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venerdì 20 luglio 2012

Sappiamo davvero cos'è il fiscal compact?

E' con grande amarezza che apprendo la notizia fresca dell' approvazione in Italia del fiscal compact.
Ed è per dare questa notizia che interrompo temporaneamente la serie di post che mi ero prefissato di pubblicare secondo una ideale scaletta.
Sono un operatore artistico, è vero, ma prima ancora sono un cittadino della Repubblica Italina e come tale vivo le vicissitudini della mia nazione che non mi sono indifferenti, quando con grande attenzione e quando distrattamente. Ma in questo caso la notizia è di una tale rilevanza che non è proprio possibile disinteressarsi o passarla sotto silenzio.
Sono un cittadino che crede nella democrazia, nelle istituzioni, nella Costituzione, e come tale faccio mio l'invito di quest'ultima di approfondire un argomente per ' il benessere spirituale o materiale della società' ( Art.4). E' così, sotto l'invito della Costituzione, sotto l'invito di chi chiede partecipazione e concorso di idee, che mi accingo serenamente, e con pacatezza, pacificamente e democraticamente, rispettoso delle altrui idee ma soprattutto di chi le esprime, ad esprimere a mia volta le mie su questo argomento, certo di ricevere lo stesso trattamento.

E' con amarezza dicevo, sì perchè la decisione presa dalle camere ignora del tutto o quasi la moltitudine di opinioni contrarie, le quali opinioni hanno avuto il solo torto di trovare una scarsa eco nei mezzi di informazione di massa. Non così in internet però. Ed è per questo che suggerisco agli eventuali lettori di cercare notizie in rete. E' principalmente lì che l'encomiabile lavoro di alcuni cittadini, alcuni dei quali con una reale preparazione specifica sugli argomenti, ha fatto luce su quelli che possiamo definire i lati oscuri di questo trattato e dei trattati concomitanti. Ma la maggioranza del pubblico, la maggioranza dei cittadini è alla radio e alla televisione o anche dai giornali che attinge le notizie. Ed è lì che avremmo potuto assistere ad una maggiore confluenza di informazioni, che sarebbe stata gradita a molti, così come sarebbe stato auspicabile assistere a dibattiti pubblici in fasce orarie maggiormante seguite. Le persone guardano soprattutto i telegiornali ma purtroppo non è dai notiziari, i quali, per loro natura, riportano prevalentemente fatti già avvenuti,  che sarebbe stato possibile formarsi una opinione autonoma sulla questione.
Internet funziona ma l'informazione è ancora fisiologicamente e ovviamente sbilanciata a favore dei mezzi di informazione più tradizionali. Di questo non dobbiamo stupirci.
Mi chiedo quanto i parlamentari sappiano della distanza della loro decisione dal sentimento e dall'opinione popolare diffusa, anche a livello europeo, ed è anche per questo, che con l'approvazione del fiscal compact essendosi palesata per noi questa distanza, che credo sia utile per loro sapere che la distanza è notevole.
Vediamo dunque che cosa è stato approvato:
Ciò che è stato approvato è un trattato la cui costituzionalità a detta di molti è dubbia.
Per questo come semplice cittadino, e non come altro, ma insieme con gli altri, vorrei invitare la Corte Costituzionale a prendere in esame la questione e ad esprimersi.
L'impressione generale è che sia stata ratificata  la cessione della sovranità nazionale in metaria di politica economica. La mia domanda, come la domanda di molti è: si era consci di questo? E se sì, si può fare?
Chi ha ricevuto mandato da parte dei cittadini di cedere la sovranità nazionale? C'è qualcuno che può alzare la mano e dire: Sì, io l'ho recevuto questo mandato?
Qui non intendiamo dire che non si debba discutere anche di questioni e argomenti 'scottanti' ma l'importante è appunto farlo, discuterne. Credo che certe decisioni, debbano essere discusse pubblicamente e forse prese a suffragio universale, data l'entità dell'argomento.
Dopotutto il trattato di Maastricht impegnava le Alte parti contraenti a prendere le decisioni più vicine possibile ai cittadini. Questo è stato rispettato? E' ignorando questo articolo ( Art. A) che si pensa di arrivare all'Europa di popoli?
Ciò che è stato ratificato è l'obbligo giuridico di rientrare dal debito pubblico. Rientrare dal debito pubblico in sé e per sé è cosa positiva ma  dovrebbe essere un obiettivo politico e non un obbligo giuridico.
Trasformarlo in obbligo giuridico significa concedere l'apparente diritto ( ripeto apparente ) di tagliare fondi, stipendi, pensioni e altro ancora a enti e persone che già fanno fatica ad andare avanti, e in ultima istanza impoverire il Paese con politiche di austerità che tutto fanno tranne che stimolare la domanda e la crescita.
Anche in questo caso sono molti i giudizi tecnici di economisti che dicono che così non ci sarà crescita. Tra l'altro questo significa altresì mancare all'invito fatto dallo stesso presidente degli Stati Uniti d'America di redistrubuire la ricchezza, ricordate il motto : redistribuzione!? Certo si tratta di un semplice invito ma se si è veramente alleati degli Stati Uniti non si può esserlo a corrente alternata, io credo. Se siamo alleati degli Stati Uniti non dobbiamo esserlo soltanta quando si tratta di inviare truppe in missione di pace!
Se siamo alleati degli Stati Uniti allora dobbiamo esserlo anche nel momento della "redistribuzione"!!!
Ma qui, secondo molti, stiamo imboccando la strada inversa!
Però riprendiamo. Apparente diritto di tagliare dicevo, perchè questo trattato non può cambiare da solo la Costituzione al cui primo articolo si dice che  "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro".
Al primo articolo si dice anche che " La sovranità appartiene al popolo" e invece con questo trattato viene ceduta ad un organo intergovernativo che non fa parte delle istituzioni europee, un organo per metà semielettivo e per metà costituito da ricchi privati cittadini ( e quindi praticamente non elettivo) che perseguono fini tendenzialmente privatistici  e che si troverebbero a gestire centinaia di miliardi di euro a proprio piacimento e senza dover rendere conto a nessuno.
Anche questa Superstruttura non sembra 'il più vicina possibile ai cittadini'! 
Ma per adesso vorrei far notare una prima contraddizione piuttosto evidente che emerge da questi trattati:
Com'è possibile per uno stato che deve versare 125 miliardi di euro al suddetto organo che non fa parte delle attuali  istituzioni europee e che è sostanzialmente non elettivo cioè il Meccanismo di Stabilità Europeo (MES o ESM) rientrare dal debito pubblico, che è cosa difficilissima anche per il più virtuoso degli Stati? com'è possibile che uno Stato a cui si tolgono le risorse per rientrare dal debito pubblico, poter onorare questo impegno e rientrare appunto dal debito pubblico? In altri termini: come si può pagare se vengono tolti i soldi?
Dobbiamo poi notare che nel momento in cui si danno soldi a prestito, cioè con una percentuale di interessi, è in quel preciso momento che viene creato un debito. E allora in uno Stato che si basa sul credito ( e quindi sul debito ) in uno Stato cioè che crea consapevolmente un debito, il debito pubblico è cosa talmente fisiologica e connaturata e scontata che il suo estinguersi è praticamente una chimera! Dovremmo quindi cedere massicce quantità di soldi a questo organismo non istituzionale ( cioè che non fa parte delle istituzioni europee) e non elettivo per poi riprenderli a debito per far fronte ad un debito interno che è praticamente fisiologico?
La fisiologia del debito è nota fin dall'antichità!
Per questo antiche culture come quella ebraica avevano istituito l'anno giubilare. Ogni sette settimane di anni più un anno, cioè ogni 50 anni arrivava questo anno giubilare. Questo anno particolare era annunciato dal suono del corno di ariete che si chiamava jobel, da cui giubileo appunto. Durante questo anno tutti i debiti venivano sistematicamente e convenzionalmente estinti. E questo perchè non c'è altro modo per estinguere un debito fisiologico. Contrariamente a quanto una certa cultura trasversale antisemita voleva farci credere, il popolo ebraico non solo non è fatto - e qui uso una brutta parola molto abusata in passato dai suoi detrattori - di strozzini, ma al contrario nella loro cultura era presente questo anno giubilare che dimostra in modo inequivocabile un senso di equità assolutamente lungimirante.
Prendiamo esempio da questa antica e nobile cultura, e meditiamo su questa opportuna soluzione convenzionale.
Intanto assimiliamo con autentica amarezza e con dolore la recentissima notizia, pensando a quante istanze dei cittadini siano rimaste inascoltate, a quante persone hanno avanzato questi stessi dubbi senza poter far pervenire la propria voce alla destinazione che essi auspicavano.
A proposito di auspici, auspichiamo fortemente che la classe politica  si dimostri più sensibile a ricevere le preoccupazioni, i dubbi, le idee del popolo sovrano, del proprio popolo elettore e faccia di questa sensibilità un punto imprescindibile a cui ricorrere sempre. E' essenzialmente sulla base di questa capacità recettiva che credo possa svilupparsi una autentica democrazia!

Caos sociale
Tecnica mista su carta
2011-2012