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martedì 19 agosto 2014

Della DEFLAZIONE

Si parlava già di trappola deflazionistica nel 2012, qualcuno se lo ricorda? A quanto pare però, quelle parole sono cadute nel vuoto, sono rimaste inascoltate e adesso che la deflazione è arrivata tutti si stupiscono o fanno finta di stupirsi.
Prevenire è meglio che curare, dice un vecchio adagio e tuttavia questo vecchio adagio è sempre meno ascoltato, sempre meno di moda, purtroppo...
Ma cos'è la deflazione?
Molto stringatamente, la deflazione è il sintomo di un malessere che porta al calo dei prezzi.
Ma quello che deve essere compreso in modo chiaro fin da subito, è che si tratta appunto di un sintomo cioè di un effetto e non della causa, non del male. La causa sta altrove e deve essere vista, quella sì, come la malattia.
Curare il sintomo non serve.
Nella fattispecie è il sintomo del fatto che non c'è domanda di beni di consumo.
E' dunque fisiologico che chi vuole venderli abbassi il prezzo.
In una qualsiasi contrattazione di compravendita è naturale arrivare ad un abbassamento dei prezzi se l'acquirente non acquista, non è quindi questo in sé e per sé che deve preoccupare, quanto piuttosto ciò che vi sta a monte, appunto. E a monte c'è innanzitutto la disoccupazione, le riforme sbagliate, l'austerità!
Se con l'abbassamento dei prezzi dovesse riprendere anche l'acquisto dei beni di consumo, il riflesso di ciò starebbe nel susseguente aumento degli acquisti, che poi porterebbe in modo del tutto naturale di nuovo ad un innalzamento degli stessi, certo non nell'immediato probabilmente.
Questo è il libero mercato e queste sono le leggi del mercato.
Rimane dunque tutto da interpretare l'appello alla BCE perché faccia qualcosa per aumentare l'inflazione. Dipende infatti da che cosa!
Se questo significa che si deve agire arbitrariamente sul sintomo per innalzare i prezzi agendo magari al di fuori del proprio mandato, significa che si va a turbare il libero mercato il quale se lasciato libero di svilupparsi secondo le proprie dinamiche fisiologiche troverebbe da solo lo sbocco naturale, come sopra descritto.
Naturlamente agire sulle cause che stanno a monte va benissimo, ma in questo senso verebbe da chiedersi, perché è stata ignorata un paio di anni fa la segnalazione circostanziata secondo la quale le politiche comunitarie stavano producendo una 'trappola deflazionistica'?
Non era meglio prevenire?
Intanto la deflazione preoccupa perché nell'immediato significa che ci saranno meno ricavi,  meno liquidità da reinvestire, quindi probabilmente meno produzione in generale, meno occupazione, e si paventa la famosa spirale deflazionistica.
Ma nel medio periodo potrebbe anche voler dire, recupero del volume degli acquisti, ed innesco del processo virtuoso, in modo naturale. Dipende quindi...
Le opinioni sono molte e non tutte dello stesso tenore, neanche tra i keynesiani c'è univocità di vedute, e le opinioni non sono tutte conciliabili così facilmente.
Il fatto è che dopo tante promesse l'Italia è ferma, immobile e sembra vivere di soli spot pubblicitari, di una sorta di campagna elettorale permanente.
E naturalmente c'è chi, in questa campagna elettorale permanente, suggerisce la frase giusta da dire al momento giusto; c'è chi suggerisce di dire a chi ci governa ( pardon, a chi legifera invece di governare ) che per esempio il rapporto che sussiste tra il debito e il PIL scenderà per via del fatto che ci sarà un aumento del denominatore.
Una bella frase da intenditore, non c'è che dire, ma che lascia il tempo che trova. Tantopiù che secondo certi economisti con una crescita reale sostanzialmente ferma e la deflazione in corso, la via del denominatore crescente resta per il momento ( forse per tutto quest'anno) non praticabile.
E allora ecco che si fanno avanti gli amici e gli amici degli amici ( gli amici del pensiero unico sull'Europa) al suono dell'arrivano i nostri, che trovano nuovi parametri per alzare il PIL, cioè il denominatore!
Se il PIL non aumenta in modo virtuoso e fisiologico per politiche economiche giuste, ci si inventano nuovi parametri per alzarlo, per così dire, per decreto!
Ed i nuovi parametri includerebbero nientemeno che il contrabbando di sigarette, la prostituzione, lo spaccio delle droghe, e chissà cos'altro! Questo include il nuovo  "Sistema europeo di calcolo economico complessivo".
E c'è già chi sta dicendo che non bisogna farne una questione morale, che dobbiamo essere realistici.
Suvvia, e' siamo moderni, e' siamo jovani, e' siamo veloci ( non solo in Toscana evidentemente ), o che si po' perde' tempo chon la morale che l'è robba vecchia e stantia?!
Personalmente penso, per quanto indegnamente, essendo un miserrimo peccatore, che le questioni morali,( non il moralismo!) siano sempre pertinenti nelle questioni politiche e che debbano essere necessariamente incluse in una valutazione generale sulle verie tematiche politiche, economiche e sociali, sempre!
Non solo ma le valutazioni di ambito etico e morale sono sempre e comunque interessanti a prescindere, apparofondiscono la portata del discorso, lo rendono più dignitoso, di più alto spessore.
Ma se, nonostante queste opinioni ( che non sono soltanto le mie ), venissimo incontro a chi, limitando la portata del discorso morale, pretenderebbe con questo di essere più moderno e realistico, le obiezioni che si potrebbero muovere a questo sistema di valutazione sarebbero comunque molte.
E' noto per esempio che non è così scontato ricevere una fatturazione da uno spacciatore, o da una prostituta ( e sia detto con tutto il rispetto per la dignità umana delle prostitute ).
Come si dovrebbe calcolare questo gettito quindi? Non è facile a dirsi...
Diciamo subito che questo calcolo si presenta piuttosto flessibile, e forse non è un caso, dal momento che questa flessibilità, questa interpretabilità è estremamente funzionale a chi deve presentare i conti ai propri concittadini, prospettando degli insperati spiragli di rimaneggiamento.
In altri termini questi parametri, non potendo essere verificabili, potranno essere cambiati a proprio piacimento e a proprio vantaggio del tutto arbitrariamente e con grande nonchalance, e consentiranno di poter presentare ai concittadini i conti, per così dire, in ordine! Ma è chiaramente un trucco, un trucco di un pessimo illusionista però!
E' forse questo a cui alludeva chi prospettava un aumento del denominatore?!
E se è questo, è per caso divertente?
Sono in molti a non trovarlo divertenete!
Ma la domanda seria è:  dove ci stanno portando?

Per tornare alla deflazione poi, Luca Ciarrocca Direttore di Wall Street Italia, in un video del 2012, durante i primi mesi del governo Monti e prima della ratifica dell'austerità, dell'ESM e del Fiscal Compact da parte del Parlamento italiano, cita George Soros a proposito di certe politiche europee e in particolare proprio del Fiscal Compact. La frase di Soros di allora non lascia dubbio alcuno al riguardo, sostenendo egli che  "il Fiscal Compact non funzionerà e provocherà una potenziale catastrofe per l'euro creando una trappola deflazionistica".
Proprio così, nientemeno che George Soros, nel 2012, non un pericoloso sovversivo o un antieuropeista di professione quindi, ma un magnate della finanza, un imprenditore ed economista statunitense di origine ungherese, ventiduesimo uomo più ricco del mondo secondo certe stime, insomma qualcuno che si intende di economia e finanza e che è ovviamente noto agli 'intenditori'. Orbene, anch'egli aveva messo in guardia da questo trattato europeo, non c'erano soltanto quelli che venivano e vengono tacciati tutt'ora di anti-europeismo ad essere scettici al riguardo di quelle politiche che, ricordiamolo, sono attualmente in atto.
Forse i nostri ministri, amministratori e burocrati europei non hanno la stessa lungimiranza di Soros, ma adesso che la deflazione è stata annunciata da tutte le televisioni, nessuno può negare che Soros avesse visto giusto! E non solo lui. Ma i dubbi che prendono, date le circostanze, si spingono oltre, fino al punto di chiedersi se questa trappola deflazionistica che il Fiscal Compact avrebbe creato, sia stata dovuta ad una svista vera e propria o se per caso non si sia trattato piuttosto di una falsa svista!
Evidentemente gli strumenti concettuali per rendersi conto di ciò che si stava producendo vi erano tutti!
Questa è la domanda che sorge spontanea quindi, soprattutto in chi ha avuto modo di appurare in varie occasioni e circostanze, come certe politiche che hanno ripercussioni negative sui singoli stati Europei, siano estremamente funzionali a certe altre politiche ( cosiddette comunitarie o europeiste ) di chi propaganda il pensiero unico sull'Europa.
In altri termini se i singoli stati non 'vanno male' certi organismi europei ( vedi l'ESM per es.) non avrebbero quasi ragione di sussistere.
La mia impressione è che i sedicenti europeisti di questo passo finiranno semplicemente per distruggere l'Unione europea, o i pochi barlumi di Stato di Diritto che vi rimangono, salvo poi incolpare di questo coloro che vengono tacciati sistematicamente e spesso, troppo spesso ingiustamente, di anti-europeismo e che invece vorrebbero semplicemente l'Europa della giustizia e l'Europa dei diritti, in sette parole, l'Europa dei Popoli e della Democrazia!!!


lunedì 11 agosto 2014

Il Caos può servire solo a chi vuole muoversi al di fuori dello Stato di Diritto

Certe dinamiche sia a livello politico, sia a livello economico, sia sociale, sembrano andare in direzioni molto poco chiare, tendendo di fatto a rendere estremamente complessa una situazione che è già tale in partenza e che proprio per questo richiederebbe una gande prudenza nell'approccio e di essere innanzitutto esaminata molto attentamente, e molto molto bene, prima di andare ad incidervi con una qualsiasi decisione.
Il rischio di cadere nel campo del caso e da questo poco oltre nel Caos è altrimenti estremamente realistico per non dire quasi certo!
Invece il verbo è la fretta! La fretta tante volte stigmatizzata anche nella Bibbia, la fretta che non consente giusti tempi di sedimentazione delle informazioni, le quali hanno una propria fisiologia che deve essere rispettata. Se vogliamo costruire una società giusta il rispetto dell'altro e delle sue caratteristiche ivi compreso il rispetto della fisiologia della formazione del pensiero e quindi della sua tempistica, sono tutti aspetti che devono essere presenti e addirittura devono rappresentare gli elementi essenziali, fondamentali.
Invece notiamo la presenza di una grande superficialità!
Così, fretta sopra fetta, la sensazione è che in generale si vada creando il Caos, sotto la spinta per altro di un impulso che, guarda caso, sembra autolesionistico.
Ma a questo punto dobbiamo chiederci: a chi serve il Caos?
Certo che se qualcuno intendesse muoversi al di fuori dello Stato di Diritto, ecco che sarebbe facilitato dal Caos!





Costruire il Caos a chi serve?
Tecnica mista su carta
Alessio 2014


venerdì 8 agosto 2014

E sarebbe un bel giorno per la Democrazia?

Con l'approvazione del disegno di legge costituzionale l'Italia fa un grosso passo indietro per moltissimi motivi. Il primo motivo è che quando un organismo elettivo cessa di essere elettivo vi è un arretramento democratico sempre, in ogni caso, ma soprattutto vi è arretramento se ciò avviene in un Paese in cui la sovranità del popolo è sancita dalla Costituzione. E' un arretramento culturale, storico, politico e sociale perché il disegno di legge aumenta la distanza tra i cittadini e la politica, tra i cittdini e le istituzioni, e non solo per la questione del voto.
Il modo stesso con il quale è avvenuto, cioè rifiutando il dialogo e il confronto, checché ne dica qualche esponente di qualche partito della maggioranza, consapevole forse del fatto che pur avendo proposto il contingentemento dei tempi nel totale disprezzo della Costituzione ( nella fattispecie dell'art. 72 della stessa), probabilmente non sarebbe stato questo ad emergere nei mass-media, quanto piuttosto il fatto di aver osannato il profondo dialogo ( per la verità quasi inesistente) in Senato, durante la dichiarazione di voto finale.
E' questo modo decisamente violento di fare le cose, che non è un bel biglietto da visita. Né l'osannare un dialogo che invero si è letteralmete impedito per inseguire il tempo, per la fretta di fare le cose, in aperta contraddizione con se stessi e dimenticando le vere questioni che possono aiutare i cittadini a risolvere i vari problemi, nemmeno questo dicevamo è un bel biglietto da visita.
Il bavaglio messo alle opposizioni è un atteggiamento intollerabile che offende le coscienze dei cittadini!
E se il buongiorno si vede dal mattino...
Questa riforma danneggia l'Italia in modo profondo. E' una riforma così dannosa per l'Italia che non credo sia stata pensata in Italia, credo piuttosto che nasca fuori, e che sia il frutto di un 'consiglio senza coda', di uno di quei consigli maliziosi cioè che io chiamo così da una favola di Esopo ( La volpe senza coda), un consiglio dato a beneficio del consigliere e non del consigliato. Fortuna vuole che di questo tipo di consigli ne abbia parlato anche il filosofo Francis Bacon, il che da autorevolezza alla cosa. In effetti in Inghilterra si è decisamente più scaltri che in Italia, e questo tipo di consigli li si riconosce a prima vista, o a primo udito. In Italia invece ci si preoccupa molto di ricevere immaginari complimenti da Machiavelli, che tanti danni ha prodotto all'Italia, salvo poi non accorgersi del fatto che quando una riforma non nasce nel tuo Paese ma in un altro, probabilmente se attuata favorirà l'altro Paese piuttosto che il tuo. Questo tipo di consigli ( senza coda ) non sono una tipologia di consigli quindi che mi sono tolto dal cappello, per fortuna sono storicizzati, Esopo e Bacon lo dimostrano e forse altri. Leggete, vi prego, i saggi di Francis Bacon ( che per altro cita spesso Esopo ), non potrà che essere istruttivo; accantonate invece Machiavelli che è capace soltanto di solleticare le parti peggiori dell'essere umano, il suo orgoglio, la sua volontà di potenza. Basta con Machiavelli, cestinatelo finalmente una volta per tutte!
Un'altra cosa dispiace e va menzionata. Quando un Paese non riesce a riconoscere i propri punti di forza, i propri elementi distintivi, e se ne disfa, per emulare altri sistemi che non essendo autoctoni non hanno grandi ragioni di essere, vuol dire che qualcosa non va. Vuol dire non saper stimare se stessi, non saper riconoscere di essere depositari di un patrimonio incredibile ed unico, che molti vorrebbero avere, e non ce l'hanno.
Un bello schiaffo ai nostri Padri Fondatori della Repubblica, uno schiaffo che a lungo andare potrebbe anche voler dire...perdere la Repubblica!

giovedì 7 agosto 2014

TOGLIETE IL BAVAGLIO AI SENATORI!!!

Sembra incredibile di dover assistere ad uno spettacolo del genere, in Senato.
Si stenta a credere ai propri occhi ed alle proprie orecchie.
Ma sta succedendo davvero?
I senatori sono imbavagliati, non possono parlare, non possono fare dichiarazioni di voto.
L'unica voce che si sente è quella del Presidente del Senato che a ritmi incalzanti scandisce: il Senato non approva, il Senato non approva, il Senato...
Il diritto a parlare è un diritto inalienabile e se non viene valorizzato in Senato dove dovrebbe essere valorizzato?
Mi spiace di avere l'ingrato compito di segnalare questo errore madornale che non fa onore al nostro Paese, ma la mia coscienza è in subbuglio.
Non si può togliere il diritto di parola, una capigruppo non può arrogarsi questo diritto.
E credo che tutti lo sappiano in Senato a partire dal Presidente!
Quello a cui stiamo assitendo è un vero e proprio schiaffo morale alla nostra memoria!
Quello cui stiamo assistendo è uno schiaffo morale ai Padri Costituenti!
Il Presidente della Repubblica intervenga per ristabilire i diritti in Senato e il dialogo, è urgentissimo!!!


72

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mercoledì 6 agosto 2014

6 agosto 2014, Senato: il grande assente in aula è sempre l'art.72

Anche oggi in Senato il grande assente è l'articolo 72 della Costituzione quello che stabilisce a chiare lettere ed in modo inequivocabile che non si possono stabilire procedure abbreviate per disegni di legge in materia costituzionale.
E così, con i tempi contingentati, tutti i discorsi o quasi vengono troncati a metà. E la cosa apparirebbe buffa se non si trattasse dell'aula del Senato, di un Senato che sta discutendo ( discutendo è una parola grossa ) in materia costituzionale; apparirebbe buffa se non fossimo costretti a ricordare che togliere il diritto di parola è un atto di violenza.
Sarebbe interessante fare un rendiconto video della giornata ed offrirlo come modello di comportamento altamente istituzionale ( troncare i discorsi a metà!) nel procedere a riforme costituzionali ai colleghi dei Parlamenti delle altre nazioni Europee. Ma perché fermarsi all'Europa? Questo modello potrebbe con orgoglio essere esportato nel mondo intero.
Fuori dall'ironia: ma è questo il modo di trattare il Senato e i senatori? Troncare a metà, e forse a meno della metà discorsi su tematiche che il governo stesso e la maggioranza definiscono importanti?!
Ma se sono importanti perché non li ascoltate per intero quei discorsi?
La risposta è che essendo stata fatta carta straccia dell'art. 72 si è proceduto con il contingentamento dei tempi appunto, e si preferisce il contingentamento evidentemente all'ascolto.
Ci teniamo a ribadire un concetto molto semplice: ogni riforma si fa nel rispetto della legislazione vigente, ed ogni riforma costituzionale si fa nel doveroso (sottolineo doveroso ) rispetto della Costituzione vigente e non come se fosse già vigente la nuova!
Infatti il modello di discussione a cui si assiste oggi in Senato, è quello che potrebbe scaturire se la riforma costituzionale non venisse emendata a dovere. Ma qui la maggioranza non fa passare un emendamento che sia uno. Forse uno, due, non di più!
Ma è legittimo che una capigruppo si permetta di fare carta straccia di un intero articolo della Costituzione?
No, non è legittimo, non può esserlo perché la capigruppo non può né legiferare né abrogare in tempo reale!
Chi detiene queste prerogative è normalmente definito dittatore.
E' dunque giusto da parte delle opposizioni riprendersi in aula i tempi che sono stati tolti ingiustamente!
Si riprendono semplicemente quello che gli appartiene!
Ricordiamoci che questa riforma porterà il contingentamento permanente, toglierà il voto agli italiani ( per il Senato), rafforzarà il centralismo, rafforzerà la casta, aumenterà le distanze tra cittadini e politica, e tutto questo a immagine e somoglianza di chi secondo voi?
Alle opposizioni vorrei dire, col dovuto rispetto, che cercheranno di farvi abbassare la guardia dicendovi che si tratta solo della prima lettura.
Il mio modesto suggerimento, visto il prevedibilissimo danno che questa riforma provocherebbe se venisse approvata, è che si deve agire come se fosse l'ultima lettura!!!
Non fatevi intimidire, non hanno il diritto di togliervi la parola, chiedetela, chiedetela continuamente, vi spetta!
Devono ascoltarvi!!!
Grazie! 


martedì 5 agosto 2014

Qual'è la forma giusta di protesta?

E' sempre difficile capire qual'è la forma giusta per combattere una battaglia. Francamento non so se l'uscita dall'aula del Senato da parte del movimento 5 stelle sia stata la mossa giusta, perché di fronte ad una riforma che ti toglie il voto l'ostruzionismo è legittimo e le proteste devono essere anche visibili. Tutti sanno che l'art. 72 della Costituzione non consente contingentamenti e che quindi il contingntamento è illegittimo ma se non vai in aula a prenderti quello che ti hanno tolto illegittimamente o quantomeno a protestare a chiare lettere e vivamente sostanzialmente la dai vinta a chi commette l'atto illegittimo!
Insomma, data la situazione estremamente grave, devo confessare a malincuore che l'atteggiamento del movimento mi sembra troppo tiepido, troppo morbido, e mi dispiace dirlo perché ho una grande stima dello stesso e di chi ne fa parte, ma credo che certi momenti debbano essere letti e interpretati forse in modo diverso.
Capisco che non c'è niente di facile, soprattutto in politica, ma la battaglia in Senato è adesso.
Andate, vi prego, a prendervi le vostre dichiarazioni di voto, andate a prendervi la parola che vi hanno tolto, a fare vostri gli emendamenti che vengono ritirati!
Ci sarebbero le carte in regola per fare ancora una opposizione valida in aula, basta dichiarare illegittimo il contingentamento che, tra l'altro non è stato neanche votato dall'aula, e chiedere la parola che vi spetta!
Dovrà pur esserci un modo!
Sono solo un elettore del movimento, ma come tale, in questo momento sentirei di voler essere rappresentato diversamente. Vorrei chiedere allo stesso di fare qualcosa per impedire questo scempio!!!
Assistere impotenti allo scempio di un gioiello di valore inestimabile, come la Costituzione italiana, è uno spettacolo veramente doloroso!

Senato: riprende lo stillicidio degli emendamenti nell'imbavagliamento delle opposizioni!

L'art. 72 della Costituzione esplicita in modo chiaro ed inequivocabile che non si possono adottare procedimenti abbreviati ( e quindi contingentamenti ) per disegni di legge in materia costituzionale.
Questo processo di riforma è pertanto illegittimo!!!
Le opposizioni hanno finito il tempo e  non possono neanche fare dichiarazioni di voto!
Sarebbe questo il confronto democratico che tutti dichiarano di volere?
Questa volontà non regge alla prova dei fatti!
Personalmente mi dichiaro indignato e posso solo chiedre che venga riportato il Movimento 5 stelle in aula, restituendo allo stesso la parola!
E' UNO SCANDALO!!!
VIA IL BAVAGLIO! E' UNA RIFORMA O UN SEQUESTRO?!

5 agosto 2014, Senato: così il Governo rischia di perdere la faccia!

Il continuo ricorso alla decretazione d'urgenza è uno SCANDALO!
Ma lo è ancora di più il fatto che, dopo il ricorso alla decretazione d'urgenza, si ricorra alla questione di fiducia ( si pone il voto di fiducia ) che elimina la discussione alla radice, rimanda, rinvia a decreti attuativi ( e ve ne sono già oltre ottocento in attesa).
Delle due l'una: o i decreti sono urgenti, e allora li si discute con urgenza, cioè subito; oppure i decreti non sono urgenti e allora  non si ricorre alla decretazione d'urgenza.
Ma dichiararli urgenti e poi non discuterli con urgenza, è una contraddizione troppo stridente per passare inosservata, e lo è tanto più in quanto è una pratica eccessivamente ricorrente, che sta divenendo la regola.
Così si adombra un torto difficile da scusare, un torto all'intelligenza degli italiani, che invece capiscono benissimo se adeguatamente informati.
Questo decreto che è variamente criticato, avrebbe comunque il pregio di andare a toccare questioni concrete, tangibili, reali del Paese, quele che interessano i cittadini. Certo è che una discussione seria lo migliorerebbe di molto.
Ma si preferisce passare oltre, si preferisce passare alla riforma costituzionale, si ha fretta...
E' qui che si evidenziano due scuole di pensiero: quella che da la colpa alla Costituzione per l'inefficienza del governo; e quella che da la colpa al governo dell'inefficenza nell'amministrazione generale. A mio modo di vedere la prima è destituita di fondamento, mentre la seconda ha dei punti validi.
Ascoltatelo bene il discorso del presidene della Repubblica, all'insediamento, ascoltatelo bene.
Egli dice, tra le altre cose: non possiamo rimanere indifferenti alla sofferenza di chi arriva a commettere gesti inconsulti! E' un concetto semplice e chiaro, ma semba che l'indifferenza sia tornata, e sì che ne ha presi di applausi nel discorso di insediamento!
Ora è del tutto evidente che rimandare una discussione su un decreto urgente in tema di pubblica amministrazione, significa essere indifferenti al grido di dolore che da tanta parte della poplazione si leva, per l'indifferenza della politica, e dimostra la totale contraddizione con i propositi espressi dal Capo dello Stato!
E inammissibile.
Questo governo rimanda, non vuole governare, è sordo alle richieste dei cittadini.
Non è possibile abusare in questo modo e con questa ricorrenza della questione di fiducia!!!

lunedì 4 agosto 2014

4 agosto 2014, Senato: si commemora Spadolini ma continua lo stillicidio con l'imbavagliamento dell'opposizione

Viene commemorato Spadolini. Viene ricordato che egli era per il dialogo ( e sottolineo dialogo ) tra le parti soprattutto in materia di revisione costituzionale. Era cioè per favorire ciò che anche oggi in Senato non c'è!
Viene dunque ricordato, ma per essere immediatamente dimenticato subito dopo, per essere smentito dai fatti.
Infatti il plotone di esecuzione è già in posizione.
Presenteranno ad uno ad uno i condannati, cioè gli emendamenti, e poi faranno fuoco.
Via uno, via un altro, uno stillicidio senza soluzione di continuità, e senza possibilità di intervento da parte dell'opposizione: l'opposizione è stata infatti imbavagliata. Non può più parlare!
E questa è Democrazia?
L'autoritarismo purtroppo è già in atto!
Il Movimento 5 stelle decide di lasciare l'aula, per non assistere in silenzio a questo odioso stillicidio, ed è chiaramente comprensibile.
Sono situazioni che ne ricordano altre, nello stile. E sì che chi ha tolto la parola in aula all'opposizione, come gruppo politico, è stato un campione di ostruzionismo, quell'ostruzionismo veramente tale, quell'ostruzionismo cinico, cieco, sordo, che chiede di intervenire per cambiare i punti e le virgole, il punto e virgola e via discorrendo, non so se è chiaro.
Nell'aula regna un sinistro silenzio, l'opposizione, quella rimasta, guarda senza poter fare niente, e se interviene lo fa col cronometro in mano, neanche l'ultimo appello alla coscienza della controparte è possibile.
Infatti sono stati zittiti, letteralmente imbavagliati,  non hanno più il diritto di poter esprimere le proprie posizioni.
Se l'Assemblea Costituente fosse in aula oggi, forse si chiederebbe: dove abbiamo sbagliato?
Com'è possibile che il frutto delle noste fatiche venga snaturato di un terzo con tanta superficialità, con motivazioni così inconsistenti. E certamente un ricordo, andrebbe a tutti coloro che hanno lottato per la Democrazia e per questa Carta Costituzionale, molti dei quali, non l'hanno potuta vedere, poiché posti, nell'impotenza di chi li osservava, davanti ad un plotone di esecuzione magari improvvisato!
Eppure non hanno sbagliato i Costituenti. anno infatti inserito l'art. 72!
E allora che succede? Succede che questo articolo è stato cestinato, ecco che succede!
Rendiamo la parola ai senatori, chiediamo l'applicazione dell'art.72 della Costituione, che, com'è noto dichiara che non è possibile adottare procedimenti abbreviati per disegni di legge in materia costituzionale.
Quello che noi chiediamo è di rispettare e applicare l'art. 72 della Costituzione.
Chiediamo di togliere ogni forma di abbreviazione al precesso di discussione del disegno di legge in materia costituzionale.
E chiediamo di farlo proprio in conformità a quello spirito che anche Spadolini incarnava e che poc'anzi è stato richiamato in aula.
Perché, vedete, noi siamo arciconvinti del fatto che le riforme, soprattutto quelle costituzionali, si fanno nel confronto e nel rispeto del principio audiator et altera pars, cioè ascoltare l'altro, e non imbavagliandolo, non togliendo il diritto di parola a  chi la pensa diversamente da te, ma soprattutto si fanno nel rispetto della Costituzione vigente, quindi dell'art.72, e non sorvolandolo su di esso, come se non esistesse. 

venerdì 1 agosto 2014

1 agosto 2014, Senato...

Certo è che nessuno vorrebbe trovarsi sulla sedia del Presidente del Senato in questi giorni, seconda carica dello Stato, perché le tensioni sono evidenti in aula, e le contrapposizioni aspre, dure, sono il frutto chiaramente, come tutti possono facilmente comprendere, di una totale assenza di condivisione sul progetto di riforma costituzionale.
In altri tempi questo tipo di contrasti sarebbe bastato da solo a parlare alle coscienze e a riportare a più miti consigli.
Il Capo dello Stato come prima carica dello Stato è il primo difensore della Costituzione, il Presidente del Senato è il secondo difensore della Costituzione o, se non altro della costituzionalità dei procedimenti che nel Senato avvengono.
Ed è esattamente questo che vorremmo vedere, una particolare attenzione alla costituzonalità soprattutto in materia di riforme costituzionali. E' che forse questa attenzione, per stanchezza ( e sì che ce ne sono tutte le ragioni ) o per distrazione, non c'è stata, almeno non con quello zelo che si richiederebbe in certi frangenti.
Quindi egli dovrebbe garantire in modo inequivocabile, limpido, cristallino, la costituzionalità del procedimento e garantire la dignità dei Senatori di qualsiasi parte, sia in quanto persone individuali, sia in quanto rappresentanti del popolo.
E chiediamo questo, non perché  si adoperi con strumenti eccezionali, di cui non c'è bisogno, ma semplicemente per chiedere che si applichino le regole che ci sono già, e ci sono sempre state!
E' chiedere troppo, chiedere il rispetto delle regole che ci sono già?
E' chiedere troppo chiederlo per una riforma delicata come quella costituzionale?
Io credo di no!
Nella fattispecie chiedo a gran voce che si rispetti l'Art. 72 della Costituzione!!!
Se ciò non avverrà, nell'aula i senatori non potranno più illustrare i propri emendamenti, che è l'unico modo per gli stessi di cercare di fare presente ai propri colleghi e alla Nazione stessa, le loro idee.
Possibile che non ci siano voci autorevoli che si levino in difesa dei diritti costituzionali prima e di quelli regolamentari poi?
L'importanza del ruolo del Presidente del Senato consiste in prerogative che se usate con saggezza dovrebbero riuscire a tenere gli equilibri in aula. Non è facile, questo va detto.
Ma neanche impossibile.
Riequilibrare gli squilibri presenti in aula, come i rapporti maggioranza/minoranza, che creano per loro natura parti forti e parti deboli, è esattamente la funzione del Presidente del Senato, la prima fonte di garanzia.
Ora sappiamo bene che questa sproporzione numerica c'è anche perché in campagna elettorale vi erano state dichiarazioni esplicite secondo le quali mai e poi mai diceva il PD, si sarebbe alleato col PDL o con le formazioni che da esso derivavano.
Molti voti sono stati così raccolti anche per questa ragione, voti che non sarebbro stati presi se fosse stato dichiarato il contrario.
Non solo ma coloro che hanno votato non lo hanno fatto chiaramente, per una maggioranza allargata, ma si sono visti servire ciò che non si sarebbero aspettati, cioè esattamente la maggioranza allargata.
Ma perché si è contingentato il Senato?
Perché chi temeva l'ostruzionismo, ( che ha comunque un suo limite temporale fisiologico, e questo la maggioranza lo sa), ha voluto stabilire un limite, un limite temporale ulteriore, che tuttavia, ai sensi dell'art. 72 della Costituzione non è ammissibile.
L'opposizione può solo tentare di essere persuasiva e non può che esserlo illustrando, dissentendo, argomentando, se gli viene tolta anche questa possibilità che cosa gli rimane?
Qualunque membro dell'assemblea Costituente se potesse esprimersi, sappiamo bene che si esprimerebbe in questo senso, lo sanno anche le coscienze dei senatori presenti in aula.
Chi può spiegarmi come è possibile consentire una procedura abbreviata per un disegno di legge in materia costituzionale se questa procedura è espressamente vietata dalla Costituzione?
C'è un articolo 72 della Costituzione che vorrei tutti quanti leggessimo, lo chiedo a tutti i cittadini italiani. Lo so che è pretenzioso pensare che questo messaggio arrivi a tutti, avendo io così pochi lettori, ma potenzialmente è possibile...
Intanto la Lega, il Movimento 5 stelle, e SEL lasciano i lavori dell'aula ed è un chiaro richiamo al fatto che con il bavaglio alla bocca ( poiché questo è il contingentamento ) l'opposizione sostanzialmente è come se non ci fosse più anche se fosse presente in aula.
Ed è triste vedere una maggioranza già forte del fatto di essere maggioranza, che non consente all'opposizione di parlare, è molto triste.

E sì che c'è già chi va in televisione ad asserire che il Movimento 5 stelle si stia sottraendo al confronto!
E' un po' come dire che si sta sottraendo al confronto una persona a cui sono state legate meni e piedi e che è stata anche imbavagliata, questo è!

Ma chiediamoci: è così che si fanno le riforme costituzionali?
Io credo di no, e credo anche che insieme a me lo pensino anche molti altri cittadini!
Quelle voci più mature e autorevoli, più sagge del PD, potrebbero esprimersi in merito alla legittimità di un imbavagliamento di fatto?!
Una domanda che sorge spontanea è: perché allora è stato ammesso il contingentamento se non si può ammettere?
Forse perché siamo di fronte ad una svista, quella secondo la quale la maggioranza  nella capigruppo cambia in corsa le regole del gioco, applicando le regole che si possono applicare per i disegni di legge urgenti, ai disegni in materia costituzionale che, lo ripeto, non possono essere trattati come i primi, cioè come urgenti.
A chi dobbiamo appellarci per riportare almeno alle regole una maggioranza che, forse senza  accorgersene, le viola e le cambia a proprio uso e consumo?
C'è una autorità alla quale rivolgersi?
L'opposizione dovrebbe interrogarsi su questo per capire come procedere per riavere la parola e magari appellarsi a tutto ciò a cui è possibile appellarsi, foss'anchè Strasburgo!
Ci sono senatori che affermano di non avere mai visto procedere così una riforma normale, figuriamoci una costituzionale.
C'è chi la paragona ad una riunione di condominio, chi manifesta la propria indignazione.
Emendamenti cangurati, tempi contingentati, senatori che si sbracciano per parlare e non sono visti.
Dov'è l'autorevolezza, lo spirito di condivisione che devono essere propri di una assemblea costituente, e soprattutto: qualcuno nota una qualche differenza con la VERA ASSEMBLEA COSTITUENTE?!?!