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venerdì 28 marzo 2014

Con un secchio bucato si può immettere quanta acqua si vuole ma...

In Italia si sta continuando con il verbo degli ultimi vent'anni: privatizzazioni, flessibilizzazione del mondo del lavoro, si continua con la pedisseque ed acritica sottomissione alle famose leggi del cosiddetto libero mercato che spesso non esprimono libertà ma costrizioni ecc. ecc.
La perdità di capacità industriale del 25%  avvenuta nel corso degli ultimi vent'anni evidentemente, non è un campanello di allarme per nessuno, non ha scosso la coscienza di nessuno.
E quindi si persiste nell'errore!
Tutto avviene come se niente fosse, come se i dati scientifici e incontrovertibili finalmente in nostro possesso non mostrassero l'inconsistenza di un tale modo di procedere.
In Italia le privatizzazioni non funzionano e servono soltanto ad indebolire lo Stato, purtroppo è così.
Ci siamo per giunta lasciati inculcare nel cervello che uno Stato non può aiutare se stesso, proprio così!
Avete mai sentito parlare della quezstione degli aiuti di Stato? Ma chi lo ha deciso che uno Stato non può aiutare se stesso? E' una questione molto volatile che va e viene a seconda dei momenti e della convenienza.
E in nome di che cosa? In nome di una non meglio identificata legge di mercato che, badate bene, non è una legge vera e propria, ma una pura e semplice opinione, e come tale opinabile, discutibile, controvertibile, perfettibile ecc. Atteggiamenti che si chiedono agli altri e non si applicano a se stessi.
Fateci caso, negli Stati Uniti Obama non ha forse aiutato la Crysler?
E intanto in Italia si continuano a sentire notizie di chiusure di aziende in ogni settore, di ogni ordine e in ogni dove. Davvero non riusciamo ad imparare...
Ci sono poi scelte politiche che si stanno dimostrando controproducenti ed autolesionistiche e che costano miliardi di euro al nostro Paese.
Infatti sempre a proposito di ESM, e mi lego così all'articolo precedente, la cifra in euro che l'Italia avrebbe già sborsato a questo organismo ammonterebbe, secondo alcune stime, a circa 55 miliardi di euro.

La domanda che tutti, ma proprio tutti dovrebbero porsi a questo punto è: ma da dove o da chi sono stati presi questi mld di euro?

Il problema evidentemente non è soltanto quello di essersi privati di una cifra consistentissima che sarebbe potuta confluire direttamente in politiche di serio rilancio industriale, o in politiche scolastiche e altro ancora. Il problema è che se questi soldi sono stati presi dalle tasche dei cittadini è certamente un male!
Infatti in un periodo di contrazione della domanda andare a mettere mano nelle tasche degli italiani non aiuta di certo la domanda né la crescita ma al contrario la deprime, come ogni buon economista potrebbe spiegare facilmente.
Ma se addirittura questi soldi sono stati presi a prestito da qualche banca ancora peggio!
Infatti in questo caso dovremmo restituirli tutti e con l'aggiunta degli interessi!
E dove andremo a prenderli questi soldi da restituire alle banche con gli interessi? Probabilmente di nuovo dalle tasche degli italiani che , se non li hanno dati prima, li daranno poi; oppure con l'emissione di nuovi Titoli di Stato.
E' del tutto evidente che in questo caso l'aggravio del debito pubblico aumenterebbe a dismisura.
Chissà, forse è anche per queste politiche legate all'ESM che recentemente il debito pubblico è aumentato di una ventina di miliardi di euro. E sì che si continua a parlare di politiche di crescita del Paese, ma dove?!
Le notizie di chiusure di imprese, fabbriche anche storiche, dismissioni, svendite e quant'altro ancora sono all'ordine del giorno. E queste sono spesso accompagnate purtroppo da tragiche notizie di suicidi di imprenditori che si sentono umiliati da chi li dovrebbe proteggere, e che non ce la fanno più.
Per tornare all'ESM, risulta  evidente quello che alcuni studiosi di economia e diritto avevano già messo in evidenza dallo studio dell'omonimo trattato già da un paio di anni, cioè che si tratta di un meccanismo perverso, tendenzialmente antidemocratico e privo di logica per gli aspetti economici e potenzialmente dannoso.
Adesso attendiamo di sapere da dove sono stati presi questi soldi, questi 55 miliardi di euro che sono confluiti nelle casse dell'ESM, dopodiché sarà evidente se da potenzialmente dannoso questo meccanismo ESM è divenuto realmente dannoso, dannoso in atto!
Così tutti quelli che lo hanno approvato, e pare senza nemmeno averlo letto, si renderebbero evidentemente complici di un incremento del debito pubblico. E la cosa che fa stupire il cittadino abbastanza informato ( e fortuna che stanno aumentando di numero!), è che quelli che hanno approvato questo trattato a danno dell'Italia sono proprio gli stessi che poi vanno in televisione a dire che dobbiamo aggredire il debito publico! Cominciamo dunque con una presa di responsabilità politica e con l'ammettere di aver creato un danno al Paese e di aver incrementato il debito invece di averlo aggredito! Solo così si potrà invertire la tendenza.

E chiediamoci tutti quanti ancora una volta: da dove sono stati presi questi miliardi di euro confluiti nell'ESM?
Speriamo che qualche autorevole esponente del governo venga a dircelo.
E il buco del secchio, anche per questo, intanto si allarga!

Abbiamo parlato dell'ESM come elemento di incremento del debito ma pensiamo anche al decreto IMU/Banca d'Italia. Anche questo è certamente responsabile di un aggravio del debito publico, e la maggioranza che lo ha voluto è essenzialmente la stessa che ha voluto l'ESM. Un filo conduttore sembra dunque legare gli ultimi tre governi, un filo conduttore che significa aggravio del debito pubblico, peggioramento delle condizioni economiche, politiche e sociali del Paese.
Anche per questa faccenda del decreto IMU/Banca d'Italia quindi tutte le questioni si potrebbero riproporre pari pari. E le conclusioni sarebbero purtroppo sempre le stesse.
Coloro che vengono a dirci che bisogna aggredire il debito pubblico sono coscienti di prendere delle decisioni che vanno esattamente ad aggravarlo?
E' anche questo che dobbiamo chiedere ai nostri politici!
La domanda è pertinente poiché se non ne sono coscienti bisognerà fare in modo che lo diventino, nel loro stesso interesse; ma se ne sono coscienti evidentemente c'è del dolo, e di questo dolo dovranno assumersi la responsabilità politica di fronte ai cittadini.
In Italia in questo momento poi si sta aumentando il numero delle 'variabili', quando sarebbe estremamente necessario e opportuno invece diminuirlo drasticamente, e tutto questo per concentrarsi sull'unica riforma veramente indispensabile: la riforma della mentalità dei politici che dicono di voler aggredire il debito pubblico e invece lo aggravano!
Il centro nevralgico dei problemi del Paese è, e rimane, il debito pubblico!!!
Quando a questa constatazione seguirà un approccio scientifico alla risoluzione del problema, l'Italia avrà fatto veramente la sola vera riforma che conta!!!
Infatti qui il rischio è che questo problema del debito pubblico venga strumentalizzato per altri fini politici, e si riveli in questo estremamente funzionale purtroppo a quanti hanno bisogno di problemi per poter dire che si possono risolvere cambiando magari la Costituzione, quando la costituzione è del tutto evidente che non c'entra per niente. Anzi, non solo non c'entra per niente ma se venisse veramente applicata fedelmente e in un senso profodo sarebbe già da sola capace di risolverli questi problemi.
Ribadiamo dunque che il vero problema dell'Italia è il debito pubblico e che il bicameralismo perfetto non c'entra niente in questo. Il problema dell'Italia non è il bicameralismo perfetto.
Semmai c'entrano delle scelte politiche ( Pareggio di bilancio in Costituzione, trattato ESM, Fiscal Compact ) di cui nessuno vuole assumersi la resonsabilità politica.
Le privatizzazioni con le quali si vorrebbe fare cassa, sono solo degli inconsistenti palliativi, delle misure tampone di carattere temporaneo, che lasciano il tempo che trovano, che lascieranno cioè il debito pubblico assolutamnete invariato se non addirittura peggiorato.
Questo secchio bucato che è rappresentato dal debito pubblico si rimangerà tutto il potenziale tesoretto prima o poi lasciando l'Italia, per altro, in una condizione peggiore di prima perché nel frattempo un altro pezzetto dello Stato sarà stato svenduto e lo Stato si ritroverà ancora più debole di prima ad affrontare un problema che nel frattempo potrebbe essere peggiorato di molto.
Un inseguimento senza fine...
E' chiarissimo che, anche attualmente, un grosso problema di cui difficilmente ci si rende conto pienamente, è il problema delle priorità. A cosa dare la priorità oggi in Italia? Noi lo ribadiamo, la priorità va posta sul debito pubblico, tutto il resto è secondario e conseguente. Magari è più appariscente, magari è estremamente funzionale ad essere veicolato mediaticamente ma pur sempre secondario e conseguente.
Oppure si tratta di cornici. Si guarda la cornice ma non ciò che essa incornicia. Ed anzi si sfrutta ciò che incornicia per poter dire: vedete com'è brutto quello che essa incornicia? Orbene, cominciamo a cambiare le cose, possiamo finalmente farlo, cominciamo a cambiare la cornice!
Ma chiediamoci invece: perché non cominciare piuttosto a cambiare ciò che essa incornicia?
L'impressione è, e dispiace dirlo, che ancora oggi non ci siamo proprio sulla definizione delle priorità. Possiamo fare tutte le politiche che si vuole, raccogliere tutti i tesoretti che si vuole, tutti i fondi che si vuole, tassare e tassare quanto si vuole ma finché si immetteranno questi soldi in un secchio bucato, quel secchio bucato rappresentato dal debito pubblico, prima o poi il secchio bucato si rimangerà tutto, è ovvio.
E' molto meglio riparare il secchio!
Ecco la priorità!