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giovedì 31 luglio 2014

La parola è vita

Il senato sembra proprio vittima di qualcosa che assomiglia ad una precettazione, e di qualcos'altro che somiglia molto da vicino ad un isolamento dal mondo. E sì che ne succedono di cose nel mondo!
E i nostri senatori non possono dare consigli, suggerimenti, partecipare a soluzioni, esprimere intenzioni, pareri, speranze.
In senato regna un sinistro silenzio. Perché? Perché ai senatori, parcheggiati fuori dal mondo, oltretutto si impedisce di fatto di potersi esprimere nelle intenzioni di voto sugli emendamenti, e credo che molti converebbero con me che si tratta di un fatto piuttosto grave.
C'è chi non ama sentir ventilare ipotesi di autoritarismo, e lo comprendo, ma dobbiamo convenire che si adottano atteggiamenti che purtroppo invitano di fatto a farlo. Chi può negare che uno degli elementi tipici dell'autoritarismo consista nel togliere il diritto di parola.
Il diritto ad esprimersi è sancito dall'art.21 della Costituzione. Ci sono dei principii di carattere  generale che sono alla base del riconoscimento del diritto ad esprimersi.
Nella nostra Costituzione li possiamo riconoscere nell'art.2, nei diritti inviolabili dell'uomo e nel dovere di solidarietà; nell'art. 3, nel diritto all'eguaglianza; nell'art.4, nel diritto a svolgere una funzione che concorra al progresso anche spirituale della società; nell'art.10 nel diritto internazionale...e poi c'è appunto l'art. 21.
Questi diritti non possono essere tolti. Si dirà a questo punto che i senatori devono attenersi a delle regole, ed è vero, ma queste regole conferiscono loro esattamente questo diritto ad esprimersi nel merito delle questioni, non nella negazione dello stesso.
Nella formazione di leggi ordinarie la Costituzione nell'art.72 stabilisce che si possono adottare procedimenti abbreviati per disegni di legge definiti urgenti, o altre forme come le commissioni ecc.
Ma per i disegni di legge in materia costituzionale è chiaramente ed espressamente prevista la sola procedura normale di esame ed approvazione. Non possono esserci dubbi al riguardo, la chiarezza è totale, limpida, esemplare. Non possono essere previste procedure abbreviate o diverse da quella normale.
Per i disegni di legge in materia costituzinale non può esservi procedura abbreviata!
Ora, essendo il contingentamento sostanzialmente una temporizzazione dei tempi ad esaurimento progressivo, esso fissa un limite temporale divenendo cioè una abbreviazione di fatto, che tuttavia non è possibile a norma di legge costituzionale applicare a disegni di legge in materia costituzionale, né elettorale. La chiarezza è totale e non lascia grossi spazi alle interpretazioni.
Allora sulla base di che cosa si è procedto a contingentare?
A quanto pare sulla base di un precedente che tuttavia non aveva precedenti e che è stato il frutto di una interpretazione che potremmo definire piuttosto singolare e anomala, estremamente restrittiva eufemisticamente parlando.
In ogni caso, se tizio si butta dalla finestra perché lo devo fare anch'io?
A noi i nostri genitori ci insegnano che dobbiamo seguire gli esempi virtuosi e non altri.
Quindi la mia domanda è questa: si può cortesemente sapere sulla base di che cosa si privilegia il precedente che legge l'articolo in modo restrittivo (eufemisticamente parlando, ripeto) rispetto a quello che legge l'articolo in modo letterale, che è poi l'unico modo veramente possibile ed ammissibile secondo ogni buon senso?
Di due tipologie di precedenti non si dovrà privilegiare quella più vicina al testo?
E se così non dovesse essere almeno dovremmo ammettere per spirito di equità che, quantomeno, dovrebbero essere  accantonate entrambe, e si dovrebbe andare ad una lettura del testo così come è scritto.
Poggio e buca fa piano. Le due tipologie di precedenti si annullano a vicenda e ci riportano al testo scritto, così com'è.
Adottare percorsi abbreviati in materia costituzionale è poi sbagliato nella sua essenza, e non è frutto di atteggiamenti tesi a garantire il pieno svolgimento dei lavori, intendendo con pieno svolgimento dei lavori, il più alto e ispirato procedere dei lavori, come si converrebbe ad una riforma costituzionale che sia sentita veramente tale, come si converrebbe alla dignità dei senatori.
Leggiamo nella Bibbia ( Proverbi 19,2) che <<[...]chi va a passi frettolosi sbaglia strada.>>
E tra le cose che l'Eterno odia (Proverbi 16,18) vi sono i  << piedi che sono veloci nel correre al male>>.
Abbreviare - diciamolo apertamente- è un po' come correre!
Ma poi Verso dove? E perché correre, a che scopo?
Il Senato è il luogo dell'incontro, della riflessione, della discussione, non può e non deve essere condizionato dalla fretta, cattiva consigliera e madre di gattini ciechi.
Io credo che siamo tutti vittime di un atteggiamento irresponsabile seminato con qualche leggerezza di troppo, e forse un po' artatamente, che genera fretta e tensioni, gettando benzina sul fuoco, in luogo dell'acqua che si dovrebbe e si converrebbe gettare. Aiutatemi a gettare acqua sul fuoco!
Si va spandendo una opinione ingiustificata a mio modesto parere, quella seconda la quale se una riforma non la si fa adesso non la si fa più.
Chi può spiegarmi questa frase, che proprio non riesco a capire?
Dove sta scritto?
Vorrei anzi gettare acqua sul fuoco appunto e dire che non c'è nessuna ragione di preoccuparsi di una cosa del genere, credetemi, perché la Democrazia è l'incessante riproposizione di ogni possibilità.
Come si fa a temere la Democrazia?
E' quando la Democrazia non c'è che tante cose diventano impossibili e non si possono più fare.
Se penso poi che la terra ha cinque miliardi di anni,  e ne vivrà altrettanti, come si fa a dire: se non adesso mai piu?! La soria non finisce domani!
Sono certo che non sarà difficile convenire con me che l'art. 72 della Costituzione non ammette nessun tipo di procedura abbreviata per leggi costituzionali.
Chi è più esperto di me, mi soccorra, in nome del diritto, del diritto  ad esprimersi, in nome della Democrazia e, se credente, in nome di Dio!
La parola è vita.
In principio era il verbo, cioè la parola!

mercoledì 30 luglio 2014

Cambiare la Costituzione non serve al Paese!

Che cosa penseremmo di chi non difendesse il proprio posto di lavoro? Non difendere il proprio posto di lavoro sarebbe un atteggiamento non sano. Per cui difendere le proprie poltrone, se la vogliamo mettere così è legittimo, non ci trovo niente di strano.
E tuttavia non corrisponde al vero a mio modo di vedere, poiché in aula ci sono senatori che difendono idee, magari diverse da quelle della maggioranza, o che difendono semplicemente la Costituzione, che non è la stessa cosa.
Quindi trovo assolutamente fuoriluogo e strafottente l'atteggiamento del nostro primo ministro e mi chiedo quanto sia adatto a rivestire questo ruolo, se da questo pulpito si levano solamente offese.
In aula vi è chi stigmatizza con molta solerzia l'atteggiamento lievemente fuori le righe di alcuni senatori esasperati dall'arroganza della maggioranza, adducendo offese su offese. Penso al senatore Zanda per esempio. Vediamo se sarà altrettanto solerte nello stigmatizzare l'atteggiamento offensivo del primo ministro e suo segretario di partito!
L'Italia stà andando allo sbando e qui si pensa a precettare il Senato per i propri usi e consumi impedendo perfino di farlo esprimere sulle questioni del mondo. Senato precettato e parcheggiato. Cosa gli faranno fare quando sarà ridotto ad albergo di nominati?
A mio modo di vedere è uno scandalo!
Abbiamo bisogno di un Presidente del Consiglio che serva il Paese e non che si faccia servire dal Paese!
Ciò che ci aspetteremmo da un Presidente del Consiglio è di sentirgli dire che ha legato il suo mandato politico alla risoluzione dei problemi del Paese, alla risoluzione del debito pubblico, dell'occupazione, del crescente divario sociale ecc. Invece dobbiamo stare a sentire che avrebbe legato il suo mandato alla riforma Costituzionale o a questa e altre riforme insieme a questa, come se il resto non contasse. E' chiaro che non ci sentiamo dire ciò che vorremmo. E sì che hanno un bel daffare a dirci quanto siano ottimi interpreti delle aspettative del popolo italiano!
Come se il popolo italiano gli stesse chiedendo di non voler più votare!
Ecco come viene trattato il popolo italiano ed ecco l'immagine che di questo popolo si da al mondo.
E cosa dovrebbe pensare il mondo a tale proposito? Potrebbe pensare questo: se gli italiani sono così docili da lasciarsi togliere il diritto di voto, molto probabilmente lo saranno altrettanto nel lasciarsi togliere anche altro!
Si dà al mondo l'immagine di un popolo in lotta per perdere il diritto di voto, come se fossimo diventati tutti quanti scemi improvvisamente!
Sarebbe questo il livello interpretativo delle istanze dei cittadini?
Sulla riforma del Senato poi ci sono dei punti che potranno apparire in tutta la loro evidenza e in tutta la loro chiarezza solo e soltanto alla luce della legge elettorale, ed è quindi questa che dovrebbe essere varata per prima in ogni caso. Dov'è il criterio logico?
Quanto è che aspettiamo una legge elettorale degna di questo nome ma soprattutto, perché non è ancora stata fatta?
Appare chiare a questo punto che voler far precedere quella del Senato a quella elettorale ha probabilmente uno scopo tattico legato magari ai famosi patti segreti. Ma non era arrivata la trasparenza?
Questo non è un atteggiamento responsabile.
Il Paese ha bisogno di essere governato, questo è l'unico bisogno urgente che ha e se il primo ministro non se la sente di governare, se non ne ha voglia o non ne è capace ce lo dica subito, chiaramente, senza farci perdere tempo. Oppure si metta a governare!
Se questo governo dovesse rassegnare le dimissioni, a mio modo di vedere non dovremmo ( e non potremmo ovviamnete senza una legge elettorale ) andare ad elezioni, ma procedere con un nuovo governo.
Credo che sarebbe opportuno pensare ad un governo targato magari centro destra-Movimento cinque stelle per esempio. In ogni caso dovremmo dare la possibilità alla vera novità elettorale ( Movimento 5 stelle) di poter esprimere le proprie potenzialità, ma per governare, non per riformare, sterile scusa di chi non vuole governare! Il Paese ha bisogno di risposte e di un esecutivo che sia effettivamente tale, che svolga cioè il potere esecutivo e non quello legislativo, che crei lavoro e non lo tolga. che dia risposte vere ai cittadini.
E per fare questo non serve cambiare la Costituzione, l'ho detto e lo ripeto sempre più convintamete, non serve, proprio non serve!

martedì 29 luglio 2014

Se questo è un clima costituente

Questa riforma del Senato, che rischia per altro di trasformarsi anche in una riforma della Camera, non sembra certo ispirarsi all'art. 3 della Costituzione. Per questo essa, benché nominalmente si occupi della parte II^ della Costituzione, in realtà è come se si stesse già occupando, fin da adesso, anche della I^.
E a rigor di logica non c'è dubbio che essa costituisca la piattaforma dalla quale procedere poi alla modificazione della I^, non occorre avere la vista particolarmente lunga per rendersene conto.
Così mentre il Paese sta andando a carte quarantotto, con il debito pubblico che aumenta, la disoccupazione che aumenta, la povertà che aumenta, le diseguaglianze economiche e sociali che aumentano, le aziende che chiudono, la difesa che viene smantellata e via discorrenedo, sul banco dell'accusa vine posta, secondo un leitmotiv degli ultimi vent'anni ( e sì che il popolo chiedeva cambiamenti rispetto a questi ultimi vent'anni!), sul banco dell'accusa viene posta dicevamo, la Costituzione. E' una argomentazione chiaramente priva di sostanza che non regge ad una analisi approfondita.
Così finisce per sembrare semplicemente una scusa, soprattutto in un momento in cui piuttosto che andare alla ricerca di scuse si dovrebbe avere il coraggio di governare.
Gli italiani chiedono che si governi bene, non altro.Non si parli di responsabilità se non si è intenzionati ad adottare fin da subito questo principio di responsabilità, cioè di governare seriamente.
E che non ci sia questa intenzione lo si evince dal fatto che le calendarizzazioni sui provvedimenti veramente utili per il Paese, lasciano il posto alla riforma Costituzionale.
Perché accade questo? Ma poi chi fa questo come pensa di spiegare al popolo che sta agendo per il suo bene? Con quali argomentazioni?
Chi governa è al servizio del popolo, al servizio, ricordiamolo e non viceversa.
E questo coincide anche evidentemente con i principi cattolici, che vorremo vedere più presenti  in aula al di là delle personali convinzioni, poiché ci sono dei principii cattolici che sembrano ispirarsi o coincidere con certi principii laici per strano che possa sembrare.
In ogni caso, al di là degli schieramenti e delle singole opinioni, quello che emerge con ogni evidenza è che in aula non è presente un clima costituente.
Una camera non può e non potrà mai sostituire una assemblea costituente poiché non è stata costituita per questo, quanto piuttosto per pensare alla leggi ordinarie. Ed in effetti li si vede bene i limiti che essa manifesta
nel procedere verso la riforma costituzionale. Le regole di gestione del Senato, il suo regolamento non sono pensati per le riforme costituzionali, e denunciano allo stato attuale tutta la loro insufficienza a fronteggiare questa situazione, generando semplicemente tensioni. Tagliole, canguri e via discorrendo. Ma che cosa ne penserebbero i membri dell'Assemblea Costituente di questi strumenti pensati per le leggi ordinarie e che, per tale motivo, non possono essere applicati correttamente alle leggi Costituzionali?

lunedì 28 luglio 2014

UNA RIFORMA CHE DIVIDE!!!

Un'idea ha accompagnato da sempre le mie critiche a questa riforma del Senato, un'idea che non ho ancora espresso: che essa non sia stata concepita in Italia; che essa sia il frutto di quelli che io chiamo consigli senza coda, consigli cioè dati a beneficio del consigliere e non del consigliato.
Magari mi sbaglio, ma se penso alle aspre divisioni che essa sta producendo all'interno del Senato questa idea si rafforza. Infatti uno degli effetti tipici dei consigli senza coda è quello di generare tensioni e divisioni all'interno di un tessuto strutturalmente omogeneo, in condizioni normali, ancorché fisiologicamente costituito da settori in contrapposizione dialettica.
Ma qui siamo ben oltre la contrapposizione dialettica.
Oltre ottomila emendamenti dimostrano palesemente che non c'è condivisione.
Si parla di atteggiamento ostruzionistico ma anche questo andrebbe esaminato.
Intendo dire che tra Lega e Movimento 5 Stelle gli emendamenti presi insieme forse supereranno di poco il numero di cinquecento. Trattandosi di una riforma Costituzionale non è un mumero suscettibile di essere definito ostruzionistico.
Pare che gli emendamenti di SEL siano intorno ai seimila.
Forse questo è un numero che la maggioranza potrebbe additare come ostruzionistico.
Ma io personalmente non me la sento di stigmatizzare un attegiamento legittimo fatto in difesa della Costituzione, né la voglia di emendare una riforma giudicata evidentemente sbagliata e quindi migliorabile.
In ogni caso per raggiungere il numero di ottomila c'è ancora una differenza di circa millecinquecento emendamenti. E questi chi li ha presentati?
Quello che intendo dire è che non si può parlare di contingentemento di una riforma Costituzionale additando come argomentazione l'alto numero di emendamenti e un atteggiamento ostruzionistico dell'opposizione, quando presumibilmente anche coloro che additano questo contribuiscono in modo rilevente e all'uno e all'altro! E' un po' strano!
Ma la questione che ci terrei a sottolineare adesso, è che questa riforma, in modo forse non previsto e non prevedibile, per qualcuno, come dicevamo sopra, sta dilaniando il Senato e il Paese.
Anche il Dividi e Comanda è uno dei tipici obiettivi dei consigli senza coda!
In ogni caso non c'è niente di cui vergognarsi nel ritirare una proposta di riforma nel momento in cui ci si rende conto che sta accadendo qualcosa di non previsto, cioè che essa crea soltanto aspre divisioni e non altro, in un momento in cui ci sarebbe bisogno invece di unire le forze per il bene del Paese e di occuparsi dei problemi concreti.
Un grande statista si manifesta anche nel fare dei passi indietro per tenere unito il Paese e non solo la propria maggioranza.
Chi si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato, questo dice la Bibbia.
Spesso da un atteggiamento umile si sviluppano germogli di vita, quelli di cui ha bisogno appunto il Paese. Occorrerebbe riflettere molto bene su questo!
Si è poi parlato di strumentalizzazioni di fronte alla richiesta di potersi esprimere su eventi significativi della vita politica internazionale. Ma, a tale proposito, dobbiamo anche fare presente che strumentalizzare significa letteralmente rendere strumento una data cosa. E in questo caso chi è che fa del Senato uno strumento precettato per i propri usi e consumi anche a costo di parcheggiarlo fuori dalla realtà?
Questa è strumentalizzazione nel vero senso della parola!
Non si è mai visto nella storia d'Italia credo, che i senatori non abbiano potuto esprimere liberamente la propria opinione, ciascuno secondo i propri principii, le proprie idee, il proprio credo ecc. circa eventi che ti passano accanto ma che è come se non accadessereo e questo proprio perché si fa del Senato uno strumento personalizzato, che viene posto ai margini della storia, fuori dal mondo!
E normale? Non lo so, non credo...
Ma se non è questa la strumentalizzazione, che cosa lo è?

Livello batteria insufficiente, dice il calcolatore...
Una volta riacceso il calcolatore, i dati in elaborazione, quelli inerenti queso articolo sono ovviamente spariti.
Avrei voglia di spengere tutto e andare a dormire o mettermi ad osservare la volta celeste.
La presenza di certe nuvole ostacola la visibilità, altrimenti...
Sì, vorrei fare altro piuttosto che rimettermi a scrivere da capo un articolo quasi ultimato.
Se il cielo fosse sgombro, dalla mia terrazzina potrei osservare la costellazione del Cigno per esempio, costellazione tipicamente estiva, e vederla solcare la volta celeste come una immensa astronave, e lavorare di fantasia. Oppure andare a riposare.
Invece mi bevo un intero bicchiere di caffè che sembra preparato lì apposta per me.
Rimango ancora sveglio davanti allo schermo e riscrivo tutto, come lo ricordo. In fondo l'articolo non è lunghissimo...ed eccoci di nuovo qui.

Vorrei concludere dicendo che le riforme devono essere condivise. L'unico modo per condividerle è discuterle, e l'unico modo per discuterle è farlo, nella fattispecie in Senato.
E questo è ancor più vero se si tratta di riforme costituzionali! Il Senato deve essere lasciato libero di lavorare serenamente, senza fiato sul collo, senza ingerenze da parte del governo, in nome di quella sacrosanta divisione dei poteri che è il fondamento di ogni moderna Democrazia!
Inoltre questa maggioranza dovrebbe cercare di rendersi conto che, se ritiene di essere depositaria delle istanze dei cittadini, dà al mondo l'impressione che vi sia un popolo, quello italiano, in lotta per la perdita del diritto di voto, il che è francamente surreale!
Lo vogliamo trattare proprio così il popolo italiano?!

A proposito, lo sapete che nell'efficientissima Svizzera, il sistema è bicamerale con camere parificate?

W la Prismalo, le Charan d'Ache, la Svizzera, e il sistema bicamerale!
Parificato? Non parificato?
Chi ne vuole discutere, ne discuta in Senato...purché appunto, se ne discuta, senza fretta!!!
W l'Italia!!!


domenica 27 luglio 2014

Nella festa del Ss.mo Crocifisso, W Calamandrei!!!

Domenica 27 luglio 2014, festa del Ss.mo Crocifisso.
Partecipo sempre alla processione dopo la Santa Messa, se sono in paese.
Quest'anno la processione passa anche da Via Piero Calamandrei.
E' una occasione per meditare su questo straordinario personaggio della storia d'Italia, sulle sue competenze giuridiche, sulla sua umanità, sul suo ruolo nell'Assemblea Costituente, sulle sue speranze, su i suoi auspici, su i suoi inviti al popolo italiano.
Una meditazione in calma, senza scadenze, senza fretta, così come dev' essere.
La meditazione quando è associata alla calma porta sempre buoni frutti; viceversa quando gli si getta il fiato sul collo, rischia di essere improduttiva, inconcludente, frustrante.
Tra coloro che si sono accorti di questo, cioè che la fretta e il fiato sul collo rendono improduttiva una meditazione, una riflessione, vi è anche chi ha pensato di sfruttare questo per i propri fini e di adottarla come tecnica ben precisa, per esempio per gettare ansia anche là dove, a rigor di logica, è più necessario meditare attentamente ogni cosa. Molte cose sfuggono infatti a una lettura veloce, cose che se arrivano alla coscienza potrebbero informarla in modo tale da far addirittura cambiare opinione, il che preoccupa naturalmente chi vuole imporre una riforma e sembra non cercare, malgrado le dichiarazioni, la condivisione.
Come al solito, le mie opinioni le esprimo chiaramente, in modo da non lasciare dubbio alcuno.
Possono essere condivise o non condivise, ognuno è libero di avere le proprie opinioni, ma sulla chiarezza non deve sussistere dubbio alcuno. Così ribadisco il concetto secondo il quale chi intendesse farmi dire cose che in realtà non dico, sbaglia e non dovrebbe farlo, inoltre può essere facilmente smentito.
Esplicitare un concetto diviene quindi importante in un mondo in cui il linguaggio, multimediale e multisensoriale, invade la vita e la fa da padrone ovunque creando, talvolta casualmente talaltra probabilmente no, associazioni semantiche che possono essere lette, spesso strumentalmente come messaggi o indicazioni 'in codice'.
Il caso (la casualità) esiste, e così anche le associazioni semantiche casuali. Ma proprio per questo diviene importante esprimersi chiaramente senza lasciare dubbi o incertezze interpretative.
Esplicitare un concetto diviene quindi importante per impedire che qualcuno parli in vece tua, al tuo posto, per farti dire cose che in realtà non dici.
Così vorrei diffidare chiunque dal ritenere che il passaggio da Via Calamandrei, stia ad indicare che dobbiamo mettere via Calamandrei dalle nostre meditazioni, dai nostri pensieri, in un momento, quello attuale in cui, viceversa, c'è un gran bisogno di leggerlo copiosamente.
Sia chiaro che non accuso nessuno. Semplicemente mi metto al riparo da possibili strumentalizazioni o se volete semplicementa dal caso. Non è un atacco, direi piuttosto una difesa. Sappiomo in fondo che nell'ambito del possibile, è possibile che le strumentalizzazioni o le letture sintomali sussistano.
Ribadisco, non accuso nessuno in particolare, semplicemente metto tutto questo nelle mani di Dio il quale ha la vista più lunga della nostra.
In ogni caso, in generale, chi intendesse  farmi dire cose che non dico, come per esempio che dobbiamo accantonare Calamandrei appunto, attesta chiaramente il falso, e di quesa attestazione, com'è ovvio che sia, renderà conto a Dio!
W Calamandrei!!!

giovedì 24 luglio 2014

Non si mettono le tagliole alle riforme costituzionali!

Riunire con troppa frequenza la 'capigruppo' già di per se è una anomalia che non depone a favore della serenità dei lavori del Senato, che dovrebbe essere lasciato libero di lavorare tranquillamente.
Interrompere questa serenità dei lavori così frequentemente, questo sì che non è serio.
L'ultima capigruppo infatti è stata richiesta questa mattina mentre il Senato procedeva alle votazioni, dando luogo a qualcosa di paradossale, ad una sorta di ostruzionismo all'incontrario, l'ostruzionismo della maggioranza, che è un paradosso sì, ma un paradosso che a quanto pare potrebbe addirittura essere istituzionalizzato dalla stessa riforma costituzionale che si vorrebbe approvare di forza!
Ecco come si giustificano gli emendamenti.
Alla fine della capigruppo si scopre che la riforma è stata contingentata.
Nel gergo è stata posta la tagliola.
Il senatore Calderoli aveva espresso l'illegittimità di una simile soluzione, lo aveva fatto prima di procedere alla 'capigruppo' precedente, pochi giorni fa. E' rimasto inascoltato.
Ma per fare questo poi, corregetemi se sbaglio, non si dovrebbe modificare il regolamento del Senato?
C'è qualcosa che non quadra nelle procedure, c'è qualcosa di non chiaro, qualcosa di ingarbugliato, molto ingarbugliato, troppo ingarbugliato, e in aula c'è chi giustamente invoca Manzoni e l'azzeccagarbugli.
Ora, si può discutere di quello che si vuole ed avere tutte le idee che si vuole, ma una tagliola sulla Costituzione è inaccettabile e offensiva, non è legittimata da nessuna serietà di condivisione, a cui per altro spessissimo si fa appello, tutto questo varca dei confini morali che non sono valicabili.
la Bibbia stessa dice  nei Proverbi (22,28): << non spostare il confine antico, che fu messo dai tuoi padri.>>
E non si tratta semplicemente di confini materiali, territoriali. Ora, Infatti, per chi lo vuole e lo può capire, l'art.1 della nostra Costituzione, che sancisce la sovranità del popolo, ( e chiaramente anche attraverso il voto), è un confine che non può essere valicato, soprattutto dall'arroganza, dalla sufficienza, dalla volontà di potenza, o da uno smisuratissimo ego.
Se qualcuno aveva dei dubbi sull'autoritarismo in atto nel Paese, quello presente adesso, in questo preciso momento, penso che, con quest'ultima mossa della maggioranza, possa dissipare facilmente ogni dubbio!
La tagliola per la Costituzione!!! Ma ci rendiamo conto o abbiamo perso tutti quanti il senso della misura?
Oltretutto il contingentamento non aiuta certo a migliorare la riforma, una riforma che a mio giudizio, togliendo per altro il voto ai cittadini italiani per l'elezione del Senato,togliendo cioè il suffragio universale, non aiuta il Paese, se non a tornare indietro nel tempo e anche nelle garanzie, nei diritti.
Vi immaginate se l'Assemblea Costituente fosse stata contingentata nell'atto di creare la Costituzione?! Che Costituzione ne sarebbe scaturita?
Così non si lasciano spazi ai ripensamenti, alla meditazione, non si lascia spazio allo spirito, e quando non si lascia spazio allo spirito che illumina e vivifica la materia inerte che cosa si potrebbe mai forgiare, ce lo siamo chiesti? Non c'è spazio per lo spirito, men che meno per quello Costituente.

IL MOMENTO E' MOLTO GRAVE E DIMOSTRA A QUANTO SIA ARRIVATO IL DISPREZZO PER TUTTE LE LOTTE DI CONQUISTA CIVILE, PER TUTTE LE LOTTE DI RESISTENZA CHE HANNO FORGIATO LA NOSTRA COSTITUZIONE E LA NOSTRA NAZIONE!!!
COSI' SI DISTRUGGE LA STORIA DI UNA INTERA NAZIONE!!!

In nome di che cosa lo si fa poi? In nome dell'orgoglio personale?
Sì sì, proprio così: una Costituzione tra le più belle del mondo, frutto della sintesi di secoli di esperienze di un intero popolo tra i più creativi del mondo, del lavoro immane e serissimo di una Assemblea Costituente pienamente legittimata, che ha lavorato sotto la svegliezza degli avvenimenti vissuti da poco e purtroppo drammatici, rischia di essere spazzata via di forza e di contingentamento.
Inoltre si dà proprio l'impressione che la Costituzione sia di burro, che possa sciogliersi al sole con una facilità sconcertante, e quindi che possano sciogliersi al sole anche coloro che la Costituzione rappresenta. Che cosa dovrebbe pensare all'estero il cittadino di un qualsiasi stato democratico infatti, di fronte alla constatazione del fatto che quello che era l'orgoglio di una intera nazione, la sua Costituzione, si scioglie come il burro al sole? Che penserebbe nel constatare la presenza del martellamento autoritario, della dittatura della maggioranza, che è minoranza nel Paese?
Questo contingentamento che non consente spazi allo spirito, che nega il confronto, che nega la discussione, conferma a mio modesto giudizio la non legittimità di questa maggioranza eletta, ricordiamolo, con legge elettorale giudicata incostituzionale dalla Consulta, di occuparsi di riforme costituzionali, cioè di non essere in possesso di spirito costituente.
Infatti chi si pensa investito dello spirito costituente dovrebbe prima di tutto concedere spazi allo spirito, e qui, con questo contingentamento si dimostra di non volerne concedere.
Se serviva una prova ulteriore, ecco, l'abbiamo avuta!
Così si da l'immagine di un Paese debole, molto debole, e quando un Paese mostra così palesemente la propria debolezza, attira facilmente su se stesso le mire di chi non si fa troppi problemi a compiere operazioni spregiudicate, soprattutto se gli si prepare il terreno, ammorbidendone la Costituzione, lo stato di diritto, rendendo lo Stato uno Stato di burro.
Intanto auguriamoci che per la serietà stessa dell'organo del Senato, venga subito tolto il contingentamento, perché l'immagine dell'Italia che si dà all'estero ci mette gravemente nel ridicolo.
Qui è un intero popolo che viene gettato nel ridicolo da un Senato che dovrebbe rappresentarlo!
E' pazzesco! Sembra di vivere una allucinazione!
Anche all'estero, da quello che posso percepire, si ha la percezione che l'Italia sia caduta appunto nella dittatura della maggioranza, di una maggioranza che non sa nemmeno distinguere tra potere legislativo e potere esecutivo, e che preferisce sconquassare la Costituzione di un bel terzo, piuttosto che governare, come se non ci fosse niente da fare!
Come si sbroglia la matassa?
I riferimenti costituzionali ci sono, pensiamo per esempio all'art. 72 della Costituzione!
Qualcuno si sarà accorto della sua esistenza, o mentre eravamo distratti è già stato tolto con un qualche contingentamento?!
Nell'interesse di tutti c'è il fatto poi che una riforma deve essere condivisa.
L'alto numero degli emendamenti è sintomatico e dimostra che la riforma non è condivisa.
Chi segue le vicende del Senato in questi giorni sa bene quanto questo sia vero e dispiace che queste realtà non traspaiano con questa evidenza nei mass-media.
Probabilmente il fatto che il nostro Paese sia confinato da autorevoli sensori, ad un infimo posto nella libertà di stampa, trova purtroppo una sua conferma.
In ogni caso l'alto numero degli emendamenti dimostra semplicemente ( e basta essere dotati di un po' di buon senso per capirlo ) che c'è molto di cui discutere e proprio per questo rifiutare spazi a queste discussioni non dà francamente l'impressione di grande serietà.
Oltretutto questa riforma se rimane con questo impianto, se cioè l'impianto non viene cambiato, consegna letteralmente il senato ( e quindi l'Italia ) ad un solo partito, e spero proprio che il centro-destra (propriamente detto), notoriamente scaltro, si accorga di questo!
Dov'è la sintonia che dovrebbe sussistere per una riforma del genere?
Stiamo calpestando il buon senso, stiamo calpestando la sintonia, stiamo calpestando lo spirito costituente e mi chiedo proprio: che cosa penserebbero i Padri Costituenti di questa riforma di questo spettacolo e di questo contingentamento per distruggere il frutto di tanti sforzi coscienti?
Io credo che se ognuno dei senatori si chiedesse nel profondo, sinceramente, che cosa veramente penserebbero i Padri Costituenti, saprebbe bene, molto bene, quale sarebbe la risposta!
Non possiamo uscire dal solco tracciato dai padri costituenti, un solco che è anche un confine.
A tutte le forze coscienti del Paese, chiedo umilmente di rimboccarsi le maniche, e di lottare fin da subito, fin da adesso, con le armi delle idee, con gli strumenti giuridici, democratici, concettuali, al ripristino della Democrazia in Italia.

venerdì 18 luglio 2014

Ci sono davvero tutti i requisiti per sentersi investiti di autorevolezza costituente?

Molti cittadini si chiedono come una maggioranza eletta con legge elettorale incostituzionale possa sentirsi legittimata a legiferare in questo senso, sopratutto quando al Paese serve di essere governato e di esserlo davvero, le ragioni sono evidenti per tutti.
Ci sono troppe anomalie in questo mandato, infatti non solo la legge elettorale è stata giudicata incostituzionale dall'organo competente per farlo, La Consulta, ma sappiamo bene che questa anomala legislatura, doveva legiferare per fare una legge elettorale e consentire di andare al voto ( ricordate?) addirittura questo lo si diceva ancor prima della sentenza che ha giudicato la legge elettorale nota come 'porcellum', ed è per questo che si giustificava una così ampia maggioranza.
Basti pensare che in questa legislatura siamo già al terzo mandato, dico, al terzo, e chi lo guida non è stato eletto dal popolo ed ha lo stesso colore dei precedenti due.
E' già una anomalia abbastanza consistente.
Chi guida una maggioranza anomala, costituitasi con legge elettorale incostituzionale, con maggioranza allargata costituita contravvenendo completamente alle dichiarazioni elettorali, al terzo mandato, guidata da chi non è stato eletto dal popolo, dovrebbe per pudore se non per spirito istituzionale concentrarsi espressamente sulla legge elettorale e sui problemi reali del Paese e governare. I temi sono quelli del debito pubblico, del lavoro, della disoccupazione, sono temi concreti, ed è lì che si dovrebbero cercare risultati.
Purtroppo però la disoccupazione aumenta, così la povertà, così il debito pubblico.
Questo, a proposito di responsabilità, dovrebbe far prendere coscienza della situazione e dovrebbe essere un incentivo per calendarizzare temi che in Parlamento si occupino di queste tematiche, invece i calendari vengono cambiati per sostituire le tematiche realmente preminenti, quelle che toccano direttamente i cittadini,
con quello della riforma costituzionale, pur non essendoci con ogni evidenza alcuna legittimità costituente.
Dovremmo cercare di renderci conto di quanta differenza vi sia tra questo Parlamento e l'Assemblea Costituente! Una differeneza abissale, così enorme che tentare un raffronto pare francamente impossibile se non addirittura surreale.
L'Assemblea Costituente aveva l'urgenza di consegnarci una Carta Costituzionale; qui ci sarebbe un'altra urgenza, quella di governare ed è il governo stesso che sia esplicitamente sia implicitamente lo dichiara col ricorso così massiccio alla decretazione d'urgenza, salvo poi sostituire i decreti urgenti in calendario, con le riforme Costituzionali che non servono al Paese poiché ricordiamolo, al Paese servirebbe semplicemente che la Costituzione venisse applicata.
Lo so, è una Costituzione esigente, ma proprio per questo è profonda, una delle migliori del mondo.
Cambiare un simile gioiello rischiando di stravolgerlo nella sua intima genetica, nel suo mirabile ma delicato equilibrio, rischia di creare un danno che potrebbe aggravare e di molto la situazione già molto pesante del Paese.
A tale proposito gradiremmo il parere di costutuzionalisti e giuristi, gradiremmo vederli in televisione, alle varie trasmissioni. Penso a Zagrebelsky, a Rodotà, a Valerio Onida ed altri ancora.
Anche l'assenza di un reale dibattito nel Paese su questi temi è anomalo, troppo anomalo.
Un'altra anomalia consiste nel fatto che il confine tra organi esecutivi e legislativi, sia in questo mandato così labile. Il governo non dovrebbe legiferare, poiché sarebbe tenuto a rispettare l'articolo 76 della Costituzione!
Un governo espressione di un terzo mandato di una maggioranza eletta con legge incostituzionale, guidato da chi non è stato eletto dal popolo, che giura sulla Costituzione, (dico, giura sulla Costituzione!) non può essere il promotore di una riforma Costituzionale, non è previsto, anzi, della Costituzione dovrebbe esserne, e nel rispetto del sacro giuramento,  l'esecutore non lo sconquassatore.
Se poi con questa riforma addirittura il governo crea infinite distanze tra la politica e le istituzioni da una parte, e i cittadini dall'altra (e lo fa in vari modi), se poi ancora, questa riforma stravolge l'impianto democratico e lede la rappresentatività, cavallo di battaglia dell'Assemblea costituente, se poi questa riforma ci riporta, nel migliore dei casi al 1913 per coloro che amano ( e io non sono tra questi) fare continui confronti e paragoni con gli Stati Uniti, e nel peggiore a 2600 anni fa, allora non si capisce francamente l'urgenza di una regressione, di una involuzione così drastica e pericolosa. L'autoritarismo è già in atto!
Le evidenti anomalie, che si accompagnano all'evidente forzatura dell'art 76 che il governo dovrebbe rispettare in quanto tale ( ed anche per via del sacro giuramento compiuto sulla Costituzione), dovrebbe spiegarci il perché di una simile forzatura. Ma anche qui abbiamo il silenzio totale, a marcare una distanza coi cittadini sempre maggiore. Chi si è presentato con l'aurea dell'anti casta, sta producendo, con lo stravolgimento di un terzo della Costituzione, una riforma che è tutta tesa a rafforzare la casta, evidenziando una volta di più la differenza che passa tra slogan pubblicitari ed esiti reali.
Serve qualcuno che riporti a più miti consigli,ed è anche necessario informare il popolo un po' distratto che queste forzature di cui non si sente praticamente parlare non possono essere tollerate da un ordinamento che si definisca democratico!
Credo proprio che il Capo dello Stato in qualità di garante degli equilibri istituzionali, di garante della Costituzione e dell'unità e della coesione nazionale, dovrebbe prendere la parola e parlare alle Camere, dopo aver preso atto di tutte queste anomalie, per cercare di riportare tutti a più miti consigli, ma soprattutto alla coerenza e all'impegno per il Paese, all'impegno concreto intendo, che riporti a guardare al quadro e non alla cornice, facendo cioè presente che il Paese ha bisogno innanzitutto di essere governato e che le riforme devono interessare la Nazione non la Costituzione, Costituzione che, per altro, egli è tenuto a difendere a spada tratta contro tutto e contro tutti.
Molti cittadini sono sempre più consapevoli che i problemi dell'Italia non derivano dalla Costituzione ma dalla sua inapplicazione.
Il Paese deve rimanere nel solco tracciato dai Padri Costituenti!
Questa sarebbe vera saggezza e autentica responsabilità!!!

sabato 12 luglio 2014

Questa riforma del Senato indebolisce l'Italia!

Ogni distanza che la politica frappone fra sé e i cittadini è una doppia sconfitta per i cittadini, e lo è, in un seno più ampio, anche per la civiltà, perlomeno per quella democratica.
La prima sconfitta consiste nell'impossibilità per i cittadini di scegliere i propri rappresentanti, la seconda sconfitta consiste nel farli scegliere alle segreterie di partito o forse addirittura dagli stessi burocrati dell'Ue.
Come dire che il messaggio della Consulta sul diritto dei cittadini di scegliersi i propri rappresentanti è stato completamente disatteso. Ma c'è ancora una terza sconfitta per i cittadini: se i Senatori non devono rispondere del proprio mandato ai cittadini elettori, la distanza che si creerà tra questi e gli stessi sarà tale da costituire un incentivazione per manifestazioni deteriori, molto poco elevate che già oggi talvolta costituiscono uno dei problemi della nostra Repubblica e che si sono dimostrati difficili da arginare, come l'abuso di potere,l'uso del ricatto politico, incentivazione della volontà di potenza, tanto sono inarrivabili e non rispondono direttamente ai cittadini. E i ricercatori di racattabilità gioiscono! Inoltre se già oggi è difficile porre alla politica domande del tipo: dove sono stati presi i 50 miliardi di euro che sono confluiti nelle casse dell'ESM? Sono stati presi a debito? Sono questi che hanno fatto impennare il debito pubblico?
Figuriamoci dopo che le distanze saranno aumentate!
Perché quello che i cittadini devono sapere, se non è abbastanza ovvio è che l'aumento del Debito Pubblico determinerà inevitabilmente successive politiche di austerità che si tradurranno chiaramente in tasse da pagare in più!
E gli ottanta euro in busta paga, che inizialmente anch'io avevo visto positivamente, verranno inevitabilmente rimangiati con gli interessi, dimostrondo di essere stati purtroppo soltanto una mossa demagogica e populista per ottenere voti, mossa che per altro ha incentivato il divario esistente tra chi ha un lavoro e chi non ce l'ha, e che alla lunga distanza produrrà soltanto danni che si manifesteranno alla luce dei fatti!
Ai parlamentari ricorderei che essi rappresentano i propri cittadini elettori i quali non chiedono che si frapponga tra loro e la politica maggiore distanza di quanta non sia già adesso!
Quando aumenta la distanza tra la politica e i cittadini ( che giova ricordare la Costituzione definisce sovrani)il Paese si indebolisce e quando un Paese si indebolisce se ne avvantaggiano gli altri Paesi. Se ne avvantaggerà la Germania senz'altro per esempio, tanto per cambiare, corroborando un'idea che si fa sempre più strada sul fatto che tutti gli ultimi governi italiani siano stati piuttosto filo-tedeschi che filo-italiani.
Questa riforma del Senato indebolisce l'Italia, e rafforza la Troika in un momento nel quale le forze in campo sono già abbastanza sbilanciate a favore di quest'ultima che purtroppo non sembra molto incline a recepire molte delle domande che i cittadini esplicitamente o implicitamente gli rivolgono.
Così mi rivolgo particolarmente agli amici della Lega, con i quali ho condiviso negli ultimi tempi molte posizioni critiche nei confronti del 'pensiero unico sull'Europa' e sulla Toika in generale, per dirgli che appoggiare questa riforma, nel caso la cosa non apparisse così immediata, si contrappone a queste battaglie, e in qualche modo le contraddice ed anche in modo abbastanza vistoso. Gli suggerirei quindi, e con il dovuto rispetto, di considerare la questione alla luce delle battaglie combattute di recente e delle posizioni assunte in campo che hanno contribuito non poco a recuperare consensi, ricordando che la politica è anche grandi ideali, coerenza, e che un principio di prudenza su una questione così delicata come una riforma costituzionale non sarebbe fuoriluogo che prevalesse.
Infatti, mi ripeto, questa riforma del Senato, com'è facile arguire, rafforza la burocrazia dell'Ue e la sua volontà di incidere sui sistemi Nazionali diminuendo la forza contrattuale stessa dell'Italia su tutti i fronti, e rafforzando di conseguenza la già forte Troika.
E vorrei concludere questo articolo con una questione personale legata a questa ma diversa. Vorrei dire cioè che, in ogni caso, la si pensi come si vuole, ma sulla mia contrarietà a questa riforma non voglio che sussista dubbio alcuno. Chi intendesse adottere giochetti semantici ed associazioni simbolico-semantiche per strumentalizzarle per i propri fini, intendendo con questi millantare che le mie posizioni sono diverse da quelle espresse chiaramente in queste righe e in queste pagine, attesta il falso e ne risponderà dinanzi a Dio!

mercoledì 9 luglio 2014

Questa riforma del Senato è uno Scempio per il Paese

Siamo a favore della Democrazia, siamo a favore della rappresentatività, siamo a favore della vera e storica Assemblea Costituente, siamo a favore dei veri Padri Fondatori della Patria, siamo a favore del Popolo Sovrano e al fatto che si possa esprimere attraverso il voto per l'elezione dei propri rappresentanti, siamo a favore delle conquiste e contro le regressioni e le inflessione del senso democratico, siamo a favore della partecipazione e contro chi cerca di ostacolarla, siamo a favore di chi si occupa dei problemi del Paese invece di accusare il bicameralismo di esserne la causa, siamo a favore del fatto che non si esca dal proprio mandato costituzionale soprattutto se si è giurato sulla Costituzione e se ne è il garante.
Siamo a favore di molte cose positive  e contrari a quelle negative. La domanda semmai è: chi è contro tutto questo?
Quanto a frenare, siamo a favore di frenare il Debito Pubblico, quello che si sta alzando a ritmi incredibili da quando si è insediato il nuovo governo, forse perché è troppo distratto ad occuparsi di cambiare la cornice invece di cambiare ciò che essa incornicia.
Infatti il debito si sta alzando a livelli vertiginosi ed il rischio è di finire sotto la condizionalità ( ovvero sotto la dittatura) di chi cerca di schiacciare l'Italia per debiti! Come si fa a non rendersi conto che così si fa soltanto il male dell'Italia.
E' in questo clima che, con un Parlamento eletto con una legge elettorale giudicata incostituzionale dalla Consulta che chi ha giurato sulla Costituzione, pur non essendo stato votato dagli italiani, vorrebbe stravolgerne la stessa natura genetica fin nella sua essenza più intima.
Francamente sono troppe le anomalie... 
Questa riforma del Senato è fatta così male - e sono in molti a dirlo - che questa sua caratteristica sembra scentificamente voluta per arrivare al monocameralismo cioè alla forma meno in voga a livello planetario, soprattuto nelle moderne democrazie e in Occidente.
Sembra una finta riforma, sembra un finto compromesso, non per superare il bicameralismo perfetto, come si vuol far credere, ma per distruggere una volta per sempre e per tutte il bicameralismo, cioè uno di quegli anticorpi che con grande lungimiranza l'Assemblea Costituente decise di mettere a livello di struttura dello Stato per evitare di nuovo svolte autoritarie, consapevoli del fatto che certi errori si ripetono e forse  siamo di nuovo vicini a commetterne di analoghi.
Questa riforma del Senato nell'anomalo clima nel quale è inserita, con un Debito Pubblico di cui nessuno sente di dover rendere conto ai cittadini italiani, rischia di farci regredire di 2600 anni, altro che svolta per il futuro.
Infatti nell'aristocratica Grecia antica di 2600 anni fa, è stato con la legge definitia Seisachteya che Solone abolì la schiaitù per debiti, quella che oggi con questa riforma elitario-centrica, con questo tentativo di aristocratizzazione della politica, di una politica per altro sempre più amica delle banche e sempre meno dei cittadini sempre più marginalizzati e sempre meno interpellati, con una minore rappresentatività, con l'impossibilità da parte dei cittadini di scegliersi i senatori rappresentanti, quella verso cui dicevamo sembra che si stia nuovamente procedendo, e i segnali sono molti.
E' in nome di quel 'Democratico' che campeggia nel nome di un noto partito politico che chiedo a gran voce non venga avallato un simile Storico Scempio!!!
Ciascuno rivolgendosi alla propria coscienza si chieda quale sia o sia stato per lui il senso profondo di questa parola, Democrazia, poiché è la Democrazia stessa che è in gioco!

mercoledì 2 luglio 2014

Dal dimezzamento del numero di parlamentari al dimezzamento del numero dei Parlamenti

Circa la riforma del Senato, si parla di riforma storica, calcando l'accento su questa parola 'storica',  come se questo bastasse da solo a fare di una riforma una riforma buona.
Anche l'avvento del nazismo è stato un fatto storico ma sono in molti a non rimpiangerlo questo fatto storico.
Lo stesso dicasi per il fascismo, per le guerre mondiali ma anche per quelle locali che sono storiche per chi le subisce, ma non per questo sono considerate buone. Dire che si tratta di una cosa storica è quindi un argomento sostanzialmente inconsistente, non pertinente. Tradotto: storico non vuol dire né buono né auspicabile!
La nostra Costituzione contiene gli anticorpi necessari a far sì che gli errori (e che errori) del passato, recente e meno recente (anche quelli storici), non abbiano a ripetersi. Lo scopo di chi vigila sulla Costituzione è quello di impedire che essa possa subire attacchi per così dire virali che possano rendere inefficaci questi anticorpi.
Chi pensa che certi periodi siano lontani, tanto lontani che le idee (spesso violente e razziste, spesso di egemonia e autoritarismo) che li hanno contraddistinti non costituiscano più un pericolo purtroppo sbaglia, commettendo una grave leggerezza che potrebbe essere pagata a caro prezzo da moltitudini di cittadini.
Esistono errori ricorrenti nella storia umana, basta studiare la storia per accorgersene, non lo possiamo più ignorare, non ci sono giustificazioni né alibi e particolarmente non ci sono per chi ha studiato, non possiamo permettercelo. Il principio di prudenza deve trovare una sua attuazione importante nelle istituzioni.
Togliere questi anticorpi dalla Costituzione significa renderla inefficace rispetto a questi ricorsi storici.
C'è poi la natura umana che, anche indipendentemente dai ricorsi storici, tende putroppo ad essere facile preda di tutta una serie di lusinghe e tentazioni che la portano lontano dai propositi espressi, dalle migliori intenzioni. Occorre salvaguardarsi da ogni possibile deriva, anche della natura umana e questo Alcide De Gasperi, Piero Calamandrei e tutta l'Assemblea Costituente lo sapevano benissimo.
A cosa dovrebbe servire poi una riforma se non a governare meglio?
Ma per governare meglio, essendoci già un cospicuo numero di strumenti eccezionali, che la stessa Costituzione mette a disposizione, non è necessario fare delle riforme costituzionali, basta usare bene gli strumenti che ci sono già! Il problema dell'Italia non è certo il Senato.
Il problema dei problemi è il debito pubblico che aumentando (di recente a dismisura) produrrà l'effetto di generare politiche di auserità, quelle che si dice di voler combattere. E si parla già di una manovra correttiva da 25 miliardi di euro. Ma invece di combattere l'austerità si ingaggia una lotta impari contro l'Assemblea Costituente, contro chi non c'è più e non può difendere il proprio operato altamente ispirato e lungimirante, così lungimirante che ha prodotto una Carta, quella Costituzionale, che contiene al suo interno tutte le risposte anche alla crisi finanziaria recente e alle possibili future, nonché ad ogni deriva autoritaria. Essa è un dono per il mondo intero e gli italiani ne sono depositari, hanno questa fortuna, e dovrebbero esserne orgogliosi ma forse non se ne rendono ancora conto pienamente. Minacciare la Costituzione con una pessima riforma significa privare il mondo intero di una grande possibilità, una possibilità che la civiltà italiana avrebbe il privilegio di poter offrire al mondo appunto. Una deriva autoritaria, personalistica ed elitaria non serve al Paese; diminuire la rappresentatività non serve al Paese; raddoppiare gli impegni a chi ce li ha già non serve al Paese (e sì che un motto della sinistra era: lavorare meno per lavorare tutti!); ledere l'articolo 1 della Costituzione togliendo al popolo la sovranità che esso esercita con il voto, non seve al Paese.
Chi vuole la riforma dice che ci vogliono risposte veloci e che il bicameralismo è lento: eppure la riforma Fornero è stata approvata in un paio di settimane se non erro. Questo basta da solo a smentire questa tesi.
Chi promuove questa riforma dice che la politica costa troppo ma nessuno ci dice da dove sono stati presi i 50 miliardi di euro che sono confluiti nell'ESM e nemmeno il perché di un incremento così cospicuo del debito pubblico negli ultimi quattro mesi (le cose potrebbero essere legate). In ogni caso è strano da parte di chi è così attento al risparmio.
Chi vuole questa riforma dice che è una riforma storica.
Abbiamo già accennato al fatto che storico e buono sono due categorie che non sono necessariamente legate insieme.
Chiaramente poi questa riforma va in una direzione che definirei tendenzialmente elitaria. E quale sarebbe l'elemento discriminante dell'élite? Pensate forse che sarebbe l'alto valore intellettuale, culturale, sociale che una persona potrebbe esprimere? Pensate che sarebbe la meritocrazia?
Temo piuttosto che l'elemento discriminante sarebbe il denaro, o che lo sarebbe sempre più.
Istituzioni sempre più lontane dai cittadini, in contraddizione con quanto espresso oggi stesso dal neo Vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli (al quale vanno le mie sincere congratulazioni per il prestigioso ruolo raggiunto), in un clima di indebitamento pubblico in crescita, dipingono un quadro francamente poco sereno in cui il rischio in prospettiva è la perdita di libertà per debiti di intere Nazioni.
E' in questo clima che si vorrebbe cambiare la Costituzione con il rischio che dimmezzando il numero dei parlamentari si finisca poi col dimezzare il numero dei Parlamenti, magari di quelli presenti in Europa.
Esiste una concezione di costruzione dell'Europa (il pensiero unico sull'Europa) in cui questo potrebbe essere giudicato addirittura auspicabile. Ho l'impressione, e spero di sbagliarmi, che purtroppo vi sia chi pensa di costruire l'Europa distruggendo gli stati nazionali. Temo si tratti di un grosso errore...