Per le tecniche miste su carta o altre tecniche che compaiono in questo Diario Elettronico firmate a nome Alessio, tutti i diritti sono riservati.







domenica 21 agosto 2016

Ripartiamo da Sant'Anna per un NO alla Deforma Costituzionale!

Ripartiamo da Sant'Anna e da quello che in sintesi è il suo messaggio: rafforzare le riconquistate libertà democratiche!
Dovremmo sempre tenere presente questo messaggio, ogni giorno ogni ora, ogni minuto, perché le derive antidemocratiche si possono compiere rapidamente, anzi esse sfruttano la velocità come mezzo per imporsi. Una mente pronta ed allenata al rafforzamento delle riconquistate libertà democratiche è una menta che si prepara ad individuare prontamente le possibili derive antidemocratiche.
Ora, sono in molti ad intravedere in questa Riforma Costituzionale una deriva antidemocratica ed autoritaria. Essere fedeli a questo messaggio significa quindi, in questo caso, essere svegli e pronti ad emendare ogni singolo articolo che contrae i livelli democratici e rappresentativi nel Paese, introducendo una sorta di commissariamento perpetuo della Troika (poiché come spiegato il Senato si trasformerebbe in un ispettorato della Troika), da parte di persone non elette da nessuno; essere pronti a difendere le riconquistate libertà democratiche significa, in questo caso, dire NO, un nettissimo e chiarissimo NO a questa Riforma (Deforma) Costituzionale.
Pensate un attimo: il solo fatto che non si possano eleggere i senatori (che saranno nominati e non eletti appunto), ma che questi potranno intraprendere le riforme costituzionali (cosa che con ogni probabilità i promotori del sì non vi avranno detto), basta da solo a far capire che razza di Riforma sia questa!
Ma scusate, voi mettereste mai il futuro del Paese e le prossime riforme costituzionali nelle mani della classe politica più discussa della Nazione, nelle mani di senatori (per altro pendolari, non a tempo pieno) che addirittura saranno nominati, non eletti da nessuno?
Ecco in che cosa consiste il fulcro di questa Riforma Costituzionale che già da sola contrae la Democrazia, la rappresentanza e le libertà ad esse connesse in modo estremamente marcato, ecco in che cosa consiste il fulcro di questa Deforma, nel costituire la piattaforma di partenza per le prossime Deforme Costituzionali, ancora più marcatamente antidemocratiche di prima, per finire in una sorta di pozzo senza fondo dal quale sarà molto difficile uscire una volta entrati, ricordandoci che al peggio non c'è mai fine. Non è proprio il caso di giungere a questo punto. Difendiamo tutti insieme, unitamente all'ANPI, le riconquistate libertà democratiche, difendiamole ora, o sarà troppo tardi. Ecco perché il concetto di prudenza occupa in questa fase storica un posto di rilievo. D'altra parte vi è chi ci ha detto: <<Siate prudenti come serpenti>>. Mai come in questo caso la prudenza dovrebbe essere adottata come arma di difesa delle libetà democratiche, di quelle libertà oggi così pesantemente messe in discussione.
Per coloro che sono indecisi direi di riflettere molto attentamente quindi, prima di esprimere un voto favorevole al prossimo REFERENDUM Costituzionale, perché potebbe essere l'inizio di una deriva senza fine...Aiutateci invece, con prudenza, a dire NO a questa deriva, alla perdita delle conquiste della Resistenza!!!

sabato 13 agosto 2016

Il messaggio di Sant'Anna: rafforzare le riconquistate libertà democratiche!!!

A Sant’Anna di Stazzema, dopo la S. Messa tenuta dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto il corteo si è diretto al Monumento Ossario in ricordo dei 560 martiri (tra cui 130 bambini) dove è stata deposta una corona di alloro e dove si sono tenuti i discorsi delle varie personalità presenti all’evento.
Sono intervenuti il sindaco di Stazzema Maurizio Verona, il presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna Enrico Pieri, la vicepresidente della Regione Monica Barni, la console italiana a Nizza Serena Lippi e come rappresentante del Governo il sottosegretario di Stato alla Giustizia Cosimo Maria Ferri. Difficile riassumere in poche parole i discorsi ascoltati in prima persona.
Ma possiamo certamente dire che quello che è spiccato sopra gli altri, e non per il ruolo che riveste chi lo ha scritto quanto per l’efficacia della sintesi che ha colto l’essenza di una questione sempre attuale (ed oggi più che mai!) è stato il messaggio inviato al sindaco di Stazzema, dal Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, che dichiarata la sua commossa partecipazione all’evento ha tra le altre cose sottolineato l’importanza di attivarsi sempre per <<un opera di costante rafforzamento delle riconquistate libertà democratiche>>.
Sant’Anna di Stazzema è un luogo simbolo della Resistenza, di quella Resistenza che ha forgiato la Costituzione italiana. Così ci si perdonerà se si dichiara che si è avvertita di quando in quando, una certa dissonanza durante certi interventi soprattutto quando è stato citato Calamandrei, soprattutto se a farlo è un rappresentante di un Governo che in barba alla sentenza della Corte Costituzionale n.1 del 2014, ha precettato il Parlamento per contribuire ad una pesantissima messa in discussione della nostra Cstituzione, la più bella del mondo, ma che rischia di non essrlo più e per sempre. Si è avvertito un certo imbarazzo perché sappiamo che questo Governo, uscendo dai limiti che lo stesso Calamandrei aveva tracciato (non sia mai il Governo ad occuparsi delle eventuali rifome costituzionali!), stà sostanzialmente distruggendo questo gioiello forgiato dalla storia (e particolarmente dalla Resistenza) che è la nostra Costituzione delle Repubblica Italiana. Molti se non tutti avranno pensato che Calamandrei si stesse rivoltando nella tomba.
Il fatto è che Sant’Anna è Sant’Anna, è un simbolo e rappresenta ciò che ha sempre rappresentato cioè la Resistenza e appresenterà sempre anche ciò a cui ha dato origine: Repubblica e Costituzione.
E’ quindi difficile distruggere da un lato queste conquiste, in un modo peraltro così pesante e dall’altro dichiarare Sant’Anna un simbolo della Resistenza, perché le due cose stridono e anche molto.
Riappelliamoci quindi al Presidente della Repubblica, garante della Costituzione, anche per chiedergli fin da subito pari condizioni da riservare alle ragioni del NO, fino d oggi purtroppo non rispettate a quanto si apprende nella RAI. Particolarmente dopo le nuove nomine alla RAI, alle quali il Primo Ministro non mette la faccia, e in ossequio a quell’impegno che lo stesso Presidente Mattarella ha richiamato ed ha indicato, noi promotori del NO al Referndum Costituzionale chiediamo fin da subito parità di condizioni rispetto ai tempi concessi al sì, pari spazi, pari tempi.
Ci appelliamo al garante della Costituzione nella certezza e nella convinzione che certamente apparirà meno contraddittorio (o per niente contraddittorio) rispetto alle proprie dichiarazioni, di quanto non sia sembrato il rappresentante del Governo, che ce l'ha messa tutta ma...fare e disfare, difendere e attaccare non stanno proprio insieme!!!


giovedì 11 agosto 2016

Cose che vengono in mente pensando a Sant'Anna di Stazzema

Andare a Sant’Anna di Stazzema, particolarmente nel giorno della commemorazione dell’eccidio, il 12 agosto, è sempre un modo per ricordare quali e quanti sono i pericoli legati ai totalitarismi e agli autoritarismi.
La cultura che ha generato quegli stermini, la cultura che ha generato i campi di sterminio, non è debellata del tutto, sopravvive. Anzi potremmo dire che c’è sempre stata, che c’è e che, forse, sempre ci sarà.
Ma allora qual è il modo per impedire che essa torni in auge, poiché se è vero che c’è, il pericolo di una sua riaffermazione è realistico. Il pericolo effettivamente è realistico ma questa cultura si riafferma solo a determinate condizioni. Se queste condizioni non si verificano rimane, per così dire, in sordina, pur non scomparendo del tutto, rimane ad uno stato silente. Ma quando le condizioni sono favorevoli essa comincia a penetrare dove può, a fare proseliti, a dilagare e la storia ci insegna fino a dove è capace di arrivare. L’unico modo per impedire che essa si riaffermi e dilaghi di nuovo è impedire che si formino quelle brecce attraverso le quali essa può penetrare nella società, riaffermarsi, fare proseliti e dilagare. L’unico modo per impedire che essa si riaffermi è mantenere alti gli anticorpi che le società si sono date proprio per impedirne la riaffermazione. Molti di questi anticorpi in Italia vivono per esempio nella Costituzione Repubblicana, un autentico gioiello forgiato dalla storia, dall’esperienza, un gioiello anche in termini di prevenzione e lungimiranza, una lungimiranza che tuttavia oggi rischia di essere scalfita. Mantenerla intatta significa mantenere intatti quegli anticorpi che impediscono esattamente il riproporsi dei totalitarismi e degli autoritarismi intrisi di culto della personalità e dell'arbitrio e con essi il riproporsi della cultura dei campi di sterminio.
La cultura dei campi di sterminio ha bisogno di portatori sani di campi di sterminio, di persone cioè che non sanno e non si rendono conto di promuovere la riaffermazione di quella cultura; la cultura dei campi di sterminio ha bisogno di portatori sani, manipolabili a piacimento. I portatori sani di campi di sterminio generalmente sono persone normali, ma distratte, non sono cattivi, non più di chiunque altro, ma si lasciano manipolare, abdicano alle proprie idee per promuovere quelle che gli vengono suggerite da terze parti. Ai portatori sani di campi di sterminio non si chiede di mettere su un campo di sterminio, si chiede semplicemente di ledere almeno parzialmente lo Stato di diritto, si chiede di incrinare la società democratica per quello che si può, si chiede di diminuire la rappresentatività di uno Stato o Nazione ed altre cose del genere. In altri termini gli si chiede di fare breccia nelle maglie della società immettendovi un certo quantitativo di squilibrio e di ingiustizia, gli si chiede di compiere un passo, uno soltanto, il resto arriverà poi se le condizioni lo permetteranno, ma se e quando le condizioni lo permetteranno...un secondo passo sarà compiuto, poi un terzo e così via. Così agisce questa cultura dei campi di sterminio, cercando alleati che sono alleati a propria insaputa. Così i portatori sani di campi di sterminio potrebbero anche ravvedersi nel momento in cui si rendessero conto di esserlo, ma non è facile far sì che essi se ne rendano conto. Oggi purtroppo con una leggerezza senza pari si vuole mettere in discussione oltre quaranta articoli della nostra Costituzione, in blocco, in modo eterogeneo, causando un arretramento della rappresentanza e della Democrazia senza precedenti nella storia repubblicana italiana; oggi con la stessa leggerezza si vogliono togliere quegli anticorpi che sono preposti esattamente a impedire che la cultura dei campi di sterminio, che sempre si associa al totalitarismo, al personalismo, all’autoritarismo, si riaffermi. La prudenza non è mai troppa quando si tratta di impedire che queste falle, queste brecce, favoriscano questa cultura dei campi di sterminio. Prevenire è meglio che curare. Che lo si avverta o no, che se ne sia consapevoli o no, questo stravolgimento della Costituzione purtroppo va in una direzione pericolosa. Chi si è reso conto di questo per fortuna è l’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, che con grande coerenza e con grande coraggio e rinnovata lungimiranza si è ufficialmente schierata in difesa della Costituzione e per il NO al Referendum Costituzionale.
L’ANPI si è schierata in difesa di ciò che ha contribuito a scrivere e a donarci, un dono immenso che bisogna riconoscere come tale e come tale salvaguardare!
Un personalissimo grazie all’ANPI da parte mia!!!
Domani a Sant'Anna!!!


sabato 6 agosto 2016

La recente crisi ci ha insegnato anche altro, perché ignorarlo?

Secondo certe opinioni le norme comunitarie sul salvataggio dall’interno delle banche, sono una delle lezioni centrali tratte dalla crisi, regole che ci si sarebbe dati in comune, ecc. ecc. Segue ovviamente tutta la prosopopea tipica dei sedicenti euristo-europeisti… Adesso non vogliamo ribadire cosa pensiamo di questo “darsi regole in comune”, là dove i cittadini a quanto pare non sono chiamati a parteciparvi e di fatto non partecipano affatto alla creazione di queste regole ma le subiscono soltanto, in assenza cioè di una rappresentatività effettiva, sarebbe un discorso troppo lungo. Ma su tale questione delle nuove regole bancarie noi crediamo che fare pagare i cittadini comuni come privati risparmiatori o farli pagare come pubblici contribuenti sia praticamente la stessa cosa, si insiste sempre lì, sul cittadino comune appunto, visto oggi come il piccolo e medio risparmiatore anziché come piccolo e medio contribuente. E la differenza quale sarebbe? Mentre pare che da queste norme (quelle sul salvataggio dall’interno) che, lo ribadiamo, secondo qualcuno rappresenterebbero l’antidoto alla lezione appresa dalla crisi, secondo noi invece no, sembra che non si sia tratta una lezione estremamente più significativa e importante dal nostro punto di vista, quella che ci dice che ci sono delle responsabilità anche individuali nelle crisi, che si possono cercare e trovare (che si devono cercare e trovare), così come è possibile cercare e trovare i responsabili delle pessime gestioni aziendali bancarie. L’aspetto delle responsabilità personali nelle pessime gestioni dei risparmi dei piccoli e medi risparmiatori (sempre inclini purtroppo a fidarsi eccessivamente di qualsiasi rassicurazione interessata e di qualsiasi opinione “esperta” che poi tanto esperta evidentemente non è, almeno in apparenza) è del tutto trascurato, tralasciato, dimenticato, direi, freudianamente rimosso. E’ lì da questi scarti, da questi lapsus che si dovrebbe ricominciare a ragionare secondo noi. Si informano quindi gli eventuali gentili lettori che gli studi che si stanno compiendo in Italia da parte di cittadini colti e motivati, con preparazioni specifiche su tali argomenti, sulla base dei quali stiamo tentando una emancipazione collettiva, sembra proprio che indichino nell’assenza dell’aspetto della responsabilità (un fenomeno sintomaticamente dilagante cui bisogna necessariamente porre un freno per il benessere comune), il perno su cui si innestano le pessime gestioni aziendali e bancarie. Certo è giusto che la responsabilità la comincino a sentire anche i piccoli risparmiatori prima di lanciarsi in un investimento rischioso, ma se lo stesso investimento viene definito sicuro, i cittadini che mediamente non sono particolarmente preparati e tendono a fidarsi, ci credono appunto ed agiscono di conseguenza; certo si potrebbe cominciare da una maggiore prudenza, da un sapersi accontentare di rendite minori e più sicure, da una emancipazione generale, da una maggiore salutare diffidenza precauzionale, dal mettersi a studiare anche autonomamente le dinamiche degli investimenti ecc. ecc. (che è sempre cosa benvenuta), ma la cronaca ha perfettamente stabilito che questi cittadini non sono stati adeguatamente informati sui rischi legati ai propri investimenti che anzi sono stati sintomaticamente taciuti. Ma una corretta ed adeguata informazione è cosa che invece costituisce per loro un diritto inalienabile ed un dovere dei bancari e dei banchieri fornire senza se e senza ma. La legge è chiara al riguardo…
Così ci pare di capire alcune cose a proposito di certe affermazioni eccessivamente generose nei confronti delle nuove regole bancarie: 1) che le regole di cui si dice che sono state cercate in comune, in realtà se le sono date le solite élite non democraticamente elette (futuri pensionati d’oro al soldo del contribuente europeo oltre ad essere presumibilmente futuri percepitori di una lauta pensione privata); 2) che queste regole fanno sempre pagare i più deboli e mai i più forti, 3) che ci si è completamente dimenticati (freudianamente rimosse) delle responsabilità personali dei cosiddetti (e spesso sedicenti) responsabili, il che è abbastanza curioso, 4) che non esiste soltanto la via del cedere sovranità o del salvataggio dall’interno, ma anche la possibilità di nuove e più equilibrate regole, questa volta magari pensate veramente insieme ai cittadini comuni o a rappresentanti effettivi degli stessi; e non esiste poi solo la politica della moneta unica e comune cioè dell’euro, rispetto alla quale sta crescendo sempre più una obiettiva informazione e insieme ad essa una consapevole diffidenza, e in ultima istanza, extrema ratio, esiste anche quindi l’uscita dall’euro, il recupero della sovranità monetaria e magari una nuova contabilizzazione bancaria.


venerdì 5 agosto 2016

Personalizzare o spersonalizzare il REFERENDUM?

Si comincia col personalizzare, poi si continua con lo spersonalizzare poi magari ci si ripensa di nuovo o addirittura in certe situazioni si personalizza in certe altre si spersonalizza a seconda dei casi (e magari della convenienza mediatica del momento) e via discorrendo. Dov’è la regola? Non c’è evidentemente, si va a braccio, forse a intuito…chissà?
Ma il fatto è che una volta personalizzato poi purtroppo è difficile spersonalizzare. Come si dovrebbe fare? Era meglio non cominciare affatto! A cosa dovremmo credere quindi? Come reagiranno gli italiani? Saranno più numerosi quelli che considerano il REFERENDUM un plebiscito sul Primo Ministro o saranno più numerosi quelli che vogliono considerare esclusivamente gli aspetti specifici della Riforma?
E’ difficile rispondere, chi può saperlo?! Ma considerando che ci sono ancora molte persone che non sanno del REFERENDUM e considerando che ci sono ancora persone che pur sapendo del REFERENDUM non conoscono i contenuti dello stesso è logico sospettare che saranno potenzialmente molti quelli che si lasceranno sedurre dalla personalizzazione, sia in un senso che nell’altro.
Se si personalizza, cosa che costituisce sempre un errore dal nostro modestissimo punto di vista, particolarmente quando si tratta di una materia come la Costituzione, che è di tutti e non è certamente un fatto personale, si richiama tutto l’operato della propria persona sulla legislatura, che avrà accontentato qualcuno e scontentato altri. Saranno più quelli contenti o quelli scontenti? Difficile a dirsi…
Si capiscono così le operazioni di immagine e quelle populistiche dal sapore sempre più o meno vagamente elettorale e probabilmente pensate proprio in funzione del REFERENDUM.
E’ evidente che un tema come quello della Riforma Costituzionale dovrebbe essere trattato esclusivamente - e sottolineo esclusivamente - sul merito, sui contenuti. Questo consentirebbe una serie di confronti tra gli schieramenti che farebbero crescere il Paese comunque, indipendentemente dalla persuasione finale che in ciascuno di noi ne scaturirebbe. Se si personalizza si perde invece questa occasione; se si personalizza si manifesta invece di voler giocare una partita che prescinde dal merito e dai contenuti, e questo risulta essere un atteggiamento abbastanza strano e curioso da parte di chi dice di credere così tanto ai contenuti della Riforma!
Infatti se si credesse veramente così tanto a questi contenuti si cercherebbe esclusivamente il confronto su questi stessi contenuti e non altro e non si temerebbe il confronto con chi la pensa diversamente, timore che invece, gli ultimi eventi inerenti la RAI, sembrerebbero manifestare.
E’ giusto o non è giusto quindi chiedersi se l’atteggiamento della personalizzazione portato avanti dal Primo Ministro in persona (e non dai suoi avversari che, magari, avranno anche colto la palla al balzo, ma non ne sono stati certo gli iniziatori) sia il sintomo del fatto che chi propone la Riforma stessa non crede lui per primo alla bontà dei suoi contenuti?
A ciascuno la propria risposta!
Come ha detto un Presidente emerito della Corte costituzionale Annibale Marini: <<uno che dice, se non approvate queste leggi me ne vado a casa, dire che non è di parte…>>. Marini ha usato l’espressione “di parte”, ma è chiaro che in questo caso è perfettamente intercambiabile con: dire che non è una personalizzazione!
Quindi la responsabilità della personalizzazione è innanzitutto di chi usa queste espressioni e deve esserci una presa d'atto su questo, non si può tergiversare o rigirare la frittata con tanta disinvoltura perché i cittadini comprendono benissimo, se ne accorgono e ne traggono le conseguenze…
L’ultima tendenza registrata sarebbe comunque, almeno in teoria, a quanto si dice, quella verso la spersonalizzazione il che consentirebbe di concentrarsi sulle questioni di merito forse. Ma allora come si spiegano le ultime nomine alla RAI? Come si spiegano queste sostituzioni in corsa, immediatamente prima del REFERENDUM?
Questa RAI che si è trasformata con queste nomine in una RAI monocolore, è una RAI che è tornata indietro di 30 anni, quando appunto era monocolore. E come è possibile credere che chi è così propenso a tornare indietro, addirittura di 30 anni, voglia portare avanti il Paese, nel futuro? Non si rischia per caso di perdere credibilità? In effetti nella Riforma sono contenuti dei provvedimenti che riportano indietro il Paese ma non di 30 anni, bensì di 100 e non è uno scherzo. Si tratta per esempio dell’assenza di indennità per i senatori, che c’è già stata in un lontano passato, ma che fu tolta per consentire anche ai non agiati di poter fare i senatori. E adesso viene rimessa! Insomma ma in che Paese ci vogliono far vivere? Ma che concezione hanno del futuro, se per costoro il futuro somiglia così tanto al passato?!
Sembra quindi che non ci sia coerenza tra le enunciazioni di spersonalizzazione e gli atti immediatamente concomitanti che dovrebbero corroborarla; sembra che si dica una cosa e se ne faccia un’altra e questo, dispiace dirlo, ma non è un bel segnale. C’è da credere che a lungo andare di fronte a simili contraddizioni i cittadini si disorientino e si sdegnino.
Personalmente comunque, e nonostante l’asprezza di certi toni che talvolta trapela dai miei articoli, non sono tra quelli che pensano che in caso di vittoria del NO il Primo Ministro dovrebbe dimettersi, al contrario! Sono tra quelli che pensano invece che anche in caso di vittoria del NO, il Primo Ministro non dovrebbe dimettersi, ma dovrebbe rimanere a gestire l’ultima parte della legislatura e pensare alle cose realmente importanti per il Paese. Ma anche perché fare una Riforma dicendo peraltro che è per consentire la c.d. governabilità e poi andarsene a legislatura in corso sembrerebbe francamente una evidente e ulteriormente stridente contraddizione.
Non possiamo e non dobbiamo ignorare nessuna di queste contraddizioni, il momento storico non ce lo consente. E tuttavia merita tornare nel merito, scusate il gioco di parole, perché è lì che secondo noi si svolge la vera battaglia, è lì che secondo noi le ragioni del NO possono mettersi ben in luce.
Cerchiamo di fare dunque uno sforzo e di riportare il dibattito sul merito della Riforma, per quanto possibile, ma correggere certi errori non è per niente facile…


lunedì 1 agosto 2016

Italia meno sicura con questa Riforma (Deforma) Costituzionale

I promotori del sì sono arrivati a dire che se vince il sì al Referendum Costituzionale l’Italia sarà più sicura rispetto al terrorismo.
Questo purtroppo non solo non è vero, ma a ben guardare, si scopre che è addirittura vero il contrario, è vero cioè che l'Italia sarebbe meno sicura. Infatti questa Riforma si pone nel solco di quelle riforme definibili autoritarie, quelle che strizzano l’occhio alle politiche dell’austerità e danno più forza a chi le impone, poiché di fatto quello che sarebbe il nuovo senato somiglierebbe a una specie di Ispettorato della Troika, cioè esattamente di quell’organismo sui generis che ha instaurato l’austerità, e questo è un fatto; si pone nel solco delle riforme che danno più forza ai più forti e meno voce ai più deboli, operazione funzionale probabilmente anche ad una pessima redistribuzione della ricchezza, funzionale cioè ad arricchire i ricchi e impoverire i poveri. Insomma questa Riforma si pone nel solco perverso in cui l'Ue sta andando adesso, quello che deprime i salari, che incide sui diritti civili, sullo stato sociale, ecc. Questo naturalmente genera delle conseguenze facilmente arguibili. Per esempio andrà certamente a rafforzare quella tendenza demografica che è già così tipica del nostro Paese (a crescita zero), che non cresce neanche da questo punto di vista, perché nell’incertezza generale del futuro, incertezza che questa riforma intensificherebbe e rafforzerebbe, saranno in molti a pensarci bene prima di mettere su famiglia o quantomeno di allargarla. Piaccia o non piaccia la Nazione così potrà mantenere i suoi 60 mln di abitanti esclusivamente con l'immigrazione. Questo stato di cose favorirebbe quindi la permeabilità del nostro Paese proprio rispetto a questo fenomeno nel quale alcuni vedono la permeabilità anche rispetto al terrorismo, associando i due fenomeni assieme. Occorre tuttavia operare dei distinguo e dire che i due fenomeni non sono certo la stessa cosa. Ma anche ammettendo questo, sono in molti a pensare che in qualche modo essi siano, almeno in alcune circostanze, sovrapponibili. E questo perché, pur non essendo la stessa cosa, il terrorismo può decidere in qualsiasi momento di sfruttare i flussi dei migranti per insinuare proprie cellule attraverso la tecnica della mimesi. Su questo occorre essere estremamente realistici.
Ecco quindi spiegato perché l'Italia sarebbe meno sicura. Questa è solo un'altra ragione che si individua per dire NO a questa scellerata Riforma, una ragione, per giunta, della massima importanza. Votate NO, anche per questo quindi, per la vostra sicurezza votate NO alla Riforma!!!