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domenica 28 novembre 2021

Stato di emergenza e ripristino di una condizione normale

Siamo in stato di emergenza dal 31 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021 scade l'ultima cotestata proroga.
Prima di quella infatti un gruppo di avvocati aveva fatto notare che, Codice della protezione civile alla mano, non potendo le proroghe superare i dodici mesi agiuntivi, il 31 luglio sarebbe stato l'ultimo giorno possibile per lo stato di emergenza indetto appunto il 31 gennaio 2020 e proposto inizialmente per sei mesi. In pratica per i Mille avvocati per la Costituzione bisognava aggiungere dodici a sei, al massimo, interpretazione che sembra plausibilissima. Nonostante ciò, complice una informazione estremamente insufficiente al riguardo, è stato deciso di prorogare ulteriormente di sei mesi il tempo di questa durata, affidandosi ad una interpretazione, diciamo così, meno restrittiva e confidando nel fatto che lo stesso Codice della protezione civile che, ricordiamo, è un decreto legislativo, prevede un tempo massimo di 24 mesi, senza andare a sottilizzare sulla distinzione tra il primo periodo e quello delle proroghe.

Adesso che stiamo giungendo alla conclusione anche dell'ultima proroga si pone la questione di che cosa fare, se cioè prorogare ulteriormente oppure no, magari al 31 gennaio 2022 con cui i 24 mesi massimi consentiti sarebbero completati. Non c'è alcun dubbio che anche nell'interpretazione che abbiamo definito meno restrittiva, non si possa andare oltre il 31 gennaio 2022 e così c'è chi propone di mantenere gli strumenti in essere oltre questo mese indipendentemente dalla cessazione delle proroghe.

Cessazione dello stato di emergenza e ripristino di una condizione normale, senza cioè il perdurare degli strumenti eccezionali varati proprio per ottenere questo, sono imprescindibili. A dirlo è lo stesso decreto legislativo noto appunto come Codice della protezione civile che, al netto delle polemiche inerenti la durata delle proroghe è stato, ed è, lo strumento centrale di questa vicenda legata alla situazione epidemiologica inerente il nuovo coronavirus.