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lunedì 2 luglio 2012

Le ragioni del lavoro

Continua da ultimo post di giugno

Riprendiamo la nostra modesta indagine sulle ragioni del lavoro dal punto in cui l' abbiamo lasciata cioè dal tema della moneta.
Come tutte le invenzioni, anche quella della moneta - e quest'ultima particolarmente, se mi si passa la battuta!- presentano due facce della medaglia, a seconda dell'uso che se ne fà.
Così ciò che è pensato per il bene generale dell'essere umano può finire per rappresentare in talune circostanze  una fonte di discriminazione sociale, di corruzione, ingiustizia, malcostume.
Tutto dipende! Ma il denaro è neutro e incolpevole. E' l'uso che se ne fa che può determinare i più svariati esiti,e che può essere encomiabile o stigmatizzabile.
Ci sono stati addirittura dei papi che hanno vigilato sull'uso della moneta e sono intervenuti affinchè potesse prevalere un uso encomiabile e non stigmatizzabile della stessa, un uso giusto e non discriminante, come per esempio l'universalmente stimato papa Gregorio Magno.
In ogni caso, per ritornare al punto di prima, con l'invenzione della moneta tutto cambiò.
Ed anche la stessa moneta col tempo è cambiata, anche lei ha subìto una sua evouzione divenendo, grazie alla Cina che l'inventò e a Marco Polo che l'introdusse in Europa, cartacea oltre che metallica, divenendo cioè carta-moneta.
Insomma con la moneta, cartacea o metallica che fosse molte trasformazioni anche nel lontano passato furono possibili.
Le scorte non erano più necessariamente scorte di soli beni materiali anche commestibili, ma perfino scorte di denaro. Era nato insomma il risparmio! Chi lavora non solo può sopravvivere  ma può anche risparmiare. E con il risparmio arriva la possibilità di acquistare beni sempre più costosi, perfino quelli immobili.
Così la proprietà privata legata principalmente in un primo momento ai beni mobili finisce con l'estendersi ai beni immobili appunto, e lo stesso concetto di proprietà privata si estende, dando un notevole contributo all'emancipazione dell'essere umano.
E più fonti di risparmio messe insieme hanno costituito, in passato,il passaggio fondamentale per la messa in opera di importanti cantieri, per la costruzione di opere pubbliche e private, come i palazzi dei governatori, gli edifici ecclesiastici ( chiese, cattedrali, battisteri) ecc., a loro volta decorate da statue, dipinti ecc. cose che l'esistenza della moneta ha decisamente favorito e facilitato.
Da allora, cioè dall'invenzione della moneta, la realtà sociale rispetto alle origini si era fatta decisamente più complessa, variegata, multiforme. Grazie a questa maggiore complessità vanno aumentando talune possibilità e, di conseguenza, diminuiscono certe limitazioni nel 'fare'.
E queste nuove possibilità ancora una volta vanno ad incrementare il numero dei lavori possibili.
Che valore dare allora a questo oggetto particolare che si chiama moneta?
La moneta è un mezzo convenzionale utile per ottenere beni di vario genere, un mezzo e non un fine.
Ci sono illustri premi nobel che dicono che la moneta non è voluta per se stessa, quanto piuttosto per le cose che consente di comprare, poichè è un mezzo e non una merce.
Ed oggi questo dovrebbe essere ancor più vero perchè la diffusione della moneta è universale.
Ma dobbiamo constatare come in certi casi essa stessa sia trattata da merce e non da mezzo, ed è questo un tema molto dibattuto ai giorni nostri. C'è chi vede il contrapporsi della cosiddetta economia reale a quella dei derivati. Di fronte alle crisi economiche molti illustri personaggi sostengono divedere una via d'uscita in una sorta di ritorno all'ordine che veda il suo appoggio all'economia reale che è alla base di tutto il sistema economico. 
La nozione di economia è oggi così strettamente legata a quella di lavoro che non possiamo citare l'una senza richiamare automaticamente l'altra, e parimenti non possiamo citare la nozione di lavoro senza quella concomitante di remunerazione e di conseguenza anche di moneta.
Per questi stretti legami di relazione e di senso tra lavoro, moneta ed economia, legami che si fondano su strette e concrete relazioni oggettive non si può, ribadisco, citare uno di questi termini senza richiamare immediatamente gli altri. Ecco che allora il valore dell'ecomomia viene rievocato in modo diretto o indiretto spesse volte e a più livelli, perfino in certe Costituzioni Nazionali come quella italiana per esempio il cui primo articolo dice:

'L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro.'

Prosegue... abc


Il caos è fondato sull'assenza del lavoro
Tecnica mista su carta
2011