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martedì 26 dicembre 2017

A un solo anno dal referendum costituzionale


Leggo su Twitter dal profilo di Giulia, una opinione di Oscar Giannino circa un articolo di Carlo Nordio uscito sul Messaggero:

La Costituzione ha 70 anni, votata il 22 dicembre 1947 alla Costituente. Il grande Carlo Nordio su #Messaggero: "Cambia il mondo, dovrebbe cambiare anche parte della Costituzione. A cominciare da art.1: invece che fondata sul lavoro bisognerebbe scrivere "fondata su libertà". "

Prima riflessione. Hai una Costituzione che può cambiare il mondo in meglio e un mondo che può cambiare una Costituzione in peggio. Tu che cosa scegli? Da che parte stai? Dimmi che scelta fai e ti dirò chi sei…
Vorrei poi cortesemente ricordare a Giannino e a Nordio che poco più di un anno è passato da quando il popolo sovrano di un’intera Nazione, l’Italia (meno male che la Costituzione lo definisce ancora ”sovrano”!), da quando questo popolo dicevamo ha votato, in occasione dell’ultimo referendum costituzionale. Non è un fatto passato in sordina.
E infine vorrei ricordare agli stessi Giannino e Nordio che la Costituzione è stata più volte cambiata e aggiornata nel corso della sua storia. Già ci aveva provato Renzi a fare passare la falsa narrazione di una Costituzione mai cambiata e aggiornata, ed ha perso il referendum. E ora a poco più di un anno di distanza si ripropone lo stesso motivetto, ci risiamo?
Comunque, per tagliare la testa al toro, di seguito sono riportati tutti i cambiamenti alla Costituzione.

Modificazioni introdotte con le leggi costituzionali 9 febbraio 1963, n. 2:
«Modificazioni agli articoli 56, 57 e 60 della Costituzione»
(G.U. n. 40 del 12 febbraio 1963); 27 dicembre 1963, n. 3: «Modificazioni
agli articoli 131 e 57 della Costituzione e istituzione della Regione
Molise» (G.U. n. 3 del 4 gennaio 1964); 22 novembre 1967, n. 2:
«Modificazione dell’articolo 135 della Costituzione e disposizioni sulla
Corte costituzionale» (G.U. n. 294 del 25 novembre 1967); 16 gennaio
1989, n. 1: «Modifiche degli articoli 96, 134 e 135 della Costituzione
e della legge costituzionale 11 marzo 1953, n. 1, e norme in materia
di procedimenti per i reati di cui all’articolo 96 della Costituzione»
(G.U. n. 13 del 17 gennaio 1989); 4 novembre 1991, n. 1: «Modifica dell’articolo
88, secondo comma, della Costituzione» (G.U. n. 262 dell’8 novembre
1991); 6 marzo 1992, n. 1: «Revisione dell’articolo 79 della Costituzione
in materia di concessione di amnistia e indulto» (G.U. n. 57
del 9 marzo 1992); 29 ottobre 1993, n. 3: «Modifica dell’articolo 68 della
Costituzione» (G.U. n. 256 del 30 ottobre 1993); 22 novembre 1999, n. 1:
«Disposizioni concernenti l’elezione diretta del Presidente della
Giunta regionale e l’autonomia statutaria delle Regioni» (G.U. n. 299
del 22 dicembre 1999); 23 novembre 1999, n. 2: «Inserimento dei princı`
pi del giusto processo nell’articolo 111 della Costituzione» (G.U.
n. 300 del 23 dicembre 1999); 17 gennaio 2000, n. 1: «Modifica all’articolo
48 della Costituzione concernente l’istituzione della circoscrizione
Estero per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti
all’estero» (G.U. n. 15 del 20 gennaio 2000); 23 gennaio 2001,
n. 1: «Modifiche agli articoli 56 e 57 della Costituzione concernenti il
numero dei deputati e senatori in rappresentanza degli italiani all’estero
» (G.U. n. 19 del 24 gennaio 2001); 18 ottobre 2001, n. 3: «Modifiche
al titolo V della parte seconda della Costituzione» (G.U. n. 248 del 24
ottobre 2001); 23 ottobre 2002, n. 1: «Legge costituzionale per la cessazione
degli effetti dei commi primo e secondo della XIII disposizione
transitoria e finale della Costituzione» (G.U. n. 252 del 26 ottobre 2002);
30 maggio 2003, n. 1: «Modifica dell’articolo 51 della Costituzione»
(G.U. n. 134 del 12 giugno 2003); 2 ottobre 2007, n. 1: «Modifica dell’articolo
27 della Costituzione, concernente l’abolizione della pena di
morte» (G.U. n. 236 del 10 ottobre 2007); 20 aprile 2012, n. 1: «Introduzione
del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale»
(G.U. n. 95 del 23 aprile 2012).
       —————————

Così si spera che le opinioni personali, naturalmente rispettabilissime, non siano almeno introdotte da frasi del tipo “Cambia il mondo dovrebbe cambiare anche la Costituzione” che instillano nel lettore disinformato (e molti purtroppo sono disinformati, e molti opinionisti sanno quanta disinformazione c'è!) la falsa sensazione che per 70 anni la Costituzione non sia stata toccata.
Al di là delle opinioni personali poi, esistono anche le opinioni del popolo, soprattutto se è sovrano, soprattutto quando vengono chiaramente espresse in un referendum costituzionale. Queste opinioni del popolo ascoltatele tanto quanto vorreste che fossero ascoltate le vostre. Le opinioni di un popolo sovrano sono sovrane ed hanno parlato molto di recente, molto di recente.

lunedì 18 dicembre 2017

Ritirato l'emendamento svendi immobili a Stati esteri

Apprendo oggi da il Fatto Quotidiano che l’emendamento al bilancio di previsione dello Stato per il 2018, che avrebbe consentito la svendita di immobili del Demanio a qualsiasi Stato estero è stato ritirato. Possiamo quindi tirare un sospiro di sollievo, almeno per ora, almeno così pare. Salvatore Settis sempre sul Fatto scrive un articolo intitolato “MA QUESTO E’ UN SUICIDIO DI STATO”.
Se questo emendamento fosse passato vi si legge, qualsiasi ministro “avrebbe potuto, in caso di problemi di bilancio, mendicare soldi all’estero”. La norma avrebbe potuto inaugurare una stagione di svendita dello Stato ai petrodollari. Forse la stagione in questione non si aprirà, così si spera, o forse non subito. L’articolo si conclude con i complimenti ironici rivolti al Ministro della difesa (Roberta Pinotti, PD, ndr), “che sta provando a pugnalare alle spalle il Demanio e lo Stato” e si chiede, altrettanto ironicamente, se per caso un simile emendamento non sia stato formulato per celebrare degnamente la disfatta di Caporetto di cui ricorre il centenario!
Forse, dicevamo, per ora l’abbiamo scampata. Resta il fatto però che in un sistema di austerità indotta, il rischio di vedersi applicare tra capo e collo simili norme è sempre potenzialmente possibile. Serve quindi non solo guardare ai fatti specifici, ma anche osservare attentamente il contesto generale e certi indirizzi, e certe politiche dell’Ue che sembrano fatte apposta per provocare situazioni simili a quella sopra descritta.
Tutti adesso sembrano prendersela con l’austerità, sotto forma per esempio di Fiscal compact. Ma ci sembra di capire che queste lamentele odorino di opportunismo, che non siano sincere, visto e considerato che solo una cosa ci ha salvato dal trasferire il Fiscal Compact stesso nella normativa europea: che la Germania fatichi a varare il proprio Governo e che in assenza della Germania, pochi pensino di poter prendere delle decisioni di un certo rilievo, nel bene o nel male. C’è quindi da stare poco allegri perché al di là dei casi specifici, al di là delle false contestazioni al Fiscal compact e quant’altro di austerità l’Ue propone e dispone, c’è ancora un clima generale da “viva l’austerità” e l’austerità a cosa serve ho cercato di farlo capire nell’articolo precedente. Riassumo: serve a fare circolare meno moneta. Quando poi di moneta ne circola meno anche i ministeri piangono.
E quando i ministeri piangono vendono gli immobili. E a chi li vendono? A chi ha imposto l’austerità? E il cerchio si chiude, con buona pace di quelli che il Fiscal Compact, l’ESM, e l’austerità in generale la contestano veramente e non per finta, come invece sembra fare il PD!!!


sabato 16 dicembre 2017

A cosa serve l'austerità?

L’austerità in recessione ha creato danni all’Italia per centinaia di miliardi di euro (300 circa).
In recessione servono manovre espansive o la recessione si aggrava. Se tutto ciò è vero (ed è vero!) perché sono stati tutti d’accordo in Ue ad approvare un’assurda austerità? Difficile a dirsi, forse a qualcosa servirà.
Chiediamoci quindi: a cosa servirà mai l’austerità?
Proviamo a rispondere.
A fare circolare meno soldi. Quando poi di soldi ne circolano meno anche i ministeri piangono.
E quando i ministeri piangono vendono gli immobili. E a chi li vendono? A chi ha imposto l’austerità? E il cerchio si chiude. Se i ministeri sono poi italofobi e cessionisti, internazionalisti (nel senso più deteriore del termine) e autolesionisti (diciamo pure masochisti) magari ci provano pure gusto.
E’ di oggi la notizia, per esempio, che un emendamento alla manovra che il governo avrebbe presentato in Commissione Bilancio, permetterebbe la vendita a uno Stato estero di un immobile dello Stato Italiano.
A cosa serve quindi l’austerità in definitiva? A svendere patrimonio pubblico a Stati esteri! Ecco la triste risposta! Ne siamo contenti? Io personalmente NO!
Una cosa però è chiara per chi cercava una risposta alla domanda del titolo: l’austerità quindi funzionale alla svendita, a farsi depredare.
E’ chiaramente un emendamento sbagliato e pericoloso anche perché potrebbe essere una prima breccia per la svendita di molti beni dello Stato e forse anche del patrimonio storico e artistico che l’art.9 dovrebbe tutelare.
Una domanda comunque sorge spontanea: gli altri Stati dell’Ue fanno lo stesso?
Anche di questo dovrà rendere conto il PD alle prossime elezioni!