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sabato 6 ottobre 2012

Risposte al Problema Culturale

Questo post si riallaccia a quelli intitolati 'Il grande problema culturale di oggi' e cerca di dare una risposta ai problemi esposti in quelli.
Credo che serva un nuovo modo di pensare, nuovo rispetto a quello dominante oggi.
E che si senta urgentissimo questo bisogno questo lo si evince abbastanza facilmente osservando tutta una serie di fattori, non ultimi quelli che vedono il nascere ed il crescere di una serie di movimenti alternativi che testimoniano in modo palese questa esigenza. Ma procediamo con ordine.
Che ci sia un problema culturale lo possiamo evincere da tutta una serie di ribaltamenti di valori in conseguenza dei quali all'uomo vengono anteposte cose e strutture che dovrebbero essergli asservite e che infatti l'uomo ha pensato per sè, per la sua utilità.
Per rendere chiaro il concetto passiamo ad un esempio concreto e lampante e chiediamoci:
per chi sono fatti i mercati? La risposta di buon senso dovrebbe essere:'i mercati sono fatti per l'uomo, e non l'uomo per i mercati'. E infatti sono propenso a credere che sarebbero in molti a sottoscriverla in modo trasversale da destra a sinistra, dai laici ai cattolici, credenti e non credenti. Perchè? Perchè è una risposta di buon senso e negli esseri umani ci sono delle precise strutture atte a raccogliere quelle sensazioni che da sempre sono legate al buon senso.
Ma a corroborare questa tesi viene incontro nientemeno che il Vangelo.
Possiamo trovare infatti un passo simile a questo esattamente nel Vangelo di Marco.
Chi è credente può meditarci sopra e, naturalmente, anche chi non lo è può farlo. Rileggiamo dunque Marco cap. 2, versetti 27 e 28:

"E diceva loro: <<Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio
dell'uomo è signore anche del sabato>>."

La frase sui mercati contiene per la sua struttura delle evidenti analogie con questa frase Evangelica che, in quanto evangelica è con ogni evidenza anteriore storicamente parlando.
Gesù con questa frase vuole farci capire qual'è l'esatto valore degli elementi in campo,cioè cosa viene prima e cosa viene dopo; cosa dobbiamo anteporre e cosa dobbiamo posporre.
Per Lui pare non sussistono dubbi al riguardo, l'uomo viene prima. Per cui mi chiedo quale dovrebbe essere la posizione del credente cattolico ( ma anche più in generale cristiano, direi) rispetto ad un eventuale dibattito sul problema culturale attuale, che è quello di vedere anteporre all'uomo le cose che l'uomo stesso ha fatte per sè, cose tra le quali dobbiamo necessariamente e legittimamente annoverare i mercati in questo contesto?
Noi  crediamo che il cattolico dovrebbe sottoscrivere ed avallare il concetto che 'i mercati sono fatti per l'uomo e non viceversa'. E questo dovrebbe avvenire in conformità con la frase evangelica citata. Dobbiamo , tra l'altro ricordare agli eventuali gentili lettori che in questa frase evangelica Gesù si presenta come il 'Legislatore' come colui cioè che 'è signore anche del sabato'. E allora a questo punto dobbiamo dire che se è proprio il 'Legislatore', se è proprio il 'Signore del sabato' a stabilire che l'uomo viene prima del sabato non dovremmo avere alcun dubbio al riguardo, proprio come non ne ha avuti Lui.
E che differenza passa dal punto di vista dei valori in campo tra questa frase evangelica e la frase sui mercati sopracitata? Nessuna direi.
Una delle difficoltà che si evidenziano nel contrastare la cultura attuale che inverte questi valori è costituito dal fatto che ci sono dei 'portatori sani' di questa cultura artificio-centrica, cioè delle persone che probabilmente non sono esattamente o totalmente consapevoli che certe loro affermazioni contengono messaggi tali da invertire l'ordine dei fattori in campo.
Perchè non è facile per nessuno, neanche per persone molto acculturate rendersi sempre perfettamente conto del numero e della portata dei messaggi che sono contenuti implicitamente anche in semplici frasi. Una delle risposte all'attuale problema culturale dovrebbe essere infatti quella di aumentare la consapevolezza di sè e delle proprie azioni a tutto campo. Anzi, da questo punto di vista, siamo tutti portatori sani, e tutti dobbiamo diventare più consapevoli.
Non sono cose che possano ragionevolmente avvenire in tempi brevi. Per cui è naturale aspettarsi una convivenza un po' forzata tra coloro che pensano che i mercati siano da anteporre all'essere umano e coloro che invece, e più ragionevolmente, almeno dal nostro punto di vista ( che per noi diventa anche un punto di fede come penso si possa facilmente arguire), che i mercati sono fatti per l'uomo.
E' doveroso avvertire tutti coloro che sono persuasi della bontà di questa inversione di valori (concezione che abbiamo definito 'artificio-centrismo') che percorrere questa strada è estremamente rischioso e controproducente per l'interesse generale.
Non solo ma è doveroso avvertirli, soprattutto per un credente, che questa posizione è lontana dai valori che lo stesso Gesù ha manifestato nel Vangelo. Se coloro che credono nell' artificio-centrismo a discapito della centralità dell'uomo ( e ricordiamo che per il credente al centro dell'uomo vi è Dio) ritengono di essere cristiani, l'invito è quello di rivedere le proprie posizioni, perchè le due cose non possono coincidere.
Ma può darsi che non lo siano cristiani, il che è legittimo ovviamente in una Unione europea laica, e noi non abbiamo da obiettare niente al riguardo, ma da suggerire qualcosa si. A costoro suggeriamo di ascoltare i recettori del buon senso che sono certamente presenti in tutti, credenti o non credenti.
C'è una naturale conseguenza a cui porta tutto questo ragionamento (e quello dei post sul problema culturale') che andremo a vedere a breve.
Da uno sguardo dato in generale sul mondo attuale e in particolare su quello della finanza e della politica, ci si rende facilmente conto di un certo strapotere della finanza sulla politica, e questo dovrebbe spingere, e di fatto spinge, molti a delle attente e spesso preoccupate riflessioni. Questo di fatto è una delle conseguenze dell'artificio-centrismo.
Ma questo a lungo andare non potrà che portare a dei problemi gravissimi che già molti intuiscono. Per cui si rende necessaria una risposta culturale.
E qual'è questa risposta culturale? La risposta è che anche in questo caso dobbiamo necessariamente invertire i fattori in campo, rimetterli nella giusta posizione, ed adeguarli al buonsenso.
Per dirla meglio, quello che queste considerazioni portano ad avvalorare è la concezione secondo la quale oggi è quantomai urgente e indispensabile ripristinare il primato della politica sulla finanza.
E'un obiettivo importante da perseguire, poichè tutti comprendono che la politica è la mente e la finanza in questo caso i muscoli, la forza motrice. Non possiamo lasciare decidere ai muscoli, è la mente che deve farlo, è la mente che deve dirigere le azioni e le decisioni, anche quelle finanziarie.
Così dice anche,  la Costituzione della Repubblica Italiana.
E questo è quello che dice anche il buon senso e noi crediamo fermamente in questo e lo diciamo apertamente, e non ne facciamo mistero, perchè crediamo nella bontà della proposta, che è anche esattamente la risposta più significativa che possiamo dare al grande problema culturale di oggi..
Invitiamo pertanto a riflettere su tutto questo, anche chi ci stà governando in questo momento.
Noi possiamo soltanto indicare questa strada, spetta alla politica il compito di attuarla.