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martedì 29 luglio 2014

Se questo è un clima costituente

Questa riforma del Senato, che rischia per altro di trasformarsi anche in una riforma della Camera, non sembra certo ispirarsi all'art. 3 della Costituzione. Per questo essa, benché nominalmente si occupi della parte II^ della Costituzione, in realtà è come se si stesse già occupando, fin da adesso, anche della I^.
E a rigor di logica non c'è dubbio che essa costituisca la piattaforma dalla quale procedere poi alla modificazione della I^, non occorre avere la vista particolarmente lunga per rendersene conto.
Così mentre il Paese sta andando a carte quarantotto, con il debito pubblico che aumenta, la disoccupazione che aumenta, la povertà che aumenta, le diseguaglianze economiche e sociali che aumentano, le aziende che chiudono, la difesa che viene smantellata e via discorrenedo, sul banco dell'accusa vine posta, secondo un leitmotiv degli ultimi vent'anni ( e sì che il popolo chiedeva cambiamenti rispetto a questi ultimi vent'anni!), sul banco dell'accusa viene posta dicevamo, la Costituzione. E' una argomentazione chiaramente priva di sostanza che non regge ad una analisi approfondita.
Così finisce per sembrare semplicemente una scusa, soprattutto in un momento in cui piuttosto che andare alla ricerca di scuse si dovrebbe avere il coraggio di governare.
Gli italiani chiedono che si governi bene, non altro.Non si parli di responsabilità se non si è intenzionati ad adottare fin da subito questo principio di responsabilità, cioè di governare seriamente.
E che non ci sia questa intenzione lo si evince dal fatto che le calendarizzazioni sui provvedimenti veramente utili per il Paese, lasciano il posto alla riforma Costituzionale.
Perché accade questo? Ma poi chi fa questo come pensa di spiegare al popolo che sta agendo per il suo bene? Con quali argomentazioni?
Chi governa è al servizio del popolo, al servizio, ricordiamolo e non viceversa.
E questo coincide anche evidentemente con i principi cattolici, che vorremo vedere più presenti  in aula al di là delle personali convinzioni, poiché ci sono dei principii cattolici che sembrano ispirarsi o coincidere con certi principii laici per strano che possa sembrare.
In ogni caso, al di là degli schieramenti e delle singole opinioni, quello che emerge con ogni evidenza è che in aula non è presente un clima costituente.
Una camera non può e non potrà mai sostituire una assemblea costituente poiché non è stata costituita per questo, quanto piuttosto per pensare alla leggi ordinarie. Ed in effetti li si vede bene i limiti che essa manifesta
nel procedere verso la riforma costituzionale. Le regole di gestione del Senato, il suo regolamento non sono pensati per le riforme costituzionali, e denunciano allo stato attuale tutta la loro insufficienza a fronteggiare questa situazione, generando semplicemente tensioni. Tagliole, canguri e via discorrendo. Ma che cosa ne penserebbero i membri dell'Assemblea Costituente di questi strumenti pensati per le leggi ordinarie e che, per tale motivo, non possono essere applicati correttamente alle leggi Costituzionali?