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mercoledì 18 settembre 2019

Non c'è un clima sobrio né costituente per una riforma peraltro iniqua, sbagliata e a cavallo di due governi: una cosa mai vista!

Per costruire un capolavoro come la Costituzione italiana ci sono voluti secoli di storia, un accumulo di esperienze unico, il dramma della seconda guerra mondiale, del fascismo e del nazismo, una Assemblea costituente di uomini veri, diciassette mesi di intenso lavoro di cittadini dal nobile animo che amavano veramente l’Italia, riuniti in assemblea. Calamandrei sottolinea che nella Costituzione si è riversata la storia d’Italia. Egli vi intravede Mazzini, Cavour, Cattaneo, Garibaldi e Beccaria.
Per distruggerla potrebbero bastare pochi mesi al comando dei pentastellati, una riforma mai annunciata in campagna elettorale, fatta di corsa, senza il necessario coinvolgimento dei cittadini, dell’opinione pubblica, senza la necessaria sedimentazione e meditazione delle informazioni, senza un adeguato supporto dei mezzi di informazione ed annunciata unicamente e demagogicamente come "taglio dei parlamentari", benché vi sia ben altro. Il solo taglio del numero dei parlamentari comunque è sufficiente da solo a sconsigliare una persona che ama la rappresentanza a non volere una riforma del genere, col resto poi!
La riduzione della rappresentanza è per altro in contraddizione con chi dice di amare la Democrazia e in particolare quella diretta, dove si dovrebbe tendere al massimo della rappresentanza quindi ad aumentarla non a diminuirla.
Quello del risparmio, cerchiamo di capirlo amici italiani, è l’argomento della troika, della deflazione, delle politiche del rigore, che deprimono la domanda e quindi l’offerta, che vogliono la riduzione dei salari, politiche contro le quali si era levato un vastissimo numero di italiani fiduciosi di avere trovato chi potesse tenere testa alle inique imposizioni della Unione europea. Cittadini che se comprendessero che il taglio del numero dei parlamentari piace alla troika perché deprime la rappresentanza e comprime la Democrazie e rende maggiormente permeabile il nostro Paese alle influenze esterne così da imprimere maggiore forza ai diktat esterni, non approverebbero mai.
I piedi che corrono in fretta al male sono stigmatizzati anche nelle sacre scritture, sia detto per i credenti.
Invece vediamo il movimento dei pentastellati che cerca di tirare la corsa ad una riforma costituzionale che, intanto non prevede solo il taglio del numero dei parlamentari, ma anche l’abolizione del CNEL, l’appiattimento di Camera e Senato.
I continui sommovimenti della politica italiana stanno ad indicare che non siamo in un momento sobrio. La Costituzione nelle intenzioni dei Padri costituenti doveva proprio servire per questi momenti. Non si può procedere ad una riforma costituzionale in un clima del genere, e particolarmente senza sapere com’è la legge elettorale che vi si vuole affiancare. Un riforma costituzionale a cavallo tra due governi, non si fa.
In ogni caso, prima di approvare definitivamente la riforma costituzionale è necessario sapere come sarà la legge elettorale altrimenti si potrebbe configurare o il caos istituzionale o uno stravolgimento antidemocratico in cui il combinato disposto potrebbe generare il tracollo democratico ed essere fatto espressamente su misura per alcuni e a danno di altri. Non si fa così!
Le opposizioni protestino! L'ANPI faccia sentire la propria voce e ci guidi a salvarci dell'ennesimo obbrobrio che mina il lavoro dei Padri costituenti!!!