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lunedì 3 settembre 2012

Verso quale Europa?

L'assenza di una Costituzione europea ci autorizza e ci spinge  a chiedere a noi stessi ancora una volta quale Europa vorremmo.
Io non ho dubbi al riguardo: vorrei l'Europa dei Popoli e dell'art.A del trattato di Maastricht!
Sarebbe già molto. Si perchè non tutto sembra rispettare il principio delle decisioni più vicine possibili ai cittadini. E l'Europa degli inesplicabili tecnicismi e degli addetti ai lavori sempre più lontani dai cittadini non è l'Europa dei Popoli. Con questo non intendo dire che non debbano esservi degli addetti ai lavori ovviamente. Siamo pienamente consapevoli di questo, sarebbe assurdo. E'infatti necessario che degli addetti ai lavori occupino le rispettive posizioni per operare al meglio secondo le proprie prerogative e competenze, è naturale.
Quello che intendiamo dire è che gli addetti ai lavori, nell'esercizio delle loro funzioni devrebbere attenersi ad uno stretto codice deontologico che preveda prima di tutto il rispetto della democrazia e delle sue istituzioni ma, direi, anche e forse soprattutto, della sua storia, per non dire della storia di chi l'ha costruita e diffusa questa democrazia.
Non c'è liberismo nel nome del quale questo codice deontologico essenziale debba venir meno, ed anzi sono sempre più numerose le persone che si chiedono se liberismo ( liberismo sfrenato) non significhi assenza di codici deontologici fondati sul rispetto dell'altro, quel rispetto che dovrebbe garantire anche all'altro gli stessi diritti e le stesse opportunità che vorremmo per noi stessi.
Sono sempre più numerose le persone che si chiedono se liberismo non significhi assenza di codici e di regole che determinano un vuoto che viene colmato semplicemente dalla legge del più forte, e quindi dall'assenza dello stato di diritto.
Quello che intendiamo dire altresì, è che gli 'addetti ai lavori', nell'esercizio delle loro funzioni dovrebbero essere sempre consapevoli  che l'Europa è stata pensata e proposta come l'Europa dei Popoli vicina ai cittadini e che questo rappresenta la vera forza e la vera natura dell'Unione europea.
Naturalmente è possibile ristudiare questi trattati per metterne in luce le eventuali contraddizioni anche in vista di un loro miglioramento ed è stato proposto. Ma quando si tratta di esprimere delle concezioni di carattere generale, concezioni così di buon senso da essere ritenute universalmente accettabili, come il fatto che le decisioni debbano essere prese il più vicine possibile ai cittadini ( Art.A,Maastricht) ci sembra di individuare in queste proprio quelle parti fondative che non cambieremmo mai, ed anzi ravvisiamo in queste proprio quelle parti che semmai dovrebbero fungere da termine di paragone e di costante confronto proprio per discernere quali sono le parti dei trattati in contraddizione con queste, quelle si eventualmente da cambiare.
Queste concezioni fondative di carattere generale ci sembrano quelle più democratiche perchè non escludono nessuno.
Se ad alti livelli istituzionali europei non si è più d'accordo con l'art.A del trattato di Maastricht lo si dica chiaramente. Altrimenti quello che ci attendiamo è un comportamento coerente con questo articolo.
Per esempio, che la figura istituzionale del Presidente del Consiglio europeo possa svincolarsi da qualsiasi interrogazione da parte del Parlamento europeo sembra essere in totale contraddizione con l'Art.A del trattato di Maastricht.
In ogni caso l'atteggiamento degli addetti ai lavori non deve essere quello di chi esclude o tenta di innalzare barriere anche psicologiche ma, al contrario deve essere quello di chi include, rende partecipi, informa, stimola partecipazione e quanto altro ancora le conquiste democratiche dell'uomo mettono a disposizione dei propri simili.
Ma come si deve fare per includere? Che cosa vuol dire includere?
Includere vuol dire appunto rendere partecipi, condividere, accogliere, spiegare, dialogare, qualche volta anche pazientare probabilmente, se necessario ecc.
Per questo è necessario che aumentino le situazioni nelle quali questi atteggiamenti possano manifestarsi e proporsi. Includere vul dire infatti anche che la partecipazione dei cittadini di ogni stato membro trovi maggiori occasioni di manifestarsi e di essere ascoltata anche attraverso gli strumenti della democrazia come per esempio i referendum.
A tale proposito è molto triste constatare che qualcuno ami considerare e spingere a considerare il ricorso al referendum come un abuso di fiducia.
Cosa vuol dire Intanto l'espressione 'abuso di fiducia'? Questa espressione è tale da implicare alcuni margini di ambiguità che necessitano di un chiarimento. Infatti penso che, per la maggior parte delle persone, con questa espressione si intenda ciò che si verifica quando ti viene accordata della fiducia e tu ne approfitti per andare oltre e per fare anche quello che non era negli accordi. In qualche modo quindi è così che viene tradita la fiducia stessa: hai abusato della mia fiducia, si dice in questi casi.
In quest'altro caso invece suppongo che l'espressione che debba intendersi come la mancanza di fiducia nei confronti di un progetto politico che viene presentato.
Per cui si da il caso in cui il proponente, singolo o gruppo che sia, per avere campo libero e nel tentativo di evitare per questo gli strumenti che la democrazia mette a disposizione, strumenti quali per esempio lo stesso referendum, dice: è un abuso di fiducia! Espressione secondo me un po' impropria per dire che si stà manifestando sfiducia nei confronti dello stesso progetto e quindi in qualche modo anche nei confronti di chi lo propone, come se si trattasse di una offesa personale e inaccettabile o in altri termini di lesa maestà.
Questa è una ben nota tecnica psicologica che cerca di sfruttare la buona educazione di certe persone, che mai vorrebbero offendere i propri interlocutori.
E il buon gusto di queste persone e la loro educazione verranno ripagate con la stessa moneta?
Questa tecnica infatti intimidendo vorrebbe spingere costoro a non usare gli strumenti della democrazia. E' quindi una tecnica non democratica. E una tecnica che esclude idee. Ma noi abbiamo bisogno di idee!
Ora, quando ad alti livelli istituzionali, anche se magari inconsapevolmente, si  frena l'uso degli strumenti della democrazia che, al contrario dovrebbero essere incoraggiati e incentivati, vuol dire che qualche problema nel modo di vivere la democrazia c'è, e come! E allora in conformità alla Carta dei diritti fondamentali è giusto farlo notare. Qualche parlamentare lo ha fatto. E quindi sarebbe il caso di fermarsi un poco e riflettere.
Includere vuol dunque dire che si cerca di affermare la democrazia e di renderla sempre più solida,e non di allontanare i cittadini o i parlamentari dall'uso degli strumenti  che questa mette loro a disposizione. Errare è umano, ma auspichiamo la presenza di alte cariche europee che incoraggino e incentivino l'uso degli strumenti democratici e non che li disincentivino con la scusa che sennò viene recata loro un'offesa, che ci pare la ragione meno pertinente! La democrazia non dovrebbe essere confusa con il personalismo o con il culto della personalità, soprattutto della propria. La storia ci insegna che da tali culti escono cose piuttosto diverse dalla democrazia. Non dobbiamo dimenticare.
Viceversa, quando si nota, e viene fatto notare, che si  indeboliscono le strutture della democrazia e che le si rendono meno efficaci, allora non fosse altro che per un principio di prudenza si dovrebbe quantomeno interrogarsi, fermarsi e riflettere, si dovrebbe mettere un freno, uno stop.
Se qualcuno a livello europeo si chiede dove stiamo andando, questa perplessità non dovrebbe essere vissuta come un intoppo ai propri progetti ma come una utile occasione di approfondimento degli stessi.
Sembra che ci sia oggi una certa confusione sul significato di democrazia e di partecipazione purtroppo.
Anche se le eccezioni fortunatamente non mancano, sono troppe le occasioni nelle quali si registra la sensazione che queste richieste di approfondimento vengano vissute con un malcelato senso di fastidio. Purtroppo anche alti livelli istituzionali non sembrano immuni da questo.
L'Unione europea costituisce una grande ed eccezionale opportunità per costruire occasioni di incontro tra i popoli che la costituiscono, e per crescere insieme nel rispetto reciproco e nella condivisione dei valori democratici. Non sprechiamo questa opportunità!
Tra i maggiori insegnamenti che possiamo trarre dai nostri alleati Stati Uniti d'America c'è quello di difendere la democrazia sempre e comunque, ogni qual volta la si vede indebolita. E' giusto che ci si lasci guidare da questo spirito.
Non sprechiamo dunque questa fantastica opportunità che è rappresentata dall'Europa dei Popoli.
E difendiamo la democrazia attraverso un sereno (e sottolineo sereno), confronto. Via tutto ciò che ostacola questa serenità piuttosto.
L'Unione europea costituisce dunque una eccezionale opportunità di crescita, ma non dobbiamo dimenticare che solo meno di ottanta anni fà l'Europa era dilaniata da una guerra feroce che vedeva i popoli della stessa combattersi armi in pugno.
E' bene che questo brutto periodo del passato sia stato superato, ma è bene anche imparare dall'esperienza e dalla memoria. E' bene ricordare che esistono all'interno dell'uomo manifestazioni inferiori e deteriori che spesso affiorano sull'onda della volontà di potenza e sul desiderio personalistico od elitario di prevalere gli uni sugli altri.
E' giusto ricordare a se stessi e agli altri che la natura dell'uomo molte volte ha manifestato livelli di aggressività inauditi e che dovremmo essere tutti concordi nel ritenere che, quando qualcosa sembra appoggiarsi su qualcuna di queste manifestazioni inferiori della complessa personalità umana, specie quelle che fanno leva sull'aggressività e sulla volontà di potenza appunto, che si stà prendendo una direzione sbagliata.
E' fantascienza? No, ce lo dice la storia!
Ora, ci sono stati vari sistemi per fronteggiare questo tipo di situazioni e per far si che questo tipo di manifestazioni deteriori non trovasse ulteriori vie per manifestarsi, svilupparsi e imporsi.
Sono stati sviluppati fortunatamente gli anticorpi necessari a far sì che tutto questo non avesse a ripetersi, come auspicato dallo stesso Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz nel suo discorso del 12 agosto 2012 a Sant'Anna di Stazzema.
Per esempio in Italia uno di questi anticorpi è rappresentato dalla Costituzione. E vorremmo che le cose rimanessero così.
Dico questo perchè la Costituzione Italiana oggi corre il pericolo di essere cambiata senza tanti complimenti e senza che i cittadini quasi se ne accorgano.
Anzi è esattamente in corso di cambiamento e nessun dibattito particolarmente approfondito sembra scaturire da questa situazione, e pochi sono informati dei fatti. E' brutto dirlo ma sembra quasi che si punti proprio sulla non informanzione e sull'assenza di dibattiti pubblici. Anche se qualcosa si muove, ancora non si muove in modo proporzionato all'entità della cosa.
Per fortuna la Costituzione Italiana è sana e robusta e si spera possa non esserne stravolta.
Si dice che c'è fretta. Credo che si tratti di una tecnica eristica, forse nota nell'ambiente, o forse no. Ma generalmente si dice: è necessaria. Naturalmente la fretta non è affatto necessaria.
L'unico risultato che questo tipo di fretta può ottenere, e di cui gli assertori della stessa sembrano non avvedersi purtroppo, è quello di far sì che non si stabiliscano i giusti tempi di sedimentazione di una informazione a livello personale, e altresì che non si stabiliscano i giusti tempi di sedimentazione delle informazioni anche a livello collettivo e popolare.
Sono numerosi i detti popolari che ci mettono in guardia dalla fretta: La furia la vuol l'agio; la gatta frettolosa fece i gattini cechi, la fretta è una cattiva consigliera ecc. ecc.
E anche nella Bibbia sono presenti dei proverbi che ci ricordano, per esempio, che le mani frettolose corrono al male. versetti che stigmatizzano l'atteggiamento frettoloso per sottolineare la positività di quello calmo e riflessivo.
Anche la saggezza popolare in quanto tale è capace di fornire elementi utili alla decifrazione della realtà e dare risposte utili. E per chi è credente esiste la Bibbia appunto dove una saggezza millenaria affiora costantemente. Cose che credenti cristiani come il Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy dovrebbero saper bene. Ed è quindi con fraterna simpatia che invito anche lui (semmai questo scritto gli giungesse) a riflettere su questi valori. E invito me e tutti i credenti ma anche i non credenti a rileggersi i Libri Sapienziali. Ma insomma credenti e non credenti hanno fonti abbondanti da cui attingere, fonti che portano a conclusioni analoghe e convergenti per quel che riguarda l'argomento 'fretta'.
Ora, se la Costituzione rappresenta uno di questi anticorpi è necessario porre molta attenzione ai cambiamenti che vi si apportano, altro che fretta! Infatti questi cambiamenti potrebbero rappresentare la rimozione di quegli stessi anticorpi così faticosamente conquistati e riaprire la strada a quelle manifestazioni deteriori della personalità che si sviluppano sulla scia della volontà di potenza e del culto della personalità, che proprio quegli anticorpi erano depuati a contrastare. Sono convinto che anche gli assertori della fretta non vorrebbero questo e allora cerchiamo di essere prudenti quantomeno e cerchiamo di non arrecare danno a noi stessi.
A proposito di sfiducia, abuso di fiducia ecc. è la 'volontà di potenza' la prima manifestazione di sfiducia nei confronti del prossimo! Ed è pure la prima e più importante manifestazione di sfiducia nei confronti della democrazia!!
Quando ci troviamo di fronte alla 'volontà di potenza' dovremmo far scattare un campanello di allarme in noi e negli altri, e cercare di mettersi in civile e rispettoso dialogo con tutti, anche con coloro che manifestano questo tipo di atteggiamenti, nel tentativo di fare opera di convincimento con le pacifiche armi delle idee.