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venerdì 30 gennaio 2015

Dunque il nuovo Presidente della Repubblica non sarà una Donna?

Prima di ogni elezione di un nuovo Presidente della  Repubblica si sprecano sempre fiumi di inchiostro sull'opportunità di eleggere una donna. Personalmente non ho niente contro gli uomini ma sembra che questa volta potesse essere la volta buona per una donna.
Invece indipendentemente da quello che può essere il pensiero di ognuno al riguardo, dobbiamo necessariamente convenire che la figura che si sta profilando al Quirinale, non è quella di un donna!

mercoledì 28 gennaio 2015

Così si progetta la finta sconfitta del Primo Ministro sulla questione del Quirinale!

Difficile capirci qualcosa sulle manovre per il Quirinale, le ipotesi si sprecano, i giochi politici e le manovre di palazzo pure.
E' sempre lecito tracciare ipotesi, in questo contesto è perfino doveroso.
Dunque ecco qui sotto una ipotesi, che è la mia, una ipotesi che con un evidente espediente letterario, è spacciata per certezza. Trattasi tuttavia di espediente letterario.
Forse chi intende adottare simili espedienti letterari non dovrebbe dichiararlo apertamente, altrimenti una parte dell'effetto desiderato rischia di svanire. Ma pazienza...
Ecco dunque qui sotto l'ipotesi, trattasi di fantapolitica?
Chissà:

Il partito del Primo Ministro che si divide in due squadre. Perché?
Perché il rottamatore non può dimostrare di non saper rottamare qualcuno che sembra avere tutte quelle caratteristiche che sono tipiche del 'rottamato', secondo i canoni del Primo ministro stesso, s'intende. Quindi ci sono nomi che non possono essere proposti dalla maggioranza del partito ma che ( detto in un orecchio ) vanno molto bene alla maggioranza del partito stesso. Ma deve essere la minoranza a farlo.
Ed è così che progettano la finta sconfitta del Primo Ministro, in realtà sono già d'accordo da tempo.
Personalmente non ho mai fatto mistero dei motivi prettamente politici per cui trovo fuori luogo il candidato proposto dalla cosiddetta minoranza del PD, il Professore di Bologna ( benchè questa ipotesi venga anche smentita ) e non problemi a ribadirla apertamente, mettendoci la faccia, e lo farò all'interno di questo stesso articolo.
La minoranza del PD fa un gioco estremamente funzionale alla maggioranza dello stesso, è inutile nasconderselo. Non è che non ci siano vivaci contrapposizioni di idee all'interno del partito, questo va riconosciuto, tuttavia queste si riassorbono sempre magicamente e non arrivano mai a costituire una seria minaccia per la maggioranza interna, l'unica cosa che potrebbe cambiare qualche politica, così la dittatura della maggioranza rimane.
Ecco dunque che, con qualche strizzatina d'occhio, si propongono nomi diversi, ma in realtà ciò che propone la minaoranza va bene anche alla maggioranza del partito in questione, ma non va dichiarato.
Così si vince tutti e qualcuno non perde la faccia.
Infatti non può essere il Primo Ministro a proporlo evidentemente, altrimenti l'aura ( sempre ammesso che di aura si tratti) del rottamatore svanirebbe immediatamente.
Vince la minoranza del partito, sconfitta la maggioranza! Bel titolo da presentare sui giornali.
Oppure: La rivincita della minoranza!
Sì certo, ci siamo cascati!
Intercettato o non intercettato che sia , forse tuttavia ci sono i numeri per questo giochetto, forse no, non lo so, forse è solo fantapolitica.

Ma a tutti coloro che si sono fatti portavoce di istanze di rinnovamento vero, e mi riferisco anche al movimento cinque stelle ovviamente, non quel finto rinnovamento gattopardesco che sconquassa la Costituzione perché la casta rimanga la stessa, non quello che indebolisce lo Stato di appartenenza per cedere ulteriore sovranità alle istituzioni europpee, in modo surrettizio ( e sì che si è giurato sulla Costituzione ), bensì quello che conformemente alla Costituzione vule dare potere al popolo sovrano, ecco, a tutti costoro si chiede di ricordare quale speranza essi hanno incarnato, come si sono proposti al popolo, non deludete il vostro corpo elettorale, mostratevi coerenti più che mai, qualcosa si è mosso nella vostra direzione siate in grado di intercettarlo, è questo il momento di dimostrarsi fedeli ai propri principii.
E' questo il momento di essere uniti!
Un vento di rinnovamento proviene infatti dalla Grecia, una nuova primavera, è tempo di alzare le vele e di seguire questo vento.
Si tratta di capire, di interpretare il momento storico. Il momento storico dice: basta austerità, serve una politica diversa nell'UE! Basta costruire intorno a una moneta, costruiamo intorno all'uomo. Ma le parole non bastano né le dichiarazioni d'intenti, servono i fatti.
E' inutile quindi sbandierare cambiamenti di impostazione e poi togliere il voto agli italiani per le Province, per il Senato, ledendo uno dei diritti fondamentali dell'essere umano che è cittadino, secondo il diritto internazionale, quel diritto che lo vuole e lo fa partecie al governo della propria Nazione!
E questo a maggior ragione se la sua Costituzione lo dichiare 'sovrano'.
Queste cose sono estremamente funzionalia all'austerità, certamente non vi si oppongono, ancora un poco e gli italiani lo capiranno!
Ma queste cose il nostro Primo Ministro le sa?!?!
Ma allora, torniamo al Quirinale, come poter proporre gli architetti dell'Europa della 'moneta', gli architetti cioè dell'attuale architettura Europea nella quale, la Democrazia va cercata col lanternino e le oligarchie abbondano e dettano legge? E tutti li ad ascoltare ed assecondare!
Questo sì che è un tuffo nel passato! Ci venne detto dei grandi benefici che sarebbero derivati dalla moneta unica, che saremmo stati una grande famiglia, che avremmo visto scorrere latte e miele, e sarebbero stati tutti baci e abbracci tra le varie nazioni e via discorrendo.
Ma quando ecco che l'euro ha contribuito a distruggere le famiglie e con esse un intero tessuto sociale anche imprenditoriale, nemmeno un 'mea culpa'.
Nessuno ci ha spiegato l'euro, soltanto enunciazioni pubblicitarie, nessuno ci ha detto che l'euro era potenzialmente funzionale al depauperamento dell'Europa del sud a favore dell'Europa Centrale e del Nord, nessuno ci ha spiegato che sarebbe stato alla scaturigine di una nuova Questione Meridionale, ma di stampo CONTINENTALE!!!
Siamo stati riempiti di parole fino all'ubbriachezza ma poi smaltita la sbornia la realtà ci si è manifestata senza la patina edulcorante delle enunciazioni pubblicitare.
E adesso c'è chi propone al Quirinale chi è stato alla scaturigine di tutto questo?
Dalla Grecia si muove un vento di rinnovamento e non saperlo intercettare significa porsi al di fuori del rinnovamento stesso, al di fuori della storia, al di fuori del vero e unico rinnovamento possibile, cioè del rinnovamento DEMOCRATICO!
Un partito che si dichiara di sinstra, anche se sempre più persone ne dubitano a ragion veduta, come fa a perdere questa occasione, a non accorgersi del vento di rinnovamento? Sarebbe imperdonabile storicamte parlando per un partito sedicente di sinistra non ascoltare la voce che viene dalla Grecia! Sarebbe imperdonabile tradire così i propri ideali! Sarebbe imperdonabile recidere alla radice la NUOVA PRIMAVERA!!!
Se l'Europa del sud non si mostra solidale con se stessa sarà risucchiata dall'Europa del nord, altro che fratellanza, altro che abbracci! Ed è per questo che è stato progettato l'indebitamento reciproco degli Stati, per impedire che forme di solidarietà possano svilupparsi tra i Paesi dell'Europa del sud! In questo che ruolo ha avuto la BCE? Ricordate la famosa lettera prima del Governo Monti?
L'Europa del nord facendo leva sui meccanismi dell'euro e degli apparati che vi si costruiscono intorno, impoverisce il sud Europa, Italia compresa. E si va a proporre al Quirinale chi è fautore volente o nolente di tutto questo! Si va a proporre chi fa da sponda a tutto questo?
Anche ammettendo che la colpa non sia tutta dell'euro, costruire intorno all'euro apparati che hanno poco di democratico ( vedi ESM) e che innescano politiche di indebitamento reciproco è certamente una responsabilità contigua alla moneta stessa!
Chi si dichiara fautore del rinnovamento non dovrebbe proporre chi è fautore di assetti che hanno depauperato la nostra Nazione e che sarebbero riproposti ovviamente!
Questa opinione certo non piacerà a qualcuno, cionondimeno è chiaramente ed inequivocabilmente espressa.
Saranno queste le manovre di palazzo?
Staremo a vedere...

lunedì 26 gennaio 2015

Dei candidati alla Presidenza

Coerente con le mie idee e con il concomitante intento di riequilibrare lo squilibrio determinato da una incidenza preponderante della finanza nella e sulla società, italiana, europea e non solo, ritengo che il futuro Presidente della Repubblica debba essere caratterizzato da determinate caratteristiche e che lo si debba cercare nel mondo giuridico, un mondo che tutti quanti dovremmo conoscere meglio, me compreso.
Così mi viene in mente una terna con i nomi di Stefano Rodotà, Lorenza Carlassare, Gustavo Zagrebelsky.
Non dubito che a questa terna possano aggiungersi anche altri nomi di insigni giuristi.
In ogni caso, senza nulla voler togliere a nessuno, leggendo l'attuale situazione italiana e internazionale, non ultimo il risvolto politico in Grecia, che spinge verso una visione, diciamo così, umanistica, mi sembra di poter affermare che il profilo del perfetto Presidente della Repubblica, quello che meglio aderisce alle esigenze attuali non possa che essere incarnato, come anche altri suggeriscono, da Stefano Rodotà!

Che l'Europa si costruisca intorno all'uomo e non intorno a una moneta ce lo spiega la Grecia

Non possiamo che dire grazie, per questa spiegazione.
Quello che emerge chiaramente dalla Grecia dopo i risultati elettorali è un messaggio piuttosto chiaro: l'Ue non si costruisce intorno ad una moneta, si costruisce intorno all'uomo e ai diritti!
Chissà se l'Italia avrà capito il momento!
L'errore compiuto degli architetti di questa Europa, è evidente e consiste nell'aver voluto costruire intorno ad una moneta. Concetti come quello di Democrazia di Stato di diritto, per quanto ventilati, sono finiti drasticamente in secondo piano.
L'Italia non ostacoli questo processo di rinnovamento della visione Europea riproponendo vecchi stilemi che hanno già prodotto infiniti danni!
Non è una questione di anagrafe ma di idee, giova ribadirlo per chi pensa che si possano e si debbano rottamare le persone.
L'idea nuova viene dalla Grecia, non è possibile per nessuno ignorare questo dato politicamente così rilevante.
Questo significa anche che quando la sinistra fa la sinistra vince senza bisogno di larghe intese. Purtroppo invece in Italia la sedicente sinistra porta avanti il vecchio programma di Forza Italia, come si cambia...
Quanto avvenuto in Grecia è un dato cui tenere presente anche per l'elezione del Presidente della Repubblica naturalmente.
Serve un riequilibrio dalla parte del diritto!!! Ce lo chiede la Grecia!!!
Basta vecchi europeismi 'monetocentrici'!

mercoledì 21 gennaio 2015

Del Presidente della Repubblica

Sarebbe quantomai auspicabile che l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica tenga conto del quadro generale nel quale si muove l'Italia. Questa prossima elezione non può, per esempio, non tenere conto della crisi in corso: crisi politico istituzionale e crisi economico-finanziaria.
La crisi attualmente in corso è molto complessa e riguarda vari aspetti della società in generale e delle tendenze internazionali, direi globali.
Certamente però in questa crisi siamo quasi tutti d'accordo nel ritenere che un ruolo di primo piano lo rivesta la 'finanza'.
Particolarmente rilevante sembra essere stato ( ed essere) il ruolo della finanza speculativa, anche in Europa, anche nell'Ue. Ecco perché diventa necessario dare una risposta a questa situazione.
L'elezione del presidente della Repubblica dovrebbe tenere conto tra gli altri aspetti, anche di questo appunto. Particolarmente significativa dovrebbe essere la considerazione del fatto che attualmente sul piatto della bilancia troviamo un peso assai consistente dalla parte della finanza ed un peso assai meno consistente dalla parte del diritto; ne nasce uno squilibrio e un conseguente pendere della bilancia dalla parte della finanza.
Ecco che diviene importante quindi riuscire a riequilibrare la situazione, nell'interesse generale.
E quando dico interesse generale intendo dire quell'interesse che tutela tutti, nessuno escluso, e che deve considerare la sperequazione che la distribuzione delle ricchezze stà producendo nel nostro Paese e nel mondo.
Così la figura di Presidente della Repubblica che dovrebbe scaturire dalle prossime elezioni, dovrebbe essere, a nostro giudizio, una figura che abbia dimestichezza col concetto di diritto sia sul piano teorico, sia sul piano pratico. Un giurista, politico, saggista, un uomo di esperienza che sappia masticare molto bene la nozione di 'diritto' troppo spesso sottovalutata oggigiorno, che conosca le istituzioni, il mondo politico, che sappia valorizzare la storia della nostra Nazione e la sua cultura
Qualcuno che magari ha contribuito a scrivere la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione europea e che guardi quindi anche alla dimensione europea ma con una sfumatura un po' diversa, con un approccio particolarmente sentito dalla parte del diritto, appunto.
Serve un peso da mettere sulla bilancia oggi sproporzionalmente sbilanciata dalla parte della finanza, e dell'economia, e questo peso, lo ribadiamo ancora una volta, non può che essere il diritto.
Solo così potremo guardare al futuro con uno sguardo rasserenato, solo cioè se ripristineremo il corretto punto di vista che si può esprimere così: l'economia e la finanza sono state fatte per l'uomo, e non è l'uomo che è stato fatto per l'economia e la finaza.
Questo positivissimo ed auspicabilissimo riequilibrio è possibile. Lo è se almeno per l'elezione di del Presidente si abbassano i toni, le bandiere di partito, i patti non dichiarabili, gli interessi particolari...
...questo riequilibrio che va nell'interesse generale anche dell'Europa è possibile, basta cercarlo.
L'uomo indicato per questo è Stefano Rodotà!!!

sabato 17 gennaio 2015

LE REGOLE SONO PER TUTTI E VALGONO PER TUTTI!!!

Le regole esistono per essere rispettate.
Le regole, anche quelle europee, esistono per impedire lotte personalistiche anche e soprattutto all'interno delle istituzioni europee.
Le regole esistono per impedire l'arbitrio, e l'affermazione della volontà di potenza, i cui esiti ben conosciamo.
I personalismi quasi sempre amplificati a livello mediatico tendono chiaramente all'arbitrio.
Ma la Democrazia, che è fatta di regole, serve appunto ad impedie l'arbitrio: perché nell'esperienza umana uomini dotati di lumi, cioè della ragione, hanno capito che l'arbitrio è negativo e trascina con sé, come una sorta di peccato originale, una serie di cose negative.
A questo si può ovviare, hanno scoperto, con la Democrazia appunto, la quale non a caso vive di regole!
Alle regole siamo soggetti tutti e tutti le devono rispettare. Non c'è niente di che temere dal rispetto delle regole.
Quando esse sono messe in discussione, poiché può succedere, le si discutono appunto, non le si infrangono con tale sufficienza; le si discutono nei luoghi deputati a farlo, nelle stesse istituzioni europee, e in quelle nazionali, si cerca di capire quali sono le criticità e si coinvolge nell'informazione il popolo, cioè l'opinione pubblica, che ha il diritto di essere correttamente informata, e che troppe volte nella creazione di questa Ue è stata ignorata, altro peccato originale. L'anarchia non serve.
Dobbiamo nostro malgrado e con dispiacere registrare dei comportamenti che possiamo definire quantomeno sibillini da parte di certe istituzioni europee che da un lato mettono camicie di forza agli stati membri e dall'altro si sentono esenti dal metterle a se stesse in totale difformità ed incoerenza dal proposito rivolto agli altri, e si sentono libere di sconfinare oltre i confini del proprio mandato.
Siamo di fronte a due pesi e due misure e questo non và bene.
Non ci sarebbe bisogno di parlare di 'strumenti non convenzionali' ( che vanno fuori cioè dalle convenzioni stabilite, quelli che sconfinano oltre i limiti ) se non avesse regnato l'indifferenza, rispetto alle voci di autorevoli economisti che avevano intravisto l'esito ampiamente anticipabile della deflazione, visto che la si stava sostanzialmente creando!
Non ci sarebbe bisogno di parlare di 'strumenti non convenzionali' se le Banche a livello nazionale non facessero un gioco che purtroppo pare di sponda a quello della BCE, ed aprissero invece il credito alle aziende e gestissero bene il debito pubblico in prima persona, sotto la direzione della Banca d'Italia.
Sarebbe davvero così spiacevole dare prova di efficienza a carattere nazionale?!
Non sarebbe al contrario motivo di autostima? Non sarebbe un bel biglietto da visita in Europa?
Non sono forse queste cose che ci servirebbero per non fornire alibi a quanti ci trattano da ultima ruota del carro, anche a livello europeo?
Da una parte quindi si fa orecchie da mercante, si ignorano opinioni rispettabilissime ed autorevoli, contrariamente a quelle si mettono camicie di forza agli Stati, dall'altra si pretende di sconfinare oltre i limiti consentiti, per ovviare al danno prodotto dalla propria incapacità all'ascolto, sulla quale insisto da anni.
Spaccare il vetro per sostituirlo, rompersi una gamba per chiamare l'infermiera BCE, non è un metodo molto virtuoso!
L'Europa si può costruire in un modo diverso e virtuoso.
Non esiste solo il metodo del vetro rotto. L'Europa può essere una Unione di Stati forti.
Qui si sta cercando una Europa fatta di Stati deboli o indeboliti!
L'Europa può essere una unione di Stati forti e virtusi che conferiscano successivamente e in forza della propria virtù alle istituzioni europee, per un atto propriamente ed autenticamente politico, funzioni di un certo tipo.
Arrogarsele da soli, non è corretto, lede le intese, lede gli accordi, esorbita dal proprio mandato, dai trattati, sfocia nel personalismo ( ambasciatore della volontà di potenza ) e non dà un bell'esempio.
Tutto questo spinge naturalmente a porsi degli interrogativi molto seri e necessari; tutto questo rivela dei punti di criticità che devono essere prontamente affrontati e con grande urgenza.
Un dei punti di criticità è inerente al grado di democraticità presente nell'Ue.
Lo spiaggiamento del Parlamento europeo insieme al prevalere delle formazioni intergovernative, con le loro verticalizzazioni, la pretesa di indipendenza da parte della BCE, che non è mai stata messa in seria discussione, per essendo doveroso farlo ( perché si tratta di una semplice tesi e non della verità assoluta, e perché diviene la dipendenza della politica dalla BCE!), sono tutti fattori che dovrebbero innescare un serio dibattito sulla Democrazia. Perché questo serio dibattito non si sviluppa?
Io non sono pregiudizialmente ostile all'euro ma cavalco un tesi: l'euro non può costare la Democrazia; il prezzo dell'euro non può essere la Democrazia!!!
Per questo è importante rispettare le regole e rimanere all'interno del proprio mandato.
E' la cosa più saggia che si possa fare!
E' una cosa che risponde ad una etica e ad un senso democratico, oltreché ad accordi presi!
La crisi in atto non è una crsi dell'euro, almeno non solo, è una crisi soprattutto dei principii e della Democrazia, appunto.
Continuare ad ignorare tutto questo è irresponsabile.
E se i punti di criticità, una volta ben indagati, dovessero spingersi a considerare il fatto che nell'Ue c'è bisogno di una maggiore dose di Democrazia, si dovrà seguire questa linea. Perché temere la Democrazia?
E se per aggiungere una maggiore dose di Democrazia, si dovesse appurare che uno dei sistemi per ripristinarla dovesse consistere nel rendere la carica di Presidebte della BCE eleggibile da parte del Parlamento europeo, oggi estremamente marginalizzato, lo si dovrà fare!
E se dovessimo renderci conto che è necessario un controllo da parte del Parlamente sulla BCE, lo si dovrà fare.
Nessuna soluzione può essere esclusa. Prima di ogni Unione viene la Democrazia! Altrimenti che unione è?

ERA LA DEMOCRAZIA CHE SPINELLI VOLEVA IN EUROPA!!!

venerdì 16 gennaio 2015

Se vi farete incatenare vi faremo sforare!

Alla fine del semestre italiano si tirano le somme.
La compagine italiana si dice soddisfatta.
Il fatto è che, in vero, niente è stato prodotto di positivo per il nostro Paese.
Certo, è comprensibile il malcelato imbarazzo di chi è costretto a far passare per una vittoria quella che in realtà è una sconfitta così cocente!
Insomma, per sintetizzare, alla fine delle danze si può interpretare quello che le istituzioni europee ci hanno detto riassumendolo così: se vi farete incatenare, vi faremo sforare il tetto del tre per cento!
Ma per dirci questo non c'era bisogno del semestre italiano, ce lo avrebbero detto comunque.
E magari dovremo rispondere anche: grazie!
Capisco che sia difficile comprenderlo ma le istituzioni europee devono sapere che i nostri politici rappresentano ( o dovrebbero rappresentare ) sessanta milioni di cittadini che hanno il diritto di sentirsi ben protetti e rappresentati appunto e che l'atteggiamento delle stesse istituzioni europee, sempre piuttosto irriguardoso e irrispettoso nei confronti dell'Italia ( quasi si trattase di un cliché che è doveroso ripetere ad oltranza ), non lede soltanto i politici ma anche i cittadini che essi rappresentano, cioè una intera nazione!
Chissà che cosa dovranno dirci le istituzioni europee per fare emergere dal fondo del barile almeno quel poco di orgoglio che all'Italia è rimasto, se qualcosa è rimasto, e non possiamo rammaricarci se vi è chi ne dubita.
Non sappiamo ancora essere Nazione, forse non lo siamo mai stati.
In ritardo storico sulle altre, nella creazione della nostra Nazione, l'Italia nella sua giovane vita di Nazione unita, non è ancora riuscita a fare quegli italiani che qualcuno all'indomani dell'unificazione auspicava si potessero fare.
Ancora non formata come Nazione, priva di coesione culturale e sociale tra i suoi cittadini che la sua Costituzione ed il suo inno nazionale vorrebbero addirittura fratelli, l'Italia entra precocemente nel vortice delle cessioni di sovranità, di carattere europeista, sprovvista di una base solida e capace di rivendicazioni.
Così alle opinabili cessioni di sovranità, mai spiegate e mai approfondite, si somma come effetto collaterale una sorta di depauperamento ed impoverimento del territorio sia da un punto di vista culturale, sia da un punto di vista economico e sociale, nonché politico.
L'italia cede più denaro all'Europa di quanto ne riceva ed in concomitanza cede quella sovranità che gli permetterebbe di chiederne spiegazione!
Ora se da un recipinte si toglie dell'acqua e non vi si reimmette, il recipiente prima o  poi si svuta. Qui non serve essere un genio della finanza o dell'economia per comprendere questo, anche un bambino lo capisce, e capisce insieme a questo che c'è qualcosa che non va.
Tanto per ricordare, L'italia ha già ceduto 60 miliardi ( dico 60! ) di euro ad un organismo ( l'ESM ) che serve per deresponsabilizzare le banche rispetto al proprio operato e per innescare il ricatto che possiamo sintetizzare con questa frase: te li ridiamo a prestito, ma solo se farai quello che noi ti diciamo di fare! E tutto questo per riceverne quanti dall' Unione europea, che per altro lamenta ( l'avrete sentito?) di averne così pochi che dovrà chiederli ai privati?
Guardate che con 60 miliardi di euro si  possono fare politiche industriali degne di questo nome!
L'Italia sembra sistematicamente presa in giro dell'Unione europea, che segue un suo disegno politico ormai ben visibile per chi ha il coraggio di guardare in faccia la realtà ma mai espresso a chiare lettere: indebolire ed impoverire le periferie, per arricchire il centro e il nord!
E' chiaro che diviene estremamente funzionale a questo scopo il chiedere all'Italia quantità esorbitanti di euro, che di contro potrebbero essere impiegate direttamente sul territorio ( e non lo si fa ) per rendergliene meno della metà, e sotto rigide condizionalità!
<< Fatevi incatenare, cedete sovranità, licenziate i vostri dipendenti, chiudete le vostre industrie e...vi faremo sforare il tre per cento!>> sembra di sentir dire...
Una cosa analoga era accaduta all'interno dei confini italiani col sopraggiungere  della tardiva unità.
Si tratta della famosa questione meridionale: per arricchire il nord si andò inpoverendo il sud, e città come per esempio come Napoli ne sofrirono tantissimo e si ritrovarono con un pugno di mosche in mano.
Qualcosa del genere sta accadendo appunto anche a livello europeo: per arricchire il centro-nord europeo, si sacrifica il sud.
Se i politici italiani non riescono a rendersi conto di questo vuol dire che qualcun deve spiegarglielo forse.
E se dopo che qualcuno glielo ha spiegato non si inverte la direzione di marcia e non si mette un fermo a queste furberie europeiste, allora subentra il dolo!
Dove sono stati presi questi 60 miliardi di euro confluiti nell'ESM?
Chi non risponde a questa domanda o non lo sa o non vuole guardare in faccia la realtà!
Ma un politico degno di questo nome deve saperlo e deve dare ai propri concittadini una risposta chiara e trasparente, come dice una recente pubblicità progresso di stampo chiaramente europeista, se non altro per la coerenza.
Sessanta milioni di cittadini italiani hanno il diritto di essere rappresentati degnamente!
Intanto, alla fine del semestre italiano con una Italia più povera di prima, prendiamoci il: LASCIATEVI INCATENARE E VI FAREMO SFORARE!!!


giovedì 8 gennaio 2015

Nessuno varchi i confini del proprio mandato!!!

La cosa più saggia che una istituzione possa fare è quella di rimanere all'interno del proprio mandato, senza uscirne.
Questo vale anche per la BCE naturalmente, la Banca Centrale Europea.
Non si capisce perché fare eccezioni.
Oltretutto non ci sarebbe bisogno di misure cosiddette 'non convenzionali' se le politiche economiche nazionali mostrassero una diversa capacità di gestione del debito pubblico.
Il debito pubblico in effetti è ancora una questione che può e deve riguardare i singoli Stati membri, che può e deve essere risolta dai singoli Stati membri. E' da qui che si capisce se gli Stati sanno mettere in atto politiche economiche degne di questo nome. Altrimenti anche in questo caso si andrebbe incontro ad una deresponsabilizzazione nella gestione del debito, o all'aumento delle soglie di ricattabilità.
L'episodio della lettera che ha aperto la strada al governo Monti è un triste monito a questo riguardo.
Da quando si è insediato il nuovo governo in Italia, tutti i parametri o quasi dell'economia e dell'occupazione sono in peggioramento, compreso appunto quello del debito pubblico. Questo peggioramento sembra estremamente funzionale alle dichiarazioni di intervento da parte della BCE, quasi che ci sia stato un gioco di squadra, secondo il paradigma chapliniano de 'Il monello'. Sembra cioè che la BCE tragga profitto dal pessimo andamento degli Stati membri dell'eurozona e che le politiche cosiddette europeiste consistano nella rottura del vetro che poi il vetraio sostituirà, cioè in un complessivo e consapevole, nonché deliberato peggioramento dei parametri.
Non ci sarebbe bisogno di 'misure non convenzionali' se le politiche Europee ( ed europeiste, nota bene! )sapessero ascoltare meglio i propri cittadini o quantomeno gli esperti di settore tra i quali anche premi nobel, e non avessero legato mani e piedi agli Stati membri, stringendoli in una morsa o camicia di forza fatta di parametri del tutto arbitrari o di teorie spacciate per verità assolute, mentre potrebbero benissimo essere smentite da altre teorie di tenore chiaramente diverso ancorché legittimate da nobel o esperti di settore.
Siamo di fronte, temo, al paradigma chapliniano appunto, come ho illustrato qualche articolo prima questo: da un lato si attuano politiche che, come previsto da molteplici economisti  (già dal 2012) o esperti di settore o finanzieri ( vedi Soros) avrebbero innescato una trappola deflazionistica, dall'altro ad istituzioni che una volta prodotta la prevedibile deflazione paiono bramose di andare al di là del proprio mandato, e scalpitano visibilmente mostrando evidente contentezza per la deflazione in corso, facendo il bello ed il cattivo tempo con iniziative sui generis che valicano questo confine del mandato con estrema leggerezza e sufficenza.
Ci sono questioni poilitiche a monte che non possono continuare ad essere ignorate; prima di qualsiasi iniziativa la cosa più saggia sarebbe di affrontare quelle!
E' doveroso cominciare a pensare di rendere la carica di 'Presidente della BCE' una carica che promani dal Parlamento europeo. Questa carica deve essere eletta dal Parlamneto europeo.
Il rischio di una deriva della Democrazia, vista la scarsa rappresentatività presente in generale nell'Ue, è fortissimo.