Per le tecniche miste su carta o altre tecniche che compaiono in questo Diario Elettronico firmate a nome Alessio, tutti i diritti sono riservati.







venerdì 30 settembre 2016

Non svendiamo la primogenitura per un piatto di lenticchie!

La nostra Costituzione è la più bella del mondo, il che rappresenta un primato.
Ma l’autolesionismo di cui soffre purtroppo il nostro Paese, si manifesta anche attraverso l'espoliazione dei propri primati.
IO VOTO NO quindi, anche perché la nostra Costituzione è appunto la più bella Costituzione del mondo e se vince il sì e viene cambiata così, in questo modo confuso e contraddittorio, non lo sarebbe più e non lo sarebbe più per sempre!
Non svendiamo la primogenitura (il primato) per un piatto di lenticchie (le varie regalie) che tanto poi l’aumento delle tasse, e altri sgambetti dietro l’angolo, si rimangerebbero presto.


Il Primo Ministro fa regalini elettorali? Bene, ringraziamo e VOTIAMO NO!


Ma votiamo NO soprattutto dopo una riflessione attenta legata alle regalie: se il Primo Ministro si serve di questi regalini elettorali, di queste mance, di questi piatti di lenticchie, è senza dubbio perché è conscio di non avere argomenti di merito e dimostra così, al di là delle enunciazioni pubblicitarie (che non spiegano niente ma sono semplici operazioni di mercato), che è il primo a non credere a ciò che promuove. Infatti se ci credesse veramente, non si servirebbe di questi mezzucci…



giovedì 29 settembre 2016

La Costituzione Italiana come misura e base per la Nuova Unione Europea...a patto che non cambi!

Per noi che siamo dei diverso-europeisti, l’Unione europea dev’essere rifondata su nuove basi.
L’Italia può contribuire a rifondare l’Ue nella misura in cui non si lascerà plagiare della attuali istituzioni europee, quelle che uscendo dall’ambito del proprio mandato, pretendono di dettare l’agenda politica nazionale, vedi per esempio la BCE, la (Banca Centrale Europea), con la famosa lettera dell’agosto 2011 al Governo italiano.
L’Italia potrà contribuire alla nuova Ue solo nella misura in cui manterrà intatti i principii che sono alla base della propria Costituzione della Repubblica, quindi, nella misura in cui manterrà intatta la propria Costituzione, oggi così pesantemente messa in discussione.
Così appare evidente che i veri antieuropeisti sono coloro che hanno gettato le basi di questo vizio continuo e ripetuto di uscire dal proprio vincolo di mandato, per sostituirsi a Governi democraticamente eletti; appare evidente che sono coloro che col silenzio avallano questo modo di fare che umilia la Nazione, tutte le Nazioni, il Parlamento delle varie Nazioni appartenenti. Forse sono proprio questi gli squali ai quali alludeva Altiero Spinelli, quelli che secondo lui avrebbero mangiato questo “grande pesce” chiamato Unione europea.
Si possono legittimamente avere le opinioni più disparate rispetto a quello che era il disegno di Altiero Spinelli (e di fatto sono molti a criticarne l’impostazione), ma non c’è dubbio che egli, in fondo, credesse sempre ed essenzialmente nella Democrazia, e vedesse con preoccupazione il potenziale svanire della stessa nell’Ue. Parlava di squali, sì, e forse noi sappiamo chi sono.
Diviene quindi importantissimo salvaguardare la Democrazia, in Europa e in Italia, per difenderla dagli squali.
Ma per salvaguardare la Democrazia in Italia deve essere salvaguardata la Costituzione, che la istituisce e la difende.
Ecco perché diviene così importante sostenere l’azione dell’ANPI, oggi, in questo Referendum Costituzionale, e tenere bene a mente che l’ANPI stessa si schiera ufficialmente col NO alla modificazione così pesante della Costituzione.
Questo peraltro ci conferisce l’opportunità di offrire alla nuova Ue esempi diversi a cui ispirarsi, altri paradigmi, di cui si sente proprio il bisogno. Che essa sia in crisi lo dice del resto lo stesso Juncker.
E’ così che l’Italia potrà entrare a testa alta nella Nuova Unione europea, e scriverne la storia, e con la storia di essa, anche la storia del mondo.
Ma se la Costituzione verrà sventrata in questo modo iniquo, questa possibilità svanirà in un sol colpo e non potrà più sussistere per lunghissimo tempo o forse per sempre.
Questo ci premeva di far presente ai nostri concittadini che si accingono a votare al Referendum Costituzionale. Non già a quelli che l’hanno già capito (vedi l’ANPI), ma a quelli obnubilati dalle enunciazioni meramente pubblicitarie dei promotori del sì, quei cittadini ai quali i comitati del sì nascondono parti essenziali della Riforma affinché non si rendano conto dei rischi (parti celate anche dal quesito referendario stesso), quelli dubbiosi e incerti sul da farsi.
A questi concittadini diciamo: contribuite a rifondare una Unione europea più giusta, difendendo la Costituzione. Se siete incerti seguite i consigli dell’ANPI e quelli del Comitato per il NO alla Riforma Costituzionale, oppure seguite il consiglio della CGIL (per il NO!), seguite il consiglio dei molti Costituzionalisti, della totalità dei Presidenti emeriti della Corte Costituzionale!


Oggi, come abbiamo ben capito, è l’attuale assetto dell’Ue che vuole incidere sulla Costituzione Italiana, cosa immediatamente recepita da questo governo, a riprova del suo disporsi supinamente nei confronti della stessa Ue, per quanto vari teatrini cerchino di offuscare ad arte questa verità, mentre deve accadere l’incontrario: dev’essere la Costituzione italiana a riscrivere l’Unione europea!
Unitevi a noi e dite NO a questa Deforma e riscriverete così la storia d’Europa!


mercoledì 28 settembre 2016

Ambasciatore USA sollecita incontro con Comitato del NO e si spiega...

Una delegazione del NO è stata ricevuta dall’ambasciatore degli Stati Uniti d’America, Phillips. Un incontro sollecitato dalla stessa ambasciata USA in Italia.
E’ stata una occasione di chiarimento dopo le polemiche (polemiche a cui non ci siamo sottratti), suscitate dalla notizia del sostegno dell’ambasciatore statunitense al sì alla Riforma Costituzionale.
L’ambasciatore avrebbe innanzitutto dichiarato quanto esagerate siano state le interpretazioni dei giornalisti sul presunto sostegno al sì. Presunto, sì, perché secondo quanto riporta il costituzionalista Alessandro Pace, Presidente del comitato per il NO e membro della delegazione, l’ambasciatore <<ha negato>> di aver sostenuto il sì. Sembra anzi che con grande intesa la delegazione, Pace in primis, e l’ambasciatore, abbiano insieme stesi al suolo uno dopo l’altro gli argomenti del sì.
L’ambasciatore, a quanto apprendiamo dalle testimonianze della delegazione, avrebbe ritenuto di dover comunicare le sue impressioni sul rischio degli investimenti a partire da impressioni provenienti soltanto dal mondo dell’industria. Che poi il mondo dell’industria sia tutto ma proprio tutto persuaso che la Riforma apporti benefici al comparto, cioè quello dell’industria appunto, è per noi francamente molto difficile da capire. Dubitiamo anche che non vi siano giudizi del tutto diversi all'interno di questo mondo da questo punto di vista. Su questo torneremo un’altra volta, per adesso riprendiamo…
Secondo la narrazione classica “di sistema” gli investitori hanno bisogno di un panorama stabile per decidersi ad investire in un Paese, stabilità che peraltro, come vedremo bene, questa Riforma non dà e non può assolutamente dare, non c'è verso.
La delegazione del NO ha spiegato infatti all’ambasciatore le ragioni per le quali la Riforma non può creare stabilità: per la semplice ragione che, con questa Riforma una forza politica anche con una esigua maggioranza e quindi potenzialmente minoritaria nel Paese (eventualmente anche una forza anti-sistema) potrebbe prendere il sopravvento e con i poteri acquisiti liquidare l’opposizione e prendere decisioni anti sistema anche molto radicali.
Ora, siccome tutti sanno che gli investimenti non hanno un panorama di quattro anni (durata di quasi una legislatura, cinque anni) ma ragionevolmente di almeno una quindicina di anni (tre legislature), questa caratteristica di conferire il potere ad una forza potenzialmente minoritaria e anti-sistema potrebbe realizzarsi concretamente ed effettivamente e portare il Paese verso direzioni poco prevedibili. Per questa e altre ragioni il panorama futuro che questa Riforma prospetta è l’instabilità e non la stabilità!
La delegazione avrebbe anche spiegato come la Riforma creerebbe un Presidente del Consiglio “assoluto” ma non tanto perché dotato di più poteri quanto piuttosto per l’eliminazione dei contropoteri, tra i quali anche il Senato stesso (ma non solo), anche per quella che si prospetta essere l’eliminazione dell’opposizione. Infatti i diritti dell’opposizione non potrebbero più essere garantiti.
Queste ed altre sono state le argomentazioni della delegazione.

Insomma, sembra proprio che in un clima di reciproca cordialità ci si sia spiegati e si sia sorpassata la polemica. Adesso però auspichiamo la coerenza.

Dopo esserci spesi nelle critiche al presunto appoggio al sì, era doveroso sottolineare la correzione recentemente avvenuta, particolarmente in seguito a questo incontro tra l’ambasciatore e la delegazione del NO.

Peccato però che, mentre per la notizia precedente (il presunto sostegno al sì) sono stati scritti titoli a caratteri cubitali e tutti i telegiornali ne hanno parlato addirittura tra le prime notizie, per questo incontro non si è speso quasi nessuno ed esso è sostanzialmente passato sotto silenzio, del tutto inosservato salvo che per i sostenitori del NO, che seguono il sito ufficiale del Comitato e lo sviluppo degli eventi, sostenitori tra i quali annoveriamo evidentemente noi.
Questo ci induce ancora una volta a chiedere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di farsi garante sulla parità di condizioni di visibilità per il sì e per il NO.


venerdì 23 settembre 2016

Il favore più grande che possiamo fare a noi stessi è votare NO alla Riforma Costituzionale!

Come cittadini italiani il favore più grande che possiamo fare a noi stessi, e lo dico col cuore in mano, è votare NO alla Riforma Costituzionale.
Questo è anche un aiuto, forse l’unico che possiamo dare ad una Unione europea che, a detta dello stesso Juncker, è in crisi.
Per uscire dalla crisi servono cambiamenti in questa Ue, e questi cambiamenti non possono che derivare da una diversa impostazione dell’Unione. E’ per esempio ormai evidente che non vi è Democrazia né rappresentatività in questa Europa, a causa, da un lato, di un Parlamento (l’unico organismo che potrebbe essere rappresentativo) che è un semplice ratificatore di scelte fatte altrove e, dall’altro, di una verticalizzazione delle istituzioni che nell’ascendere si allontanano sempre più dai cittadini, dall’altro ancora dalla cessione di sovranità ad organismi come il MES o ESM (il famigerato Meccanismo Europeo di Stabilità, detto anche –piuttosto ironicamente- fondo salva stati ma che in realtà è un fondo strappa sovranità) che agisce al di fuori del diritto comunitario, concedendo prestiti in cambio di cessioni di sovranità.
A proposito di MES o ESM, che dir si voglia, si ricorda ai nostri concittadini italiani che l’Italia ha sborsato una cifra che si aggira tra i 50 e i 60 miliardi di euro. Se fossero 60 miliardi di euro per esempio corrisponderebbero a circa 116 mila miliardi di lire. Non so se è chiaro il livello e la portata macroeconomica di una simile operazione. Ora, che cos’è il risparmio derivante dal cosiddetto contenimento dei costi delle istituzioni della riforma Costituzionale (secondo alcuni 500 milioni di euro secondo altri anche meno, molti dei quali derivanti dal fatto che i nuovi senatori non percepirebbero indennità, per altro ingiustamente) rispetto a questo esborso fatto ad un organismo che per giunta si muove al di fuori del diritto comunitario?
Ma poniamoci alcune domande e, nel porle a noi stessi, poniamole idealmente al Governo:
1) da dove sono stati presi questi soldi?
2) ci paghiamo sopra degli interessi?
Se sì, 3) quanti interessi ci paghiamo sopra?
4) l’ammontare iniziale e gli interessi si riverberano sul debito pubblico?
Saremmo realmente lieti di conoscere le risposte a tali quesiti. Vorremmo semplicemente fare notare che da quando c’è questo Governo (ma è doveroso ricordare che la ratifica al trattato ESM risale a prima di questo Governo, 2012) il debito pubblico è aumentato vertiginosamente. Speriamo di non trovarci anche in questo caso di fronte all’applicazione del paradigma chapliniano de “Il monello”, in cui una stessa squadra si divide in due tronconi: una crea il danno (rottura del vetro), l’altra lo ripara (il vetraio che sostituisce il vetro rotto) ma con grave rischio e potenziale danno dei cittadini comuni, soprattutto se ciò corrisponde all’ingresso in campo dell’ESM, che presta denaro (quello che gli stati gli hanno praticamente regalato) in cambio della facoltà di dettare l’agenda politica del Paese.

Ma riprendiamo il filo del discorso iniziale. Se l’Ue è in crisi a causa delle ragioni sopra espresse, si dovrebbe comprendere abbastanza bene che il cambiamento che in essa dovrebbe sussistere potrebbe derivare dal ripensamento di molte cose naturalmente ma forse soprattutto dall’offrire ad essa un diverso paradigma cui ispirarsi. Questo paradigma a cui ispirarsi dovrebbe necessariamente riprende in considerazione il concetto di Democrazia (governo del popolo) e di rappresentatività, dovrebbe cioè riprendere in considerazione quei concetti che sono alla base della Costituzione Italiana.
Ecco il motivo per cui dobbiamo mantenerla intatta la nostra Costituzione ed evitare che essa venga stravolta da una Deforma di cui i sostenitori del sì dicono che non tocca i principi fondamentali (cioè la prima parte), ma che in realtà li tocca eccome, basti pensare al fatto che i senatori non sarebbero più eleggibili dal popolo come tali, cioè come senatori. Tanto questo è vero che nell’art. 57 della Deforma si dice che essi sono scelti dai consigli regionali. Non ci sarebbe più il voto “diretto” come vorrebbe una Democrazia compiuta e rappresentativa.
Quindi, in certo qual modo, essa tocca anche la prima parte, cioè i diritti fondamentali e probabilmente, lede anche il diritto internazionale.
Riassumendo:
a) l’Unione europea è in crisi
b) la crisi nasce da assenza di Democrazia e rappresentanza effettiva
c) la Costituzione italiana offre il paradigma giusto di riferimento per le correzioni
d) la Riforma Costituzionale stravolge l’impianto della Costituzione incidendo consistentemente anche sulla prima parte, stravolgendo esattamente ciò di cui avrebbe bisogno l’Ue per correggersi e quindi impedendo la correzione.
Ecco un’altra ragione per dire NO alla riforma Costituzionale.
Il NO alla Riforma Costituzionale sarebbe dirompente, una Rivoluzione Tranquilla, una Tranquilla Rivoluzione.


mercoledì 14 settembre 2016

Entrata a gamba tesa: anche per questo IO VOTO NO!!!

Sarebbero contenti gli Stati Uniti e gli statunitensi se, invertiti i rapporti di forza e di peso politico, l’Italia entrasse a gamba tesa in una discussione tutta interna agli USA su un eventuale REFERENDUM per cambiare la propria Costituzione?
Io credo proprio che non sarebbero contenti (e non lo dovrebbero essere!), così come non lo siamo noi (e non lo dobbiamo essere!), che un intervento del genere è arrivato dall’ambasciata USA in Italia.
Non sarebbero contenti di un intervento del genere, come non lo siamo noi che gradiremmo un maggior rispetto nei nostri confronti e una maggiore equidistanza, soprattutto da parte di un corpo diplomatico; maggior rispetto per i nostri affari interni peraltro così delicati da spaccare il Paese in due nel caso specifico.
Talvolta l'inopportunità di certi interventi è direttamente proporzionale alla delicatezza della situazione.
Molte tensioni si stanno accumulando sul nostro (e solo nostro) Referendum Costituzionale e ci si perdonerà quindi se insistiamo sul fatto che riteniamo del tutto fuori luogo questo tipo di interventi che si stanno purtroppo moltiplicando in quest’ultimo periodo, anche da parte di banche d’affari.
Credo che ci si trovi di fronte a un vistoso scivolone, anche di stile. Sbagliare del resto è umano e può capitare a tutti, l’importante è non perseverare considerando anche che poi, di fronte a un errore riconosciuto come tale, è sempre possibile chiedere scusa.
Forse sarebbe il caso che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, più diplomaticamente del diplomatico americano, gli spieghi quanto sia stato fuori luogo il suo intervento e gli suggerisca sommessamente di adottare atteggiamenti più congrui al suo status diplomatico e più consoni al rispetto reciproco e al rispetto dei cittadini italiani tutti.
Per strano che possa sembrare, anche gli Stati Uniti hanno qualcosa da imparare e possono quindi imparare; per esempio che è alquanto opportuno che ognuno si occupi dei propri affari interni senza ingerenze e intromissioni in quelli altrui, e che ciò che si chiede per se stessi, se è giusto chiederlo, si deve concedere anche agli altri. Non volgiamo due pesi e due misure sui principii fondamentali e sulla deontologia professionale nonché sul galateo tra le nazioni. Se siamo paesi amici, come siamo, deve sussistere innanzitutto il rispetto reciproco e il rispetto in certi casi si identifica esattamente con l’assenza di ingerenze e pressioni, con l’autocontrollo e col porre un freno all’istinto, anche a quello personale, di prendere una posizione di parte su una questione prettamente ed essenzialmente italiana!
Tutti gli italiani meritano il rispetto della diplomazia statunitense, non solo quelli che decideranno di votare sì.
Si abbia quindi rispetto per questo momento delicato della storia d’Italia! Si abbia rispetto per l’Italia e per i cittadini italiani e li si lasci liberi di concentrarsi sul merito della Riforma, sui contenuti, operazione quasi del tutto compromessa da una iniziale impostazione sbagliata proprio da parte dei promotori del Referendum e cosa che questi interventi fuori luogo della diplomazia tendono invece a perturbare.
E’ opinione di molti (tra cui 56 costituzionalisti, nota bene!) che questa Riforma faccia compiere al Paese un vistoso passo indietro (cosa che ci premureremo di dimostrare e che in parte abbiamo già dimostrato). Ora, sarà mai possibile che l’ambasciatore Phillips si intenda di Costituzione più di 56 costituzionalisti italiani che la pensano diversamente da lui? Ma ci sorge un dubbio: egli avrà mai letto la Costituzione italiana? E quella che disgraziatamente rischia di divenire la nuova, l’avrà letta? Anche perché se l’ah letta, ci dica se l’ha capita e, se l’ha capita (particolarmente l’art.70) ce la spieghi anche a noi. Per farla breve egli chiaramente sbaglia nel dire che la vittoria del NO farebbe compiere un passo indietro all’Italia anche perché, a rigor di logica, tutt’al più si rimane dove si è non si va indietro. Venuto meno quindi l’argomento principale concentriamoci su quello che il diplomatico americano considera una conseguenza spontanea (che poi tanto spontanea probabilmente non è) della vittoria del NO, la difficoltà dell’arrivo degli investimenti. Intanto chiediamoci: quali investimenti? Perché alcuni investimenti somigliano al “compra e porta a casa”, “compra e delocalizza”, “investi e sostituisci i vertici”, “compra ed esternalizza”, fino ai più drammatici “compra e licenzia” e “compra e chiudi” e via discorrendo. Di quali investimenti stiamo parlando quindi? In altri termini non tutto ciò che è dichiarato investimento in realtà fa bene al Paese. Ci viene spiegato poi che un governo all’anno (63 governi in 63 anni) non danno garanzie. Ma di quali garanzie stiamo parlando? E chi deve essere garantito? In ogni caso rispondiamo che non ci sembra proprio che questo abbia impedito fin ora agli Stati Uniti di investire nel nostro Paese, perché quindi le cose dovrebbero cambiare? Sulla base di quale ragionamento?
Certe dichiarazioni, perdendo l’aspetto della logicità non sembrano l’esito e/o il frutto di analisi politica e studi di settore, somigliano molto ma molto più a minacce e ricatti. Ora, le minacce e i ricatti, particolarmente tra amici, non dovrebbero proprio esserci.
Infatti quando si minaccia e poi si attua una minaccia ci si chiede se chi fa una cosa del genere può legittimamente fregiarsi del titolo di amico. Qualche dubbio emerge...E’ una situazione che ricorda quei rapporti un po’ patologici tra due sedicenti amici di cui uno, quello dalla stazza più imponente, comincia a un certo punto ad avere atteggiamenti vessatori nei confronti del più piccolo. Ricorda cioè quel tipo di rapporti che al di là delle apparenze una più approfondita indagine psicopatologica rivelerebbe essere di bullismo/sudditanza/servilismo. Di fronte a certe cose spiacevoli, a certe rivelazioni, si è a un certo punto costretti a farsene una ragione e, per la serie a mali estremi, estremi rimedi, per quanto potrà dispiacerci, volenti o nolenti, in caso di contrazione degli investimenti ci rivolgeremo altrove… Continuiamo quindi a credere che questa Riforma sia profondamente sbagliata per il Paese e che l’ambasciatore imprudentemente sbagli sia nel metodo che nel merito. Ma c’è un argomento che ci convincerebbe quasi: prendetela Voi la Costituzione Boschi/Verdini e sostituitela alla vostra! Saremo quindi persuasi che almeno il giudizio di positività espresso sulla Riforma, pur rimanendo secondo noi sbagliato, sia quantomeno sincero! Se la prendano loro quindi la Boschi/Verdini! Facciano loro questo passo in avanti!
Per quanto riguarda noi preferiamo non sprofondare nell’autoritarismo!

Stiamo insistendo molto e investendo molta energia per fare in modo che ci si concentri sul merito della Riforma Costituzionale.
Se è giusto sottolineare che recentemente il Presidente del Consiglio, cercando di spersonalizzare il già personalizzato Referendum (operazione difficile ma forse non impossibile), ha sostanzialmente dichiarato che non se ne andrà in caso di vittoria del NO, dando prova di una accresciuta maturità politica, se è giusto, com’è giusto, rimarcare questo aspetto, anche da parte di chi non è stato particolarmente tenero in merito alle critiche, allora è altrettanto giusto sottolineare il fatto che sarebbe un peccato se dopo un tentativo del genere, il ripristino di una maggiore attenzione sulle questioni di merito venisse inficiato da interventi, come quello di ieri, che con le questioni di merito sembrano avere così poco, ma così poco a che fare.
Anche per questo quell’intervento ci sembra sbagliato e fuori luogo.
Si suggerisce al diplomatico americano la lettura de “Il ricatto dei mercati” di Lidia Undiemi e magari anche de “La maschera democratica dell’oligarchia” di Canfora e Gustavo Zagrebelsky.
Del resto se la questione e il timore dell’ambasciatore Phillips sono quelli della stabilità, la garanzia che non ci saranno dimissioni da parte del Presidente del Consiglio in caso di vittoria del NO, dovrebbe proprio garantire lui e gli Stati Uniti esattamente sulla questione che gli sta tanto a cuore.
Possono stare quindi tranquilli, non c’è niente da temere, credeteci.
Per quanto riguarda il Referendum sulla Riforma, e il suo contenuto, gli Stati Uniti possono stare ugualmente tranquilli, qualunque sia il risultato, anche nel caso di vittoria del NO, poiché tutt’al più le cose rimangono come sono appunto senza degenerare in alcun modo, e non mi sembra proprio che negli ultimi anni i governi si siano succeduti con la frequenza della Prima Repubblica.
Ma è giusto anche sottolineare che in Italia sta nascendo e si sta facendo lentamente strada una cultura politica (che in vero ha una sua tradizione) che pone l’accento sulla rappresentatività, una cultura che mette in dubbio il primato della governabilità, delle 'garanzie' (qualsiasi cosa significhi) e della stabilità del Governo, in favore della stabilità del Paese (concetto più ampio), ritenendo per altro che talvolta, la stabilità del Governo possa essere funzionale esattamente alla instabilità del Paese o esserne comunque una conseguenza (auspicata o non auspicata che sia). Chiediamoci infatti: a che pro’ un Governo stabile se la stabilità del Governo (dell’esecutivo) corrisponde alla instabilità sociale, all’aumento delle divergenze e al sostanziale peggioramento del Paese?
Che il caso possa sussistere lo vediamo bene proprio oggi che i dati sono tutti concordi nel sottolineare che il Paese è fermo sotto tutti i punti di vista, nonostante il Governo sia in auge da un tempo congruo a manifestare quell’esteriore stabilità che ci si richiede dai mercati e a fare le cose, a mantenere le promesse che, nella maggior parte dei casi non sono state mantenute.
Si sta diffondendo una cultura che ritiene che il Paese, la Nazione, non deve identificarsi col suo solo Governo (errore potenzialmente esiziale), Governo che in realtà rappresenta uno solo dei tantissimi aspetti di un Paese e di una Democrazia compiuta, peraltro numericamente marginale, ma deve identificarsi con tutto lo Stato, con tutte le istituzioni, con tutti gli organismi e organizzazioni politiche e sociali ma soprattutto col popolo, che la nostra Costituzione vuole come unico, solo e legittimo sovrano.
Meglio dunque la rappresentanza, il polso del paese, i suoi veri pensieri, le sue vere esigenze e aspirazioni, i suoi diritti e i suoi doveri, tra i quali il dovere costituzionale di rappresentare degnamente un popolo di 60 milioni di abitanti, degnamente! Meglio il rapporto di continuità tra cittadini e politica, che la Riforma guasterebbe.
Si sta sviluppando un cultura dello studio dei fenomeni politici attuali, della ricerca sul campo, una cultura che indaga e che scopre e prende in considerazione l’esistenza del c.d. papello Stato/Finanza, e che evidenzia come questo papello si sviluppi secondo sistemi di mimetismo e di false contrapposizioni, prosaicamente, secondo il modello e il paradigma chapliniano de “Il monello”, cosa che ci sembra di registrare anche nel caso Monte dei Paschi di Siena.
Del resto se l’esempio delle garanzie (qualsiasi cosa si intenda per garanzie) deve essere quello offerto degli Stati Uniti, si sappia almeno fin da subito che la perfezione non esiste e/o non è stata ancora sperimentata né applicata, nemmeno dagli Stati Uniti; si dica e si sappia che studiosi pongono seri dubbi sugli effetti positivi di una assenza di reale ricambio, che indicano gli USA non più e non tanto come una Democrazia, quanto piuttosto come una Oligarchia. Si ragiona sul fatto se per esempio il bipartitismo non si trasformi a lungo andare in una sorta di monopartitismo cui la stabilità conferirebbe quasi l’aspetto di una dittatura. Sono tutte questioni aperte e da risolvere ma che ci dicono che i problemi sono ovunque e che anche gli Stati Uniti hanno i propri. Ci sono ricerche che stanno indicando come la classe media americana sia sull’orlo del collasso e che né i Democratici né i Repubblicani sembrano particolarmente capaci (o intenzionati) a risollevarla; e altri studi ancora che evidenziano l’emergere di fenomeni prima estranei agli USA, come quelli che indicano come un numero sempre crescente di adolescenti negli Stati Uniti sono costrette alla prostituzione per potersi sfamare. Insomma, stabilità o non stabilità, cristallizzazione o dinamismo, garanzie (qualsiasi cosa significhi garanzie) o non garanzie, i problemi sono ovunque e, se questi sono i risultati della stabilità e della governabilità, Dio ci scampi e liberi! Ma forse è solo un caso…

Un’ultima osservazione. Vigeva già da tempo il sospetto che questa Riforma Costituzionale fosse pensata non in Italia ma altrove, a causa del fatto che era troppo autolesionistica con i diritti del popolo italiano (pensiamo per esempio al fatto che i cittadini non potrebbero più votare i senatori che sarebbero scelti dai consigli regionali tra la classe politica più discussa d’Italia, senatori pendolari e intercambiabili, da dopo lavoro regionale che – non votati ma nominati- manterrebbero peraltro la prerogativa di fare le riforme costituzionali), vigeva già da tempo questo sospetto poi indirettamente confessato da taluni promotori della stessa riforma (deforma) che hanno ammesso che si tratta di una scopiazzatura (scopiazzatura all’italiana, che prende cioè solo il peggio e tralascia il meglio) allegra e disinvolta del sistema americano. Beh, adesso si sono forse scoperti gli altarini…forse si fa più chiaro il luogo di formazione di questa Riforma.
Vi ricordate quando il Presidente del Consiglio è andato negli Stati Uniti e di fronte ad una platea di studenti universitari americani ha detto: <<Non vi deluderò!>>???
Adesso forse è più chiaro anche il significato di quella frase…
E se l’ambasciatore degli Stati Uniti è favorevole alla Riforma Costituzionale italiana, probabilmente non è per la questione della governabilità, che ci sarebbe comunque, ma perché la trovano funzionale ai propri scopi e ai propri interessi che non è detto che coincidano con quelli italiani, sono cioè favorevoli perché è pensata per favorire questi interessi e non la Democrazia italiana né il popolo italiano. Questa indebita e poco elegante intromissione in definitiva rivela esattamente le ragioni per cui è necessario votare NO: per difendere i NOSTRI interessi!
Abbiamo il dovere, ripeto, il dovere costituzionale, di perseguire i nostri interessi, di difendere i nostri interessi e i nostri diritti, chi vota sì, non fa i propri interessi ma quelli di qualcun altro, quelli di qualcun altro così bravo a fare i propri da non necessitare certo di aiuti così generosi. Tendenzialmente ed autolesionisticamente noi dimostriamo sempre al mondo di essere bravissimi a fare gli interessi degli altri, dobbiamo imparare a cambiare verso!
L'immagine che diamo al mondo facendo gli interessi degli altri e mai i propri è tale che chiunque potrà pensare di venire in Italia a spadroneggiare e fare quel che vuole.
E' arrivato il momento di cambiare verso e il verso lo si cambia se vince il NO!

A proposito di ambasciatori poi, si dice che l’orgoglio sia il principale ambasciatore del diavolo, ma c’è un giusto orgoglio di cui si dice invece che sia il principale ambasciatore di Dio. Io credo che in questo caso si debba reagire anche con un po’ di orgoglio (se non ora quando?!) perché non v’è dubbio alcuno che siamo nel secondo caso e non nel primo, siamo cioè nel caso in cui questo orgoglio è il giusto orgoglio, quel caso cioè che fa di questo orgoglio il principale ambasciatore di Dio!
Non dobbiamo avere dunque paura di usare questo orgoglio, anzi!
No alle ingerenze quindi, NO alle intromissioni e…
…in ogni caso, anche per protesta contro queste ingerenze, armato di questo orgoglio che è il principale ambasciatore di Dio, IO VOTO NO!!!


mercoledì 7 settembre 2016

Vota NO e cambia l'Ue in meglio!!!

Dopo una breve parentesi concorsuale riprendo a scrivere sulle ragioni del NO al Referendum Costituzionale, ragioni con cui questo Diario si schiera convintamente.
Vorrei ripartire con un enunciato sintetico: Se vince il sì l’Italia cambia in peggio, se vince il NO l’Europa cambia in meglio!!!
E’ proprio il miglioramento dell’Ue ciò di cui abbiamo bisogno, sono in molti dopo la Brexit a dirlo, ma dirlo non basta serve qualcosa di concreto.
Questo Diario fa parte di coloro che lo dicono già da prima (da vari anni) ma che purtroppo rimangono inascoltati. Se fossimo stati ascoltati fin da subito, forse la Brexit non ci sarebbe stata.
Non basta dirlo quindi, occorre fare qualcosa, ma passato il momento iniziale il proposito espresso all’indomani dell’uscita della Gran Bretagna dall’Ue è dimenticato. Infatti si continua a fare orecchie da mercante e ad essere adiacenti a politiche impositive, che spesso, spessissimo vanno in una direzione contraria agli interessi dell’Italia, con votazioni (già rapidissime nota bene) dei parlamentari nazionali che ratificano ciò che si decide in Europa a danno del nostro Paese, dei suoi interessi e delle sue colture.
Non basta dirlo quindi, occorre essere coerenti con quanto detto, ma passato il momento emotivo iniziale, l'impatto dell'uscita dall'Ue, passati gli enunciati iniziali, tutto rimane come prima e si tende anzi a rafforzare l’Ue dei burocrati lontani e indifferenti ai problemi reali e concreti dei cittadini, alle sofferenze delle popolazioni, riproponendo gli stessi errori che hanno fatto decidere i britannici per l'uscita. Anche questa Riforma Costituzionale va esattamente in questa direzione, quella di rafforzare l'autoritarismo europeo e con esso la capacità di penetrazione dei burocrati europei nella nostra Nazione.
Ora, col Referendum Costituzionale abbiamo proprio l’occasione d’oro per fare sentire la nostra voce, per dire con forza ma in modo pacifico e democratico NO; per dire che stiamo dalla parte dei diritti e della rappresentatività sia in Italia sia in Europa e non dalla parte di chi li toglie (vedi per esempio come la riforma toglie il diritto di voto per il Senato!) e di chi vuole rafforzare uno status quo che è fatto dell’egemonia delle istituzioni europee a danno di quelle nazionali (vedi ancora come la riforma trasforma il Senato in un ispettorato della Troika);
abbiamo l’occasione per dire NO all’assenza di Democrazia e rappresentatività sia in Italia sia in Europa! Non perdiamo questa occasione!
Abbiamo l’occasione per dare all’Ue nuovi paradigmi su cui rifondare se stessa, quelli che sono rappresentati dai contenuti sublimi della nostra Costituzione, purché non venga stravolta.
Ma se voti sì indebolisci il Paese e lo getti nelle mani della burocrazia europea;
se voti sì è vero che cambi il Paese, ma purtroppo lo cambi in peggio, e di peggio in peggio, al peggio non c’è mai fine (vedi ancora per esempio come i senatori che non potrai più eleggere potranno decidere le prossime riforme costituzionali)!
Se voti NO invece cambi addirittura l’Europa e la cambi in meglio!
Entra nella storia, VOTA NO E CAMBIA L'EUROPA IN MEGLIO!!!