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giovedì 2 gennaio 2014

Buon Anno...e si riparte!

Prima di ricominciare con un nuovo anno di articoli, appena entrati nel 2014, vorrei augurare Buon Anno a tutti!!!
Dopodiché sarei quasi tentato di affrontare un tema che sembra tornare prepotentemente alla ribalta, quello del bipolarismo senza por tempo in mezzo. Ma la vera tentazione sarebbe quella di farlo in modo alquanto stringato, quasi a mo' di battuta. In effetti l'argomento sarebbe tale da lasciar presagire paginate e paginate di  argomentazioni e non penso che adesso, in un momento che mi vede impegnato su vari fronti, riuscirei a prodigarmi in una impresa del genere. Così cercherò di esprimere alcune impressioni personali in modo estremamente sintetico, nella sola speranza  che possano contribuire al dibattito in corso e ripromettendomi di approfondirle successivamente soprattutto a me stesso.
Il bipolarismo è da molti visto come un elemento di modernità anche perché ci sono esempi di moderne democrazie che lo adottano. Ma ci dimentichiamo sempre che ciò che funziona all'estero non è detto che funzioni in Italia. Infatti in Italia spesso accade che di una cosa importata pedissequamente dall'estero si riesca a prendere solo gli aspetti negativi tralasciando quelli positivi anche quando ci sono.
C'è da dire poi che il bipolarismo corre il rischio di trasformarsi col tempo in bipartitismo.
E in che cosa si trasformerebbe in Italia il bipartitismo se non in una 'larga intesa' fintamente divisa?
Ecco perché in Italia il bipartitismo sarebbe così rischioso. Esso finirebbe semplicemente con lo schiacciare tutta quanta quella varietà di pensiero che è ricchezza incommensurabile su due poli che poi finirebbero con l'omologarsi a vicenda di fronte alle pressioni del pensiero unico sull'Europa! Mentre ciò che occorrerebbe fare in questo momento sarebbe proprio cercare la varietà, la ricchezza, la fantasia, il pensiero creativo e quello divergente. Andrebbe cercato, si dice da noi, col lanternino!L'Italia dovrebbe cioè sforzarsi di trovare una sua specifica strada, facendo leva sulle proprie forze e sulla riccheza della varietà di pensiero, sulle proprie prerogative, sulle proprie caratteristiche e peculiarità positive, e ce ne sono, sfruttando la creatività e la scientificità razionale e non copiando soluzioni da contesti così diversi dal nostro. Intendiamoci, indicare dei modelli è legittimo naturalmente e anche giusto per certi versi, ma non basta da solo, perché poi bisogna avere il coraggio di calare il modello nel contesto italiano e questo è difficile.
Le soluzioni devono essere lungamente meditate, la fretta non è una buona consigliera. E sarebbe fare un torto alla nostra Nazione misconoscergli la capacità e la possibilità di trovare una via autonoma e magari originale.