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mercoledì 25 febbraio 2015

Dell'opportunità da parte della BCE di aspettare la sentenza della Corte di Giustizia Europea

Circa le funzioni, i limiti che deve avere e il ruolo che deve svolgere la BCE, si aprono spesso questioni rilevanti. Le opinioni in campo sono sempre svariate e spesso contrastanti, così si trasformano anche in vere e proprie diatribe piene di tensione. Ci sono questioni aperte, e tensioni anche del recente passato che, per esempio, sono sfociate in aperte battaglie.
C'è n'è una, per esempio, che è approdata ed è quindi attualmente in mano nientemeno che alla Corte di Giustizia Europea. La questione verte proprio sul fatto se l'acquisto di titoli di stato da parte della BCE sia compatibile con la normativa europea oppure se vada oltre il mandato stesso della BCE.
La questione è così importante che indipendentemente da questa compatibilità essa solleva anche questioni politiche non indifferenti. Dovrebbe essere dunque la politica a dire l'ultima parola, salvo che purtroppo la cosiddetta indipendenza della BCE dalla politica che, come molti osservano, altro non è che la dipendenza della politica dalla BCE, non sembra consentire questo.
Inoltre indipendentemente da quello che la Corte di Giustizia Europea deciderà in merito a tale questione, possiamo comunque porci una domanda, in questo caso abbastanza neutrale: quanto è opportuno da parte della BCE pronunciarsi su tali questioni prima del pronunciamento della Corte di Giustizia Europea?
Questi pronunciamenti non rischiano di divenire vere e proprie pressioni esercitate su chi deve prendere decisioni in merito?
Esiste quindi - e se non esiste dovrebbe esistere riteniamo -  anche una questione relativa all'opportunità di esprimersi in merito a questioni che devono essere sciolte dagli organi competenti, i quali non possono e non devono subire pressioni e condizionamenti di alcun tipo.
E' una questione di rispetto dei ruoli. Manca un decalogo comportamentale condiviso evidentemente, un codice deontologico degno di questo nome, e i margini di ambiguità lasciati da tali assenze vengono interpretati come luoghi di improvvisazione e di publicizzazione delle proprie istanze.
Credo che questo modo di fare non solo non sia elegante,ma che non sia nemmeno corretto ed è spiacevole constatare che le istituzioni europee non si rispettano nemmeno tra loro. Questo è molto spiacevole e fa molto pensare...