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domenica 10 maggio 2015

E dopo l' Italicum il Referenzialismo?

Dopo l'approvazione della legge elettorale, ad opera di un Parlamento eletto con una legge giudicata incostituzionale, senza la condivisione trasversale che è doverosa e necessaria in ogni scelta delle regole, si fà un gran parlare di presidenzialismo, o vi si allude, malcelando la propria eccitazione.
Innanzitutto è bene puntualizzare che l'Italia ha una struttura statale che non è fatta per le cariche d'investitura, di cui il presidenzialismo è la più tipica, e che questo ha precise ragioni storiche che affondano nella Resistenza. L'Italia e la sua impostazione sono fatte per la rappresentatività, per la parlamentarizzazione, per le garanzie, quindi per tutt'altro. Il Presidente della Repubblica è il garante massimo, così ha deciso l'Assemblea costituente, e non può far parte di uno schieramento che deve, anche con zelo, controbattere alla fazione o alle fazioni opposte e avversarie, altrimenti che garante sarebbe.
Detto questo non è difficile arguire quale tipo di deriva emergerebbe in Italia da un assetto presidenzialista.
L'Italia in ogni caso non sarebbe più forte, sarebbe più debole, nel prosieguo dell'articolo vedremo il perché.
Ma partiamo da considerazioni di carattere generale e facciamo alcuni esempi.
Prendiamo per esempio il caso della Germania.
La Germania è una Repubblica Federale Parlamentare, il suo presidente è Joachim Gauck, la sua cancelliera, ossia il suo primo ministro, è la celeberrima Angela Merkel.
Angela Merkel è un ministro e non il Presidente.
Questo per dire che lo stato più forte d'Europa non ha un sistema presidenzialista.
E questo è un primo data da tenere fortemente presente.
Dico questo perché infatti molti di coloro a cui piace l'idea del presidenzialismo vi sono spinti dal desiderio di vedere la propria nazione più forte. Il desiderio è legittimo naturalmente, la scelta del mezzo arbitraria e probabilmente sbagliata se non addirittura controproducente o perfino contraddittoria.
Sembra un paradosso ma non è così.
L'esempio della Germania sta proprio lì a dimostrare che il presidenzialismo non è assolutamente connesso alla forza di una nazione, né è necessario.
Infatti, giova ribadirlo ancora una volta, la Germania pur non essendo presidenzialista  resta comunque lo stato che imprime e caratterizza le politiche europee tutte, nel bene e nel male, più di ogni altro stato.
Abbiamo qualcosa che ci accomuna alla Germania ( l'assenza del presidenzialismo) e vogliamo disfarcene.
E' un atteggiamento strano per non dire contraddittorio.
Molti dicono che dobbiamo cercare di assomigliare alla Germania e quando scopriamo di avere almeno un punto in comune con lei ce ne vogliamo disfare! Ma è possibile?!
Per essere forti il presidenzialismo dunque non è assolutamente necessario, la vecchia equazione risulta sbagliata in partenza.
Poi è curioso notare come là dove è più forte il desiderio di presidenzialismo, cioè in quei settori della politica italiana dove pare maggiormente sentita tale questione, è parimenti presente una singolare fortissima pulsione al disfacimento della sovranità nazionale; è curioso notare che a volerlo sono esattamente gli stessi che hanno svuotato l'Italia della sua sovranità!
Non è pertanto credibile, nemmeno da parte di chi lo propugna, l'idea che esso sia funzionale a rendere più forte l'Italia. Evidentemente dev'essere funzionale a qualcos'altro! Chiediamoci dunque: a che cosa?
Probabilmente a rafforzare la Troika, tant'è vero che sotto il generico grido di "avanti con le riforme"si esprime anche il malcelato desiderio di chi è particolarmente interessato a prendere su di sé la sovranità di cui l'Italia si disferebbe anche col presidenzialismo ( anzi forse più), cioè la troika stessa!
E' questo che si cela dietro le continue ingerenze, anche da parte della BCE, sempre così incline ad uscire dai limiti del proprio mandato, che dall'esterno arrivano in Italia sotto l'alto grido di: servono le riforme!
Servono le riforme? Ne siamo convinti? Chiediamoci innanzitutto quali riforme e a chi servono, allora!
Le riforme che chiede la troika non sono esattamente le stesse che chiede il popolo italiano, proprio così come le riforme che la troika ha chiesto per la Grecia non sono le stesse che il popolo greco avrebbe chiesto per se stesso! C'è qualcosa che non quadra...
La vicenda greca è una chiara dimostrazione della distanza abissale che sussiste tra il popolo greco e le istituzioni europee, e tutto questo in barba all'art. A del trattato di Maastricht!
In altri termini le istituzioni europee tradiscono il trattato di Maastricht!
Ma torniamo alla questione italiana del presidenzialismo.
E' chiaro che si vuole l'uomo forte, non il popolo forte!
Ma perché?
Probabilmente si vuole l'uomo forte per impedire che la sovranità ritorni!
Adesso che i buoi sono scappati serve l'uomo forte per impedire che se eventualmente qualche bue volesse fare ritorno, ci sia pronto qualcuno abbastanza forte da impedirglielo, pronto a sprangare la porta del ritorno alla stalla.
C'è chi dice che dobbiamo somigliare alla Germania, chi dice che dobbiamo somigliare agli Stati Uniti, chi alla Francia, altri dicono all'Inghilterra e via discorrendo!
Ora chiediamoci, ma perché l'Italia non cerca di somigliare al meglio di se stessa?
La nostra classe dirigente non sa fare altro che lanciare messaggi di questo tenore: siamo sbagliati!
Dobbiamo cambiarci!
Se si trattasse di cambiare il costume sbagliato che si manifesta con la corruzione e altri fenomeni deteriori il messaggio sarebbe anche giusto, ma se si tratta di stracciare la Costituzione, di dissolvere i confini nazionali, di cedere sovranità, di rinunciare a rappresentare il popolo, di rinunciare alla propria cultura e alla propria storia, allora il messaggio è profondamente, anzi, profondissimamente sbagliato!
Da un punto di vista didattico lanciare il messaggio che "siamo sbagliati" è senza dubbio la cosa peggiore da insegnare!
Quindi da un lato c'è chi dice che dovremmo somigliare alla Germania e dallo stesso lato c'è chi pur sostenendo questo vorrebbe riforme che ci allontanerebbero da questa pur minima somiglianza.
E' una contraddizione troppo evidente, direi stridente.
Dal momento che abbiamo la ventura di somigliare almeno in parte alla Germania, cerchiamo almeno di lasciare invariata questa somiglianza, fortuita ma non banale.
Se proprio dobbiamo prendere dei modelli è bene che questi siano positivi per il popolo, che vadano incontro alle istanze dello stesso, che siano alti e positivi, facciamo che si imitino le virtù naturalmente e non i difetti, solo così forse potremmo avere una Italia forte o, diciamo pure, sufficientemente forte da difendersi dagli attacchi di chi la vuol cambiare per il priprio interesse e non per l'interesse del popolo sovrano.
Oppure concentrandosi in se stessi e facendo leva sulle proprie caratteristiche, sulle proprie peculiarità, sul proprio tratto distintivo, sulla propria personalità di nazione sovrana, sulla propria storia!
Il Senato per esempio è la storia d'Italia. La sparizione del Senato serve solo alla Troika!
Spero che almeno questo sia stato compreso!
Oltretutto in Italia questa moda di voler per forza somigliare a qualcos'altro o a qualcun'altro trasformerebbe qualsiasi presidenzialismo in un referenzialismo cioè nell'elezione del referente unico per la Troika!
Ci tengo a precisare che il termine referenzialismo (in luogo di presidenzialismo) nasce dalla parola referente e non da altro. Qualsiasi altra interpretazione è destituita di ogni fondamento e qualsiasi riferimento a persone realmente esistenti è puramente casuale! Questa è la pura e sacrosanta verità su tale questione!
Forse il presidenzialismo serviva prima di svendere la sovranità italiana, monetaria e di altro genere ad una Europa distante dai cittadini ed incapace di riceverne le istanze.
Non appena risulterà chiaro come chi lo propugna questo preesidenzialismo-referenzialismo sia annidato esattamente tra coloro che hanno aiutato a svendere la sovranità nazionale potremmo quindi chiederci: La credibilità dove la mettiamo?
Ma chi dice di voler cedere sovranità e poi parla di presidenzialismo secondo me non ha oggettivamente credibilità, e ci porterebbe inevitabilmente verso il referenzialismo, altro che presidenzialismo!
Cioè verso una degenerazione del presidenzialismo in cui la maggior forza del presidente servirebbe soltanto per imporre al popolo le scelte della troika.
Cercare il referente unico per la troika in un momento in cui l'Itaia dovrebbe cercare maggiore forza contrattuale, maggiore rappresentatività, in un momento in cui il popolo non ne può più dell'austerità sarebbe in questo momento la cosa più sbagliata da fare. Il momento è proprio sbagliato, ripeto, forse serviva prima.
Troppo è cambiato dello scenario europeo e internazionale perche il presidenzialismo possa ancora essere funzionale ad un popolo di 60 milioni di cittadini!
Adesso la cosa mogliore è cercare la sovranità perduta, la rappresentatività e livelli maggiori di Democrazia.
L'elezione diretta del referente unico per la troika non serve al Paese.
Il Paese soffre moltissimo proprio a causa delle ingerenze finanziarie della troika, regalargli un referente unico, plasmabile, manipolabile, sarebbe confermare le scelte sbagliate compiute anche nel recente passato, dimostrando una continuità proccupante! Significherebbe non ravvedersene; significherebbe proseguire sulla strada della svendita di sovranità, fino a non contare decisamente più niente!
Il referenzialismo non serve al popolo, forse serve al referente unico, al singolo politico amante dei riflettori, del clamore, del personalismo e certamente servirebbe alla troika.

Che il presidenzialismo sarebbe destinato a trasformarsi in Italia in un referenzialismo è cosa certa, sicura, ci possiamo scommettere!
Che il referenzialismo si trasformi poi in un reverenzialismo è cosa estremamente probabile se non certa.
Dica pure la troika al cospetto del suo referente, come dice?
Ah sì, riverisco e obbedisco!
E il popolo sovrano? E'semplicemente svanito!
Come dice signora troika? Il popolo? No, non si preoccupi, è stata varata una legge elettorale che ne impedisce la rappresentanza, può dormire sogni tranquilli!
A proposito che ne dice di un referente unico, sarebbe ineressata?
E così invece di lottare per avere più Italia in europa, secondo quella che dovrebbe essere la ragionevole impostazione di qualsiasi politico italiano degno di questo nome, invece di lottare per rappresentare meglio i cittadini italiani in Europa, si lotta per avere più Europa in italia. E che cosa questo significhi è sotto gli occhi di tutti. La Grecia insegna e ammonisce...
Naturalmente è bene precisare che quando dico più Italia in Europa intendo dire la migliore Italia possibile, quella che si esprime nella sua vocazione al diritto, nella sua vocazione allo Stato di diritto, quella che si esprime nella sua Costituzione, nei suoi valori sociali, nei principii di eguaglianza, di solidarietà, ecc. Non certo l'Italia della corruzione, delle mazzette, del clientelismo, del nepotismo che queste cose è bene siano ammonite anche dalle istituzioni europee!
Lasciare spazio all'Europa in Italia significherebbe Impostazioni finanziariocentriche, buorocratocentriche, accentratrici, e poi ancora licenziamenti, livellamenti, meno diritti per i lavoratori, classe politica intoccabile, privilegi di casta, politiche lacrime e sangue, e via discorrendo, insieme a una distanza progressivamente sempre maggiore tra i cittadini e le istituzioni europee.
No ad una Europa di Super Strutture lontane dai cittadini!
Super Strutture, già, che tradotto in acronimese farebbe: SS!
Sintetizzando e riassumendo:
In questa Italia in cui non c'è rappresentatività il presidenzialismo si trasformerebbe in un referenzialismo, cioè nell'elezione del referente unico per la Troika.
Il referenzialismo si trasformerebbe poi in reverenzialismo, e questo taglierebbe ogni residua speranza a chi cercasse col presidenzialismo un Italia più forte.
Il referenzialismo, è necessario ribadirlo non serve al popolo né per imprimere forza alle sue istanze al cospetto della troika né ad altro, serve piuttosto alla trioka per imprimere al popolo e con maggior forza di prima le proprie idee e la propria visione del mondo, su questo non ci sono dubbi!
Molte prove stanno lì a corroborare questa tesi!
Pensiamoci...