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martedì 20 agosto 2019

Crisi

C'è da dire che un governo che non trova la sua coesione nei successi comuni del recente passato, di cui si è voluto disfare, in una linea dialettica comune in Unione europea, e intorno a questioni particolari nel nostro Paese, ha perso la sua ragion d’essere e si deve prenderne coscienza. Può essere che un compagno di strada si trasformi strada facendo e che all’inizio manifesti una certa fisionomia e poi ne manifesti un’altra. Questo crea sempre scompiglio e si dovrebbe chiedersi: chi è responsabile di questo scompiglio? A testimonianza di tale scompiglio c’è una fuga di elettori consistente di cui si è preferito non parlare, il che rappresenta sempre un errore. Sono milioni di persone, di cittadini che si sono sentiti delusi, per qualche ragione non approfondita, dal movimento cinque stelle. E’ stato opportuno non chiedersi il perché? C’è stato un cambiamento, una differenziazione caratteriale e probabilmente una separazione consensuale è la cosa migliore. Non è possibile ipotizzare una visione comune in Europa tra Lega e movimento cinque stelle. Si evince da questo, che uno coerentemente non sostiene l’asse che porta a politiche austere e deflazionistiche e l’altro contrariamente le sostiene, facendo stupire i propri elettori. Come si fa a non riconoscere questo stato di cose? È evidente per chiunque.
Ci dispiace ma non è chiaramente possibile tornare ad avere una visione comune in Europa. E’ inutile fare finta di non vedere. E questo rispecchia le difficoltà che ci sono anche all’interno, in Italia, dove si possono incontrare giudizi secondo i quali chi sostiene un’alleanza europeista con Prodi e Renzi non potrebbe consentire il sostegno a certe iniziative, riguardanti leggi proposte dalla Lega per esempio sulla riforma di Banca d’Italia e sulla proprietà statale dell’oro. Situazione che in effetti si sta verificando in una commissione presieduta dai cinque stelle. 
Si deve guardare il dato reale e considerare che procrastinare non serve al Paese.
La maggioranza dei partiti politici è disponibile a nuove elezioni, che rappresentano il massimo esercizio civico di un cittadino e possono servire a rasserenare gli animi. Perché la situazione sembra molto tesa nel Paese e questo esercizio civico che ci ricorda che il popolo è il solo vero sovrano nella nostra Repubblica democratica, può contribuire a far tornare il sereno.
Ricuciture pronte a riscucirsi subito dopo non servono. Molte cose invece sono possibili quando ci si mostra coerenti con le proprie iniziative.
La Costituzione ci fa liberi di esprimere i propri pensieri, a maggior ragione se ciò è nell’interesse del Paese che sulla Costituzione che fa del popolo il vero sovrano si fonda.
La mia posizione in ogni caso desidero che sia chiara: la cosa migliore per il Paese è quella di andare ad elezioni il prima possibile.