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venerdì 24 gennaio 2014

Delle privatizzazioni

Durante l'ultimo ventennio non abbiamo fatto altro che ascoltare incessantemente un'unica opinione vissuta come oro colato, fatta passare per vangelo, per così vera da dover essere incontrovertibile, quella secondo la quale le privatizzazioni sono l'unica cosa  che si possa fare per migliorare l'economia e il benessere del Paese.
Ebbene, trascorsi questi venti anni ci rendiamo conto che i risultati non ci sono stati e che l'Italia è stata soggetta ad un processo di crescente deindustrializzazione che, all'analisi dei fatti, ha visto proprio nella privatizzazione la protagonista indiscussa di questo processo di smantellamento. L'Italia sembra diventata il super-mercato nel quale venire a comprare per dismettere o portare a casa e tutto questo nonostante la presenza nella nostra Costituzione dell'art. 41, un articolo che deve essere finito nel dimenticatoio, che non sentiamo mai citare, neanche da coloro che giurano sulla stessa Costituzione e che guidano il Paese. Perché è così difficile citare questo articolo?
Questo articolo dovrebbe essere fatto leggere a tutti coloro che intendono investire in Italia, anche perché e legittimo immaginare che desiderino conoscere almeno in parte il contesto nel quale vengono ad investire.
Per fortuna ci sono le eccezioni che non guastano ma che non sono sufficienti da sole a ribaltare la situazione, infatti guardando ai risultati in generale purtroppo questo processo è evidente, nessuno, dati alla mano, lo può negare.
Durante l'ultimo ventennio l'Italia ha perso circa il 20% della capacità industriale. Un punto percentuale di media all'anno! E questo fattore è alla scaturigine di molte tensioni sociali. E' possibile ignorarle? E come è possibile pensare ancora di illudere il popolo che con le privatizzazioni tutto va meglio? Sono rimasti in pochi a crederci! E la colpa non è della diffidenza ma della scienza!
La scienza ci insegna che le cose vanno provate con i fatti e in questo caso i fatti hanno dimostrato che in Italia le privatizzazioni in generale peggiorano le cose. Peccato, ma è così.
In Italia le privatizzazioni rappresentano quel fattore di permeabilità che consente lo smantellamento di ciò che funziona già e anche piuttosto bene! Non sarà il caso di rifletterci un po'?
La storia provata dimostra questa tesi. Non sarà dunque il caso di essere prudenti quando si affronta il tema delle privatizzazioni? Non sarà forse il caso di dare delle rassicurazioni? Siamo in attesa per esempio del parere dei sindacati.
Pensiamo poi alle ragioni per le quali si dice di voler privatizzare, cioè per  fare cassa!
Ma a che cosa serve fare cassa quando in Italia c'è un secchio bucato rappresentato dal debito pubblico che prima o poi ti rimangia qualsiasi 'tesoretto'? I cittadini stanno piano piano rendendosi conto di questo, nonostante tutti gli eventi distraenti che sono in corso.
Anzi verrebbe da chiedersi: proprio adesso che si stava focalizzando l'attenzione sui veri problemi del Paese si dovevano innescare cosi vasti elementi di distrazione di massa?
Difficile è capire perché non si è andati ad analizzare con scientificità questo problema del  debito pubblico negli anni passati, riversando su di esso tutta l'energia necessaria per risolverlo, poiché è possibile risolverlo.
Ecco quale sarebbe l'unica vera e utile riforma che si dovrebbe fare: la totale concentrazione di tutte le energie alla risoluzione del problema dei problemi, quello che è all'origine della maggior parte degli altri problemi, quello cioè del debito pubblico!!!
L'Italia potrà dire di aver finalmente voltato pagina quando e solo allor quando si sarà decisa ad affrontare seriamente e convintamente questo problema, per altro risolvibile. Non c'è riforma che tenga al confronto.
Invece di privatizzare per fare cassa dunque, inutile palliativo, affrontiamo questo problema con le armi della scienza economica e della scienza politica! Scopriremmo probabilmente che non c'è nessun bisogno di privatizzare per fare cassa, e i dipendenti delle aziende a rischio privatizzazione probabilmente sarebbero più tranquilli.
Se c'è qualcuno che è già abbastanza forte di per sé, questo è proprio il settore privato finanziario che non ha certo bisogno di favori, stanti così le cose.
E' il settore pubblico che deve essere aiutato casomai, infatti i rapporti attualmente in corso sono tutti sbilanciati a favore del privato-finanziaio e del bancario, con buona pace dell'economia reale e questo determina un rischioso squilibrio che alla fine danneggia tutti.
Perché andare a sommare pesi dalla parte della bilancia in cui già ve ne sono di più? Ma poi a che scopo?
Di fronte a tutto questo processo di deindustrializzazione attraverso le privatizzazioni possibile che non ci sia una sola opinione di sinistra in difesa del settore pubblico?
I cittadini italiani avevano riversato notevoli speranze nelle ultime elezioni e avevano richiesto particolare attenzione su vari temi: quelli dei trattati europei (del MES, del Fiscal Compact), del debito pubblico, del lavoro ecc. avendo ben intuito che alcune dinamiche in atto a livello nazionale ed europeo erano piuttosto sorde a queste richieste.
E che fine hanno fatto le risposte a tutte queste richieste? Completamente eluse!
E' difficile non sentirsi feriti di fronte alla totale impermeabilità del governo rispetto a queste legittime istanze del popolo che la Costituzione sancisce come sovrano. Esattamente, come sovrano! Perché è così difficile ottenere delle risposte incoraggianti su questi temi? Anzi, semplicemente ottener delle risposte?
I cittadini sono disorientati e non sanno da che parte rifarsi. Che ci crediate o no si sentono traditi e anche umiliati e presi in giro per l'ennesima volta, e come biasimarli?