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sabato 19 novembre 2016

Regioni a statuto speciale, allarme rosso!!!

Stiano particolarmente attente le regioni a statuto speciale rispetto a questa Riforma/Deforma pasticciata, confusa e contraddittoria, poiché dalla sua eventuale approvazione potrebbero innescarsi dinamiche perverse che potrebbero rivelarsi molto dannose per le stesse. Si sente intanto dire da parlamentari della maggioranza che la Riforma/Deforma è incompleta e che avrebbero voluto fare di più ma che intanto bisogna accontentarsi. Ma in che cosa consisterebbe questo “fare di più”? Per taluni parlamentari interpellati, consisterebbe proprio nella capacità dello Stato centrale di intervenire con clausola di supremazia su tutte le regioni anche quelle a statuto speciale, ma si sono dovuti fermare di fronte all’assenza dei numeri. Una parlamentare del PD, la Morani, interpellata su tale questione ha ribadito che avrebbero voluto fare 100, ma sono riusciti soltanto a fare 80, e questo perché altrimenti non avrebbero avuto i numeri per approvare la Riforma/Deforma in Senato. Ecco di che cosa sono alla ricerca, dei numeri. Ma dei numeri per fare cosa, quindi? Per ridimensionare le regioni a statuto speciale, sembra evidente! Ma col combinato disposto i numeri forse li raggiungerebbero, da che se ne evince che li userebbero (o li potrebbero usare) per ridimensionare le regioni a statuto speciale secondo i propri auspici e recuperando quel 20 perso per contrattazione parlamentare. Gli abitanti delle regioni a statuto speciale dovrebbero quindi stare molto attenti a queste manovre un po' subdole, perché forse hanno solo un modo per preservare la propria autonomia e questo modo è quello di votare NO!

In apparenza la Riforma /Deforma Costituzionale favorirebbe tali regioni, anche con una certa sovra rappresentanza. Queste concessioni apparenti (poi vedremo perché sono apparenti) sono avvenute per ottenere i numeri in Senato appunto, numeri per far approvare la Deforma, che altrimenti non sarebbe passata.
Ora, perché le concessioni sono apparenti e non reali, non effettive? Le concessioni sono apparenti e non effettive a causa di una svista o di una apparente svista (nel qual caso potrebbe esserci del dolo)! Questo perché ci si sarebbe dimenticati che gli statuti delle regioni a statuto speciale dichiarano la non compatibilità tra la carica di parlamentare (genericamente intesa, cioè sia di Senatore sia di Deputato) e quella di consigliere regionale, omologandosi in questo all’art. 122 della Costituzione che ovviamente la Deforma cambia ma solo nella Costituzione appunto e non negli statuti regionali che rimangono tali e quali. Non basta aver cambiato l’Art. 122 della Costituzione, serve cambiare anche ogni singolo statuto delle regioni a statuto speciale e questo non è stato fatto. Ne deriva che i consiglieri regionali delle regioni a statuto speciale non possono fare i Senatori poiché decadrebbero immediatamente.

In pratica i Senatori di queste regioni non arriveranno mai in Senato e non potranno difendere gli interessi delle rispettive regioni.
Proprio ieri sera, durante un dibattito tra il sì e il NO alla Deforma, ho chiesto appunto se i Senatori delle regioni a statuto speciale, per le ragioni sopra espresse, arriveranno mai in Senato.
L'esponente promotore del NO ha risposto coerentemente con quanto affermato in questo articolo, che cioè non ci arriveranno per ovvie ragioni, mentre l'esponente promotore del sì ha glissato completamente, facendo finta di essersi scordata la domanda che avevo posto (che era principalmente rivolta a lei) sperando che il pubblico non si accorgesse. Ma il pubblico si è accorto...
Questo dimostra che il tema è sentito e conosciuto ma che imbarazza, e non poco, il fronte del sì e i suoi esponenti.


Cosa accadrà quindi? Accadrà che tali regioni si troveranno con i fianchi esposti e indebolite rispetto alle altre regioni e rispetto a prima, almeno fino a che non vengano cambiati anche gli statuti che hanno dignità costituzionale e che quindi richiedono un certo tempo e un certo impegno, nonché un certo numero di letture per essere cambiati.

Per quanto tempo il Senato sarà menomato nel numero dei suoi Senatori?

Sarà comunque funzionale benché menomato e ridotto di numero, magari in nome di un irrinunciabile dovere di legiferare per le leggi (molte) di sua competenza?

Oppure non sarà operativo fino a che gli statuti speciali non saranno cambiati?

Sembra evidente (ed è qui che le regioni a statuto speciale dovrebbero stare particolarmente all’erta!) che in qualche misura il Senato debba funzionare ugualmente, altrimenti l’impasse sarebbe irrisolvibile, visto che il cambiamento degli statuti dovrebbe passare necessariamente anche dal Senato.

Ma se il Senato, ancorché menomato, sarà funzionale, quali decisioni potrebbe prendere in seno alle regioni a statuto speciale (prive temporaneamente dei propri senatori) se è vero, come dichiarato, che il Governo avrebbe voluto fare 100 e non l’ha potuto fare (essendosi dovuto accontentare appunto dell’80 seconde le dichiarazioni della stessa Morani)? Il recupero di quel 20 % perduto inizialmente, che avrebbe permesso per esempio la clausola di supremazia anche sulle regioni a statuto speciale, verrà recuperato proprio in quel frangente che intercorre tra l’avvio di quello che sarebbe il nuovo Senato e le modifiche degli statuti speciali?

Il Governo e il parlamento succube del Governo (secondo le intenzione di questa Deforma) approfitteranno del temporaneo (ma lungo) periodo di défaillance delle regioni a statuto speciale per imprimere quel ridimensionamento invocato da taluni parlamentari e da altre realtà regionali?



Per questo suggerirei, per precauzione e autodifesa, a tutti ma proprio tutti i cittadini delle regioni a statuto speciale di votare precauzionalmente NO a questa Deforma, che è così pasticciata da innescare dinamiche di questo tipo, e tutto ciò probabilmente grazie alla fretta e ai tempi contingentati per approvarla, oppure a dolo.

E' un rischio che io personalmente non correrei mai e che suggerisco pertanto anche agli altri di non correre.

Chi scrive si è sempre detto rispettoso delle regioni a statuto speciale e riconosce le cause storiche che hanno indotto alla creazione di questo tipo di regioni né è propenso a cambiarle.