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sabato 30 ottobre 2021

Peccato che nessun dibattito sulla PCR si stia sviluppando in Italia

Nonostante la mole di ore dedicate dai mezzi di informazione di massa al nuovo coronavirus, nessun serio dibattito sulla tecnica della PCR associata ai tamponi molecolari si è mai sviluppato in Italia, né pare si stia sviluppando. Peccato, perché questo dibattito sarebbe in grado di gettare una potente luce sulla vicenda in questione, quella relativa al nuovo coronavirus appunto, tale da fornire una chiave di lettura essenziale per comprenderne origini, sviluppo e probabilmente futuro epilogo.

PCR è un acronimo che significa Polymerase Chain Reaction, cioè Reazione a Catena della Polimerasi, di cui si è accennato in vari articoli che in questa sede sono stati scritti nei mesi precedenti.

È una tecnica che il suo stesso inventore, Kary Mullis, aveva altamente sconsigliato per diagnosticare la presenza di virus, consigliandola esclusivamente per scopo di ricerca.

Si presentava quindi già all'esordio come una tecnica incerta e gli interventi che elencheremo succintamente nelle prossime righe non faranno che confermare questa impressione. Eccone esposti alcuni in ordine cronologico.

Ad ottobre 2020 alcuni virologi, nanopatologi, scienziati e ricercatori italiani, tra cui il candidato premio NOBEL 2018 per la medicina Stefano Scoglio, denunciano che i tamponi PCR non diagnosticano la presenza del nuovo coronavirus.

Con una sentenza del giorno 11 novembre 2020 emessa dalla 3a sezione penale del Tribunale di Lisbona, si statuisce che sulla base delle prove scientifiche attualmente disponibili questa tecnica non è in grado di determinare se la positività corrisponda effettivamente a una infezione da nuovo coronavirus, ritenendola in definitiva non idonea a questo scopo.


È stata poi la volta di Robert Farle membro del partito tedesco AfD, Alternativa per la Germania, con un suo intervento del 19 novembre 2020 presso il Landtag, il Parlamento della Sassonia con cui ha condannato aspramente l’utilizzo dei tamponi PCR concludendo che in definitiva con questa tecnica la pandemia non finirà mai. Farle cita anche uno studio francese che giunge alla conclusione che in un risultato positivo di un tampone PCR con cicli di amplificazione di 36 o superiori, la probabilità che la persona risultata positiva sia effettivamente infetta scende al di sotto del 3 per cento, cioè a dire ci sono il 97 per cento di falsi positivi.

Anche l'OMS è intervenuta sulla questione il 24 dicembre 2020, con l'evidente intento di suggerire un abbassamento dei cicli di amplificazione della PCR giacché cicli troppo alti danno risultati dai quali non è possibile distinguere la presenza del virus dal cosiddetto rumore di fondo.

In seguito c’è stata la sentenza del tribunale amministrativo di Vienna, il 24 maro 2021 che ha appunto sentenziato la non idoneità della tecnica PCR per la diagnostica del nuovo coronavirus.

Ad agosto del 2021 è poi intervenuta dagli Stati Uniti d'America anche la FDA, che ha detto che i tamponi PCR in dotazione ai CDC non sono in grado di distinguere tra una normale influenza e il nuovo coronavirus.

Ora, la PCR ha costituito la principale fonte da cui ricavare dati che poi vengono diffusi e disseminati alla popolazione senza che questa abbia un' adeguata preparazione per poterli comprendere appieno, né quindi criticare.

Questi stessi dati sono stati alla scaturigine di decisioni drastiche, hanno cioè determinato confinamenti, coprifuochi, zone gialle, arancioni, rosse, contribuendo non poco ad alimentare una crisi finanziaria di notevoli proporzioni di cui si sentono ancora gli effetti negativi. Se la principale fonte dei dati che determinano tutto questo non è attendibile è evidente che c'è qualche grosso problema da risolvere.

Anche la Scuola si è trovata fortemente penalizzata e pure oggi la didattica risente degli effetti negativi derivanti dalle classi in quarantena, che scaturiscono dal fatto che qualche sfortunato studente possa essere risultato positivo ai tamponi molecolari con PCR, essendo magari soltanto un falso positivo, giacché questa tecnica per processare i tamponi produce molti falsi positivi e come abbiamo cercato di dimostrare ha perciò suscitato critiche da una moltitudine di persone ed enti, scienziati, studiosi, politici, tribunali, OMS e FDA stessa. 

Come è possibile ignorare tutto questo?

Riteniamo a questo punto che l'argomento non possa più essere eluso, che ci si debba dunque disporre ad un dibattito aperto ed esaustivo sull'argomento, per il bene di tutti.

Come insegnante mi rammarico di vedere la Scuola ridotta così, all'ombra di se stessa, con il diritto costituzionale all'educazione, all'apprendimento e il concomitante diritto e dovere di insegnamento estremamente penalizzati se non del tutto annichiliti e devo necessariamente sperare che qualche decisione sulla sospensione di questa tecnica fallimentare, quella della PCR appunto, venga presto presa, perché non è possibile mettere la Scuola e il diritto all'apprendimento di milioni di studenti alla mercè di una tecnica non idonea, così aspramente e giustamente criticata, anche se la maggioranza dei cittadini, complice una informazione da terzo mondo, purtroppo non se ne rende pienamente conto.