sua zavorra impedisce il cambiamento positivo del Paese e dell’Ue, non è una cosa positiva, non è certo il favore più grande che può fare al proprio elettorato e temo quindi che se ne dovranno trarre le debite conclusioni. Se FI ha difficoltà a trattare con i 5 stelle, faccia pure, ma se mette se stessa fuori da un’ipotesi di governo non può pensare di poter trascinare tutti dietro di sé. A questo punto quindi se FI non cambia atteggiamento, non si modernizza, non si apre al nuovo che avanza, impedendo accordi auspicabili, diviene anche giusto, se non doveroso, svincolarsi da una simile zavorra.
Il popolo vuole un cambiamento, è questo che ha chiesto! Un governo come vuole il popolo è possibile, è possibile adesso, senza bisogno di altre elezioni!
Si cerchi di leggere con attenzione ciò che il popolo chiede!!

domenica 1 aprile 2018

Riflessioni nel giorno di Pasqua

Dopo il voto italiano del 4 marzo molti in Ue si affrettano a rilasciare dichiarazioni e dicono di aspettarsi qualcosa dall’Italia; c’è chi dice di aspettarsi responsabilità, chi dice di aspettarsi una prova di realismo, ecc.
Ecco a mio giudizio quello che l’Ue dovrà aspettarsi dall’Italia:
che gli italiani comincino a prendere coscienza del fatto che l’Italia non è una Repubblica fondata sul taglio dei salari o delle pensioni, la cui sovranità appartiene alla BCE o al FMI ma una Repubblica fondata sul lavoro la cui sovranità appartiene al popolo, e che essa riaffermi solennemente la sua determinazione inflessibile a rispettare la sua propria Costituzione, la Costituzione della Repubblica Italiana, che è una Costituzione di una Repubblica sovrana!!!

In questo giorno di Pasqua in cui Cristo risorge non saremmo scontenti di apprendere che Egli benedice anche il risorgere di una Nazione, l'Italia.
Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso (dal Salmo 118(117)).

E se queste riflessioni e queste speranze troveranno grazia  agli occhi del Signore, rallegriamoci ed esultiamo!


Buona Pasqua di Resurrezione a tutti!!!