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giovedì 8 gennaio 2015

Nessuno varchi i confini del proprio mandato!!!

La cosa più saggia che una istituzione possa fare è quella di rimanere all'interno del proprio mandato, senza uscirne.
Questo vale anche per la BCE naturalmente, la Banca Centrale Europea.
Non si capisce perché fare eccezioni.
Oltretutto non ci sarebbe bisogno di misure cosiddette 'non convenzionali' se le politiche economiche nazionali mostrassero una diversa capacità di gestione del debito pubblico.
Il debito pubblico in effetti è ancora una questione che può e deve riguardare i singoli Stati membri, che può e deve essere risolta dai singoli Stati membri. E' da qui che si capisce se gli Stati sanno mettere in atto politiche economiche degne di questo nome. Altrimenti anche in questo caso si andrebbe incontro ad una deresponsabilizzazione nella gestione del debito, o all'aumento delle soglie di ricattabilità.
L'episodio della lettera che ha aperto la strada al governo Monti è un triste monito a questo riguardo.
Da quando si è insediato il nuovo governo in Italia, tutti i parametri o quasi dell'economia e dell'occupazione sono in peggioramento, compreso appunto quello del debito pubblico. Questo peggioramento sembra estremamente funzionale alle dichiarazioni di intervento da parte della BCE, quasi che ci sia stato un gioco di squadra, secondo il paradigma chapliniano de 'Il monello'. Sembra cioè che la BCE tragga profitto dal pessimo andamento degli Stati membri dell'eurozona e che le politiche cosiddette europeiste consistano nella rottura del vetro che poi il vetraio sostituirà, cioè in un complessivo e consapevole, nonché deliberato peggioramento dei parametri.
Non ci sarebbe bisogno di 'misure non convenzionali' se le politiche Europee ( ed europeiste, nota bene! )sapessero ascoltare meglio i propri cittadini o quantomeno gli esperti di settore tra i quali anche premi nobel, e non avessero legato mani e piedi agli Stati membri, stringendoli in una morsa o camicia di forza fatta di parametri del tutto arbitrari o di teorie spacciate per verità assolute, mentre potrebbero benissimo essere smentite da altre teorie di tenore chiaramente diverso ancorché legittimate da nobel o esperti di settore.
Siamo di fronte, temo, al paradigma chapliniano appunto, come ho illustrato qualche articolo prima questo: da un lato si attuano politiche che, come previsto da molteplici economisti  (già dal 2012) o esperti di settore o finanzieri ( vedi Soros) avrebbero innescato una trappola deflazionistica, dall'altro ad istituzioni che una volta prodotta la prevedibile deflazione paiono bramose di andare al di là del proprio mandato, e scalpitano visibilmente mostrando evidente contentezza per la deflazione in corso, facendo il bello ed il cattivo tempo con iniziative sui generis che valicano questo confine del mandato con estrema leggerezza e sufficenza.
Ci sono questioni poilitiche a monte che non possono continuare ad essere ignorate; prima di qualsiasi iniziativa la cosa più saggia sarebbe di affrontare quelle!
E' doveroso cominciare a pensare di rendere la carica di 'Presidente della BCE' una carica che promani dal Parlamento europeo. Questa carica deve essere eletta dal Parlamneto europeo.
Il rischio di una deriva della Democrazia, vista la scarsa rappresentatività presente in generale nell'Ue, è fortissimo.