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giovedì 30 gennaio 2014

Giornate memorabili in Parlamento per l'opposizione!

Quella vista ieri in parlamento è una pagina difficile da definire, certamente non bella per il governo. E' difficile soprattutto trovare definizioni positive le quali naturalmente, dal mio punto di vista, dovrebbero essere tutte quante riservate all'opposizione. Quando la demagogia si sposa all'autolesionismo quale venefica miscela può scaturirne!?! E' stato approvato un decreto contenente vari punti, una miscellanea eterogenea che unisce punti estremamente diversi tra loro se non addirittura contraddittori in qualche caso. Sono tecniche di nascondimento, fatte cioè per nascondere dietro un provvedimento populista un altro che probabilmente avrebbe fatto gridare allo scandalo. Questo modo di procedere ha sollevato legittimi dubbi di incostituzionalità. Penso che sarebbe opportuno quindi verificare la costituzionalità dei 'decreti macedonia' nonché la costituzionalità dei singoli punti facendone una esplicita richiesta all'organo competente in materia, la Corte Costituzionale.
Penso che potrebbero mostrarsi sensibili a questa richiesta, a questo invito  i fieri e coraggiosi oppositori all' approvazione di quello che è stato definito appunto 'decreto macedonia', per via suppongo dell'eterogeneità di cui accennavo, individuabili particolarmente nel Movimento Cinque Stelle, in Fratelli d'Italia e nella Lega che hanno combattuto fino in fondo pur sapendo che con ogni probabilità sarebbero stati accusati di voler far pagare l'IMU agli italiani, tesi non vera e che non regge alla prova dei fatti del loro operato.
Mi permetto quindi per quanto immeritoriamente di osare un timido suggerimento, quello di fare immediata richiesta, se possibile, alla Consulta, di verificare la costituzionalità dell'eterogeneità del provvedimento e dei singoli punti!
Soprattutto la parte del decreto che riguarda la Banca d'Italia, che è anche un simbolo importantissimo, oltreché una Banca, e che opera nell'interesse dello Stato (o lo dovrebbe fare), ha suscitato legittimo e sacrosanto scalpore. Sacrosanto sì, così come è 'sacro' il dovere di ogni cittadino di difendere la propria Patria, come ci ricorda l'art. 52 della Costituzione, una Costituzione troppo spesso dimenticata.
Una sacralità che evidentemente non tutti sentono allo stesso modo. Non ho letto personalmente i decreti e questo mi spinge ad un atteggiamento prudente riguardo al merito specifico degli stessi. Mi attengo a quanto emerso dall' aula soprattutto dagli interventi degli esponenti del movimento cinque stelle. Non posso entrare neanche troppo nello specifico perché la cosa meriterebbe uno spazio a se stante, tanto vi si potrebbe scrivere al riguardo.
Ma quanto udito fa capire che ci troviamo di fronte ad un provvedimento che aumenta del tutto arbitrariamente il valore delle quote di partecipazione fino ad un valore di sette miliardi e mezzo (vedrete che si troveranno mille scuse per giustificarlo), mentre sussistono altre stime e altre rivalutazioni che sarebbero realisticamente inferiori. E' una ricapitalizzazione che viene effettuata con la scusa della rivalutazione e col denaro pubblico il quale viene letteralmente regalato a chi già ce l'ha e in abbondanza, le banche, le quali non mettono un solo centesimo per la ricapitalizzazione.
Non possiamo biasimare chi si sente preso in giro francamente. Sarebbe stata garantita, se non erro, anche una percentuale di interessi annua del 6 %. Il 6% di sette miliardi e mezzo è pari a 450 milioni di euro.
E chi li paga questi milioni di euro? La Banca d'Italia! E la Banca d'Italia come fa a garantire tassi così alti? Probabilmente pensa di incamerarne di più! E' giusto o sbagliato chiedersi attraverso quali operazioni? E se questi proventi dovessero provenire dai rendimenti sui titoli di stato questo significherebbe tassi sui titoli superiori al 6% e conseguente aumento del differenziale (spread) ma soprattutto, cosa ben più importante, del debito pubblico. Mi chiedo quindi come è possibile che chi fa approvare simili decreti trovi il coraggio di andare in televisione a dire che si deve incentivare il lavoro agendo sugli sgravi fiscali, quando con ogni probabilità questo decreto andrà ad incidere negativamente sul debito pubblico. Chi fa approvare un simile decreto come può poi parlare di politica del lavoro quando i meccanismi finanziari sono così strettamente legati tra loro per cui il lavoro risente ovviamente delle alte tassazioni che servono a far fronte anche e soprattutto agli interessi del debito pubblico, come si può quando questo provvedimento potrebbe andare ad incidere proprio sul debito pubblico per 450 milioni annui.
Siamo di fronte alle banche che fanno politica, al denaro che fa politica, ma una pessima politica tesa purtroppo all'indebitamento. E si che si parlava di nazionalizzare una banca, nel qual caso sarebbe stata la politica finalmente a fare politica finanziaria!
Sarebbe opportuno tornare a parlare del debito pubblico in separata sede.
Si parla poi di eventuali aquisti da parte di altre banche anche straniere di quote di partecipazione che potrebbero essere invogliate dall'alto tasso di rendimento senza alcun rischio! Se questa è politica di sinistra!
No, credo che la politica di sinistra oggi non esista proprio nel Paese.
E' legittimo sospettare che nessun'altra Nazione in Europa e nel mondo avrebbe mai operato un simile atto autolesionistico nei confronti della propria banca centrale, nessuna!!!
In tempi di 'guerra economica' è un po' come dire 'invadeteci'!!!E credo e temo che ci sia già qualcuno (o forse molti) che stiano ridendo di noi in questo momento e per questa precisa ragione.
Ora, quando un governo opera in modo tale da mettere la propria Nazione nella condizione di essere derisa da altre Nazioni e di mettere in ridicolo i propri citattadini credo che si dovrebbe seriamente considerare l'ipotesi di fare un esame di coscienza!
Immaginate l'Inghilterra o la Francia o la Germania fare una simile cosa, è impensabile!
Ce le vedete queste Nazioni operare così? Io penso di no!
Il decreto sulla Banca d'Italia danneggia con ogni probabilità l'Italia e quindi avvantaggia i concorrenti della nostra Nazione. Ecco perché è un decreto autolesionistico.
Perché comunque la si pensi sull'euro, favorevoli o contrari che si voglia essere ( io ho già specificato che non ho una posizione definitiva in merito alla questione, ma che il prezzo dell'euro non puo essere la Democrazia!) non c'è dubbio che l'euro acuisca la concorrenzialità, la renda aspra! E questo a detta di molti economisti. Se veramente si pensa che questo decreto sulla Banca d'Italia sia per il bene della nostra Nazione lo si illustri con un serio e preciso dibattito dettagliato, magari in televisione, alla luce del giorno. Come dice anche il Vangelo di Marco, che è Vangelo di oggi e che cito a memoria senza la pretesa della correttezza letterale, "non si nasconde una luce", il che significa che la si mette bene in mostra. Se non lo si fa probabilmente vuol dire che non è una luce. E il fatto che il decreto sulla Banca d'Italia sia stato mascherato dietro il populista decreto sull'IMU lascia intendere che probabilmente si tratti proprio di questo, di qualcosa  di cui vergognarsi!
Quando sostenevo in post datati che in Italia sembra sussistere un modo di concepire la costruzione dell' Ue, per alcuni politici, a cui è estremamente funzionale il peggioramento delle cose nella nostra Nazione, sì da avere l'opportunità di dire che è meglio che ci governino altri organismi dal momento che noi non siamo in grado di farlo da soli, probabilmente dicevo il vero.
E di fatti le cose peggiorano sotto tutti i punti di vista.
Un dubbio legittimo: visto che questo decreto sembra danneggiare seriamente l'Italia, possibile che sia stato voluto al di fuori dell'Italia? A chi giova questo decreto se non giova all'Italia? Ci troviamo di fronte all'ennesimo 'consiglio senza coda'?
Credo che se ne rallegrino innanzitutto i  fautori dell'europeismo autoritario ( poiché non autorevole), a cui piace imporre la propria visione dell'Ue attraverso il ricatto economico, senza volerla mettere minimamente in democratica discussione. Il che la dice lunga su quanto siano persuasi della bontà delle proprie idee.
E perché i cittadini europei non dovrebbero avere opinioni sull'Europa o contribuire alla sua costruzione?
Perché sono costantemente tagliati fuori?

Il rapporto che certi organismi di questa Europa sembrerebbero chiederci non è in effetti un rapporto basato sulla fiducia anche se si insiste a chiamarla così, ma su una distorsione piuttosto evidente del concetto di fiducia, una sorta di pseudo-fiducia ( e sarebbe già qualcosa) in cui una delle parti ha una forza maggiore e l'altra minore e in cui questa forza è misurata sulla base della forza finanziaria. Quindi  viene sostanzialmente 'imposto' di avere fiducia.
Ma che fiducia è quella fiducia che viene imposta? La fiducia per essere veramente tale non può essere imposta. In realtà quella  che chiamo, eufemisticamente, cultura della pseudo-fiducia non ha niente a che vedere, come si può ben intuire, con la fiducia vera e propria né con quelli che si chiamano rapporti di fiducia.
Somiglia invece molto da vicino ad un rapporto che può essere indicato così: se fai quello che ti dico ti premio, se non fai quello che ti dico ti punisco.
Ora, mi dite secondo voi quale rapporto di fiducia si può stabilire su queste basi? Nessuno, è evidente! Si tratta in un cet qual modo di un rapporto da 'padre padrone'.
Quando tratti un tuo interlocutore dall'alto al basso imponendo la tua opinione sotto la minaccia più o meno velata di ritorsioni economiche, non cerchi un rapporto di fiducia ma un rapporto di sudditanza, primariamente psicologica ma non solo, in cui il riconoscimento della pari dignità ontologica non è minimamente presente.
La vera fiducia invece nasce proprio da questo riconoscimento: che colui col quale instauro un rapporto ha la mia stessa dignità ontologica e io la riconosco, la rispetto e la valorizzo.
Non si può chiedere un rapporto di fiducia senza riconoscere questa parità ontologica che è la base appunto del rispetto. Forse è bene ricordare che la fiducia è così preziosa che si dice: va conquistata!
Ma non con le armi, non con la violenza s'intende.
Vuol dire che il tuo 'essere' ha lo stesso valore del mio, che il tuo diritto all'esistenza è identico al mio. In un'ottica religiosa si potrebbe dire: riconosco che Dio ti ama quanto me!
Ora, in Italia erano in molti ad aver avuto fiducia in questa Europa, una vera, autentica fiducia, palpabile, spontanea, sincera.
Come è stata trattata questa fiducia? Come è stato trattato questo sentimento?! E' stata essa il presupposto di un rapporto basato sul riconoscimento della pari dignità ontologica? Purtroppo sembra di no!
La risposta a tutto questo la si evince e la si riscontra in quello che tutti riconoscono come un crescente euroscetticismo, altri come antieuropeismo, diverso-europeismo ecc. Questi fenomeni, comunque li vogliamo chiamare sono in crescita, è inutile far finta di niente.
Una ragione dovrà pur esserci? A chi giova far finta di non vedere? E come si intende persuadere questi cittadini? Con che mezzi, col ricatto finanziario?
A mio modesto modo di vedere vige da molto  tempo una certa euroincapacità all'ascolto.
Chi veramente volesse essere utile al Paese e all'Europa dovrebbe cercare di sintonizzarsi con la voce del popolo e con i suoi sentimenti. Ricordate l'art. 1 della Costituzione. Il popolo è sovrano.
Chi misconosce questo articolo lede la Costituzione, ne fa pura e semplice carta straccia, e se a farne carta straccia è chi vi giura sopra...