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venerdì 31 luglio 2015

Ancora sull'art.3

"E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."


Questa è la seconda parte del'art.3 della Costituizione della Repubblica Italiana (abbiamo visto nel precedente articolo la prima parte). Sappiamo quindi qual'è il compito della Repubblica. Questo compito è un dovere imprescindibile di ogni funzionario dello Stato a qualunque livello si esprima la sua funzione statale. Anche i professori sono funzionari dello stato e lo rappresentanto e devono attenersi a questo articolo. Lo sviluppo della persona umana è per altro uno dei compiti specifici della funzione docente, uno degli obblighi nei confronti del discente. Non esistono eccezioni a questo articolo; non esistono situazione nelle quali è possibile scavalcare l'applicazione dello stesso, la sua applicazione non è a discrezione di chi esercita una relativa autorità sulle varie situazioni di carattere sociale e lavorativo. Esso è un obbligo, senza deroghe e senza eccezioni! Prima lo comprendiamo e megli è!
Cosa potremmo aspettarci dal calpestamento di questo articolo?
Chi contravviene a tale articolo, tradisce di fatto la Repubblica!!!
Se si semina così, cosa potremmo attenderci dal futuro?
Pensiamoci...

giovedì 30 luglio 2015

Gli esempi che distruggono la Costituzione

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."

Questa è la prima parte dell'art.3 dell nostra Costituzione della Repubblica Italiana, forse l'articolo maggiormente dimenticato nel quotidiano di ognuno di noi, a tutti i livelli.
Non devono esserci distinzioni di alcun genere tra cittadini e cittadini, eppure sembra talvolta che certe decisioni siano prese esattamente in contrasto con questo articolo, e particolatmente in contrasto alla libertà di opinioni politiche e religiose, quasi a scopo punitivo! L'ingiustizia regna sovrana!
La Costituzione Italiana è un gioiello che non è apprezzato come tale, e chiunque rinunci alla validità degli articoli che la costituiscono e insegnano con l'esempio a fare altrettanto, ne distruggono i principii innanzitutto a livello interiore e conseguentemente anche esteriore, contribuendo così al disfacimento della maggiore conquista italiana di sempre!!!


lunedì 27 luglio 2015

Ancora gli stessi dogmi e le stesse superstizioni di sempre!

Ancora dogmi e superstizioni, sempre gli stessi da anni e anni… Dogmi e superstizioni che se fossero innocui si potrebbero forse anche ben sopportare e tollerare. Purtroppo però non sembrano essere innocui, sono quelli che hanno infatti contribuito a smantellare il sistema industriale italiano nel silenzio assenso di una classe politica non troppo attenta, e sembra clamoroso non essersene accorti per tempo o stentare a rendersene conto ancora oggi. Non ci si smuove da lì, e sembra francamente incredibile!
Con le ultime politiche sembrava che un vento di rinnovamento fosse finalmente giunto a cambiare questa tendenza, la più disastrosa per il nostro Paese, invece i giochi di palazzo (da consumato gattopardo) hanno prodotto il cambiamento che lascia le cose immutate e che anzi le peggiora. La svendita di aziende nazionali importanti della sfera di Finmeccanica è lì a dimostrarlo in maniera inequivocabile, lapalissiana.
E come ci si pone al riguardo?
Si continua ancora col solito dogmatismo, col solito schematismo riduttivo, col solito parlare per enunciati pubblicitari, recentemente per esempio si  sono potute ascoltare opinoini secondo le quali Tsipras essendo un marxista, ha interrotto le privatizzazioni e rinunciato così a miliardi di euro di introiti. A queste dichiarazioni dogmatiche da anni Ottanta vorrei opporre l’opinione di Vladimiro Giacché a proposito di privatizzazioni, con particolare riferimento alla Grecia:
“Quando si deve vendere per forza il prezzo lo fa chi compra e oggi è difficile trovare compratori a prezzi non di saldo. Inoltre, quando lo stato vende aziende profittevoli, si priva per sempre dei relativi introiti.”
Vladimiro Giacché, Il Fatto Quotidiano, 2 agosto 2011 (notare il 2011)
Lo faccio notare (il 2011!) anche perché la data era tale da consentire per tempo una seria autocritica e una rivisitazione (o per meglio dire abbandono) delle politiche di deindustrializzazione che invece sono continuate a oltranza con il nuovo governo filotedesco, acquiescente e taciturno rispetto allo smantellamento del sistema Italia! Eravamo ancora a tempo a impedire l’accesso al potere del nuovo smantellatore e de-industrializzatore per altro non eletto dai cittadini.
Inoltre volevo fare notare che l’opinione di Giacché è un’opinione neutra, di buon senso e non marxista, come ogni pensatore intellettualmente onesto saprebbe facilmente riconoscere. Si potrebbe ancora aggiungere, sullo stesso tenore di quanto detto e riportato sopra, che quando vendi un’azienda, le politiche aziendali le fa colui al quale hai venduto, e quindi anche le politiche di occupazione, o di disoccupazione o magari l’eventuale delocalizzazione o smantellamento dell’azienda stessa se magari l’acquirente è un acquirente estero che ha nel proprio Paese una azienda analoga di cui quella recentemente acquistata è concorrente! Oltretutto se ti privi di una azienda rinunciando a tutto quanto espresso qui sopra ti rendi ricattabile quando si tratta di fare scelte politiche e quando si tratta di legiferare o di prendere altre decisioni, poiché se non piacciono all’acquirente, lo stesso può minacciare delocalizzazioni, licenziamenti o smantellamenti, arrivando di fatto ad esercitare il potere di ricatto se non addirittura di veto, e tutto questo in modo direttamente proporzionale all’importanza dell’acquisto fatto. Se sei quindi un politico che ci tiene alla carriera, come quasi tutti i politici, e se vuoi le tabelle in positivo, in questo clima da campagna elettorale permanente, sei costretto a dargli retta. I ricercatori di ricattabilità aspirano a questo e i dogmi e le superstizioni, sempre le solite, sempre le stesse, rafforzano i ricercatori di ricattabilità, che oggi purtroppo hanno gioco facile.
In televisione vanno di nuovo prepotentemente in scena tutti quei dogmi e quelle superstizioni di cui abbiamo un disperato, assoluto bisogno di liberarci!
Così al mantra “dobbiamo privatizzare per essere competitivi”; o a quello “dobbiamo privatizzare per ridurre il debito pubblico”, dovremmo oppore il mantra veramente virtuoso di Giacché quello che dice che quando ”si deve vendere per forza (o privatizzare per forza, parentesi mia), il prezzo lo fa chi compra e oggi è difficile trovare compratori a prezzi non di saldo."
Dovremmo saper opporre altri mantra virtuosi, se vogliamo veramente una rivoluzione culturale (che è possibile ma non scontata), e saper citare al momento opportuno, ricorrendo sempre a Giacché in questo caso che "quando lo stato vende aziende profittevoli, si priva per sempre dei relativi introiti.”  
Così alla Grecia vorrei dire di non cedere al ricatto delle privatizzazioni, per le ragioni qui sopra espresse, per non privarsi per sempre dei relativi introiti e della possibilità di dettare le politiche economiche e aziendali!
Per quanto riguarda l’Italia ciò che si può dire è che, fatta salva qualche eccezione, o cominciano a circolare opinioni di tenore diverso nel panorama mediatico oppure il popolo sarà condannato all’ignoranza, ad istupidirsi progressivamente sempre più e a ripetere come un mantra non virtuoso cioè un puro e semplice tormentone istupidente i soliti dogmi e le solite superstizioni, sempre le solite, sempre le stesse. E a chi cerca di togliere dal panorama mediatico quelle rare opinioni in controtendenza vorri dire: dietrofront!
Altrimenti dovremmo assistere ancora per altri venti anni all'andare in scena degli stessi dogmi e delle stesse superstizioni, quelle che labergano nel mondo finanziario o politico-finanziario (poiché fanno la fortuna dei pochi a danno dei molti), quelle che stanno creando problemi a non finire, danni incalcolabili a livello sociale, fratture, sucidi di imprenditori, disperazione diffusa, quelle che stanno impoverendo il Paese, quelle solite di sempre, trite e ritrite, sempre le solite, sempre le stesse...


domenica 26 luglio 2015

Questioni di mantra?

Se passa il concetto secondo il quale un gruppo finanziario internazionale in nome di un credito rispetto ad uno Stato assume il diritto di decidere le riforme dello stesso Stato sovrano, qua si va ad incentivare un poco virtuoso metodo che potremmo definire dell'indebitamento programmato. Infatti il concetto che passa e che viene implicitamente avallato è che indebitare dà potere! Lo stesso gruppo infatti sarà tentato di fomentare politiche che indebitino lo Stato in questione (come resistere a una tale tentazione?), qualunque esso sia, politiche che lo indeboliscano e lo rendano ricattabile a tal punto, da cedere a qualsiai richiesta. Sarà tentato di fare questo piuttosto che di aiutarlo ad emergere dalla crisi. Infatti la crisi offre la possibilità di invadere politicamente quegli spazi, la sua soluzione no!
Per questo è giusto chiedersi se le politiche adottate fino a questo momento, per esempio in Grecia, siano state politiche adatte a risolvere i problemi della stessa Grecia, oppure no!
E' giusto o non è giusto chiederci se è legittimo sospettare che certe politiche di riforme possano essere pensate non tanto per il bene di un Paese, quanto piuttosto per renderlo ricattabile ad oltranza!
Così, indipendentemente dagli esiti più recenti delle vicende politiche in Grecia, quello che emerge in modo assolutamente chiaro dalle battaglie democratiche che in questi giorni lì vi si sono condotte e vi si sono combattute, è che c'è un punto centrale su cui porre l'attenzione e in sintesi questo punto può essere espresso da una domanda:
é giusto e legittimo consentire ad un'organizzazione finanziaria di decidere le politiche interne di uno Stato sovrano, oltrepassando qualsiasi legittimazione democratica e scavalcando gli organismi interni dello stesso, quelli democraticamente eletti e preposti a rappresentare il popolo e a prendere decisioni?
E ancora: tutto questo è giusto ed è legittimabile in nome di un credito che si vanta su quello Stato?
Occorrerebbe spendere molto più tempo a discutere di queste questioni, a sviscerarle in ogni dettaglio, per capire bene la situazione e formarsi una opinione certa.
Ma io credo che su tali questioni nessuno si sia espresso fino ad oggi con tanta chiarezza quanto quella attraverso cui si è espressa la Dott.ssa Lidia Unidemi, che cito da Omnibus del 30 giugno 2015 e che sottolineerei tre volte:

"Qua è in gioco la sopravvivenza della Democrazia nei Paesi dell'eurozona. [...]Se pensiamo che dei creditori, in nome della restituzione di un prestito, possano di fatto sostituirsi a un governo democraticamente eletto [...], e possano quindi decidere le riforme per il popolo (che sono state le disastrose politiche di austerità) allora dico che ancor prima di parlare di soldi, affrontiamo la questione centrale, cioè, che attraverso gli interventi della troika, in qualità di organizzazione finanziaria internazionale, si sta cercando di delegittimare un governo democraticamente eletto, per imporre delle riforme che non passano attraverso il sistema democratico interno"

Questo è il punto esattamente centrale!!! In mezzo a tanti proclami, a tanti mantra che ci vengono propinati (da ce lo chiede l'Europa a ce lo chiedono i mercati, ecc.ecc.) a tanti dogmi e a tante supersitizioni, in mezzo a tente opinioni che vengono spacciate per verità assolute (soprattutto in campo economico!) ma che in effetti poi sono solo opinioni, credo che sia bene oppore un'altra visione che è quella espressa con grande chiarezza qua sopra. Di fronta a tanti mantra (ma sempre più o meno gli stessi) è bene impararne altri, maggiormente evoluti, magari imparandoli a mente, per sostituirli gradualmente agli altri.
Quando una questione è così chiaramente espressa, ed è così centrale, vale la pena di impararla alla lettera, e di opporla, quando capita, alle questioni che trattano tali argomenti. Solo così si potrà diffondere una nuova coscienza sociale condivisa e di carattere europeo. Così non credo che me ne vorrà la Dott.ssa Lidia Undiemi se invito tutti ad imparare il significato, di quanto espresso sopra, ma contestualmente anche il significante, che è così bene strutturato, cioè il sistema di segni e di parole usati per esprimere quel significato, anche imparandolo a mente. I mantra sono potenti ma alcuni non sono virtusi né veritieri. Altri sì. Occorre sostituire a quelli meno virtusi, mantra che lo sono maggiormente o, come in questo caso, che lo sono del tutto! A volte un mantra lo si sostituisce solo con un altro mantra!


Propedeutica: cos'è un mantra?

Cos'è un mantra?
Mantra innanzitutto è parola sanscrita, come molti, ma forse non tutti, sanno. E' una sorta di formula o preghiera ripetitiva, che trae dalla ripetizione ritmica e incessante, la sua forza espressiva e spirituale.
E' legata alla sfera della spiritualità e può essere considerato un mezzo, un veicolo attraverso cui elevare preghiere, intenzioni e speranze, nonché lo spirito stesso. Nasce in India e si nutre di tutto quel clima mistico e religioso, profondamente spirituale, che l'India sa esprimere.
Ma oggi lo si usa con accezione popolare, e leggermente modificata, slegandolo dal senso religiso ed assimilandolo al significato di tormentone.
 
Staccandoci da questo discorso ed affrontando il tema del linguaggio nel suo complesso, ma direi nella sua genericità, si registra l'esistenza di una tendenza (sedicente esoterica) che vorrebbe attribuire ai nomi e al linguaggio significati diversi da quelli essoterici, cioè esteriori. E' una tendenza che offere purtroppo infiniti spunti alle letture sintomali,e ad interpretazioni false e tendenziose.
Ciò che io scrivo deve sempre essere letto in modo semplice, esteriore, essoterico e non esoterico. Non ci sono mai messaggi nascosti e chi adduce una tale opinione non attesta il vero o spera di modificare il senso di ciò che dico.
In questo senso, l'unica vera formula con la quale si devono leggere i miei scritti, è quella della semplicità!
Così, nella parola mantra non è contenuto se non il significato di mantra, e non altro!

lunedì 6 luglio 2015

In Grecia vince il NO e il sole sorge lo stesso!

Sorge di nuovo il sole sulla piana di Maratona. Tra i seimila corpi esanimi dei persiani, centonovantadue corpi di opliti greci giacciono al suolo. Pure in inferiorità numerica i diecimila hanno sconfitto l’invasore che ha avuto almeno il coraggio di presentarsi di persona sul campo di battaglia. Quando lo scontro è duro ma leale e rispetta almeno certe norme e convenzioni di guerra si ha almeno l’opportunità di reagire con i mezzi opportuni e di misurarsi sul campo, con lealtà. Ma i diecimila suicidi greci dell’austerità quale opportunità hanno avuto di misurarsi sul campo? Nessuna! E certo possiamo chiederci se siano vittime di un qualche presunto nemico. Infatti una conseguenza come questa salta agli occhi, e da una conseguenza, da un effetto, si inferisce l’esistenza di una causa. Ci sarà pure una causa allo stillicidio di un esercito ancorché mai formato, ma tale nei numeri, un esercito di diecimila persone che non sapendo dove dirigere lo sguardo, verso quale interlocutore muoversi o eventualmente verso quale nemico combattere, hanno preferito il suicidio?!
Sono questioni francamente molto grosse, forse troppo grosse, molto drammatiche di cui non vorremmo mai occuparci…preferiremmo infatti parlare di solidarietà! Ma chiediamoci in tutta onestà: un simile grido, obiettivamente, poteva forse rimanere inascoltato? Sono certo che con onestà intellettuale ci si debba disporre a riconoscere che non poteva non essere ascolto. Forse il nemico a volte è in noi, forse il nemico è l’incomprensione, forse è la depressione, chissà, è difficile rispondere. Certo è che la violenza si evolve anch’essa e studia modi per non essere identificata, per dissimulare la presenza di se stessa. Questa purtroppo è la nuova frontiera della violenza e dobbiamo imparare a comprendere appunto che la violenza come tutte le cose si evolve. Abbiamo gli strumenti per dire NO alla violenza, così ci viene insegnato, ma vi è sempre la tentazione di cedere ad essa, vuoi per una ragione vuoi per un'altra. Abbiamo forse – e se non li abbiamo dobbiamo cominciare a fabbricarli – i mezzi per riconoscerla, identificarla, smascherarla anche quando cerca di celarsi. E' una specie di dovere o di necessità probabilmente...

Intanto in Grecia vince il NO e il sole sorge lo stesso. Gli spauracchi non sono serviti, e forse insieme al sole sorge anche un nuovo Milziade!!!