Per le tecniche miste su carta o altre tecniche che compaiono in questo Diario Elettronico firmate a nome Alessio, tutti i diritti sono riservati.







mercoledì 30 maggio 2018

Governo

Quando arrivato a casa dal lavoro, ho raccolto frettolosamente le varie voci e impressioni politiche del giorno, ho creduto che il colloquio informale di Di Maio, al Quirinale, vertesse su un eventuale appoggio ad un esecutivo “Cottarelli”.  Questo naturalmente mi ha sbigottito non poco.
E siccome la fretta è una cattiva consigliera ho scritto di getto alcune cose sulla base di questi dati imprecisi in cui dichiaravo per esempio che, stanti così le cose, meglio il voto, e il prima possibile.
Poi ho capito che la proposta del movimento 5 stelle non era di un eventuale appoggio a un Governo Cottarelli, ma una proposta di fare nascere un Governo politico che non prevedesse Cottarelli PM. In questo caso le cose cambiano naturalmente dal mio punto di vista, ma bisogna vedere la disponibilità dell’altra forza indispensabile per governare, la Lega, che pare abbia il dente avvelenato e non senza una qualche ragione, per poter ipotizzare un Governo politico. Tuttavia se le acque dovessero calmarsi una considerazione da fare sarebbe, a mio modesto giudizio, questa: se hai già una buona mano, non aspettare la mano seguente per giocare, poiché le cose potrebbero non presentarsi esattamente così come le vorresti.
Quando una mano è buona, la si gioca, e lo si fa per il bene del Paese.
Non possiamo che aspettare nuovi sviluppi della situazione.


mercoledì 23 maggio 2018

Riflessioni sulla Costituzione

Giova sempre ricordare articoli della Costituzione e riflettervi sopra poiché essa è la fonte delle fonti del diritto, ma purtroppo spesso non è applicata, è dimenticata, e qualcuno la vive con malcelato senso di insofferenza. Si può e si deve conoscere meglio la Costituzione, per poterla applicare al massimo grado, ma non è facile. Addirittura vi è chi pensa, come il giurista Luciano Barra Caracciolo, che vi sia una diffusa illegalità costituzionale mal dissimulata dall'ossessione per la forma e le procedure. Ed è difficile non concordare con questa tesi. Quindi occorre ancora oggi ribadire con forza l'importanza della nostra Carta e invitare al rispetto di essa. Oggi cito dall'art. 33:


"L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento".


Se libero ne è l'insegnamento, libero ne è l'apprendimento.
Possiamo insomma insegnare ed apprendere liberamente l'arte e la scienza.
Non è una cosa banale.

sabato 19 maggio 2018

Violenza, consapevolezza e obiezione di coscienza

Ci viene insegato che tutta la vita è vissuta in una situazione di sottomissione a vari ordini di leggi meccaniche. Leggi generali che si riversano nel particolare. Meccanicità e influenze che si riverberano variamente nella vita in generale e nella società umana. Anche nella società la vita di una persona è soggetta a leggi di vorio genere, a macro e micro influenze. Banalmente,  si  può dire che particolarmente in una società imperniata sul consumo, influenze e condizionamenti intenzionali mirano per esempio a influenzare abitudini, scelte, ad indurre all'acquisto di un certo prodotto piuttosto che di un altro. Questi condizionamenti sfruttano, consapevolmente o no, queste leggi meccaniche, particolarmente quelle che agiscono a livello inconscio. Spesso si può essere indotti anche a scelte errate da pubblicità ingannevoli. Influenze, inganni, sono all'ordine del giorno. Siamo sempre condizionati. Nella vita quotidiana poi i condizionamenti reciproci sono comunissimi, spesso involontari e altrettanto spesso volontari, studiati, talvolta inevitabili, qualche volta necessari. Ma riuscire a diminuirne la portata, particolarmente di quelli inutili o dannosi, è possibile entro una certa misura.
Ecco perché la crescita personale, la crescita dell’essere e della consapevolezza divengono importanti. Anche per far fronte ad influenze nefaste e poterle evitare.
La consapevolezza dovrebbe essere alla base di ogni nostra azione. Sapere cosa si fa, possibilmente saperlo con esattezza (che rappresenterebbe un bel traguardo), sarebbe piuttosto importante; non saperlo comporta invece una serie di inconvenienti. Questo è vero particolarmente quando ciò che facciamo ci è suggerito da terzi, da altre persone di cui non sappiamo niente, tantomeno gli scopi, ciò è vero cioè particolarmente quando ciò che facciamo non deriva da noi stessi, da una nostra scelta ma dalla scelta di qualcun altro. E vorrei adesso soffermarmi un po' su questo.
Esistono casi in cui terze persone possono dispensare ottimi suggerimenti, addirittura dei casi in cui i suggerimenti sono necessari o auspicabili. Spesso ne richiediamo. Spesso quindi questo suggerimento può essere dato a fin di bene e in buona fede, altrettanto in buona fede può essere compiuta l’azione che ne deriva. Ma potrebbe non essere sempre così, anzi, sussiste il più che fondato sospetto che altrettanto spesso questi suggerimenti non siano dati così in buona fede ma per ottenere un vantaggio personale del suggeritore (o di chi suggerisce al suggeritore, poiché è bene ricordare che esistono pure le catene di condizionamento), per ottenere un effetto studiato, che si basa sul condizionamento di colui cui il suggerimento viene somministrato. E siamo così ai c.d. “consigli senza coda”, cioè quei consigli dati a beneficio del consigliere e non del consigliato. Sono tipologie di suggerimenti che esistono, ce ne parlava già Esopo. Di questa presenza ci si può rendere conto soprattutto quando si avverte una certa insistenza ossessiva, nonché una reiterazione continua e spasmodica così da apparire senza soluzione di continuità. La presenza di questi elementi dovrebbe insospettire. In questi casi non è fuori luogo parlare talvolta, di vero e proprio bullismo, di autentica violenza psicologica. Spesso non è facile accorgersi di ciò ma ci sono delle spie cui stare attenti e l’insistenza, l’eccessiva reiterazione, la sproporzione dell’azione e dei mezzi impiegati per conseguire un fine (talvolta persino la superfluità), non rappresentano se non alcune di queste. In questi casi la presenza di elementi di violenza è praticamente certa. Ci sono scarse possibilità di sbagliare giudizio. Di fronte a qualcuno che ci suggerisce azioni da rivolgere a qualcun’altro, come capire se è a fin di bene o se si tratta di male quindi? Spesso non è facile ma ci sono però delle cose che si possono fare se un dubbio ci assale.
Per non divenire portatori inconsapevoli di violenza si può adottare un atteggiamento improntato alla prudenza e particolarmente all’ascolto della propria coscienza, vorrei dire, all’obiezione di coscienza. Si può fare obiezione di coscienza. Mi dici di fare questo? Ti rispondo che la mia coscienza mi suggerisce che è meglio non farlo.
L’obiezione di coscienza ti svincola dal rischio potenziale di divenire un “portatore sano” di violenza. Il suo esercizio può essere inteso anche semplicemente come un atto di prudenza, qualora non sussistesse l’esatta convinzione di essere indotti in errore da un suggerimento sbagliato, pur avvertendo che qualcosa non quadra. Non so che cosa mi stai chiedendo, pertanto, sospendo il giudizio, mi metto in uno stato di epoché, di attesa, di quella stessa attesa che potrebbe favorire il sopraggiungere della risposta che sto aspettando per risolvere il dubbio, ricevuta la quale deciderò se dirti di sì o di no.
Perché si può dire di NO, non è un reato, e non è nemmeno un peccato, anzi, al contrario. Infatti dire NO a qualsiasi forma di violenza o a qualcosa sospettata di esserlo, è dire SI’ alla propria coscienza, che sempre rifiuta la violenza! E questo si configura, anche da un punto di vista strettamente cattolico, come atto virtuoso, non certo peccaminoso. Quanto al reato, è del tutto evidente che un NO è semplicemente l’esercizio della propria libertà di espressione e di coscienza, e che quindi il reato non sussiste minimamente in questo caso.
Si può quindi dire NO ad una richiesta esosa e sbagliata, soprattutto se questa nega e quindi lede i diritti sacrosanti degli altri, ed è esattamente questa l’obiezione di coscienza: dire No al rischio di ledere i diritti degli altri.
Esercitiamo quindi l’obiezione di coscienza!! Che male c’è?
La consapevolezza è in accordo con la coscienza. Ciò che non è cosciente è meccanico, per cui ciò che non è in accordo con la coscienza è per esempio la catena meccanica degli eventi che si concatenano automaticamente in assenza di quella, ciò che è in disaccordo con la coscienza è anche la catena dei condizionamenti artificiosi, eccessivamente sospinti, coltivati, sfruttati, spesso per scopi personali e in antitesi con gli interessi di chi ne è fatto oggetto.
Ci sono condizionamenti che partono da lontano e che mirano, attraverso gli impulsi meccanici, gli automatismi, i riflessi condizionati, le azioni scarsamente meditate, la velocità (stigmatizzata dalla stessa Bibbia), dispensati anche nell’apparente leggerezza e ilarità (quando non si tratta espressamente e apertamente di coercizione), a condizionare scelte, anche scelte molto importanti, che riguardano il lavoro, la fede, il pensiero politico, le opinioni ed altro ancora (aspetti della vita importantissimi), impedendoti di vivere in pieno i tuoi diritti sanciti dalla Costituzione, come il diritto di compiere le tue scelte personali liberamente, di esprimere le tue opinioni personali ecc. Diritti quindi che pur sanciti dalla Costituzione, ben lungi dall’essere non dico difesi ma quantomeno rispettati, possono venire calpestati, magari inconsapevolmente, ma pur sempre calpestati. E’ possibile che ci si serva appunto dell’inconsapevolezza di colui a cui si somministrano suggerimenti e istruzioni inerenti un qualcosa da compiere su un'altra persona presa a bersaglio, il quale può essere tentato di credere, a torto o a ragione, che ciò sia fatto a fin di bene. Ma potrebbe non essere così.
C’è perfino chi pensa, per qualche ragione, di essere autorizzato a mettere le persone artificiosamente in situazioni di disagio e di poterlo fare reiteratamente, in virtù di una qualche idea di sviluppo della di lui personalità o coscienza, magari per qualche nobile scopo, persino in nome della consapevolezza stessa. L’intento può essere anche lodevole in sé, ma il mezzo però potrebbe essere piuttosto sbagliato.
Vi sono persone che autorizzano altri a metterli in tali situazioni, nel qual caso la cosa è facilmente tollerabile da chi la subisce, poiché chi la subisce è esattamente colui che in un certo senso la richiede. A tale proposito vorrei dirimere un dubbio qualora sussistesse: io non sono tra questi. Personalmente, penso che si debba semplicemente applicare la Costituzione, che in essa vi si debba continuamente immettere carburante, come diceva Calamandrei, e che questo carburante lo si immetta rispettandola e applicandola al massimo grado anche e soprattutto nel rispetto degli altrui diritti. E penso ancora che certe pratiche, se non richieste, siano in netto contrasto con essa. In ogni caso se chi pensa di essere autorizzato a mettere le persone artificiosamente in situazioni di disagio o di prova artificiosa, lo fa nei confronti di chi lo richiede, poco male, c’è il consenso; viceversa si configura la presenza di un certo dolo, se non di un reato vero e proprio ancorché difficilmente dimostrabile. Ma la nuova frontiera della violenza (anzi l'antica) è esattamente quella di poter essere perpetrata nell'indimostrabilità, cioè sotto forme difficilmente individualizzabili e additabili come tali. In questo senso la violenza psicologica è più appetibile e funzionale di quella fisica.
Insomma il condizionamento può avvenire anche all’insaputa del condizionato, nel qual caso i condizionanti hanno una maggiore probabilità di riuscita rispetto ai propri scopi. Anche qui comunque bisogna chiarire subito che non è detto che tale condizionamento sia necessariamente negativo o volto al male, ma è esattamente l’assenza di consapevolezza che rende qualsiasi scelta del condizionato, specie quelle che vanno nella direzione auspicata dai condizionanti, troppo meccanica e quindi allo stesso tempo effimera, inconsistente, senza peso specifico e quindi suscettibile di essere modificata o disconosciuta in futuro con una qualche ragione. Infatti un condizionamento subìto inconsapevolmente porta ad una scelta inconsapevole ed è proprio in ciò che si annida il male. Perfino negli ambienti militari di un tempo, anche dell’antichità, si diceva che “l’obbedienza spontanea supera sempre quella forzata” e sì che si trattava di ambienti militari appunto, ambienti nei quali al soldato non era richiesto se non di obbedire, senza sé e senza ma. Figuriamoci quanto ciò debba considerarsi vero al di fuori di un simile ambiente e particolarmente in un ambiente dove è richiesto un grado di coscienza di un certo tipo. Forzare una scelta senza nemmeno lasciare la possibilità di un assenso o dissenso non è solo disonesto è a lunga scadenza controproducente.
Quindi diviene importante aumentare il grado di consapevolezza sia in generale sia in alcune situazioni specifiche. Se anche questo articolo, pur nella sua scarsa visibilità, riesce a contribuire a questo, a sospingere cioè ad aumentare il grado di consapevolezza di certe azioni o a sospenderle, per il tempo necessario per comprenderne la natura, gli scopi, gli esiti, il tempo speso per redigerlo non sarà stato speso invano.
Esercitiamo l’obiezione di coscienza, questo è l’invito, perché dalla coscienza non può derivare se non un bene!!!