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domenica 30 marzo 2014

Di quale status quo stiamo parlando?

A proposito di status quo...o statu quo. La realtà è fatta di molti aspetti, a quale di questi si vorrebbe applicare questo concetto? Si calca l'accento sullo status quo relativamente al Senato dicendo che non deve rimanere così, dando a questa espressione un significato negativo e dispregiativo come se ciò che rappresenta un qualsiasi status quo, cioè una realtà in essere, debba essere solo per questo necessariamente negativo, come se fosse da guardare con disprezzo.
Orbene, se proprio vogliamo trovarne qualcuno da disprezzare, ci sono altri stutus quo da guardare, molto ma molto più interessanti.
Cominciamo a disprezzare quelli che sono veramente dannosi per l'Italia per esempio, quelli che i cittadini hanno manifestamente dichiarato di voler cambiare, come certe politiche europee soffocanti e dissanguanti economicamente parlando.
Quelle stesse politiche che tolgono serenità, dingità all'essere umano e impediscono di fatto il pieno sviluppo della personalità degli individui e anche quello della società in generale.

Ci sono circa 55 mld di euro per esempio dati al famigerato organismo ESM, per farne cosa?
Per farci comprare con strane triangolazioni la Telecom costruita con le tasse di generazioni di italiani?
Non sembra un ottimo affare!
Cominciamo ad assumerci un po' di responsabilità dunque e a rispondere a questa domanda: da dove sono stati presi? Non rischiano di indebitarci se li abbiamo presi a prestito, per esempio?
I cittadini hanno il sacrosanto diritto di sapere, dunque...da dove sono stati presi?
Stiamo aspettando una qualche autorevole risposta da parte del governo.
Ed ecco uno status quo da cambiare!
Lo status quo delle tardive risposte,  dell'incapacità di ascolto, quello dei flussi di capitali che lasciano il Paese e lo indebitano.
Da troppo tempo perdura infatti uno status quo, quello che vede appunto uscire dall'Italia miliardi di euro che invece gli sarebbero vitali; da troppo tempo vige e perdura uno status quo, quello che vede le politiche dei tecnici violentare attraverso l'austerità i propri cittadini in nome di un non meglio identificato europeismo monolitico, filo-burocratico e finanziario-centrico che sviscera opinabili teorie economiche come se fossero vangelo, e che vangelo invece non sono.

Quod non fecerunt barbari, fecerunt tecnici!!!

Se dunque dobbiamo guardare a quale status quo mettere mano, mettiamo mano a questo che, questo sì, danneggia veramente il Paese.
Il Senato della Repubblica invece è innocente. Sarebbe forse un torto quello di essere stato pensato per essere una camera "riflessiva", "matura", "pensante"?
Tutta questa velocità a cosa servirebbe poi se non a millantare un astrattissimo dinamismo che nella realtà potrebbe essere capace perfino di peggiorare più velocemente le cose, di impoverirci più velocemente, di toglierci più velocemente dignità?
Ma chi è morto per questo Senato, non è merto in astratto. Provate a parlare a costoro di staus quo!
A proposito di velocità perfino la Bibbia avverte che le mani frettolose corrono al male!
Un detto popolare dice: la gatta frettolosa fece i gattini ciechi!
Questo è il popolo! Questo è Dio!
Un Senato che non approva il bilancio si dice. Per chi vuole farlo approvare dalla sola burocrazia europea va bene probabilmente! Per chi vuole esautorare il Paese dei residui barlumi di sovranità va bene!
Ma va bene al Paese?
Dal dimezzamento del numero dei parlamentari al dimezzamento del numero dei parlamenti!
Sarà lecito chiedersi se si tratta di un progetto targato 'burocrazia dell'Unione europea'?
Per questi progetti servono le persone giuste!
Possibile che un Paese di 60 milioni di abitanti non riesca ad esprimere una classe dirigente che non sappia soltanto regalare miliardi di euro, indebitarsi e svendere la propria sovranità?
Prendersela col Senato è inutile e dannoso. Prendersela con la Costituzione lo è a maggior ragione.
La Costituzione va solo applicata!
Qualcuno ricorda quanto è costata la nostra Costituzione?
Riascoltiamo Calamandrei:

« Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero,
perché lì è nata la nostra Costituzione. »

(Piero Calamandrei, Discorso ai giovani tenuto alla Società Umanitaria, Milano,
26 gennaio 1955, Fonte Wikipedia)

sabato 29 marzo 2014

La questione del Senato della Repubblica

Premesso che sono contrario all'inutile riforma del Senato mi chiedo:
con che cosa lo si vorrebbe sostituire il Senato della Repubblica?
Oggi si dice che non è chiaro, ragione di più per adottare un qualche principio di prudenza ed evitare pasticci.
Questo consentirebbe di occuparsi delle vere questioni del Paese. Tuttavia mi chiedo,  prima era chiaro?
Me lo chiedo perché da quei dati che erano emersi sembrava di sì. E sempre riferendosi a quei dati, facendo alcune semplici deduzioni sembrava proprio che lo si volesse sostituire sostanzialmente con il presidio permamanente di un unico partito.
E questo cercando di sfruttare una situazione di fatto favorevole al partito maggiormente radicato sul territorio a livello di amministrazioni locali per imprimere una svolta egemonica alla politica nazionale, una volta per tutte, dopodiché non ce ne sarebbe più per nessuno! Un traguardo potenzialmente appetibile per qualcuno che insegua la volontà di potenza ( che non ha molto a che vedere con la Democrazia).
Dunque adesso pare che non si sappia con cosa sostituirlo. Sembrerebbe la premessa per un classicissimo pasticcio all'Italiana.
Il rischio di una deriva anti-democratica del genere di cui sopra è fortemente presente, estremamente realistico.
Questi sono infatti i rischi che si corrono quando si vanno a toccare con tanta superficialità i gangli più sensibili dello Stato,  quelli che sono stati istituiti esattamente per impedire derive del genere e che quindi una volta rimossi le possono consentire nuovamente, quei gangli che fino ad oggi hanno funzionato benissimo per fortuna.
Toccare il Senato poi è affare costituzionale delicatissimo e della massima importanza.
Lo ribadiamo, è affare costituzionale!!!
Questa maggioranza anomala che si è istituita sulla base del tradimento delle dichiarazioni elettorali e che poi ha visto il ridimensionamento, per usare un eufemismo, della Corte Costituzionale, che ha dichiarato anticostituzionale la legge elettorale con la quale è stata eletta, come può, dicevamo, pensare di avere l'autorità di andare a toccare un organo importante, centrale e storico come il Senato?
Organo col quale si identifica la storia di una intera Nazione.
Ricordiamoci che quando si va a distruggere la memoria storica di una Nazione, segue purtroppo con triste coerenza la distruzione della stessa Nazione, il suo dissolvimento!
Ma poi, chi ha ricevuto l'investitura costituente? Chi si sente effettivamente e sinceramente investito di autorità costituente?
Se qualcuno si sente investito di autorità costituente ce lo dichiari apertamente e schiettamente, ma abbia almeno il buon gusto di essere stato eletto dal popolo.
Si assiste a un paradosso, quello di un intera maggioranza che, eletta con una legge elettorale incostituzionale e formatasi tradendo le dichiarazioni fatte in campagna elettorale, e per giunta ancora una volta incapace di ascoltare la vera voce del popolo, cosa di cui siamo sempre dispiaciuti,  pretenderebbe di avere i titoli ed i requisiti per autoproclamarsi investita di autorità  costituente!!! 
In un Paese democratico quando un provvedimento o una riforma sono inutili o dannosi, quando i rischi sono maggiori dei vantaggi, quando si violenta la storia, quando si mette a repentaglio la Democrazia stessa, quando questo svia dai reali problemi del Paese, il principio di prudenza deve necessariamente prevalere.
Non può prevalere sempre la dittatura della maggioranza, di una maggioranza che somiglia ogni giornio che passa sempre meno al Paese che dovrebbe rappresentare. Sempre più distante.
Ma poi ,dove risiede l'urgenza di un simile provvedimente? E' semplice, non c'è nessuna urgenza.
La verità è proprio questa, che non c'è nessunissima urgenza perché non è per questo che il Paese soffre.
Sono altre le ragioni della sua sofferenza.
Cerchiamo di renderci conto che non solo questa maggioranza non ha la minima autorità costituente, ma rischia di distruggere una volta per tutte e per sempre l'eccellentissimo lavoro svolto a suo tempo dalla vera ( e veramente rappresentativa) Assemblea Costituente, lavoro svolto per il bene di tutta la Nazione, non di una parte soltanto!!! Cerchiamo di renderci conto che così si riapre la strada a pericolose derive anti-democratiche.
Queste sono questioni troppo importanti per tacerle o per non schierarsi.
Questo progetto di smantellamento del Senato indebolirebbe soltanto lo Stato Italiano senza arrecargli alcun vantaggio. Lo Stato italiano non ha bisogno di essere indebolito ma rafforzato.
C'è una Europa da costruire e se essa non sarà fatta da stati forti sarà costitutivamente debole.
C'è una Europa da fare e se essa non sarà costituita da forti democrazie, la Democrazia stessa sarà a rischio.
Il bicameralismo poi, contrariamente a quanto si va dicendo è la forma più diffusa nei parlamenti di tutto il mondo. Proprio così, la più diffusa!
L'idea di riformare il Senato per velocizzare le scelte politiche sembra poi totalmente in contraddizione con la velocità con la quale si sta privando l'Italia della sua sovranità. A che serve un parlamento veloce quando l'Italia sta venedo esautorata di ogni sovranità, e proprio da coloro che proclamano la bontà delle scelte rapide?
In un clima in cui sempre più persone si accorgono di una drastica inflessione del senso democratico si vorrebbe oltretutto istituire un Senato non elettivo! Dico, non elettivo!
Sapete che cosa significa? Che non sarà votato, che non sarà eletto e costituito dai cittadini, ma ci rendiamo conto?! E se non sarà eletto dai cittadini da chi sarà eletto?
Questo sembra coincidere sintomaticamente col fatto noto a tutti che si è voluta una maggioranza guidata da qualcuno che non è stato eletto.
Come dire? Una cosa fatta a immagine e somiglianza.
E di questo passo dove arriveremo?
E la sovranità del popolo sancita dalla Costituzione della Repubblica dove la mettiamo?
Questa attuale classe diregente ha una consapevolezza di ciò che l'Art. 1 della Costituzione significhi?
Ha una vera consapevolezza, una percezione precisa del significato dell'Art.1 della Costituzione?
Ma perché dobbiamo sempre mettere in discussione diritti che dovremmo dare per acquisiti una volta per tutte e per sempre? Che senso ha? Serve solo a dividerci e dividerci serve solo ad indebolirci.
Stiamo mettendo a repentaglio i fondamenti stessi della nostra Democrazia.
Una conquista importante per la Democrazia va sempre mantenuta altrimenti anziché progresso avremo regresso, regresso politico e sociale.
E' inutile e dannoso poi farsi prendere da smanie alimentate da opinioni del tipo: se non si fa ora non si fa più! Siamo particolarmente dispiaciuti che opinioni del genere, ancorché legittime, circolino senza contraddittorio nel circuito mediatico.
E' inutile e dannoso perché alimenta atteggiamenti nevrotici, ansie da prestazione ed altro ancora, e poi perché non è vero.
Si sente ancora dire che siamo di fronte all'ultima speranza, all'ultima spiaggia e via discorrendo, alimentando così un clima nevrotico e frenetico assurdo, privo di reale fondamento a ben pensarci, e quindi sostanzialmente dannoso.
Non è vero che siamo di fronte all'ultima opportunità. L'ultima opportunità di che cosa?
La Democrazia è proprio questo: l'incessante riproposizione di ogni opportunità! Se non siamo convinti di questo, se non siamo convinti che la Democrazia sia questo, vuol dire che ancora oggi, nel terzo millennio, non siamo ancora in grado di capire il vero e autentico significato della parola Democrazia.
Finché sarà presente la Democrazia potremo parlare di tutto e ogni opportunità potra proporsi incessantemente. E' quando la Democrazia non ci sarà più che sarà impossibile parlare di tutto e riproporre incessantemente ogni opportunità. Lo dovremmo sapere, l'umanità ha già vissuto periodi del genere, privi di Democrazia.
La smania è inutile, fuori luogo e dannosa. Il momento mi sembra particolarmente grave e saremmo grati a quanti ritenessero di evitare di alimentarla, ci sembrerebbe l'atteggiamento corretto da tenere, certamento quello più appropriato.
E sulla questione specifica del Senato in generale in questo momento quello che conterebbe veramente sarebbe il principio di prudenza.
E' alle coscienze che vorrei parlare: prevalga la prudenza, si eviti la dittatura della maggioranza, per il bene del Paese. Non dissipiamo il nostro patrimonio.
I veri problemi del Paese stanno altrove!
Non roviniamoci con le nostre stesse mani!

venerdì 28 marzo 2014

Con un secchio bucato si può immettere quanta acqua si vuole ma...

In Italia si sta continuando con il verbo degli ultimi vent'anni: privatizzazioni, flessibilizzazione del mondo del lavoro, si continua con la pedisseque ed acritica sottomissione alle famose leggi del cosiddetto libero mercato che spesso non esprimono libertà ma costrizioni ecc. ecc.
La perdità di capacità industriale del 25%  avvenuta nel corso degli ultimi vent'anni evidentemente, non è un campanello di allarme per nessuno, non ha scosso la coscienza di nessuno.
E quindi si persiste nell'errore!
Tutto avviene come se niente fosse, come se i dati scientifici e incontrovertibili finalmente in nostro possesso non mostrassero l'inconsistenza di un tale modo di procedere.
In Italia le privatizzazioni non funzionano e servono soltanto ad indebolire lo Stato, purtroppo è così.
Ci siamo per giunta lasciati inculcare nel cervello che uno Stato non può aiutare se stesso, proprio così!
Avete mai sentito parlare della quezstione degli aiuti di Stato? Ma chi lo ha deciso che uno Stato non può aiutare se stesso? E' una questione molto volatile che va e viene a seconda dei momenti e della convenienza.
E in nome di che cosa? In nome di una non meglio identificata legge di mercato che, badate bene, non è una legge vera e propria, ma una pura e semplice opinione, e come tale opinabile, discutibile, controvertibile, perfettibile ecc. Atteggiamenti che si chiedono agli altri e non si applicano a se stessi.
Fateci caso, negli Stati Uniti Obama non ha forse aiutato la Crysler?
E intanto in Italia si continuano a sentire notizie di chiusure di aziende in ogni settore, di ogni ordine e in ogni dove. Davvero non riusciamo ad imparare...
Ci sono poi scelte politiche che si stanno dimostrando controproducenti ed autolesionistiche e che costano miliardi di euro al nostro Paese.
Infatti sempre a proposito di ESM, e mi lego così all'articolo precedente, la cifra in euro che l'Italia avrebbe già sborsato a questo organismo ammonterebbe, secondo alcune stime, a circa 55 miliardi di euro.

La domanda che tutti, ma proprio tutti dovrebbero porsi a questo punto è: ma da dove o da chi sono stati presi questi mld di euro?

Il problema evidentemente non è soltanto quello di essersi privati di una cifra consistentissima che sarebbe potuta confluire direttamente in politiche di serio rilancio industriale, o in politiche scolastiche e altro ancora. Il problema è che se questi soldi sono stati presi dalle tasche dei cittadini è certamente un male!
Infatti in un periodo di contrazione della domanda andare a mettere mano nelle tasche degli italiani non aiuta di certo la domanda né la crescita ma al contrario la deprime, come ogni buon economista potrebbe spiegare facilmente.
Ma se addirittura questi soldi sono stati presi a prestito da qualche banca ancora peggio!
Infatti in questo caso dovremmo restituirli tutti e con l'aggiunta degli interessi!
E dove andremo a prenderli questi soldi da restituire alle banche con gli interessi? Probabilmente di nuovo dalle tasche degli italiani che , se non li hanno dati prima, li daranno poi; oppure con l'emissione di nuovi Titoli di Stato.
E' del tutto evidente che in questo caso l'aggravio del debito pubblico aumenterebbe a dismisura.
Chissà, forse è anche per queste politiche legate all'ESM che recentemente il debito pubblico è aumentato di una ventina di miliardi di euro. E sì che si continua a parlare di politiche di crescita del Paese, ma dove?!
Le notizie di chiusure di imprese, fabbriche anche storiche, dismissioni, svendite e quant'altro ancora sono all'ordine del giorno. E queste sono spesso accompagnate purtroppo da tragiche notizie di suicidi di imprenditori che si sentono umiliati da chi li dovrebbe proteggere, e che non ce la fanno più.
Per tornare all'ESM, risulta  evidente quello che alcuni studiosi di economia e diritto avevano già messo in evidenza dallo studio dell'omonimo trattato già da un paio di anni, cioè che si tratta di un meccanismo perverso, tendenzialmente antidemocratico e privo di logica per gli aspetti economici e potenzialmente dannoso.
Adesso attendiamo di sapere da dove sono stati presi questi soldi, questi 55 miliardi di euro che sono confluiti nelle casse dell'ESM, dopodiché sarà evidente se da potenzialmente dannoso questo meccanismo ESM è divenuto realmente dannoso, dannoso in atto!
Così tutti quelli che lo hanno approvato, e pare senza nemmeno averlo letto, si renderebbero evidentemente complici di un incremento del debito pubblico. E la cosa che fa stupire il cittadino abbastanza informato ( e fortuna che stanno aumentando di numero!), è che quelli che hanno approvato questo trattato a danno dell'Italia sono proprio gli stessi che poi vanno in televisione a dire che dobbiamo aggredire il debito publico! Cominciamo dunque con una presa di responsabilità politica e con l'ammettere di aver creato un danno al Paese e di aver incrementato il debito invece di averlo aggredito! Solo così si potrà invertire la tendenza.

E chiediamoci tutti quanti ancora una volta: da dove sono stati presi questi miliardi di euro confluiti nell'ESM?
Speriamo che qualche autorevole esponente del governo venga a dircelo.
E il buco del secchio, anche per questo, intanto si allarga!

Abbiamo parlato dell'ESM come elemento di incremento del debito ma pensiamo anche al decreto IMU/Banca d'Italia. Anche questo è certamente responsabile di un aggravio del debito publico, e la maggioranza che lo ha voluto è essenzialmente la stessa che ha voluto l'ESM. Un filo conduttore sembra dunque legare gli ultimi tre governi, un filo conduttore che significa aggravio del debito pubblico, peggioramento delle condizioni economiche, politiche e sociali del Paese.
Anche per questa faccenda del decreto IMU/Banca d'Italia quindi tutte le questioni si potrebbero riproporre pari pari. E le conclusioni sarebbero purtroppo sempre le stesse.
Coloro che vengono a dirci che bisogna aggredire il debito pubblico sono coscienti di prendere delle decisioni che vanno esattamente ad aggravarlo?
E' anche questo che dobbiamo chiedere ai nostri politici!
La domanda è pertinente poiché se non ne sono coscienti bisognerà fare in modo che lo diventino, nel loro stesso interesse; ma se ne sono coscienti evidentemente c'è del dolo, e di questo dolo dovranno assumersi la responsabilità politica di fronte ai cittadini.
In Italia in questo momento poi si sta aumentando il numero delle 'variabili', quando sarebbe estremamente necessario e opportuno invece diminuirlo drasticamente, e tutto questo per concentrarsi sull'unica riforma veramente indispensabile: la riforma della mentalità dei politici che dicono di voler aggredire il debito pubblico e invece lo aggravano!
Il centro nevralgico dei problemi del Paese è, e rimane, il debito pubblico!!!
Quando a questa constatazione seguirà un approccio scientifico alla risoluzione del problema, l'Italia avrà fatto veramente la sola vera riforma che conta!!!
Infatti qui il rischio è che questo problema del debito pubblico venga strumentalizzato per altri fini politici, e si riveli in questo estremamente funzionale purtroppo a quanti hanno bisogno di problemi per poter dire che si possono risolvere cambiando magari la Costituzione, quando la costituzione è del tutto evidente che non c'entra per niente. Anzi, non solo non c'entra per niente ma se venisse veramente applicata fedelmente e in un senso profodo sarebbe già da sola capace di risolverli questi problemi.
Ribadiamo dunque che il vero problema dell'Italia è il debito pubblico e che il bicameralismo perfetto non c'entra niente in questo. Il problema dell'Italia non è il bicameralismo perfetto.
Semmai c'entrano delle scelte politiche ( Pareggio di bilancio in Costituzione, trattato ESM, Fiscal Compact ) di cui nessuno vuole assumersi la resonsabilità politica.
Le privatizzazioni con le quali si vorrebbe fare cassa, sono solo degli inconsistenti palliativi, delle misure tampone di carattere temporaneo, che lasciano il tempo che trovano, che lascieranno cioè il debito pubblico assolutamnete invariato se non addirittura peggiorato.
Questo secchio bucato che è rappresentato dal debito pubblico si rimangerà tutto il potenziale tesoretto prima o poi lasciando l'Italia, per altro, in una condizione peggiore di prima perché nel frattempo un altro pezzetto dello Stato sarà stato svenduto e lo Stato si ritroverà ancora più debole di prima ad affrontare un problema che nel frattempo potrebbe essere peggiorato di molto.
Un inseguimento senza fine...
E' chiarissimo che, anche attualmente, un grosso problema di cui difficilmente ci si rende conto pienamente, è il problema delle priorità. A cosa dare la priorità oggi in Italia? Noi lo ribadiamo, la priorità va posta sul debito pubblico, tutto il resto è secondario e conseguente. Magari è più appariscente, magari è estremamente funzionale ad essere veicolato mediaticamente ma pur sempre secondario e conseguente.
Oppure si tratta di cornici. Si guarda la cornice ma non ciò che essa incornicia. Ed anzi si sfrutta ciò che incornicia per poter dire: vedete com'è brutto quello che essa incornicia? Orbene, cominciamo a cambiare le cose, possiamo finalmente farlo, cominciamo a cambiare la cornice!
Ma chiediamoci invece: perché non cominciare piuttosto a cambiare ciò che essa incornicia?
L'impressione è, e dispiace dirlo, che ancora oggi non ci siamo proprio sulla definizione delle priorità. Possiamo fare tutte le politiche che si vuole, raccogliere tutti i tesoretti che si vuole, tutti i fondi che si vuole, tassare e tassare quanto si vuole ma finché si immetteranno questi soldi in un secchio bucato, quel secchio bucato rappresentato dal debito pubblico, prima o poi il secchio bucato si rimangerà tutto, è ovvio.
E' molto meglio riparare il secchio!
Ecco la priorità!

martedì 18 marzo 2014

Nuovamente insoddisfatti e amareggiati!

Non possiamo che sentirci insoddisfatti e amareggiati di fronte alla notizia del rigetto dei ricorsi avanzati contro il Meccanismo di Stabilità Europeo ESM dalla Corte Costituzionale Tedesca. Il 12 settembre 2012 la stessa Corte aveva posto un tetto massimo di 190 mld di euro al gettito tedesco da versare all'oscuro organismo, stabilendo che qualsiasi sforamento sarebbe passato per il vaglio del Bundestag.
Aveva inoltre stabilito la presenza nel trattato di parti non chiare, il che lasciava sperare in una revisione e in una riscrittura del trattato con una maggiore esplicazione delle stesse parti. Tanto per dirne una il trattato ESM sabilisce che i punti espressi dall'art. 10, che riguardano il gettito, ma anche quelli inerenti gli strumenti, possano essere riscritti in un secondo momento dai gestori dell'ESM stesso. Non si tratta per caso di una delega in bianco? E le deleghe in bianco sono ammesse in uno Stato di Diritto? Noi riteniamo di no.
Prendiamo atto della decisione della Corte Costituzionale tedesca, che rispettiamo, ma non possiamo condividere la posizione. Inoltre la recente decisione ci sembra abbastanza dissonante rispetto appunto alla sentenza del 12 settembre 2012.
In ogni caso l'ESM non è questione soltanto tedesca. La Germania è solo uno dei diciassette stati che partecipano a questo organismo. A tale proposito riterremmo interesante ascoltare le opinioni delle Corti Costituzionali anche degli altri stati, e noi in particolare della Corte Costituzionale Italiana.
Rimane inoltre da chiarire la reale utulità di questo organismo visto che degli organismi salva stati esistono già e che questo sembra piuttosto un organismo salva banche.
Questo organismo oltre a contenere delle metodologie che sembrano sfidare la logica e il buonsenso, sembra fondato su delle teorie che vengono spacciate per scienza e che invece sono solo opinione.

venerdì 14 marzo 2014

La nuova legge elettorale può alimentare soltanto il rapporto nevrotico

Era difficile riuscire a concepire una legge elettorale che risultasse peggiore del porcellum.
Purtroppo sembra che la strada imboccata in Parlamento porti proprio lì. Quella uscita dalla Camera è infatti una legge che, anche a detta di tutta l'opposizione, non tiene conto delle indicazioni della Consulta.
Da un lato sembra di recepeire le idicazioni della Consulta, infatti si dice: - la Corte Costituzionale ha messo in evidenza la necessità di fare una nuova legge-, e la si fa; dall'altro si fa una legge però che ripropone gli stessi difetti della precedente forse addirittura peggiorati e che quindi sarà squalificata dalla stessa Corte in futuro. E' una legge che si oppone al cambiamento.
Il cambiamento infatti consiste nel fare qualcosa di utile che non si è fatto prima, non nel cambiare tutto perché niente cambi. Nella fattispecie il vero cambiamento consisterebbe nell'ascoltare il popolo che, lo ricordo, la Costituzione definiesce sovrano.
Infatti purtroppo ancora oggi dobbiamo constatare con amarezza che, nonstante i ripetuti inviti, vige una certa incapacità all' ascolto da parte della classe politica. Finché il popolo e certi suoi cittadini in particolare non verranno ascoltati non ci sarà l'unico vero cambiamento che conti, non potrà esserci.
Il popolo in generale, a livello di sentore e di sentimento (subendone gli effetti), ed alcuni cittadini dotati di specifica preparazione in modo scientifico e circostanziato, con dati alla mano, avvertono da tempo che certe direzioni intraprese soprattutto a livello macro-economico sono sbagliate ed indebitano lo Stato con tutte le ripercussioni del caso. Certe affermazioni fatte da ex ministri dello Stato lo confermano! Purtroppo però nonostante gli effetti negativi previsti si verifichino puntualmente e confermino da un lato la bontà delle previsioni, dall'altro l'incapacità all'ascolto, ancora oggi si assiste ad un irrigidimento sulle proprie posizioni quando invece ci sarebbe bisogno di una presa di responsabilità politica e di ammettere che si sono fatte delle scelte sbagliate in passato, vedi approvazione del trattato ESM e Fiscal Compact.
Ora, uno dei modi coi quali il popolo può essere rappresentato sono le elezioni  ovviamente.
Ma se la legge elettorale viene fatta in modo tale da non consentire la rappresentatività, e quella che è passata alla camera purtroppo non la consente, la voce del popolo rimarrà ancora una volta - ripeto e sottolineo- ancora una volta inascoltata.
E l'Italia si avvia così verso un conflitto psico-sociale. Infatti il dialogo tra le parti di uno Stato è indispensabile ma in questo modo si dichiara sostanzialmente di non volerlo questo famoso dialogo, perché chi non vuole la rappresentatività, di fatto non vuole neanche il dialogo. Ed è così che si sviluppa e si alimenta il conflitto psico-sociale, è così che si alimenta il rapporto nevrotico tra le parti dello Stato.
Le tensioni sono già molte e alimentare il rapporto nevrotico è del tutto irresponsabile, e chi non ne prende atto fa un torto alla Nazione e a se stesso.

giovedì 13 marzo 2014

Regressione economica e sociale

Abbiamo già accennato all'importantissimo ruolo che le banche hanno sempre svolto nella storia dello sviluppo dal momento della loro creazione in avanti.
Per rendere più chiara l'importanza di questo ruolo dobbiamo pensare alle banche come a dei serbatoi che mettono il contenuto del serbatoio stesso a contatto di molte persone. Le banche traggono profitto da questo contatto. Naturalmente aumentando il numero delle persone che  riempiono il serbatoio aumenta anche la grandezza stessa del serbatoio. Questo serbatoio è, o almeno dovrebbe essere,  a contatto di tutti, e questo contatto favorisce la circolazione del denaro, che altre volte ho paragonato alla circolazione del sangue.
E' così che molti progetti, anche quando provengono dalle classi meno abbienti, possono trovare un finanziamento e la possibilità di essere concretizzati. Il popolo italiano in questo eccelle. Si comprende così abbastanza bene in modo piuttosto intuitivo il ruolo sociale delle banche, e questo ruolo ce lo hanno solo le banche. Il denaro così circola e crea sviluppo.
Ma cosa avverrebbe se questo meccanismo venisse meno?
Si creerebbe disagio sociale dovuto a scarsa circolazione di denaro e all'impossibilità di mettere in pratica tante idee. La difficoltà di accesso al credito è uno dei problemi lamentati oggi da tanti imprenditori.
Se si interrompe il processo virtuoso non tarda molto a comparire il processo vizioso e si creano dei meccanismi di regressione economica e infine sociale. Le banche hanno così il potere di influenzare questo processo in modo decisivo. Oggi a queste difficolta se ne sommano tante altre che sarebbe difficile descrivere pienamente in poche righe. Il fatto è che comunque molti cittadini onesti ed operosi sono crostetti a chiudere per difficoltà di accesso al credito. Il meccanismo vizioso sembra prendere il sopravvento e chi è forte già di suo comincia perfino a mostrare i muscoli in vario modo.
La situazione tra dinamiche micro e macro-economiche, ripeto, è difficile da  spiegare nel dettaglio ma la permanza in questo meccanismo vizioso fa sì che ciò che dovremmo temere oggi, data la situazione vigente, è la schiavitù per debiti, anche della nostra Nazione.
Nella storia ci sono sempre stati tantativi di dominare gli altri attraverso l'indebitamento. In antichità questo portava alla vera e propria schiavitù.
Questo ci riporta indietro di circa 2600 anni!
Quando si arriva ad osservare una simile inflessione sociale che vanifica le conquiste politiche e sociali di oltre 2600 anni di storia umana è difficile rimanere indifferenti. E ci si chiede: cosa è mai successo?
Possibile che non ci si  accorga di dove certe linee di condotta politica ci stiano portando? E' terribile! Qualora poi qualcuno se ne fosse accorto e non avesse avvertito i suoi concittadini e compatrioti ( che magari chiama fratelli quando gli capita di cantare l'inno nazionale) è complice e reo dello stesso misfatto!

Solone (Atene, 638 a.C.- 558 a.C.) legislatore, giurista, poeta ateniese riuscì ad abolire la schiavitù per debiti attraverso un provvedimento che il popolo denominò seisàchtheia che si può tradurre letteralmente con "scuotimento, scioglimento dei pesi".(Fonte Wikipedia)
E questo accadeva circa 2600 anni fa!!! E oggi? Chi ci ha portati ad una simile regressione politica e sociale?
E badate bene che è in questo clima di regressione politica e sociale che qualcuno vorrebbe cambiare ( forse dovrei dire stravolgere) la Costituzione!
A buon intenditor poche parole!