Che
espressione usare? Bail-in o salvataggio interno?
Qualsiasi sia la propensione personale di ognuno nel rispondere a
questa domanda su una questione è importante che non ci siano fraintendimenti
di sorta: ognuno è libero di usare le espressioni che ritiene opportune, quelle
che ritiene di dovere o voler usare. E’ la libertà di espressione! Che diamine!
Se qualcuno vuole usare una espressione cinese deve poterla usare; se
invece questo qualcuno vuole usare una espressione inglese deve pure poterla
usare; se vuole usare una espressione russa deve poterlo fare; nel caso voglia
usare una espressione italiana deve poterla usare ugualmente. La libertà di
espressione prima di tutto! Il rispetto della libertà di espressione si colloca
a monte.
Ciò premesso
che cosa dovrebbe indurre qualcuno a preferire una espressione invece di
un’altra?
Molte cose probabilmente e tra queste potremmo annoverarvi, presumo,
il livello di comunicabilità del concetto che si vorrebbe esprimere.
E il livello di comunicabilità come dovrebbe essere calcolato? Forse
in molti modi e attraverso vari parametri ma penso di non sbagliare di molto se
dico che uno di questi parametri probabilmente potrebbe consistere nella
comprensibilità del concetto che si desidera esprimere, per raggiungere il maggior numero
possibile di persone. Molte cose oggi si basano su questo parametro, anche la
politica, fino alle politiche governative: quello che si vuol far comprendere
(che sia giusto o sbagliato, che sia vero o falso) implica la scelta di un
veicolo, e il veicolo che si usa per farlo comprendere, e il messaggio che si
vuol lanciare nella sua stessa strutturazione, si cerca di destinarlo al maggior
numero di persone possibile!
Su questo si basa la c.d. anima del commercio, la pubblicità! Voglio
vendere qualcosa? Lo faccio sapere al maggior numero di persone possibile! Che
poi la politica con questo si avvicini al commercio è un aspetto su cui sarebbe
interessante ragionare ma che ci porterebbe troppo lontano dalla questione che
vorremmo affrontare qui.
E quindi, un’opera di informazione e di emancipazione funziona meglio
quando raggiunge un maggiore o un minor numero di persone? E’ presumibile
sospettare, ovviamente, che funzioni meglio quando raggiunge il maggior numero
di persone.
Naturalmente può anche darsi che tra intenditori sia più comoda
un’espressione più veloce come bail-in,
ma sono sinceramente persuaso che l’espressione salvataggio interno (o dall’interno) sia più capace di raggiungere
un maggior numero di persone, cioè che un maggior numero di persone sia in
grado di comprendere (dico, anche semplicemente comprendere) ciò di cui si sta
parlando, perché certi argomenti sono difficili, ostici e, se è vero che un’opera di emancipazione si basa anche sui numeri,
sulla quantità (sul numero di cittadini che raggiunge), oltre che sulla qualità forse l'espressione salvataggio interno potrebbe rivelarsi più adatta di bail-in al
raggiungimento dello scopo che ci si è prefissati, o forse no, dipende, ci si dovrebbe ragionare. Chi dunque desideri
comunicare col popolo italiano avrebbe la possibilità di meditare sulle
maggiori opportunità di comprensione date al proprio auditorio dall’adozione di
espressioni in lingua italiana.
Del resto il liberismo selvaggio che, a detta di molti, sembra essere alla scaturigine
dei tanti malesseri che stiamo vivendo, salvataggio
bancario interno compreso, sembra avere una matrice culturale del tutto
simile o comune affine a quella da cui giunge la lingua con la quale si tende in
genere a designare ogni espressione legata ai tecnicismi, economici e non. E la
cosa potrebbe non essere casuale. Occorrerebbe una indagine scientifica ed
accurata per scoprirlo…
Ma se una questione di lessico arriva a manifestarsi nella società probabilmente
delle ragioni, forse delle ragioni profonde, qualunque esse siano, vi sono e la
cosa perlomeno è significativa da un punto di vista sociologico se non
prettamente linguistico.
Inoltre queste ragioni potrebbero essere strettamente in sintonia con
quelle che si additano come cause o concause della situazione di
disinformazione rispetto alle questioni economiche ed economico-finanziarie
legate ai processi di trasformazione attualmente in corso dei quali si dice che
siano inintelligibili ai più (Roberto Scarpinato. L’inintelligibilità è dunque
funzionale alle dinamiche in atto e l’incomprensibilità dei più alle
espressioni tecniche è funzionale all’inintelligibilità. Si avvertono quindi
dei legami tra le due cose.
In ogni caso la questione del lessico non può non tenere conto della
libertà di espressione, che esiste per entrambi gli schieramenti, sia per chi
predilige espressioni italiane sia per chi predilige espressioni non italiane.
Personalmente ribadisco un concetto: sono veramente e sinceramente
persuaso che le espressioni non in lingua
italiana (prevalgono come sappiamo quelle in lingua inglese) destinate al
popolo italiano, deprimano in maniera più che consistente il livello di
comprensione delle cose che vorrebbero o dovrebbero spiegare!
E questo, secondo il mio modestissimo parere, non fa bene
all’emancipazione del popolo e non fa bene neanche alla nostra cultura!
Per un politico esprimersi al meglio, farsi comprendere, dovrebbe
costituire un dovere istituzionale, ma per un divulgatore sia esso scientifico,
economico o di qualsiasi altra branca dello scibile, non sussiste questo dovere
istituzionale, benché potremmo augurarci che possa stargli a cuore la
comunicabilità dei concetti che esprime, anche al costo di abbandonare per
qualche istante, temporaneamente magari, un lessico più familiare.
Quanto alla risposta relativa alla domanda iniziale (quale espressione
scegliere?), beh, ognuno usi l’espressione che vuole e siccome tra questi vi
sono anch’io, che non negherò certo a me stesso il diritto che la Costituzione
concede e a me e agli altri e che quindi naturalmente rispetto negli altri, cioè
la libertà di espressione, dichiaro di preferire di gran lunga le espressioni salvataggio interno, salvataggio bancario interno o salvataggio bancario dall’interno.
Ora, il
concetto di confisca è più offuscato
dall’espressione salvataggio interno
o dall’espressione bail-in?
Forse sono
entrambe espressioni suscettibili di offuscarlo allo stesso modo, quindi,
potremmo rispondere: da entrambe!
E qualora scegliessi di usare l’espressione salvataggio interno, e dovessi specificare, che la sto usando per
riflessioni e commenti relativi alla sfera economico-finanziaria,
contestualmente specificherò anche che essa è una espressione tendenzialmente e
leggermente (o massimamente) impropria, che addirittura tende, come ci viene
suggerito, ad offuscare una certa realtà, e che essa è presumibilmente usata in
luogo di confisca.
Non dovrebbe essere del tutto impossibile né controproducente spendere
del tempo per questo.
In conclusione quindi, vorrei semplicemente suggerire di considerare
il fatto che può benissimo darsi che spendere tempo per spiegare il significato
delle parole, per tradurle, per renderle comprensibili, anche quando sembra che
rappresenti una perdita di tempo, in realtà potrebbe rivelarsi non tanto una
perdita quanto un guadagno di tempo e probabilmente anche un guadagno di
pubblico.
Dunque, che espressione usare?
Quella che uno vuole, dipende dai gusti…e dipende dai fini!