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martedì 7 luglio 2020

In cosa consiste il buono della Democrazia

La Democrazia, gli effetti dell'applicazione o non applicazione dei suoi prìncipi, si riverberano necessariamente ed automaticamente nella vita di tutte le persone. Cosa pensiamo oggi della Democrazia? Già alcune opinioni gettate apparentemente a casaccio nel calderone mediatico, tenderebbero ad inficiarne la valenza, essendo la Democrazia, in base a queste opinioni, rea di far partecipare alla vita politica e sociale, persone non particolarmente acculturate o competenti. Se il problema è la cultura e la competenza la risposta dovrebbe essere quella di muoversi nella direzione di colmare queste lacune in una ottica illuministica di diffusione della cultura, della conoscenza, della luce, allo scopo di squarciare le tenebre dell’ignoranza, tenendo conto che i mezzi ci sono, a cominciare dalla scuola e sarebbero anche abbastanza potenti e funzionali allo scopo. La risposta alla partecipazione alla vita politica e sociale del Paese di persone non particolarmente acculturate o competenti dovrebbe essere quindi una azione illuministica di diffusione della conoscenza non l’abolizione della Democrazia, come qualcuno suggerisce, cosa peraltro incostituzionale. La Democrazia è una importante, singolare e delicata conquista dell’Occidente, uno dei vanti della nostra cultura. La nostra è una Democrazia rappresentativa, l’Italia è una Repubblica democratica, non una oligarchia. La nozione di Democrazia è ancora capace di smuovere le nostre coscienze, di avere ancora un qualche ruolo nelle nostre vite di cittadini oppure ci siamo lasciati persuadere da opinionisti forse non disinteressati che la Democrazia è un pericolo?
Che la Democrazia venisse percepita come un pericolo anche anticamente è noto, per esempio era temuta dall’aristocrazia greca del V secolo a.C., poiché temeva di vedere diminuito il proprio potere. Eppure senza la Democrazia, per quanto sia stata vista con sospetto, la Grecia non avrebbe resistito ai colpi inferti dalle invasioni persiane e anche gli aristocratici avrebbero patito la dominazione persiana, ogni drastico mutamento che l’assoggettamento all’Impero Persiano avrebbe comportato.
Perché è grazie alla Democrazia che è potuto emergere la figura di Temistocle, il vero artefice della vittoria definitiva dei Greci sui Persiani. Se i Greci avessero ascoltato l’aristocrazia non avrebbero vinto e la nostra stessa cultura occidentale sarebbe stata diversa.
La nostra storia stessa sarebbe stata molto diversa.
Quella che è generalmente ritenuta la prima forma democratica pienamente applicata sorse in Grecia, si tratta della Democrazia diretta di Clistene.
Egli era un aristocratico illuminato che aveva individuato nella Democrazia una strada diversa, migliore, per il governo della polis.
Senza la Democrazia diretta di Clistene non ci sarebbe stato Temistocle, perché Temistocle, a differenza di Clistene, non era un aristocratico e non avrebbe avuto voce senza uno strumento che gliela desse. E senza quest’ultimo non ci sarebbe stata la vittoria definitiva sui Persiani.
La Democrazia è una buona cosa perché allarga la platea dei partecipanti alla vita pubblica e dà voce a persone che altrimenti non l’avrebbero. Ecco dove sta il buono della Democrazia. Emblematico è appunto il caso di Temistocle. Maggiore è il numero dei partecipanti all'assemblea, e maggiormente probabile è che possa trovarsi la voce migliore per argomentare sulle varie situazioni.
La voce di un singolo può risvegliare gli animi, sollecitando e stimolando idee che trovano una eco nelle persone che ascoltano questa voce, perché magari embrioni di queste stesse idee già vivono in ognuno degli individui che insieme formano questa platea di uditori, però magari sono come soffocate, stentano ad emergere all’attenzione e alla coscienza di chi le coltiva in embrione, forse perché nel turbinio della vita moderna non è stato possibile quel contatto che a volte è un’alchimia, una piccola magia. Le ragioni per cui può essere difficile questo contatto della nostra coscienza con idee che vivono in embrione in noi possono essere molte. Però non c'è dubbio che una voce esterna possa stimolarle, aumentando la percezione che di esse possiamo avere.

Oggi, stiamo vivendo un periodo di crisi, acuita dalla recente emergenza relativa al coronavirus, dalla quale non stiamo imparando molto, purtroppo.
Mi sembra anche che oggi stiamo vivendo una situazione analoga a quella della Grecia del V secolo a. C. in un certo senso, nella quale poteri tendenzialmente oligarchici o di natura vagamente aristocratica rischiano di farci sbagliare strada, poiché stanno influenzando il mondo della politica sospingendolo verso una contrazione della rappresentanza, che è un errore sotto molti punti di vista. Serve una maggiore fiducia nella Democrazia. Invece anche la riforma costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari va in questa direzione di riduzione della rappresentanza. E questo è oggettivo. La politica ascolta l'aristocrazia e non i Temistocle. Questa riduzione di rappresentanza è funzionale a rafforzare un certo tipo di potere oligarchico. Opinione personale che mi fregio però di veder corrispondere a certe opinioni di costituzionalisti di prestigio, per esempio ad alcune opinioni di recente espresse da Sabino Cassese in alcune trasmissioni.


Tra le file oligarchiche servirebbe un Clistene probabilmente, una figura illuminata a suggerire l’importanza di dare fiducia alla Democrazia. Quanto a Temistocle, beh, la funzione che potrebbe svolgere oggi un personaggio come lui, praticamente è già stata ampiamente svolta dai componenti dell’Assemblea costituente, che ha lasciato risultati duraturi, condensati nella Costituzione. In sostanza noi i Temistocle li abbiamo già avuti, si chiamano Padri costituenti, è sufficiente seguire per tradizione, cioè per trasmissione, gli insegnamenti che ci hanno impartito e che sono contenuti nella Costituzione per ricevere in un certo qual modo costantemente i migliori suggerimenti, paragonabili a quelli di Temistocle. Questo significa che è sufficiente mantenere e conservare questa nostra stupenda Costituzione, la migliore del mondo, quella che è stata di stimolo per la redazione della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, perché la funzione di Temistocle venga a svolgersi costantemente. Spetta a noi il compito di vigilare e proteggere la Costituzione da ogni rimozione degli anticorpi specificamente pensati per impedire che gli errori e gli orrori del passato potessero tornare. E uno di questi anticorpi è la rappresentanza, rimossa la quale potrebbe innescarsi una sistematica erosione della Costituzione senza limiti, con un conseguente declassamento culturale e sociale del nostro meraviglioso Paese che oggi si mantiene all’avanguardia, nonostante i pesanti colpi che gli sono stati inferti.
La risposta a questa crisi sociale e politica, nonché economica, che è precedente all’evento pandemico benché da esso acuita, non è la diminuzione della Democrazia, bensì una maggiore Democrazia. Quindi la riforma costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari non può rappresentare una risposta a questa crisi, al contrario esso acuirà ulteriormente e significativamente questa crisi, che è una crisi principalmente culturale e, politicamente, da deficit di Democrazia.
Per questo è necessario risvegliare le nostre coscienze, richiamarsi alla nostra tradizione culturale e democratica, ai sublimi consigli dei Padri costituenti e dire NO al taglio del numero dei parlamentari.
L’Italia è un baluardo dell’Occidente e in questo momento è all’avanguardia, in prima linea nella difesa delle conquiste del mondo Occidentale. La difesa di ciò che la costituisce come Repubblica e come Democrazia, cioè la difesa della Costituzione, è la premessa indispensabile per la difesa stessa dell’Occidente.
Come le politiche di destra perseguite da una certa sinistra hanno favorito le destre e non la sinistra, così le politiche tendenzialmente autoritarie in luogo di quelle democratiche favoriranno i totalitarismi e chi li vuole instaurare a danno delle democrazie. Purtroppo il taglio del numero dei parlamentari va in questa direzione.

È così che l’Occidente si accinge a perdere la sfida con i propri competitori.


Se però sapremo dire NO allo scempio della rimozione della rappresentanza, avremo qualche speranza.
Viva la Democrazia!!!