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venerdì 31 dicembre 2021

Buon Nuovo Anno!!!


Come dovremmo chiamarli?

Per chiamarli "vaccini" qualcuno ha dovuto cambiare la definizione di vaccino. Questo astuto espediente è stato alla scaturigine di una incomprensione che sussiste tutt'ora e che non permetterà facilmente di venire a capo della moltitudine di fraintendimenti che ha generato e che sta generando.  Sembra doveroso tornare alla precedente definizione, in base alla quale un vaccino immunizza contro un agente patogeno.

Invece leggiamo nei bugiardini approvati da AIFA che per esempio Spikevax, di Moderna, è indicato per l'immunizzazione attiva nella prevenzione di Covid 19, che è la malattia causata dal virus, mentre alle persone che subiscono l'obbligo "vaccinale", sproporzionato, tardivo e irragionevole, è richiesta, come da Decreto Legge 172, la prevenzione dell'infezione da sars cov due, che sono cose molto diverse. Non è una questione di lana caprina, è un questione essenziale, per il buon nome della scienza, che qui tutti vogliamo difendere.

In pratica, neanche volendo si potrebbe accondiscendere o addivenire a quanto richiesto dal citato Decreto Legge, perché i farmaci che ci propongono per raggiungere quell'obiettivo dichiarano esplicitamente, con il consenso di AIFA, di fare altro, cioè di non fare quanto il DL richiede.

Del resto proprio in questo consiste la differenza tra una cura e un vaccino, che la cura agisce sulla malattia attenuandone i sintomi, il vaccino invece immunizza rispetto al patogeno che porterebbe l'eventuale malattia. Ed è per questo che si avanza l'ipotesi di un astuto cambiamento di definizione per rendere quella che molti ritengono essere una cura preventiva, cosa perciò stesso deontologicamente inopportuna, per non dire scorretta, in qualcosa che abbia un nome innocuo, anzi rassicurante, che la gente possa interpretare come cosa buona e opportuna.

Come è possibile dunque obbligare ad una terapia se la ragione per cui ti obbligano non può essere dichiaratamente raggiunta?

Da un lato abbiamo infatti un obbligo ad immunizzarsi rispetto a un virus, dall'altra dei farmaci che dichiarano i non fare questo, perché curano preventivamente una malattia, ne attenuano i sintomi, tentano di evitare ospedalizzazioni.

Anche la Regione Toscana se n'è accorta evidentemente, tant'è che nel sito di prenotazione espone in bella vista una scritta che dice "Sistema di prenotazione online di Regione Toscana per l'effettuazione del vaccino anti COVID 19" dimostrando di essere consapevole di non poter immunizzare rispetto al virus. In pratica, in Regione leggono i bugiardini, bene, al Governo invece no, male. Invitiamo così il Governo a leggere i bugiardini di AIFA direttamente, poiché ci sembra di intuire che nelle riunioni col CTS certe informazioni non vengono scambiate, in modo tale da prendere contezza del fatto che essi bugiardini dichiarano di immunizzare rispetto alla malattia, come dice giustamente la Regione Toscana, e non rispetto al virus come pretenderebbe il DL 172 del Governo.

Un anno difficile si sta concludendo e così auspichiamo che tutti quelli che ci invitano ad essere responsabili, siano i primi a dare l'esempio, magari dimostrando di leggere i bugiardini in cui potrebbero ravvisare delle informazioni utili a comprendere il fatto che quanto stanno richiedendo i DL che essi scrivono ed emanano non può essere accondisceso, in nessun modo. Ce lo dice la SCIENZA.

Eviteremmo così una infinità di problemi.

Buon Nuovo Anno!!!