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sabato 30 gennaio 2021

Cicli di amplificazione della PCR e Stato di emergenza

Con la pandemia da nuovo coronavirus, si è assistito politicamente alla proclamazione ufficiale dello Stato di emergenza. Ora, lo Stato di emergenza può sussistere ed è ammissibile in alcuni casi, questi però devono costituire una eccezione, ed essere temporalmente limitati, nonché sostenuti da criteri di ragionevolezza. Perdurare eccessivamente in uno stato di emergenza, essendo questo suscettibile di limitare diritti costituzionali, quindi di primaria importanza, significa rendere l’emergenza la regola e non l’eccezione. Da cui un rischio, quello cioè che un eccessivo prolungamento temporale di questo stato di emergenza possa incidere su questi stessi diritti fondamentali in modo eccessivo, sproporzionato, permanente. Potrebbe derivarne cioè che tale limitazione verrebbe per così dire regolarizzata, normalizzata, finendo non tanto per limitarli eccezionalmente e in modo temporalmente definito e ragionevole, bensì quasi per abolirli del tutto. In questo stato di cose i DPCM, che molte polemiche hanno suscitato, hanno sostituito le leggi, finendo per marginalizzare anche il Parlamento. Questa marginalizzazione dei rappresentanti del popolo, per dare maggiore spazio a decisioni della sola figura del Presidente del Consiglio dei Ministri, ha di fatto trasformato la nostra Repubblica da Parlamentare a Governamentale, sebbene la nostra Costituzione formalmente dica altro a proposito di forma di governo. Devono prevalere i DPCM o deve prevalere la Costituzione? È noto che noi viviamo in uno stato di diritto, in un sistema di fonti gerarchicamente ordinato al vertice delle quali c’è la Costituzione. Essa, come fonte delle fonti del diritto, deve quindi prevalere sempre. Dobbiamo tenere presente però che essa contempla lo Stato di emergenza e può quindi dare un potere speciale anche ad atti amministrativi come i DPCM. Questo però deve avvenire entro certi limiti ben precisi, come abbiamo detto, che non devono essere superati, e le decisino inerenti ai DPCM non possono essere prese se non in modo ragionevole e ponderato, direi, equilibrato. Oggi sussistono le condizioni di ragionevolezza ed equilibrio per proseguire nello stato di emergenza? Questa è la domanda centrale e rispondere non è semplice, molte sono le opinioni espresse all’interno di questo dibattito e non è facile orientarsi. Servirebbe un approccio scientifico e una informazione precisa, puntuale, probabilmente anche un maggiore spazio al giornalismo di inchiesta se oggi, come sembra, l’informazione non ha dato risalto a dati di estrema importanza e facilmente rintracciabili, come quelli desumibili dai certificati medici rilasciati in seguito ad esame molecolare dei tamponi. Le misure restrittive, dipendono dai numeri, e questi dipendono in grande misura dai tamponi, o meglio, dal riconoscimento molecolare degli stessi. Poteva non essere privo di un qualche interesse quindi andarsi a leggere qualcuno di questi certificati. A qualcuno risulta che ci siano stati giornalisti che li abbiano letti e ne abbiano riferito? Qui non si tratta di interferire con la riservatezza dei pazienti che si sono sottoposti all'esame molecolare dei tamponi, sempre da salvaguardare, perché ciò che interessa del certificato è il modulo base, quelle informazioni indipendenti dall'sito e presenti nel certificato anche prima dell'esame stesso. Si poteva apprendere per esempio che alcune regioni, se non tutte, a cominciare da una certa data, hanno stabilito accordi tali per cui anche la presenza di un solo gene bersaglio del nuovo coronavirus sarebbe stata interpretata come esame positivo. Stante che la presenza di un solo gene, specie se rilevata con cicli di amplificazione della PCR molto alti, non significa che il paziente che si è sottoposto al tampone è infetto e neanche che è infettivo, cioè contagioso, un esame così sensibile, rischia di far inserire tra i positivi un numero elevato di falsi positivi. Anche questo poteva leggersi tra le righe, ed anche abbastanza esplicitamente, dei certificati. Quella di avere numeri alti, è stata quindi un decisione politica. La prima cosa da fare, è da molto tempo che lo chiedo, è quella di abbassare i cicli di amplificazione della PCR. Infatti, come dice lo stesso OMS, un numero eccessivo di cicli di amplificazione della PCR, produce quello che tecnicamente viene chiamato un rumore di fondo, cioè interferenze che rendono meno leggibile il responso dei tamponi e parimenti la distinzione e il rilevamento del virus. Maggiore è il numero dei cicli di amplificazione e maggiore è il rumore di fondo. Ci sono autorevoli opinioni in base alle quali il numero ottimale di cicli di amplificazione dovrebbe essere di 25, mentre in Italia si usano 40 cicli e oltre. Teniamo presente che i cicli aumento il contenuto dei tamponi, cioè lo amplificano, in modo esponenziale. Prendo il contenuto di un tampone, costituito da miliardi di componenti organiche, e dopo tre cicli di amplificazione siamo già a otto volte questo contenuto, immaginiamo che cosa avviene a 40 cicli, che cosa ottengo alla fine? 2, 4, 8, 16, 32, 64, 128, 256, 512, 1024, 2 048, 4 096, 8 192, 16 384, 32 768, 65 536, 131 072, 262 144, 524 288, 1 048 576, 2 097 152, 4 194 304, 8 388 608, 16 777 216, 33 554 432, qui siamo a 25 cicli, numero sul quale la comunità scientifica sarebbe d'accordo. Riprendiamo quindi con 67 108 864 al 26° ciclo, poi 134 217 728, 268 435 456, 536 870 912, 1 073 741 824, 2 147 483 648, 4 294 967 296, 8 589 934 592, 17 179 869 184, 34 359 738 368, 68 718 476 736, 137 438 953 472, 274 877 906 944, 549 755 813 888. Ed eccoci al 40° ciclo, 1 099 511 627 776 volte il contenuto iniziale dei tamponi. C’è un problema però, ed è appunto che il numero usato va spesso ben oltre i 40 cicli. Quindi al 40° ciclo di amplificazione il contenuto del tampone iniziale che, giova ricordare, è costituito da miliardi di componenti è divenuto 1 099 511 627 776 volte più numeroso. In tutto questo amplificare si verificheranno errori di trascrizione o, potremmo dire, di retrotrascrizione? Alcuni esperti definiscono questo modo di procedere con il semplice nome di spazzatura, rumenta. Tra questi vi è il perfezionatore della PCR, Kary Mullis il quale ha peraltro affermato che esso metodo non dovrebbe essere usato per diagnosticare malattie infettive. E invece ecco che sta avvenendo proprio questo, che esso sia usato proprio per diagnosticare malattie infettive e ad un numero di cicli di amplificazione tali per cui, divenendo il contenuto amplificato dei tamponi spazzatura, non è possibile, come dice l’OMS, distinguere tra rumore di fondo e virus. Quello che dovrebbe apparire sconcertante, è il fatto che sulla base di questa che è stata definita spazzatura si generino numeri che sono alla scaturigine di decisioni di estrema importanza,che sulla base di essi si stabiliscano orari di apertura per gli esercizi commerciali, il coprifuoco, limiti di spostamento tra comuni, province e regioni, zone rosse, arancioni e gialle, insomma si stabiliscono limitazioni delle libertà costituzionali. La Costituzione difende il diritto al lavoro, di rango costituzionale appunto, mentre i DPCM sono atti amministrativi. Si può essere disposti a rischiare di prendersi un virus curabile con idrossiclorochina, plasma iperimmune, eparina, attivatori del plasminogeno come l'urochinasi, per non morire di fame e d’inedia, per non gettare i risparmi di una vita, per non vedersi crollare il mando addosso, quello costituito dalle proprie attività quotidiane, dalle proprie passioni, dal proprio lavoro. Se le misure restrittive sono prese sulla scorta di numeri inverosimili, non sono giustificabili, questo è il discorso. Le limitazioni possono essere giustificate solo in certi casi e sempre e comunque entro certi margini ben definiti e non valicabili, come dicevamo, di ragionevolezza e, in ogni caso, sulla base di dati attendibili e non di tamponi il cui risultato è inficiato da cicli di amplificazione eccessivi che rendono difficile da stabilire, per dirla proprio con l’OMS, “la differenza tra rumore di fondo ed effettiva presenza del virus”. I tamponi possono essere portati a cicli di amplificazione opportuni e ragionevoli, per esempio a 25 cicli. Perseverare nell'errore significherebbe falsare i numeri e determinare con questi una Stato di emergenza che potrebbe non esserci, evitabile semplicemente mettendo in linea numeri derivanti dai tamponi con le evidenze cliniche. Con ogni evidenza lo Stato di emergenza non è svincolato dai numeri derivanti dai tamponi, per questo non si può procrastinare la decisione di abbasare i cili di amplificazione. Non si può prendere la decisione di prolungare lo Stato di emergenza sulla base del rumore di fondo anziché della reale presenza del virus.