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domenica 7 ottobre 2018

Perché fare quelle affermazioni?

E’ con grande e sincero dispiacere che constatiamo il fatto che esponenti politici di rilievo, fino a qualche mese fa alla guida stessa del Paese, dichiarino con estrema leggerezza che l’attuale ministro dell’interno voglia la distruzione dell’Ue. Il dialogo tra i partiti dovrebbe essere improntato al rispetto ed essere costruttivo mentre così non ci sembra né di ravvisare rispetto né di ravvisare la benché minima intenzione di essere costruttivi.
C’è una grande spinta al cambiamento, questo sì, ma cambiamento non vuol dire distruzione, vuol dire, al contrario, costruzione.
Come dobbiamo interpretare quindi le parole di Gentiloni, secondo il quale appunto la Lega e il movimento cinque stelle vogliono distruggere l’Ue? Dobbiamo evincere che per l’ex Primo ministro, cambiamento vuol dire distruzione?
E quando il cambiamento riguarda l’Italia ed è sospinto dai diktat di Bruxelles non è distruttivo in questo caso?
Cioè a dire: il cambiamento è distruttivo solo quando a sospingerlo e a richiederlo è l’Italia?
E’ giusto o non è giusto chiedersi se si tratti di un profondo convincimento da parte sua o di una interpretazione strumentale?
Se è un profondo convincimento ci sentiamo di poter affermare che è un convincimento sbagliato ma può derivare dal fatto che forse sussiste una qualche consapevolezza del fatto di essere al sostegno di una Ue concepita in modo così ingessato che il semplice tentativo di cambiarla in meglio significa per lui distruggerla. Difficile a dirsi.
Ma cosa c’è di distruttivo nel tentativo di voler cambiare in meglio una Ue che riceve critiche a 360 gradi un po’ ovunque in Europa, cosa c'è di distruttivo nel tentativo per esempio di far divenire il presidente della Commissione europea una “emanazione” del Parlamento europeo? Non sarebbe bello? Non sarebbe democratico?
Cosa c’è di distruttivo nel legittimo tentativo di far divenire il presidente della BCE una “emanazione” del Parlamento europeo?
Questo non significherebbe maggiore Democrazia e maggiore rappresentanza in Ue?
Queste sono semplicemente delle idee di riforma, magari, allo stato attuale, difficili da ottenere, forse utopistiche, ma sono pur sempre riforme o tentativi di riforma. Fino ad oggi ci è almeno sembrato di percepire che le riforme fossero di un qualche interesse per il PD e per Gentiloni stesso! Non è più così?
O per riforme, essi intendono semplicemente quelle propinate e calate dall’alto, anche illegittimamente, come quelle proposte dalla BCE all’Italia nell’agosto del 2011?
Appunto, difficile a dirsi, ma qualche tentativo di risposta c’è, e qualche sospetto aleggia.
Oppure affermare che c’è chi vuole distruggere l’Ue è da interpretarsi semplicemente come il tentativo di creare panico ingiustificato nella popolazione per averne alle elezioni europee prossime venture un qualche tornaconto elettorale?
Ma se è così si rischia di svendere l’onestà intellettuale per una manciata di voti che non si sa neppure se arriveranno. Ci sentiremmo di suggerire sommessamente di non travisare la realtà, di non strumentalizzare interpretazioni forzose (ma diciamolo pure, effettivamente false), di non piegare queste ai propri fini rischiando la reputazione di persona intellettualmente onesta, per cercare di fermare il vento con le mani.
Anche perché da una tale reputazione, quella di persona (e di politico) intellettualmente onesta, potrebbe rinascere una qualche idea di sinistra. Mentre se anche le persone in grado di rimettere in piedi i cocci di una sinistra in aperta ed evidente crisi, ledono la propria immagine propinando ai mezzi di informazione di massa opinioni che non trovano riscontro nella realtà concreta dei fatti, si rischia di minare il tentativo stesso di ricostruire una sinistra e una opposizione in questo Paese, fin dall'inizio. E non c’è alcun dubbio che la latitanza della sinistra in questo momento storico, non sia certo un bene per il Paese.
Comunque sia, tentare di fermare il vento con le mani (questa alla stato attuale dei fatti è la percezione della situazione) è legittimo, per carità, niente da obiettare in proposito anzi, vi è qualcosa di eroico in questo, ma farlo affermando cose non veritiere è sbagliato, e rischia semplicemente di inficiare fin dalle fondamenta questo legittimo seppure velleitario tentativo.