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venerdì 23 ottobre 2015

Senza Stato non c'è Stato!

Potrà sembrare una questione banale, ma credo invece che sia della massima importanza. E' una questione che si pone molto seriamente soprattutto perché non sembra proprio che vi siano nuove politiche in vista o  in atto, ma semplicemente il vecchio che si riafferma, un vecchio modus operandi che ha già fatto molti, moltissimi danni al Paese, quindi allo Stato.
Forse delle nuove politiche avrebbero potuto innescare una visione nuova, ottimistica, ma così non è, purtroppo. Siamo di fronte al già visto che si ripete...e ciò che abbiamo già visto non ci è piaciuto.
Non c'è niente di nuovo sotto il sole rispetto alle modalità adottate. Si punta tutto sulle privatizzazioni.
Ma ricordiamoci intanto che senza Stato non c'è Stato e che lo Stato non è un nemico dei cittadini.
Ricordiamoci anche che privatizza oggi, privatizza domani, lo Stato si priverà di tutto prima o poi, ed i privati si sbarazzeranno di un potenziale concorrente, deprimendo la concorrenza stessa.
Un film già visto, quello di puntare a testa bassa sulle privatizzazioni, che ha fatto come dicevamo molto danno, in Italia. Forse altrove no, ma in Italia certamente sì!
E non è che c'è da essere contro le privatizzazioni in senso assoluto, ma in senso relativo e, in ogni caso, con prove alla mano. Ci sono cioè privatizzazioni e privatizzazioni, ed è giusto operare dei distinguo, ma dobbiamo tenere presente quello che è il danno che queste idee, quelle secondo le quali le privatizzaioni sono l'unica panacea ad ogni male, hanno appunto fatto al nostro Paese.
E' quindi giusto che una Stato si faccia presente a se stesso, che reclami la propria presenza, senza eccessi, ma anche senza cadere nel tranello (che di questo si tratta, e non d'altro!) dell'ideologia negativa dell'aiuto di Stato! Uno Stato ha il diritto di aiutare se stesso, nasce proprio per questo, per aiutare in se stesso i propri cittadini, anche mantenendo aziende profittevoli se necessario! Se neghiamo questo principio neghiamo le ragioni stesse per cui uno Stato sussiste, neghiamo le ragioni stesse per cui uno Stato esiste ed è stato voluto e creato, e certo, non al prezzo di pochi spicci.
Ricordiamoci anche questo particolare. Così dovrebbe essere!
E nel mentre che uno Stato aiuta se stesso ricordiamoci che aiuta appunto anche i suoi cittadini, e a mantenere alti i principii sanciti dalla propria Costituzione, che in esso alberga, e non altrove! Senza Stato non c'è Stato, e senza uno Stato i confini di Stato, anche quelli propriamente geografici, non hanno ragione d'essere, e quindi le cose che hanno valore entro e solo entro quei confini (cose come la Costituzione appunto) pure quelle rischiano di svanire con lo svanire dei confini, con lo svanire dello Stato. E' questa consapevolezza di cui si dovrebbe fare portavoce la nuova politica, quella che intendesse essere veramente tale, quella che nasce dalla critica all'operato degli ultimi decenni, proprio perché quest'ultima ha perso di vista queste cose, anche sull'onda del tanto decantato: "Le privatizzazioni sono la panacea ad ogni male!".
Non è così!
Ma vediamo, quali sono quelle che abbiano annoverato come vecchie modalità? Vediamone alcune molto in voga, per esempio:  il debito pubblico aumenta (perché è gestito male!) e questo diventa la scusa per fare cassa.
Si cerca di fare cassa cioè per contrastare una pessima gestione del debito pubblico stesso.
A nessuno viene in mente che si dovrebbe cercare una gestione migliore del debito! Sarebbe la cosa più logica da fare!
Per esempio non facendo acquistare titoli tossici o ad alto rischio, da parte di chi lo gestisce...
E così, con questo volgere la testa dall'altra parte per non vedere, e con questa scusa da vecchia politica si fomentano e si giustificano le privatizzazioni.
Oppure, ed ecco un altro esempio, si vuole fare cassa perché si devono mantenere le promesse populiste che si è fatto in campagna elettorale o durante il proprio mandato. E così si svendono aziende profittevoli per adempiere a promesse che hanno un sapore elettorale. Si ottiene così un rapido introito ma una perdita a lunga distanza, una perdita le cui conseguenze negative si potrebbero evidenziare soltanto dopo un certo lasso di tempo, per finire col coincidere temporalmente con l'elezione del governo che succederà a questo, cosa che consentirà a quello attuale, divenuto opposizione, di additare come responsabile quello incolpevole, appena eletto! Giochi "raffinati" da politica temporale...
Anche da questo punto di vista non c'è alcun nuovo che avanza ma soltanto il vecchio che si riafferma; vecchie strategie, vecchie idee, vecchie politiche...
E quanto male abbiano fatto il vecchio (che si riafferma!), cioè le vecchie politiche legate alle gestioni del debito e delle privatizzazioni, lo si evince dalla sistematica deindustrializzazione che l'Italia ha subito negli ultimi anni. Questa deindustrializzazione è una prova provata! Eccola qua! Non si può far finta di non vedere!
Questa deindustrializzazione secondo certe stime ammonta a circa il 25 %. Vi è cioè un 25% in meno della capacità industriale italiana.
Questa perdita ha coinciso esattamente col periodo nel quale la parola d'ordine era; privatizzare!
Inoltre, non vi è nessuno che dica apertamente (ma nemeno allusivamente) che le privatizzazioni servono talvolta a tagliare fuori un potenziale concorrente! Un temuto concorrente!
Così nel privatizzare lo Stato ci perde due volte, sia per la minore concorrenza presente sul mercato in generale, dovuta alla scomparsa di un potenziale forte concorrente, sia perché lo Stato spesso svende aziende profittevoli, rinunciando per sempre al profitto derivante!
Anche quando non svende del tutto vi è poi sempre l'incubo che prima o poi possa farlo, il che è vissuto come una minaccia e un ricatto!
In ogni caso, e comunque la si pensi, si potranno anche fare salti di gioia per i 3 mld e mezzo che possono derivare dalla vendita delle azioni di Poste Italiane, ma tutto questo rischia di essere semplicemente un fuoco di paglia, una temporanea ebbrezza, che si scontra comunque con una altra realtà, cioè: immettere qualsiasi quantitativo di denaro in un secchio bucato non risolverà mai i problemi del Paese, poiché comunque sia, il secchio bucato si riprenderà sempre qualsiasi guadagno. A lungo termine si crea un notevole danno, peggiore del male che si intenderebbe curare, quello di partenza, quello cui si dice di voler porre rimedio!
E in oltre, ciò che lo Stato perde con le privatizzazioni, sarà perso per sempre, soprattutto se si tratta di aziende profittevoli o  strategiche per la sicurezza dello stesso Stato. Un passo ulteriore verso lo Stato non Stato.
Invece che sulle privatizzazioni bisognerebbe invece fare leva sul senso dello Stato. Ecco una battagli culturale degna di questo nome!
Oppure capire che si deve fare leva sui profitti dello Stato stesso e non sul disfarsene.
Se infatti per rimediare una pessima gestione del debito pubblico (secchio bucato), invece di cambiare la gestione dello stesso e di studiare il caso da vicino, svendo aziende profittevoli (le sole che potrebbero dare una mano) non potrò più contare su questo aiuto in futuro, per contrastare il debito stesso. Rinunciare ad un profitto durevole per un fuoco di paglia temporaneo non è lungimirante, non è saggio, ma soprattutto sa proprio di vecchia, vecchissima politica!
E lo Stato è sempre meno Stato e...senza Stato non c'è Stato, e forse nemmeno Costituzione!

lunedì 19 ottobre 2015

Certificato di abilitazione

Ecco finalmente il Certificato di abilitazione. Non voglio ripetermi ma anche se arriva a oltre vent'anni dal diploma di pittura e oltre venticinque da quello di maturità artistica, è comunque una bella soddisfazione e un traguardo imprescindibile per il prosieguo nell'ambito dell'insegnamento!



Certificato di abilitazione o Diploma di abilitazione

martedì 13 ottobre 2015

Risultati abilitazione

L'Accademia di Belle Arti di Firenze pubblica il quadro con i risultati di abilitazione della sessione del 7 ottobre 2015, e contestualmente il pdf relativo sul sito ufficiale.Pubblico fotografia con relativi omissis.



venerdì 9 ottobre 2015

Abilitazione

Finalmente, a oltre vent'anno dal diploma di pittura dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, è arrivata la tanto sospirata abilitazione. Quasi non ci credevo più. Non è stato un percorso semplice, ma alla fine...eccola!
La soddisfazione è enorme...