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mercoledì 23 novembre 2016

Quello che i promotori del sì non ti dicono e non ti diranno mai

Nella promozione del sì alla Riforma Costituzionale si è sentito dire di tutto di più ma raramente si è sentito parlare del merito, cioè del contenuto effettivo. Nella maggior parte dei casi si è sentito spesso usare questi argomenti: avremo più efficienza, più velocità, più risparmio.
Eminenti giuristi e costituzionalisti (ma anche la Corte dei conti) si sono ampiamente espressi, con ogni tipo di dimostrazioni, per far comprendere agli italiani che la Riforma non rende più efficiente, non velocizza, non fa risparmiare.
Quindi perché usare tali argomenti? Perché hanno presa mediatica naturalmente, ma essenzialmente su una platea disinformata, cioè su un numero cospicuo di italiani. Chi è orientato al sì ma poi si informa, generalmente cambia idea e si orienta al NO!
Gli argomenti usati dal fronte del sì, sono paragonabili a fumo gettato negli occhi per non far emergere le reali intenzioni della Riforma che però sono note da tempo a chi ha seguito lo sviluppo della Riforma/Deforma, per la verità, e che sono sintetizzate tecnicamente e molto meglio in un documento ufficiale denominato “Relazione illustrativa al disegno di legge di revisione costituzionale” in cui si legge che la Riforma persegue:


Lo spostamento del baricentro decisionale connesso alla forte accelerazione del processo di integrazione europea e, in particolare, l’esigenza di adeguare l’ordinamento interno alla recente evoluzione della governance economica europea e alle relative stringenti regole di bilancio (quali le nuove regole del debito e della spesa); le sfide derivanti dall’internazionalizzazione delle economie e dal mutato contesto della competizione globale”.


Argomenti che i promotori del sì non vi hanno detto e che non vi diranno mai ovviamente poiché giudicano controproducente il diffonderli e quindi parlano di tutt’altro attraverso il mantra cui ci hanno abituato, ma che essi stessi hanno presentato al Senato con questo documento ufficiale l’8 aprile 2016.


In pratica chi vota sì dice sì all’allontanamento da sé del baricentro decisionale a favore della burocrazia europea!
Chi vota sì dice sì all’austerità!
Chi vota sì dice sì acriticamente alla globalizzazione! L’accetta così com’è, senza la minima legittima pretesa o speranza di poterla guidare, cambiare o semplicemente contrastare.


In sintesi chi vota sì dice sì a tutto ciò che l’Unione europea vuole imporci da tempo servendosi anche di lettere segrete che poi sono divenute note (come la ben nota lettera della BCE del 5 agosto 2011 aI Primo Ministro italiano) e senza una seria e corretta informazione ed un serio dibattito.
Per questo noi diciamo che la Riforma rende l’Italia lo zerbino della Troika (BCE, Commissione europea, Fondo Monetario Internazionale) e lo diciamo a ragion veduta ma soprattutto a Riforma/Deforma letta.
Non puoi cambiare l’Ue se ti fai cambiare da lei, questo è evidente, è ovvio.
Non puoi cambiare l’Ue se ti fai cambiare da lei, ma puoi invece contribuire a cambiarla in meglio con un NO, con un semplice NO!
Chi vota NO infatti dice NO, non solo all'accentramento dei poteri nelle mani di "un uomo solo al comando" e a tutti gli altri pasticci che da essa derivano, ma anche a tutte queste imposizioni europee, a questi metodi bulleschi, illegittimi, che nessuno sanziona peraltro (ma si può aprire una speranza in questo senso) e questo NO blocca quindi il processo involutivo di cui l’Ue stessa si è resa protagonista da molti anni a questa parte. Qui non si tratta di essere anti europeisti ma diverso-europeisti, si tratta cioè di essere per una Unione europea diversa da quella attuale e finalmente democratica e rappresentativa.
Che il documento ufficiale di presentazione della Riforma sopracitato sia esattamente quello che rappresenta il contenuto della Riforma lo si capisce da come è stato recepito dalla stessa.
Si legge per esempio nell’art. 117 Cost. come modificato: “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e dagli obblighi internazionali.
Si creano dei vincoli che determinerebbero una subordinazione.
Ma avrebbe dovuto essere l’Unione europea a rispettare la Costituzione, tutte le Costituzioni nazionali senza imporne modifiche. Purtroppo questo alla luce dei fatti non è successo ed è grave naturalmente, ma proprio per questo e per diminuirne la gravità nonché acquisire un alibi, si cerca di ottenere la legittimazione di questo mancato rispetto con l’inserimento in Costituzione di questi vincoli.
Che l'Ue avrebbe dovuto attuare il rispetto della Costituzione italiana è peraltro affermato da documenti ufficiali dell’Unione europea. Si legge infatti nel preambolo della “Carta dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Unione europea”:
La presente Carta riafferma, nel rispetto delle competenze e dei compiti della Comunità e dell'Unione e del principio di sussidiarietà, i diritti derivanti in particolare dalle tradizioni costituzionali e dagli obblighi internazionali comuni agli Stati membri, dal trattato sull'Unione europea e dai trattati comunitari, dalla convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, dalle carte sociali adottate dalla Comunità e dal Consiglio d'Europa, nonché i diritti riconosciuti dalla giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee e da quella della Corte europea dei diritti dell'uomo.”


La riaffermazione dei diritti derivanti dalle tradizioni costituzionali, tradizioni tra cui quella italiana si distingue per livello e qualità, viene quindi inficiata da questa Riforma poiché inverte le carte, le ribalta: non è il diritto europeo che si uniforma alle Costituzioni vigenti ma sono le Costituzioni vigenti che si devono omologare alla normativa europea. E il proposito del preambolo è già bello che saltato.
Il figlio (Ue) detta legge sui padri e sulle madri (Nazioni fondatrici e partecipanti).
Trattasi anche in questo caso di giovanilismo, di una sorta di giovanilismo per così dire di livello continentale.
Per tornare alla Riforma vi si legge inoltre che “Le leggi che autorizzano la ratifica dei trattati relativi all’appartenenza dell’Italia all’Unione europea sono approvate da entrambe le Camere. “(art. 80 come modificato)
Quindi l’autorizzazione alla ratifica la potranno fare anche Senatori i quali però non potranno più essere eletti da noi cittadini, infatti si dice ancora nella Riforma: “I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori fra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, fra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori” (art. 57 Cost. come modificato). Che cosa poi significhi il metodo proporzionale per 11 regioni che eleggeranno solo due Senatori è tutto da capire...
Comunque questa è la Costituzione ed è superiore a qualsiasi legge ordinaria anche di una legge elettorale.
Che i Senatori poi non siano eletti più dai cittadini lo dimostra il fatto che, sempre secondo la Riforma, il Senato non da più la fiducia al Governo proprio perché esso è pensato come non elettivo.
Altrimenti sarebbe logico aspettarsi che anch'esso debba continuare a dare la fiducia.
Sono molte evidentemente le cose che i promotori del sì non ci dicono. Non ci dicono che con questo vincolo creato dall’art. 117 (come modificato) ci leghiamo mani e piedi e ci subordiniamo alla legislazione europea verso cui spostiamo il baricentro decisionale, mentre dovremmo tutti quanti sforzarci di fare valere i diritti costituzionali italiani e le ragioni del popolo italiano a tutti i livelli in Europa invocando proprio quel preambolo che abbiamo citato.
Trattasi peraltro di un vincolo esterno: chi potrà mai rimuoverlo?
Significa divenire schiavi dell’Ue e non poterci fare più niente anche perché una volta che i burocrati europei (Dio non voglia) avessero incassato il risultato (l’acquisizione del vincolo esterno), farebbero di tutto per allontanare i politici italiani dai settori chiave che potrebbero permettere la rimozione dello stesso: quando hai fatto uno schiavo te lo tieni stretto! Con la Riforma facciamo quindi l'incontrario di quello che dovremmo!


Per fare ciò che dovremmo, cioè farci valere con i nostri diritti costituzionali in Europa dovremmo votare NO! Ed è quello che noi faremo!


Lontanissimi burocrati incapaci di comprendere le realtà dei cittadini italiani potranno prendere decisioni su questioni italiane e sul nostro futuro.
Primo passo per cambiare realmente questo stato di cose: bloccare questa deriva… e lo fai col NO alla Riforma Costituzionale. Il sì è per la CASTA europea.
Chi vota sì cambia inoltre il Paese in peggio!
Chi vota NO cambia l’Unione europea in meglio!
E’ il NO il voto più creativo, è il NO il voto del vero cambiamento!
AL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE VOTA NO!