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lunedì 26 agosto 2019

Facciamo chiarezza intorno ad alcuni vocaboli equivocaboli

Cerchiamo di fare chiarezza intorno a vocaboli e concetti che stanno diventando di uso comune poiché vi è l'impressione che spesso vengano travisati.
I sovranisti non vogliono essere sovrani degli altri ma di se stessi.
Dovremmo sgomberare il campo da interpretazioni sbagliate, anche sul vocabolo “nazionalisti” e da troppo facili associazioni tra questo vocabolo e l'altro.
Chi parla di nazionalisti, si riferisce generalmente ai nazionalismi storici, quelli del passato, quelli che incoraggiavano il dominio su altri popoli, che consentissero di divenire sovrani di altri popoli. Da cui la confusione sul vocabolo “sovranista”. Ma i nazionalismi di oggi, sempre ammesso che li si possa definire tali, sono “nazionalismi di difesa” e i sovranisti non si definiscono tali perché vogliono divenire sovrani di altri popoli ma semplicemente perché desiderano essere sovrani di se stessi. In altre parole, vogliono essere liberi, come li vuole la Costituzione. E questo perché si sono accorti che rischiano di non esserlo più, liberi. In ciò vi è una perfetta rispondenza al dettato costituzionale che indica il popolo come sovrano e che, al contempo, dichiara di rifiutare la guerra come sistema per la risoluzione delle controversie internazionali. E infatti i sovranisti usano entrambe le idee esposte. Si può discutere a lungo, quindi, di quanto sia effettivamente meritorio, auspicabile, opportuno, essere sovranisti o no, ma non si può equivocare e confondere l’essere sovranisti con l’essere aggressivi, belligeranti, tesi al dominio degli altri popoli, come erano i nazionalismi storici, del passato. C’è una bella differenza nel sovranismo che difende la propria identità, le proprie prerogative, le proprie caratteristiche, la propria cultura e la propria storia, che vuole gli uomini liberi, c'è una differenza, si diceva, far questi e i nazionalismi di attacco, quelli aggressivi verso gli altri, verso l'esterno, che volevano dominare altri popoli, accompagnati spesso da un'idea di superiorità da manifestare anche con le armi. Non è proprio la stessa cosa, anzi, siamo di fronte a due cose completamente diverse.
Per questo, e per altre ragioni di cui non è possibile argomentare in questa sede, si può ritenere che sia del tutto da escludere che esistano in questo momento energie e forze in grado di riproporre gli errori e gli orrori del passato, e certe paure risultano esagerate, particolarmente se derivano da un fraintendimento che sussiste circa il vocabolo sovranismo. Non c'è pericolo che questi errori possano scaturire da forme di pensiero che difendono l'uomo libero, come lo vuole la Costituzione. Né siamo di fronte ad una riproposizione del fascismo che negando l'uomo libero, nega espressamente il sovranismo che invece lo difende. Al contrario di quello che qualcuno può pensare, le forze sovraniste, sono forze di difesa, che vogliono uomini liberi e non schiavi. Sì, i sovranisti non vogliono gli uomini schiavi, neanche di formule e teorie assurde o di algoritmi che vengono promossi e sospinti anche mediaticamente, quasi come circuiti stampati da immettere nel cervello delle persone. I sovranisti cercano esattamente di evitare di essere dominati da altri, quelli sì aggressivi, con teorie mai messe seriamente in discussione dal potere perché funzionali ad imprimere nei governi nazionali pesanti restrizioni e feroci ricatti, teorie che sembrano innocue ma che, generando effetti paragonabili a quelli di una guerra, evidentemente tanto innocue non sono.
Gli errori del passato non tornano se usiamo le difese immunitarie che si sono create affinché non tornino. Queste difese sono nella Costituzione e vi sono state immesse dalla saggezza dei padri costituenti verso i quali va il nostro grazie, e una di queste è il voto, massimo esercizio democratico del popolo sovrano.