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venerdì 28 febbraio 2020

Proposta di esercizio

A seguito delle parole, piene di saggezza, rivolte dal Presidente emerito dell’ANPI, Carlo Smuraglia, alle "sardine", ho avuto modo di commentare che chiunque riuscisse a comprendere il senso profondo di quelle parole, non potrebbe se non svolgere un ruolo importante all’interno della nostra società, che cambia velocemente, forse troppo velocemente, sì da non consentire spesso di vedere il legame col passato, recente e meno recente, che comunque sempre manteniamo anche a nostra insaputa. Non nasciamo dal nulla, siamo figli di una storia. L’appello di una persona di esperienza che, per quei giovani a cui si rivolge, potrebbe essere un nonno, tende a dimostrare l’esistenza di questo legame e l’esistenza di questa storia.
Quindi l’appello in questione, già di per sé degno di nota, assume un significato ulteriore, se si vuole, proprio alla luce del fatto che tende a ripristinare quei legami che spesso una società rutilante, caotica, dispersiva e confusionaria, come è quella nella quale stiamo vivendo, tende a farci dimenticare.
Lagame significa tradizione, nel senso etimologico di “trasmissione di nozioni e concetti da un soggetto all’altro”, spesso di generazioni diverse.
Ma proprio perché viviamo in un tempo caotico e dispersivo, denso di falsi miti di progresso e dimentico delle conquiste del passato, non si può dare per scontato che un messaggio, per quanto profondo, venga pienamente compreso. Per consentire un’assimilazione adeguata è quindi spesso necessario adoperarsi per creare le condizioni che la favoriscano, ricorrere magari a degli esercizi specifici. E’ così che recentemente ho proposto un esercizio ai destinatari di quel messaggio.
Ma la piattaforma sociale sulla quale ho pubblicato questo esercizio, consentendo un numero limitato di caratteri per singolo messaggio, mi ha costretto a limarne il contenuto, rischiando di renderlo meno comunicativo.
Ecco che quindi lo ripropongo in una versione, per così dire, estesa, per quanto il senso sia fondamentalmente lo stesso. Probabilmente però è spiegato meglio che nel precedente messaggio.

  Esercizio


Alzarsi presto, al mattino e fare una buona colazione.
Sedersi poi comodamente in un luogo silenzioso, rilassarsi e cominciare a osservare il pensiero.
Cercare quindi di sgomberare la mente da ogni pensiero, provarci per tre minuti circa.
Difficilmente i pensieri si lasceranno scacciare.
In ogni caso tentare di lasciare la mente sgombra.
I pensieri che si manifesteranno automaticamente potrebbero risultare interessanti per chi esegue l’esercizio e quindi seguirli, ma solo se si ritengono degni di essere seguiti, altrimenti continuare a tentare di scacciarli per mantenere la mente sgombra nei limiti del possibile.
Dopo questi tre minuti, cominciare col pensiero attivo, ripensare quindi alle parole di Smuraglia, farle riecheggiare in sé, cercare di avvertirne il senso profondo, la saggezza che le permea.
Dedicare a questa fase il tempo necessario, senza contare i minuti.
Solo dopo un esame accurato di queste parole e degli effetti che esse producono a livello della propria coscienza si può concludere l’esercizio.
E’ così che forse se ne può capire la grande importanza.

Grazie!