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domenica 30 dicembre 2012

Rappel à l'ordr

La poesia si può amare o si può odiare oppure si può provarne indifferenza, ad ognuno la sua reazione più o meno istintiva, ad ognuno la sua risposta o la sua scelta, se di scelta poi si tratta.
A volte mi dico che la poesia, se ti capita di poterla vivere, va colta lì per lì, va presa sul momento altrimenti il momento passa e tu non ne hai ricavato niente di che.
Una sorta di poetico ma tutto sommato modesto 'carpe diem' cioè letteralmente 'cogli il giorno', benchè tradotto per lo più con 'cogli l'attimo'.
Ma poi mi dico anche che, una volta vissuta, subito dopo sarebbe quantomai opportuno operare una sorta di  rappel à l'ordr (ritorno all'ordine), tornare coi piedi per terra, nel presente e soprattutto presenti a se stessi.
Il fatto è che la poesia apre degli spiragli talvolta impensabili e molto attraenti, soprattutto per una certa tipologia di persone, soprattutto quando a corroborarne l'azione subentra come alleata la musica per esempio e questa poi si fonde magari con immagini e pensieri, ricordi e altro e la poesia diventa così, in un certo senso, multimediale.
Il ritorno all'ordine dopo, appare semplice, fattibile anzi fattibilissimo, e ti tranquillizza. - Tutto è tornato al suo posto - ti dici, o almeno così sembra.
Infatti, ammonisce il proverbio, 'sembrare e non essere è come filare e non tessere'...

...E' mattino presto sull'autostrada. Sono ripartito dopo un sosta in Autogrill, un caffè e un bicchiere d'acqua naturale. Ecco il cartello, ancora qualche istante e lascierò dietro di me la Toscana per farvi ritorno nel tardo pomeriggio o la sera, adesso vedremo. Dalla Toscana all'Umbria, dall'Etruria all'Etruria, quasi gemelle...
Direzione sud, ho il sole davanti agli occhi e ascolto della musica, l'unica compagnia. E l'unica compagna tra l'altro, insieme a poche altre attività come per esempio la pittura, da quando mi  sono separato.
La musica mi piace sempre molto, ha un grande potere sui miei stati d'animo, accompagna o addirittura stimola pensieri di ogni tipo, spesso poi trasfigurandoli e generalmente in meglio.
E' così che con l'ausilio della più immateriale delle arti, quasi senza accorgermene, alcuni dei più recenti pensieri ed alcune delle più recenti impressioni, certamente le più forti tra quelle ricevute nell'arco dell'ultimo anno, cominciano a condensarsi inaspettatamente tutti insieme e ad attirare imperiosamente la mia attenzione. E' inutile resistere.
La mia attenzione precipita, non nel senso che svanisce, ma nel senso che precipita proprio lì in quel punto di condensazione, come attratta da una forza di gravità comparsa all'improvviso.
Questa volta la mia volontà, che generalmente di fronte a simili situazioni tenta sempre una sorta di anestetizzazione, si trova presa alla sprovvista, del tutto spiazzata, non può reagire, forse non ne ha neppure il tempo, certamente non ne ha voglia, anzi è quasi certo che stia lasciando del tutto il campo libero ai pensieri automatici e alle emozioni spontanee, non si oppone, non c'è niente da fare.
E che male c'è a lasciare il campo a pensieri automatici ed emozioni spontanee, ci si poptrebbe chiedere?
Nessuno credo, ma il fatto però, è che il mio centro emozionale si trova sollecitato quanto non lo era mai stato da non so quanto tempo a questa parte, e chiunque sappia, per esperienza personale che cosa queste sollecitazioni significhino...se devo dire la verità la cosa mi preoccupa un po'.
La domanda giusta è: che cosa stà succedendo? Che stia assistendo alla costituzione di un centro di gravità? Un centro di gravità lo sembrerebbe davvero effettivamente. Quanto al carattre permanente o impermanente è presto per dirlo, non posso ancora sapere, perchè per sapere questo ci vuole tempo ovviamente...
L'intensità è davvero forte e avrei quasi voglia di accostare la macchina in corsia d'emergenza, senza aspettare piazzole di sorta, e fare un sosta  e riprendere il fiato. Il fiato? Eh sì, proprio così, il fiato. Invece vado avanti, penso a quanti km ho percorso senza aver avuto una esatta consapevolezza delle mie azioni alla guida. Eppure tutto si è svolto in modo assolutamente razionale, assolutamente composto, non un'azione fuoriposto, non il minimo rischio corso, ne fatto correre.
Comincio a pensare alle concessioni fatte alla poesia, e a chiedermi se quelli che credevo essere ritorni all'ordine siano stati realmente tali o se pittosto non siano stati  soltanto apparenti ritorni all'ordine, o magari ritorni ad un ordine sì, ma diverso dal precedente.
Ma quello che comincia ad apparire abbastanza evidente è che quelli che avevo definito 'momenti di poesia' probabilmente avevano lasciato in qualche modo degli spiragli aperti, attraverso i quali aveva appena fatto breccia quel condesato di emozioni che mi ha colto di sorpresa.
E' stato imprudente concederseli? Non lo so.

L'attenzione si sposta rapidamene dal mondo interiore a quello esteriore e viceversa. Il traffico è scorrevole sull'autostrada, si viaggia bene. Preso da occupazioni pratiche di primaria importanza, cioè preso dalla guida, si affievolisce l'intensità emozionale e, tanto per dire come si può essere contraddittori con se stessi, ne sono quasi disturbato. Tutto sommato ne sento già la nostalgia e se potessi 'alzerei il volume' per così dire, per ritornare ad una intensità superiore.
Forse perchè mi sono accorto che ci sono delle informazioni nascoste la dentro e comincio a temere di perderle, ed 'alzare il volume' è un po' come prendere una lente di ingrandimento e andare a cercarle. Dunque dovrei alzare il volume, e fin qui va bene, ma come si fa?  Ecco che tuttavia in fondo in fondo credo di averle intercettate queste informazioni. Ogni emozione nasconde delle informazioni e le informazioni si possono leggere. Ripensando a quelle che erano state in passato sollecitazioni emozionali paragonabili a questa mi accorgo che ci sono delle differenze. Queste qui contengono delle informazioni che l'altra volta non c'erano. Forse ho potuto rendermene conto proprio perchè nella mia esperienza personale avevo già vissuto qualcosa di analogo ma diverso e queste informazioni supplementari sono potute emergere per un confronto e una opposizione che altrimenti non avrebbe potuto esservi. Chissà esattamente!
In ogni caso sentivo che non potevo proprio perderle. Intercettate!!!
Alcune sembrano essere risposte a domande che mi ero posto di recente, altre sembrano informazioni del tutto nuove. E naturalmente su questo vige il più assoluto silenzio. Non tutto si può dire.
Dico solo che valeva la pena cercarle. Senso di soddisfazione...
Dopo tutto questo, in una atomesfera rilassata l'attenzione si riporta al modo esteriore e mi costringe a riflettere su dove sono arrivato con l'ideale  tabella di marcia. Rifletto ancora sul fatto che una volta lasciata la Toscana ed entrati in Umbria non passa poi molto tempo che appare il Trasimeno, è una cosa quasi immediata, è lì sul confine. Qui invece è da un pezzetto che sono in Umbria e il velo argenteo del Trasimeno non compare. Ormai è evidente che ho sbagliato qualcosa, dovevo svoltare! già, dovevo svoltare e non l'ho fatto!!
Come non detto, pazienza. Il sole davanti agli occhi, la musica, la mia attenzione delocalizzata, c'era da aspettarselo. Era il minimo che potesse succedere.
Ad un certo punto mi rendo conto che stò percorrendo la strada che potrei percorrere dopodomani semmai mi decidessi ad andare ad un convegno di economia che si tiene a Sora, nel Lazio del sud.
Ma ancora non so, ho molte cose da vagliare e ciò di cui mi rendo immediatamente conto, seduta stante, è che l'esperienza appena vissuta ed i nuovi dati appena incamerati in qualche modo potrebbero incidere sensibilmente su ogni decisione futura, rallentandola, poichè la lista delle cose da passare al vaglio prima di prendere una qualsiasi decisione che non sia una decisione prettamente ordinaria, in qualche modo, e mio malgrado, adesso si è allungata.
Penso a una giornata di oltre venti anni fa passata con alcuni compagni e compagne di Accademia che ci aveva visti sostare anche sul Trasimeno. Così tanto è passato?
E il tempo passa sì. e anche lungo la strada, ormai ho quasi corretto l'errore, sono di nuovo in carreggiata.
Alla fine raggiungerò la meta cui sono diretto, Assisi, col ritardo di un ora sulla tabella di marcia.
Trascorrerò una piacevole giornata.

C'è sempre qualche rischio nell'affrontare delle autobiografie, nell'esporre le proprie esperienze, e se devi raccontare di una tua giornata forse non devi dire proprio tutto di quella giornata, magari non subito.
Sento che potrebbero esserci pareri discordi al riguardo, chissà!
Comunque si può giocare con questo. La vita è anche gioco, sebbene alcuni momenti non sembrino esattamente indicati per giocare. Ma ci sono giochi e giochi.
Quindi potrei dire che forse questi non sono nemmeno elementi autobiografici, forse sono elementi biografici, o forse sono tracce di una storia inventata o magari solo un sogno, perchè no?
Forse un sogno...
Suona la sveglia, mi alzo dopo un sonoro sbadiglio. Ho cose da fare e già penso se negli spazi di tempo lasciati tra un' occupazione e l'altra riuscirò a concedermi dei momenti di poesia.
Poi penso a quella storia che stavo scrivendo su quel viaggio in Umbria. Dove sono quei fogli?
Non so, pazienza!
Spazi di poesia, momenti di poesia, forse potrei concedermeli tra questa occupazione e quest'altra, sì, tanto poi subito dopo farò seguire un rappel à l'ordr! Sempre che poi funzionino questi rappel à l'ordr...