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lunedì 25 luglio 2016

NO alla trasformazione del Senato in un Ispettorato della Troika!

NO alla trasformazione del Senato in un Ispettorato della Troika!
Cominciamo questo articolo nel modo in cui abbiamo concluso il precedente. Siamo sinceramente e autenticamente convinti che questo sarebbe il destino del Senato se vincesse il sì al REFERENDUM Costituzionale.
Ma qualcuno potrebbe chiedersi: che cosa significa Ispettorato della Troika?

La domanda è legittima e merita una risposta. Anche perché in assenza di una opinione definita e/o di informazioni appropriate si potrebbe legittimamente pensare che sia una cosa buona. Niente di più lontano dal vero!
Anticipiamo soltanto che significa commissariamento perpetuo, e l’inizio di quel vassallaggio cui più volte ci siamo riferiti parlando delle similitudini tra medioevo ed era contemporanea (tecno-feudalesimo), dopodiché procederemo con le spiegazioni.

Cosa significa dunque Ispettorato della Troika?

Per rispondere degnamente a questa domanda dobbiamo considerare innanzitutto che cos’è la Troika.
La Troika è un organismo internazionale formato da tre componenti: Commissione europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. Chiedetevi adesso: chi avete eletto dei componenti di questo organismo? Della BCE e del FMI assolutamente nessuno! Dei componenti della Commissione europea forse vi può essere capitato di aver eletto nelle elezioni politiche uno degli attuali componenti, non di più, e in ogni caso senza neanche sapere che avrebbe rivestito quel ruolo cui è giunto in seguito o a nomine o a elezioni di secondo grado.
Quindi in sostanza nella Troika non vi è la benché minima traccia di rappresentatività e questo significa essere in presenza di un vulnus democratico nell’assetto dell’Ue, un vulnus così evidente che ci si stupisce che non sia colto da una moltitudine di commentatori politici.
Oltre a ciò la presenza del Fondo Monetario Internazionale (FMI) rende questo organismo (la Troika) un organismo che si muove al di fuori del diritto comunitario: anche questo rappresenta un vulnus democratico per l’assetto di questa Ue; inutile dire che anche in questo caso ci si stupisce che la cosa non sia colta da tutta una schiera di commentatori politici, ma da qualcuno sì...
Non solo ma dobbiamo rimarcare che lo stesso FMI, ben lungi dall’essere fedele ai proclami e alle proprie dichiarazioni di intenti, secondo le quali esso difenderebbe le economie più deboli e ricercherebbe la stabilità del sistema economico globale, esso va a perseguire il cosiddetto “Washington Consensus”, cioè difenderebbe gli interessi del suo maggiore azionista che è rappresentato dagli Stati Uniti d’America. Questa è l’opinione per esempio del premio nobel per l’economia, lo statunitense Joseph Stiglitz.
Questo significa che la gestione dell’Unione europea di fatto, grazie anche al trattato e all’organismo ESM (o MES) che rappresenta la strutturazione permanente in Europa della Troika, è demandata ad un organismo (la Troika) che non solo si muove al di fuori del diritto comunitario, ma tra i cui componenti, non eletti da nessun cittadino europeo, ci teniamo a rimarcarlo, insinua un organizzazione internazionale (il FMI) che difende gli interessi principalmente di un solo Paese cioè degli Stati Uniti. Se qui non è chiaro a quale tipo di aberrazioni e a quali tipi di conflitto di interessi andiamo incontro, vuol dire o che non si vuol vedere ciò che è visibilissimo ed evidentissimo, o che si è decisamente ingenui. Diremo, con tutto il rispetto per gli Stati Uniti, che è del tutto evidente che l’Unione europea potrà essere una vera unione europea solo e soltanto se saprà gestire la propria identità e i propri interessi autonomamente e indipendentemente dal condizionamento di paesi che, pur essendo storicamente amici, non di meno per certi versi sono anche antagonisti ed economicamente rivali. Questa è la realtà dei fatti. E’ chiaro quindi che l’Ue finché subirà l’influenza (non richiesta dai cittadini) di organismi che fanno gli interessi di paesi amici ma concorrenti, non potrà mai essere realmente se stessa e subirà incessantemente politiche che la danneggiano (e probabilmente in modo scientifico, calcolato) o subirà gli effetti di consigli sbagliati, per non dire consigli senza coda, cioè subirebbe quel tipo di consigli maliziosi che sono dispensati a beneficio del consigliere e non del consigliato. Non è un caso che nei paesi in cui è intervenuto il FMI il debito pubblico è aumentato vertiginosamente. E’ il caso o non è il caso di farsi venire qualche dubbio?
E dalla specifica esperienza italiana, sempre proclive ad autolesionismi o ad autonomi pseudo commissariamenti che di fatto rendono superfluo il commissariamento formale, sappiamo che l’aumento del debito pubblico è funzionale alla svendita di aziende profittevoli o strategiche con la scusa di racimolare gli spiccioli per far fronte allo stesso debito, che è una teoria assurda già nelle fondamenta!
Ma sono sempre meno, per fortuna, le persone che ci credono, sempre meno! E questo, grazie al cielo, è almeno in parte un sintomo di quella che potremmo chiamare emancipazione o rivoluzione culturale!!
Per chi può e lo vuol capire, in questo consiste il vero e più autentico anti-europeismo! Nello sfruttare l’ingenuità di chi crede a simili teorie infondate, nell’insegnare dogmi o superstizioni di questo genere e nel promuovere assetti politici che si strutturano in modo alquanto sui generis, e al di fuori del diritto comunitario.
Particolarmente quest’ultimo punto è importantissimo da comprendere e da fare proprio.

Ora, ciò premesso, i promotori della Riforma costituzionale, per ciò che concerne il Senato, pubblicizzano che esso sarebbe come il nuovo organo di comunicazione con le realtà locali. In realtà, e lo si evince da quello che diventerebbe il nuovo art.55 (basta leggerlo), la Riforma costituzionale dicevamo, finirebbe per trasformarlo proprio in un ricettacolo di simil-commissari della Troika appunto, peraltro non retribuiti (tornando indietro in questo aspetto di circa un secolo) che devono vigilare sull’applicazione della normativa europea. Tutto ciò mentre sussistono già attualmente disarmonie lampanti tra Ue e Costituzioni nazionali, dubbi di attribuzione e di competenze tra istituzioni comunitarie e tra esse e quelle nazionali, confusione e caos istituzionale, dubbi sui limiti di mandato di certe istituzioni, dubbi di legittimità costituzionale di taluni provvedimenti, di certe iniziative, di certi poteri e via discorrendo. Si è creato un mostro ma nessun ce lo vuol dire.
Questa confusione esiste proprio perché le Costituzioni nazionali, al di là delle dichiarazioni di facciata, non sono appunto rispettate nella loro essenza, contravvenendo in questo a tutta una serie di intenti di carattere preliminare che sembravano presi solennemente e che avrebbero dovuto costituire la base, il fondamento di ogni azione di carattere comunitario europeo. Per questo si tende a cambiarle piuttosto che a rispettare quei solenni impegni, solenni ma disattesi, tanto per cambiare (scusate l'ironia!).
Il nuovo Senato, se venisse approvato, finirebbe così per divenire l’organo attraverso cui esercitare pressioni alle restanti istituzioni di carattere nazionale, Camera dei deputati compresa (non facciamoci illusioni) da parte di una Unione europea in cui la Democrazia e la rappresentatività non sono considerati, e di fatti non sono presenti e che, non a caso, sta già perdendo pezzi, vedi BREXIT!

Il nuovo Senato sarebbe dunque un effettivo strumento non dell’Italia come nazione sovrana, ma dell’Unione europea come unione strutturata verticalisticamente, non Democratica e non rappresentativa se non di organismi internazionali che perseguono gli interessi del maggior azionista.
Il Senato finirebbe così per esercitare le pressioni richieste degli organismi indicati, tra cui il FMI, (da solo o tramite Troika) che persegue, come sottolineato anche da celebri premi nobel per l’econimia (giova ripeterlo anche a breve distanza vista l'importanza!)) gli interessi del maggior azionista appunto, i cui risultati a livello effettivo, pratico operativo, sollevano forti dubbi, usando come indicatori i considerevoli aumenti del debito pubblico nei paesi in cui si trova ad operare.
Questa trasformazione del Senato con ogni evidenza è attualmente incostituzionale. Ecco che quindi la Costituzione diventa oggetto di totale revisione, di cambiamento in tutte quelle parti che ancora dichiarerebbero palesemente l’incostituzionalità di un simile mostro! Ecco come si spiega un cambiamento costituzionale di tale portata, un autentico stravolgimento della nostra Carta.
Per questo vi è chi dice che se anche questa Riforma cambia solo la seconda parte, in realtà è come se cambiasse anche la prima, quella dei diritti fondamentali. E questo potrebbe essere solo l’inizio!
In effetti un Senato non elettivo direttamente è evidente che lede il diritto di voto, che crea un vulnus demovratico (pare un motivo ricorrente!), che deprime gli spazi di Democrazia, che è allo stato attuale profondamente incostituzionale, ed è per questo che nella Riforma o, più precisamente, nella Deforma Costituzionale, come giustamente l’ha chiamata qualcuno, ci si accinge a cambiare l’art. 58 della Costituzione, che dichiara il Senato eleggibile direttamente, sconquassando l’assetto della nostra meravigliosa Costituzione in una porzione vastissima, deprimendola in modo umiliante.
E tutto questo lo fa un Parlamento eletto con una legge giudicata incostituzionale dalla Consulta, per via  dello sproporzionato premio di maggioranza che attribuisce al vincitore delle elezioni, cosa che turba la rappresentatività.
In altri termini questo sconquasso è portato avanti da un Parlamento che non è assolutamente rappresentativo del Paese, con il quale sussiste uno scollamento profondo, e che vige in uno stato di sostanziale prorogatio! Tutto ciò è inammissibile.
Si consiglia la lettura di quello che in caso di vittoria del sì sarebbe il nuovo l’art. 55 (art.1 della Riforma).
Dalla lettura si capisce subito che la propaganda dei promotori del sì, sottolineando esclusivamente l’aspetto del legame del Senato con le realtà locali, tace del tutto gli aspetti che legano il Senato all’Unione europea, cosa che peraltro sembrerebbe umiliante per lo stesso Parlamento europeo, aprendo a probabili conflitti di competenza con questa istituzione comunitaria. Non solo ma l’accento posto sul legame con le realtà locali sembra tanto più rimarcato quanto più si desidera offuscare l’altro. Una ragione di questo comportamento ci dovrà pur essere! E la ragione è esattamente quella espressa dall’incipit di questo articolo. In altri termini si vuol far passare sotto silenzio che il Senato si trasformerebbe appunto in un Ispettorato della Troika!
L’ideale è che ciò sia compreso dalla maggior parte dei cittadini. A chi mantenesse dei dubbi direi: fidatevi!
Se i dubbi permangono ugualmente considerate almeno il principio di prudenza poiché è meglio adottare questo principio e votare NO evitando il rischio (parlo di rischio ma evidentemente chi scrive non ha dubbi, può averli chi legge!) di imboccare una strada pericolosa che perdere la sovranità nazionale in questo modo umiliante per la stessa storia dell’Italia!!!
Diciamo NO a questa assurda Riforma Costituzionale!!!