Per le tecniche miste su carta o altre tecniche che compaiono in questo Diario Elettronico firmate a nome Alessio, tutti i diritti sono riservati.







giovedì 29 dicembre 2011

Letture sintomali, esistono rimedi?

Dunque 'io non sono il mio blog', e talvolta merita esplicitare realtà apparentemente semplici o date per scontate, come l' affermazione virgolettata qui sopra, di cui abbiamo trattato in data 19-12-2011.
Altre volte, invece, merita rendere esplicite alcune altre realtà anche se più complesse, come quelle, per esempio, inerenti alcuni aspetti relativi al potenziale comunicativo delle immagini, non foss' altro che per mettere in chiaro alcune cose che ritengo importanti, perlomeno dal mio punto di vista.
Certo, la complessità di certe realtà non rende facile la loro spiegazione, ed io mi guardo bene dall'affermare di poter essere esaustivo a tale proposito. Ma sento doveroso il doverci provare, anche se il rischio è di non riuscire e quindi di dare comunque l'impressione, nonostante l'intenzione, ancora di un eccessivo ermetismo. Lo sento come un dovere, anche perchè, certe spiegazioni sono, talvolta, l'unico rimedio che conosco ad un uso potenzialmente improprio della comunicazione, l'unico sistema per scongiure questo uso improprio.
Così, relativamente alle immagini che deciderò di far comparire in questo blog ma anche ai testi, con le loro lettere e i loro numeri, la loro punteggiatura ecc. dichiaro ed esplicito quanto segue:

Ogni presunto messaggio subliminale si voglia attribuire alla mia intenzione, anche e soprattutto se derivante da una lettura sintomale, cioè da una lettura tendenziosa che presuma di leggere particolari o totalità di immagini, parole, numeri e quant'altro, come se fossero il sintomo di una ideologia, di una intenzione ecc. è da ritenersi destituito di ogni fondamento, e pertanto è da ritenersi, altresì, unicamente frutto e responsabilità di chi legge in modo tendenzioso e sintomale, non mia!



Paesaggio surreale
tecnica mista su carta, 2011

lunedì 19 dicembre 2011

L'importanza che talvolta assume l'esplicitare

Io non sono il mio blog!
Che cosa significa questo, che prendo le distanze dal mio stesso blog?
Certamente no, ed anzi mi assumo la responsabilità di ogni frase 'mia' che vi comparirà.
Tuttavia questa frase iniziale, semplice e comprensibile, trova un suo senso nell'esplicitare una realtà che è altrettanto semplice e comprensibile, è vero, ma non per questo superficiale: la realtà che mi vede, appunto, essere altro dal mio blog!
Sembrerebbe una realtà così evidente da ritenere superfluo il doverla esprimere, il doverla esplicitare, ed invece ritengo che la sua espicitazione sia importante. E credo che lo sia soprattutto in considerazione del fatto che viviamo in un mondo che, in virtù dei  mezzi di informazione di cui dispone, tende, quasi inevitabilmente, a creare associazioni simboliche spesso semplicistiche o tendenti a semplificare una realtà che, anzi, al contrario, è complessa. Se da un lato il processo di semplificazione della realtà è doveroso, dall'altro porta ad impoverire  la realtà stessa, o meglio, ad impoverirne la rappresentazione.
La semplicità facilita la comprensibilità al prezzo di una diminuzione di aderenza alla realtà. Forse oggi troppo spesso si assiste ad una diminuzione di significato e di aderenza alla realtà quando ci si trova a doverla rappresentare e allora, probabilmente, bisognerebbe proprio partire dal recupero di ciò che viene scartato e rovistare lì con attenzione.
Ecco che , dunque, la mia prima frase assume almeno due significati:
1) che io non sono il mio blog; in un contesto, quello della realtà contemporanea, nel quale è molto forte la tendenza ad identificarsi inscindibilmente con ciò che personalmente si produce;
2)  che se vogliamo recuperare il senso di aderenza alla realtà dobbiamo, forse, cercare tra gli scarti di significato o perlomeno, nei limiti del possibile, cercare di non produrne.
Il problema è che spesso non è possibile, ed è anche per questo che è difficile assumersi il proposito espresso al secondo punto. Il linguaggio ha le sue regole che non è possibile eludere. Ma è meno difficile, invece, affermare una realtà, soprattutto se semplice, e che tuttavia si ritiene possa passare inosservata o essere sottovalutata, se non debitamente esplicitata. E' questo che ho fatto!