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martedì 30 dicembre 2014

Perché bistrattare tanto il bicameralismo perfetto?

Perché bistrattare tanto il bicameralismo perfetto? Lo conosciamo davvero?
Possibile che non abbia neanche un pregio?
Ricordiamoci che col bicameralismo perfetto l'Italia è stata la quinta potenza economica mondiale, scvalcando addirittura l'Inghilterra!
Cerchiamo dunque di vederci più chiaro!

I nostri Padri fondatori della Patria Repubblicana, scelsero la forma della Democrazia parlamentare, pensando che questa forma meglio si addicesse ad evitare il ripetersi di errori gravissimi e particolarmente ad evitare il ripristino dell'arbitrio, strutturalmente connesso ad ogni totalitarismo, ad ogni dittatura.
Ne deriva che ogni forma repubblicana che si allontani dalla Democrazia parlamentare reimmette l'Italia in una direttrice che è proprio quella che i Padri fondatori, i Padri Costituenti, volevano evitare.
La memoria ancora fresca degli eventi vissuti, del ventennio fascista, quelli della guerra, dell'occupazione nazista e di tutto ciò che ne era derivato, non lasciavano molti dubbi circa il fatto che la scelta compiuta fosse la più giusta.
Per sancire con maggior chiarezza questa preminenza parlamentare fu deciso che le camere fossero due: la Camera propriamente detta ( quella dei deputati) e il Senato dela Repubblica, secondo una forma equilibrata e dialogante.
La forma scelta fu dunque tecnicamente quella del bicameralismo cosiddetto perfetto.
Ma bicameralismo perfetto non significa che le due camere siano identiche in tutto e per tutto, che siano la stessa cosa, che si divertano a perdere tempo. Bicameralismo perfetto non significa due camere identiche. Non esistono due individui identici in tutto il mondo, figuriamoci se è possibile che esistano due camere identiche in tutto e per tutto. Per quanti sforzi dovessimo fare nella direzione di renderle assolutamnte uguali non vi si riuscirebbe!
Potrà sembrare marginale o superficiale poi ( pur non essendolo ) ma anche la sola differenza di età è un elemento che conferisce una dimensione riflessiva qualitativamente diversa tra le due camere. Il diverso numero di rappresentanti conferisce poi una dimensione quantitativamente diversa alla stessa rilflessione.
Il fatto che il Senato sia eletto su base regionale rappresenta un' ulteriore elemento che diversifica la due camere.
Il fatto che operino in tempi diversi immette parimenti un altro elemento di diversità.
Il Senato, dei più maturi, avrebbe così la funzione che la tradizione millenaria delle società organizzate degli esseri umani dalla loro comparsa fino ad oggi, riserva in generale, per così dire, agli 'anziani del villaggio', cioè a coloro che possiedono la memoria più lunga, un maggior numero di dati ed esperienze immagazzinate e interiorizzate, in altri termini una maggiore saggezza.
Questa funzione si espleta nello stemperare le punte più dissonanti di eventuali proposte di legge, disegni di legge, ecc. che provengono dai deputati. Per dissonanti si deve intendere in questo caso, dissonanti rispetto alla Costituzione, rispetto alle legge vigenti, quindi ai diritti vigenti, a norme e tradizioni ampiamente accettati, anche a consuetudini volendo, ai costumi e certamente rispetto al buon senso, e al buon costume che rendono ammissibile una idea piuttosto che no!
In altri termini, il Senato corregge, attraverso l'esperienza e la competenza dei suoi membri eventuali errori ( o orrori ), eventuali dissonanze, eventuali eccessi, nonché deviazioni o scempiaggini qualora vi fossero. Questo non è poco! E' anzi importantissimo per non dire fondamentale in una moderna Democrazia.
La Camera dal canto suo potendo contare su questa funzione per così dire 'riparatrice' e 'riequilibratrice' del Senato ha la possibilità di potersi lasciare andare, di poter lasciare libero sfogo a tutta la sua veemenza giovanile, la quale contiene in sé elementi anche positivi naturalmente e potenzialmente utili, spesso estremamente creativi, ma che possono purtroppo anche per questo sfociare in errori madornali o grossolani.
La consapevolezza di incorrere in eventuali errori potrebbe quasi paradossalmente frenare la stessa Camera se essa dovesse trovarsi da sola a dover decidere in merito all'oppurtunità di legiferare con tale o tal'altra legge, diminuendo l'apporto creativo, cosa che la presenza di un Senato correttore invece incentiva a fare.
Una legge è forgiata sempre ( almeno si spera) su un processo di dialogo e mediazione.
Maggiore è il dialogo e maggiori sono le mediazioni e spesso migliore è la legge, certamente più conforme alla realtà in cui è destinata ad espletare le proprie funzioni. Ecco cos'è il cosiddetto bicameralismo perfetto!
Il bicameralismo ha dunque questa funzione di porre in relazione, di fare dialogare per il miglior compromesso possibile, per la miglior scelta possibile, la più ponderata, nell'utilità del Paese.

Oltretutto il bicameralismo ricalca lo schema del nostro Sistema Nervoso Centrale il quale è costituito come sappiamo da due lobi, simili e diversi, diversi e simili, proprio come Camera e Senato, in cui parte dull'uno vive all'interno dell'altro pur mantenedo caratteristiche diverse.
L'isomorfismo rispetto al 'microcosmo' rappresentato dall'essere umano è dunque rispettato. Anche questo secondo principii che affondano nella notte dei tempi. E non credo che sia il caso di scomodare una vecchia e arcinota formula ermetica, tanto cara agli spiritualisti ed ai simbolisti, la quale non fa ltro che ribadire una sorta di caratteristica delle cose anche prese nei diversi piani che esse cioè sono costituite da rispondenze, similitudini, somiglianze, pur nella diversità dei piani appunto, ed anche quando due enti appartengono allo stesso piano.
Se pensiamo all'antropometria alla base del Rinascimento italiano ( vera gloria italiana ), cioè a quel principio fandante delle arti e particolarmente dell'architettura durante il Rinascimento, possiamo essere sospinti a tentare qualche altra riflessione.
Il Tatarkiewicz ci ricorda che nel Rinascimento si diceva a proposito dell'uomo: in eo tamquam parvo quodam mundo tota rerum universitas continetur.
Cioè traducendo a braccio: in egli ( nell'uomo, ndr )come in un piccolo mondo sono contenute tutte le cose dell'universo.
Ed ecco perché egli è legittimato ad essere misura delle cose.
Questo concetto è alla base dell'antropometria, cioè di uno dei fattori fondamentali del Rinascimento che ha posto l'uomo al centro dell'Universo e come misura di tutte le cose.
Secoli dopo Le Corbusier sosteneva sostanzialmente ancora la stessa cosa: l'uomo è la misura dell'architettura, e non solo.
Se dunque l'uomo deve essere la misura delle cose che a l'uomo stesso sono pertinenti, come per esempio anche la politica, l'isomorfismo delle cose di cui si circonda e di cui si occupa, è un pregio che permette la miglior armonia e armonizzazione possibile.
In altri termini una cosa isomorfa, cioè che ricalca in parte la stessa forma di colui al quale essa è asservita, è la miglior soluzione possibile e la più promettente, nonché la più armonica.
E questo ripropone anche e rivitalizza una certa forma di giusnaturalismo.
Ed in questo caso è la stessa biologia a dimostrare l'isomorfismo: mente e sistema bicamerale sono rispondenti!
Mettere in discussione questo assetto parlamentare è pertanto estremamente rischioso e francamente non si capisce bene a cosa o a chi dovrebbe giovare, se non alle ingerenze esterne che sono tanto più forti quanto più deboli sono le strutture interne.
E cosa sarebbe il monocameralismo se non una debolezza interna strutturalmente immessa, consapevolmente o no?!
E' molto difficile anche comprendere il perché di certe posizioni contrarie al bicameralismo perfetto.
Una delle argomentazioni contrarie al bicameralismo perfetto è quella secondo la quale il bicameralismo perfetto ( quello della Repubblica Italiana) sarebbe un 'unicum' e quindi andrebbe tolto.
Per me è molto difficile capire perché una cosa che è un 'unicum' non debba sussistere, tantopiù che quando si vuol fare un complimento a qualcuno gli si dice: sei unico! Sei unica!
L'unicità non rappresenterebbe quindi da sola un elemento sufficiente per rendere chi è degno portatore di questa caratteristica come un qualcosa o un qualcuno che non và!
Ci si potrebbe anche chiedere perchè ci si debba vergognare di essere unici!
Perché dunque essere un 'unicum' dovrebbe esere sbagliato?
Forse perché ciò che è unico è anche diverso da tutto il resto?
Ma non abbiamo fatto dell'accettazione della diversità uno dei cavalli di battaglia della Democrazia e delle società evolute? Ci stiamo forse ripensando?
Non dubito che coloro che sostengono che questo 'unicum' rappresentato dal bicameralismo perfetto sia sbagliato, abbiano altre argomentazione per spiegare perché secondo loro questo 'unicum' non  va bene.
Questo 'unicum' non va bene per questa e quest'altra ragione...Questo discorso potrebbe avere un senso.
Capire queste ragioni sarebbe importante e costituirebbe la vera informazione utile al riguardo, quella capace di immettersi in un dibattito potenzialmente proficuo.
Mentre sostenere che il bicameralismo non va bene perché è un 'unicum', e quindi lasciando intendere  solo per questa ragione, non sembra una argomentazione forte, perché sostanzialmente non spiega niente.
Tuttavia questa argomentazione pur non essendo 'forte' può avere mediaticamente un certo tipo di riscontro. Sappiamo infatti che le nostre menti sono state forgiate da decenni sulla lunghezza d'onda della pubblicità, e su questa lunghezza d'onda ci siamo un po' adagiati.
Credo che l'Italia non debba vergognarsi della propria unicità! Sarebbe un po' come se qualcuno dovesse vergognarsi di essere unico o originale; sarebbe come se qualcuno dovesse vergognarsi di essere ciò che è.
L'Italia è bella anche perché ha la propria unicità da offrire al mondo.
Far percorrere all'Italia le vie dell'omologazione, dell'appiattimento e dell'entropia culturale non rappresenta la scelta giusta per la nostra Nazione, contraddicendo lo stesso Rinascimento, ma anche il Risorgimento, la Resistenza, nonché l'Assemblea Costituente!!!