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sabato 24 agosto 2019

La mia posizione non cambia

Le elezioni non sono solo auspicabili, sono possibili e sono l’unica soluzione che possa far tornare realmente il sereno nel Paese deluso e dilaniato. Percentuali molto alte di italiani sono per le elezioni si parla del 72% e questo non si può ignorare. Le divergenze mostrate in Europa tra Lega e pentastellati non erano generate semplicemente dal Primo ministro Conte, come si vorrebbe troppo semplicisticamente avallare, ma riflettevano una vocazione grillina che si è manifestata alla luce del giorno e che si sposava bene anche con la visione del Primo ministro probabilmente, ma che anche da sole avrebbero dato gli stessi risultati. Esse non sono purtroppo rivedibili, avendo già generato una divisione profonda come riconosciuto da leghisti di prestigio e questo è chiaro per tutti, non si può fare finta di niente! Sono il segno di una divergenza profonda. Chi vuol far finta di non vederle sbaglia perché rischia di procrastinare una situazione difficile che riproporrebbe problemi su problemi in ogni momento.  Il voto invece è sempre, comunque la si pensi, un modo per risintonizzare il Paese con i cittadini e la volontà popolare del popolo sovrano.
Mi dispiace ma stavolta per la prima volta mi trovo in disaccordo con le idee di Paolo Becchi, che stimo molto, ma che secondo me in questa occasione sta sbagliando e l'errore potrebbe essere significativamente importante. A che giova procrastinare una situazione divenuta difficile per una autentica differenziazione di vedute? A niente! Poco oltre saremmo sempre lì, allo stesso stallo ed anzi, potrebbe essere maggiormente difficile. Dare la colpa al Primo ministro dimissionario è una spiegazione troppo semplicistica che non fa quadrare la situazione.