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lunedì 28 marzo 2022

Salute e bilancia

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Così recita l'articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana. Esso è da tempo al centro della nostra attenzione essendo stata la nostra vita attraversata da quella che potremmo definire la vicenda Covid, cioè una vicenda chiaramente legata al virus e alla malattia, quindi alla salute, con ogni evidenza. La corretta interpretazione di esso ci pare quindi essere di fondamentale importanza per comprendere la vicenda stessa che abbiamo vissuto. Ora, per comprendere bene questo articolo probabilmente non sarebbe inutile leggerlo con davanti a sé una bilancia. Servirebbe anche un peso corrispondente al 'diritto' e un altro corrispondente a quello che l'articolo della Costituzione definisce 'interesse' e che dovremmo usare insieme all'altro durante appunto la nostra personale lettura di questo articolo.

Come procedere?

Prendere la Costituzione e cercare l'articolo 32 di essa. Prendere la bilancia e porla su un piano. Mentre si legge il primo comma dell'articolo in questione o dopo averne dato lettura, cercando di far riecheggiare nella mente quanto appena letto, collocare sopra un piatto di essa bilancia il peso corrispondente al 'diritto' e poi sull'altro piatto collocare il peso corrispondente a 'interesse' e rimanere ad osservare la bilancia che cosa fa.

Dove pensate che penderebbe?

È necessario rispondere molto sinceramente a questa domanda.

Essa penderebbe senza dubbio alcuno sul lato dove è stato collocato il peso corrispondente al 'diritto' e francamente non ce ne stupiamo.

È percepibile anche istintivamente da chiunque che tra 'diritto' e 'interesse' abbia un maggior peso il primo, chiunque esamini se stesso sinceramente non può che convenirne. Comunque, a scanso di equivoci, vi sono sentenze della Corte costituzionale a confermare questo.

In sintesi possiamo affermare che tra 'diritto' e 'interesse collettivo' non può che prevalere il primo, come del resto conferma appunto la sentenza numero 307 del 1990 della Consulta.

Così facciamo notare che il diritto individuale alla salute prevale nettamente sul generico interesse collettivo, è evidente ed è bene che sia così perché la rinuncia alla difesa del diritto individuale alla salute, non può dare come risultato la difesa di quella collettiva che è possibile e preferibile anche come risultante della somma di ogni scelta individuale. Cioè a dire se vuoi perseguire la salute collettiva non è rinunciando alla difesa di quella individuale che puoi ottenere questo risultato e il diritto individuale alla salute personale si espleta anche rifiutando un farmaco che produce numerosi e importanti effetti avversi. Con un obbligo è evidente che il diritto a non subire questi effetti non sussisterebbe più e così, anziché perseguire la salute collettiva si potrebbe ottenere l'effetto contrario. Purtroppo i dati dell' EUDRO VIGILANCE confermano questo. Sono quasi 4 milioni gli effetti avversi e sono decisamente sottostimati. Se consideriamo poi che un effetto avverso potrebbe avvenire anche a distanza di molto tempo sembrano destinati ad aumentare.

Così siamo lieti di apprendere che in Nuova Zelanda la Corte Suprema revoca l’obbligo "vaccinale" in quanto rappresenta una GRAVE VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI.

E siamo lieti anche di apprendere che in Gran Bretagna è stato deciso di togliere l'obbligo "vaccinale" per il personale sanitario, una scelta che dovrebbe essere compiuta anche in Italia, considerando che questi "vaccini" producono purtroppo un così alto numero, nonostante la sottostima, di reazioni avverse.

Potremmo avere cortesemente un commento di qualcuno dei nostri parlamentari che li stanno avallando questi obblighi?