Per le tecniche miste su carta o altre tecniche che compaiono in questo Diario Elettronico firmate a nome Alessio, tutti i diritti sono riservati.







mercoledì 31 dicembre 2014

Auguri!!!

Eccoci alla fine del 2014!
Tempo di auguri. Gli auguri possono essere di varie specie: auguri formali, informali, auguri interiori, esteriori, sinceri, meno sinceri e via discorrendo...
Una idea di carattere generale sempre giusta è che ognuno naturalmente sia libero di vivere gli auguri come meglio crede o ritiene opportuno.
Ed io sono portato istintivamente a rispettare qualsiasi posizione, tendenzialmente tutte ma particolarmente quelle che sembrano effettivamente sincere.
Ma la mia idea personale è che gli auguri siano sempre opportuni salvo casi eccezionali ben circostanziati ed estremamente rari.
Talvolta la lotta per l'affermazione delle proprie idee, la lotta per migliorare il mondo civile, la lotta politica si fa così aspra che vi è chi si chiede quanto gli auguri siano opportuni in simili frangenti, sembrando strano presumibilmente che gli auguri possano essere espressi sinceramente verso chi magari ha posizioni così diverse dalle tue.
Vi è chi forse intravedendo scenari sociali aspri e difficili, che non sono certamente l'immagine della felicità, si chiede quanto sia opportuno esprimere gli auguri per un felice anno nuovo!
E' tutto legittimo e comprensibile.
Ma ritengo personalmente che il rispetto debba prevalere sempre, magari proprio là dove se ne avverte la carenza. Anzi che prvalga là dove è carente è maggiormente significativo per certi versi.
C'è la possibilità di esprimere sinceramente i propri auguri a chiunque, anche a chi la pensa diversamente da te, ed anzi vi è chi invita a ritenere che essi siano quelli veramente importanti poiché quelli maggiormente difficili da esprimere.
E questi auguri possono essere espressi senza per questo cadere in contraddizione o senza smentire se stessi o le proprie battaglie e idee.
E' Dio che stabilisce quanto gli auguri siano opportuni in fin dei conti, distribuendo le energie che da essi si dipanano secondo il merito e un giudizio perfetti.
L'uomo che non desidera farsi giudice, fa gli auguri rivolgendosi a chi crede, anche a tutti, e in questo c'è solo buon gusto, umanità e perfino modestia se si vuole, giammai contraddizione, proprio perché significa riporre tutto nelle mani di Dio, del massimo giudice, perché infatti poi è Dio che decide e giudica come questi auguri saranno distribuiti appunto.
Fare gli auguri, per un uomo o una donna, è sempre opportuno!
Gli auguri sono talvolta come uno spiraglio nel quale si intravede la possibilità di bere un tè nel deserto, sospendendo temporaneamente la battaglia, il giudizio, perfino il tempo, ma semplicemente per riprendere la stessa battaglia qualche istante dopo, non per abbandonarla!
Pertanto:

Buon 2015 a tutti!!!

martedì 30 dicembre 2014

Perché bistrattare tanto il bicameralismo perfetto?

Perché bistrattare tanto il bicameralismo perfetto? Lo conosciamo davvero?
Possibile che non abbia neanche un pregio?
Ricordiamoci che col bicameralismo perfetto l'Italia è stata la quinta potenza economica mondiale, scvalcando addirittura l'Inghilterra!
Cerchiamo dunque di vederci più chiaro!

I nostri Padri fondatori della Patria Repubblicana, scelsero la forma della Democrazia parlamentare, pensando che questa forma meglio si addicesse ad evitare il ripetersi di errori gravissimi e particolarmente ad evitare il ripristino dell'arbitrio, strutturalmente connesso ad ogni totalitarismo, ad ogni dittatura.
Ne deriva che ogni forma repubblicana che si allontani dalla Democrazia parlamentare reimmette l'Italia in una direttrice che è proprio quella che i Padri fondatori, i Padri Costituenti, volevano evitare.
La memoria ancora fresca degli eventi vissuti, del ventennio fascista, quelli della guerra, dell'occupazione nazista e di tutto ciò che ne era derivato, non lasciavano molti dubbi circa il fatto che la scelta compiuta fosse la più giusta.
Per sancire con maggior chiarezza questa preminenza parlamentare fu deciso che le camere fossero due: la Camera propriamente detta ( quella dei deputati) e il Senato dela Repubblica, secondo una forma equilibrata e dialogante.
La forma scelta fu dunque tecnicamente quella del bicameralismo cosiddetto perfetto.
Ma bicameralismo perfetto non significa che le due camere siano identiche in tutto e per tutto, che siano la stessa cosa, che si divertano a perdere tempo. Bicameralismo perfetto non significa due camere identiche. Non esistono due individui identici in tutto il mondo, figuriamoci se è possibile che esistano due camere identiche in tutto e per tutto. Per quanti sforzi dovessimo fare nella direzione di renderle assolutamnte uguali non vi si riuscirebbe!
Potrà sembrare marginale o superficiale poi ( pur non essendolo ) ma anche la sola differenza di età è un elemento che conferisce una dimensione riflessiva qualitativamente diversa tra le due camere. Il diverso numero di rappresentanti conferisce poi una dimensione quantitativamente diversa alla stessa rilflessione.
Il fatto che il Senato sia eletto su base regionale rappresenta un' ulteriore elemento che diversifica la due camere.
Il fatto che operino in tempi diversi immette parimenti un altro elemento di diversità.
Il Senato, dei più maturi, avrebbe così la funzione che la tradizione millenaria delle società organizzate degli esseri umani dalla loro comparsa fino ad oggi, riserva in generale, per così dire, agli 'anziani del villaggio', cioè a coloro che possiedono la memoria più lunga, un maggior numero di dati ed esperienze immagazzinate e interiorizzate, in altri termini una maggiore saggezza.
Questa funzione si espleta nello stemperare le punte più dissonanti di eventuali proposte di legge, disegni di legge, ecc. che provengono dai deputati. Per dissonanti si deve intendere in questo caso, dissonanti rispetto alla Costituzione, rispetto alle legge vigenti, quindi ai diritti vigenti, a norme e tradizioni ampiamente accettati, anche a consuetudini volendo, ai costumi e certamente rispetto al buon senso, e al buon costume che rendono ammissibile una idea piuttosto che no!
In altri termini, il Senato corregge, attraverso l'esperienza e la competenza dei suoi membri eventuali errori ( o orrori ), eventuali dissonanze, eventuali eccessi, nonché deviazioni o scempiaggini qualora vi fossero. Questo non è poco! E' anzi importantissimo per non dire fondamentale in una moderna Democrazia.
La Camera dal canto suo potendo contare su questa funzione per così dire 'riparatrice' e 'riequilibratrice' del Senato ha la possibilità di potersi lasciare andare, di poter lasciare libero sfogo a tutta la sua veemenza giovanile, la quale contiene in sé elementi anche positivi naturalmente e potenzialmente utili, spesso estremamente creativi, ma che possono purtroppo anche per questo sfociare in errori madornali o grossolani.
La consapevolezza di incorrere in eventuali errori potrebbe quasi paradossalmente frenare la stessa Camera se essa dovesse trovarsi da sola a dover decidere in merito all'oppurtunità di legiferare con tale o tal'altra legge, diminuendo l'apporto creativo, cosa che la presenza di un Senato correttore invece incentiva a fare.
Una legge è forgiata sempre ( almeno si spera) su un processo di dialogo e mediazione.
Maggiore è il dialogo e maggiori sono le mediazioni e spesso migliore è la legge, certamente più conforme alla realtà in cui è destinata ad espletare le proprie funzioni. Ecco cos'è il cosiddetto bicameralismo perfetto!
Il bicameralismo ha dunque questa funzione di porre in relazione, di fare dialogare per il miglior compromesso possibile, per la miglior scelta possibile, la più ponderata, nell'utilità del Paese.

Oltretutto il bicameralismo ricalca lo schema del nostro Sistema Nervoso Centrale il quale è costituito come sappiamo da due lobi, simili e diversi, diversi e simili, proprio come Camera e Senato, in cui parte dull'uno vive all'interno dell'altro pur mantenedo caratteristiche diverse.
L'isomorfismo rispetto al 'microcosmo' rappresentato dall'essere umano è dunque rispettato. Anche questo secondo principii che affondano nella notte dei tempi. E non credo che sia il caso di scomodare una vecchia e arcinota formula ermetica, tanto cara agli spiritualisti ed ai simbolisti, la quale non fa ltro che ribadire una sorta di caratteristica delle cose anche prese nei diversi piani che esse cioè sono costituite da rispondenze, similitudini, somiglianze, pur nella diversità dei piani appunto, ed anche quando due enti appartengono allo stesso piano.
Se pensiamo all'antropometria alla base del Rinascimento italiano ( vera gloria italiana ), cioè a quel principio fandante delle arti e particolarmente dell'architettura durante il Rinascimento, possiamo essere sospinti a tentare qualche altra riflessione.
Il Tatarkiewicz ci ricorda che nel Rinascimento si diceva a proposito dell'uomo: in eo tamquam parvo quodam mundo tota rerum universitas continetur.
Cioè traducendo a braccio: in egli ( nell'uomo, ndr )come in un piccolo mondo sono contenute tutte le cose dell'universo.
Ed ecco perché egli è legittimato ad essere misura delle cose.
Questo concetto è alla base dell'antropometria, cioè di uno dei fattori fondamentali del Rinascimento che ha posto l'uomo al centro dell'Universo e come misura di tutte le cose.
Secoli dopo Le Corbusier sosteneva sostanzialmente ancora la stessa cosa: l'uomo è la misura dell'architettura, e non solo.
Se dunque l'uomo deve essere la misura delle cose che a l'uomo stesso sono pertinenti, come per esempio anche la politica, l'isomorfismo delle cose di cui si circonda e di cui si occupa, è un pregio che permette la miglior armonia e armonizzazione possibile.
In altri termini una cosa isomorfa, cioè che ricalca in parte la stessa forma di colui al quale essa è asservita, è la miglior soluzione possibile e la più promettente, nonché la più armonica.
E questo ripropone anche e rivitalizza una certa forma di giusnaturalismo.
Ed in questo caso è la stessa biologia a dimostrare l'isomorfismo: mente e sistema bicamerale sono rispondenti!
Mettere in discussione questo assetto parlamentare è pertanto estremamente rischioso e francamente non si capisce bene a cosa o a chi dovrebbe giovare, se non alle ingerenze esterne che sono tanto più forti quanto più deboli sono le strutture interne.
E cosa sarebbe il monocameralismo se non una debolezza interna strutturalmente immessa, consapevolmente o no?!
E' molto difficile anche comprendere il perché di certe posizioni contrarie al bicameralismo perfetto.
Una delle argomentazioni contrarie al bicameralismo perfetto è quella secondo la quale il bicameralismo perfetto ( quello della Repubblica Italiana) sarebbe un 'unicum' e quindi andrebbe tolto.
Per me è molto difficile capire perché una cosa che è un 'unicum' non debba sussistere, tantopiù che quando si vuol fare un complimento a qualcuno gli si dice: sei unico! Sei unica!
L'unicità non rappresenterebbe quindi da sola un elemento sufficiente per rendere chi è degno portatore di questa caratteristica come un qualcosa o un qualcuno che non và!
Ci si potrebbe anche chiedere perchè ci si debba vergognare di essere unici!
Perché dunque essere un 'unicum' dovrebbe esere sbagliato?
Forse perché ciò che è unico è anche diverso da tutto il resto?
Ma non abbiamo fatto dell'accettazione della diversità uno dei cavalli di battaglia della Democrazia e delle società evolute? Ci stiamo forse ripensando?
Non dubito che coloro che sostengono che questo 'unicum' rappresentato dal bicameralismo perfetto sia sbagliato, abbiano altre argomentazione per spiegare perché secondo loro questo 'unicum' non  va bene.
Questo 'unicum' non va bene per questa e quest'altra ragione...Questo discorso potrebbe avere un senso.
Capire queste ragioni sarebbe importante e costituirebbe la vera informazione utile al riguardo, quella capace di immettersi in un dibattito potenzialmente proficuo.
Mentre sostenere che il bicameralismo non va bene perché è un 'unicum', e quindi lasciando intendere  solo per questa ragione, non sembra una argomentazione forte, perché sostanzialmente non spiega niente.
Tuttavia questa argomentazione pur non essendo 'forte' può avere mediaticamente un certo tipo di riscontro. Sappiamo infatti che le nostre menti sono state forgiate da decenni sulla lunghezza d'onda della pubblicità, e su questa lunghezza d'onda ci siamo un po' adagiati.
Credo che l'Italia non debba vergognarsi della propria unicità! Sarebbe un po' come se qualcuno dovesse vergognarsi di essere unico o originale; sarebbe come se qualcuno dovesse vergognarsi di essere ciò che è.
L'Italia è bella anche perché ha la propria unicità da offrire al mondo.
Far percorrere all'Italia le vie dell'omologazione, dell'appiattimento e dell'entropia culturale non rappresenta la scelta giusta per la nostra Nazione, contraddicendo lo stesso Rinascimento, ma anche il Risorgimento, la Resistenza, nonché l'Assemblea Costituente!!!

lunedì 22 dicembre 2014

Emancipazione e non Supereroi!

Con tutto il più sincero rispetto per chi auspica l'arrivo di un eventuale Supereroe, io credo che ciò di cui abbiamo veramente bisogno non sia tanto di Supereroi appunto  quanto piuttosto di una azione di emancipazine profonda e consapevole, soprattutto per ciò che concerne lo stato di sostanziale ignoranza in cui teniamo noi stessi circa i molteplici aspetti dell'Unione europea! Una emancipazione basata sull'insegnamento e sull'apprendimento anche dell'ABC del diritto nazionale e internazionale, sull'ABC dei diritti umani, e tutto questo a partire da se stessi, cominciando a insegnare a se stessi.
Imparare e insegnare, insegnare a se stessi e non solo... A chi altri? ai propri concittadini naturalmente ma Come? Come si può: parlando, dialogando, ascoltando, mettendo a confronto opinioni, impressioni, punti di vista; facendolo nella vita reale, in rete, nelle Piattaforme Sociali, nei Diari Elettronici, nei prorpi siti personali, ma anche a livelli maggiori se possibile, nei Parlamenti, in televisione, ciascuno come può!
'Di Europa si deve parlare', recitava una recente pubblicità progresso, che purtroppo è sparita dalla televisione abbastanza repentinamente, sostandovi per pochissimo tempo.
Io credo che di Europa si debba parlare in effetti, credo che quella pubblicità progresso sia giusta, che proponga ciò di cui in effetti c'è un grande bisogno, anche tenendo conto del fatto che i cittadini europei sono stati purtroppo semplici spettatori della creazione dell'Unione europea, avvenuta senza un loro coinvolgimento vero e proprio, senza una azione di informazione chiara ed esaustiva.
Si deve parlare di Europa quindi sì, e credo che ancora oggi lo si faccia troppo poco, anche nei mezzi di informazione di massa, spesso in modo univoco e con poco contraddittorio.
La pedagogia del pensiero divergente, quel pensiero cioè atto a trovare molteplici soluzioni ad uno stesso problema, sembra che faccia ancora una grande fatica ad affacciarsi in Europa, non dico ad affermarsi. E questo mentre il 'pensiero unico sull'Europa' impera incontrastato, nonostante i crescenti disagi manifestati da una moltitudine di cittadini.
Se poi la cultura dei Supereroi, basata sovente su un certo tipo di Superomismo, altrettanto spesso condita dal culto della personalità e dall'idolatria della volontà di potenza, oltre a non costituire la risposta appropriata ad una moltitudine di problemi, di disarmonie, di difficoltà inerenti il rapporto Stato sovrano/ Unione europea. invadesse addirittura i rappresentanti delle istituzioni europee, il danno potenziale potrebbe essere notevole, incalcolabile.
Emancipazione dunque e non Supereroi, non Super-uomini, non volontà di potenza.
Emancipazione e non Supereroi, se vogliamo tentare di salvare il salbabile dell'Unione europea.
E quindi per emanciparsi cominciamo col proporci riflessioni semplici e funzionali allo scopo.
Tra le recenti personali riflessioni vi è per esempio la seguente: che dobbiamo cominciare tutti quanti a pensare seriamente che una Unione europa il cui collante sia costituito dalle minacce del Presidente della Commissione di turno, sia una Ue profondamente sbagliata, sia una Ue che ha chiaramente perso di vista la sua stessa ragion d'essere.
Perché il vero anti-europeismo è lì, nella burocrazia europea! Per paradossale che possa sembrare si annida lì e , se non solo lì, quantomeno anche lì! E forse lì vi si annida il più autentico.
Il vero anti-europeismo infatti è quello costituito dalla coercizione, dalle canicie di forza, dall'incapacità all'ascolto, dalle minacce palesi o velate che siano, dai ricatti e dalla sostanziale mancanza di rispetto nei confronti degli Stati membri e dei cittadini degli stessi. E' giusto o non è giusto quindi chiedersi se il più vero e autentico anti-europeismo non si annidi per caso proprio lì, nelle istituzioni europee, ivi compresa la stessa Commissione Europea?
Io credo che sia giusto chiederselo. Se qualcuno tuttavia ritiene che non sia giusto chiederselo ascolteremo volentieri le sue motivazioni...Nel frattempo però credo sia bene ribadire il seguente concetto:

EMANCIPAZIONE, NON SUPEREROI!!!

mercoledì 10 dicembre 2014

Sempre al sostegno delle critiche costruttive

Sempre al sostegno di chi critica costruttivamente, Fiscal Compact, trattato ed organismo ESM, Pareggio di Bilancio in Costituzione, nonché l'attuale assetto piuttosto sui generis dell'Ue, con le sue strutture verticalistiche, chiara ed evidente espressione di ristretti gruppi elitario-centrici piuttosto che del popolo, come molti si stanno accorgendo.
E naturalmente sempre al sostegno di chi difende la Democrazia, la nostra Carta Costituzionale, i Diritti Umani, la pari dignità ontologica di ogni cittadino europeo e naturalmente di ogni essere umano.
Come sempre... respingendo per quanto possibile le dinamiche del divide et impera!

lunedì 1 dicembre 2014

Unione europea: Unione di Stati o Super Stato europeo? La cosa cambia!

Ci sono delle evidenti frizioni e disarmonie che si avvertono nell'Unione europea e nasconderlo o sottovalutarlo apparirebbe piuttosto irresponsabile. A cosa queste disarmonie facciano capo è una questione che si potrebbe porre da molteplici punti di vista. Molte persone, dai cittadini comuni, ai politici di professione potrebbero affrontare il discorso ciascuno da un punto di vista o da un'angolazione particolare. La questione si presenterebbe estremamente complessa.
Per quanto mi riguarda, se la cosa può essere utile a sviluppare un certo dibattito, credo che uno dei componenti fondamentali che stanno alla scaturigine di queste disarmonie consista nel fatto che ciò che da anni viene presentata come una Unione di stati, l'Ue ( ossia l'Unione europea ) e come tale pubblicizzata, sia in realtà il malcelato tentativo di strutturare una specie di Super Nazione europea o Super Stato europeo che dir si voglia, il che è una questione totalmente diversa naturalmente, che pone problemi totalmente diversi da quelli che pone una vera e propria Unione di Stati.
Costruire una unione di Stati è difficile. Costruire un Super Stato è difficilissimo, ma soprattutto non può essere fatto senza la partecipazione dei cittadini senza cioè che essi vengano informati.
Tra la costruzione dell'uno e la costruzione dell'altro i presupposti di partenza, i requisiti richiesti (chiamiamoli se volete prerequisiti) differiscono notevolmente, non sono certo gli stessi.
Cionondimeno questo trentativo di creare un Super Stato sembra attualmente in corso e le spie che stanno a testimoniarlo sono rappresentate da svariati fattori, dalla difficoltà stessa dei cittadini europei di capire certe dinamiche politiche ed economiche, dalla difficoltà ad essere ascoltati e rappresenteti, dal tradimento delle proprie aspettative, nonché dai conflitti spesso titanici che si sviluppano all'interno della stessa Ue e che coinvolgono istituzioni ed organismi che ne fanno parte, o il fatto stesso che sia stata così marginale la partecipazione attiva e cosciente della popolazione europea nel suo complesso alla costruzione di questa struttura sui generis.
La forte verticalizzazione cui da luogo il sistema di organismi intergovernativi per esempio sembra, alla luce dei fatti, corroborare questa tesi, è una spia evidente di questa diacronia in corso tra ciò che si propone come Unione di Stati, e ciò che si dispone come Super Stato.
Pensiamo ancora al Parlamneto europeo.
Gli elettori, che eleggono il Parlamento europeo sostanzialmente eleggono un istituzione destinata purtroppo a svolgere il ruolo di comparsa e che di fatto viene riposta in una specie di angolino, quasi segregata.
Senza offesa per i parlamentari europei ma l'impressione che se ne riceve è che Il Parlamento sia considerato alla stregua di un serbatoio da riempire, che naturalmente è conveniente riempire e, direi, che non è proprio possibile non riempire (poiché in assenza di questo serbatoio pieno, si manifesterebbe troppo palesemente il fatto che le decisioni vengano prese altrove).
Così la convenienza politica e di immagine che deriva dal riempire questo serbatoio e dal mostrarlo sovente in televisione, è chiara innanzitutto proprio a coloro che hanno ed esercitano un vero potere sull'Ue, ma questo pone il problema della differenza che sussiste tra la telecrazia e la Democrazia, tra l'apparenza e la sostanza.
Una volta riempito questo serbatoio le decisioni vengono prese altrove, ed il Parlamento ratifica.
Ma non c'è da parte di esso l'esercizio di una vera prorpia potestà propositiva né quella di un vero potere legislativo, né tantomeno emanano da lì le cariche più importanti dell'Unione europea.
Queste infatti derivano piuttosto dai sitemi Nazionali i quali vengono verticalizzati a dismisura.
Questa verticalizzazione pone ulteriori interrogativi sulla pertinenza giuridica degli organismi che da questa stessa verticalizzazione scaturiscono, e sarebbe complesso spiegarlo.
Ma è certamente più evidente il fatto che in questo modo si contribusce a creare una distanza infinita tra istituzione europee e cittadini comuni, tra organismi europei ed elettori, in pieno dissenso con l'art.A del trattato di Maastricht.
Di fatto i cittadini vedono eleggere alle cariche più importanti dell'Ue politici che sono stati eletti nei sistemi nazionali. All'interno dei sistemi nazionali questi dovrebbero svolgere il ruolo di rappresentare il proprio elettorato, per prendersi cura appunto dei problemi nazionali e fare l'interesse della propria nazione che è cosa legittima e giammai antieuropeista, come ha ben capito la Germania, ma non altri.
Così coloro che vengono eletti per farsi carico dei problemi e delle rivendicazioni legittime delle singole nazioni accedono alle più alte cariche europee, e coloro che vengono eletti in un parlamento propriamente europeo per farsi carico di una visione, diciamo così, più allargata, d'insieme e più europeista, non accedono a nessuna carica di rilievo, il che è da ogni punto di vista assurdo e per certi versi incomprensibile.
E se il fatto che nessuno di coloro che vengono effetivamente eletti nei collegi delle elezioni europee acceda a cariche europee di rilievo è incomprensibile, lo dovrebbe essere ancor di più dal punto di vista di chi si proclama orgogliosamente europeista!
Ci sono dunque abbastanza spie per porre il problema della diacronia in corso tra il concetto di Unione di stati europei (Ue), e Super stato europeo?
A mio modesto modo di vedere sì.
Il fatto che questo tentativo di creare un Super Stato non venga apertamente dichiarato, benché in ogni caso venga perseguito, crea naturalmente delle inevitabili diacronie che si traducono in incomprensioni e disarmonie, in frizioni e incompatibilità di vario ordine e grado e che rischiando di non emergere alla luce del giorno - e di fatto non emergono e nessuno ce le spiega apertamente né le giustifica, salvo che poi alla lunga uno se ne rende conto personalmente - finiscono per assumere il ruolo che nella psiche del singolo soggetto umano svolgono taluni elementi perturbativi inconsci. Così si da luogo ad un conflitto anche inconscio tra cittadini ed istituzioni europee di carattere espressamente 'nevrotico'.
E' meglio che ciò emerga e che emerga chiaramente in modo da permettere di non 'nevrotizzare' il confronto, in modo da permettere più pragmaticamente eventuali rettifiche, ma soprattutto in modo da permettere anche l'emersione degli stessi elementi inconsci affinché possano essere gestiti a livello di coscienza e anche naturalmente per permettere ai cittadini europei di sapere dove li si sta conducendo.
Dovrebbe essere un dovere da parte delle istituzioni europee informare correttamente i  propri cittadini per quanto difficile possa essere.
La retorica europeista che si basa su nozioni tranquillizanti, per quanto vaghe, come quella per esempio di Europa dei popoli, o di 'Unione'europea appunto, crea inevitabilmente nel cittadino delle traiettorie di attesa che col tempo vengono purtroppo puntualmente disattese.
E' inevitabile quindi che si avverta a livello istintivo questa già citata diacronia, questa disarmonia cui inizialmente è perfino difficile dare un nome e una definizione oppure una spiegazione esauriente.
Ma si avverte, si sente e chi fa dei passi per scoprire esattamente in che cosa essa consista ne scopre poi le ragioni vere, soggiacenti, spesso sofisticate, complesse, ma non per questo invisibili o incomprensibili.
Certo talvolta può essere difficile spiegarle e questo forse spinge molti a non tentare nemmeno, ma la volontà di capire è emersa chiaramente in vastissime parti della popolazione, almeno in Italia e questo dovrebbe spingere almeno a tentare.
In ogni caso, difficile o non difficile che sia fornire spiegazioni esaurienti, appare del tutto fuori luogo sostituire alle spiegazioni, abbondanti dosi di Valiumm cioè agire esattamente nella direzine diametralmente opposta oppure usare quelle che da molti sono definite, non senza una qualche ragione, mezzi di distrazione di massa.
L'unione europea è dunque una Unione di Stati o un Super Stato europeo?
Abbiamo o non abbiamo il diritto di saperlo? E se abbiamo questo diritto qualcuno non dovrebbe per caso farsi carico di spiegarci se il progetto europeo consista nella creazione di una unione di stati o se non consista piuttosto nella creazione in un Super Stato?