Per le tecniche miste su carta o altre tecniche che compaiono in questo Diario Elettronico firmate a nome Alessio, tutti i diritti sono riservati.







venerdì 20 giugno 2014

Sulla riforma del Senato

Sulla riforma del Senato ci sarebbe tanto da dire, così tanto che non è possibile farlo in un solo articolo, rischierebbe di essere troppo pesante. Per oggi vorrei far riflettere sul concetto di rappresentatività e di sovranità popoloare, cioè su due cose che rischiano di essere spazzate via da questa riforma del Senato.
In termini generali se vuoi una buona rappresentatività devi garantire un alto numero di rappresentanti.
La Democrazia diretta è in un certo senso la partecipazione di tutti i cittadini alle decisioni dello Stato, come se fossero tutti parlamentari.
Nella difficoltà di fare questo in una grande Nazione come l'Italia ( 60 milioni di cittadini sono pur sempre un bel numero) la scelta è stata verso la Democrazia rappresentativa. Ma rimane il concetto puramente matematico ( ed in questo senso incontrovertibile, poiché la matematica non è una opinione) che più alto è il numero dei rappresentanti e più alta è la rappresentatività.
Così una Democrazia rappresentativa con un alto numero di rappresentanti è il miglior compromesso per venire incontro alla Democrazia diretta.
Chi vuole diminuire il numero dei rappresentanti allora dice: e i costi?
La Democrazia e la rappresentatività hanno inevitabilmente dei costi, mna questi costi  sono tra l'altro circolazione di denaro, e la circolazione di denaro è un bene per il Paese non un male, perché la vera ricchezza del Paese è la circolazione del denaro appunto.
Naturalmente sui costi si può intervenire in vario modo e delle rettifiche sono possibili ma non c'è solo l'argomento della riduzione del numero dei Senatori per farlo, dal momento che implica come dicevo anche una riduzione della rappresentatività. Meglio concentrarsi su altri fattori
Piuttosto chiediamoci se nel recente passato un certo lasciar fare negli sprechi di denaro, il chiudere un occhio, fare gli gnorri su certe situazioni, su certi abusi e certi reali sprechi di denaro non sia stato funzionale a gettare un certo discredito sulla politica, così da strumentalizzare questo stesso discredito per giustificare smantellamenti altrimenti improponibili, ( perchè, è inutile nasconderselo, il male dell'Italia è del tutto evidente che non sta nel Senato),  e sì da assecondare un sentimento popolare o populista di avversione nei confronti della stessa politica da sfruttare per una riduzione di democraticità e rappresentatività, piuttosto che dei costi.
Vorrei poi far riflettere sul fatto che si parla di sprechi di denaro lasciando intendere che è un argomento di primaria importanza ma questa primaria importanza diviene secondaria quando si tratta di affrontare l'argomento del debito pubblico che è il vero e proprio spreco di denaro Italiano.
Non si dice niente nemmeno dei 50 miliardi di euro che dall'Italia sono finiti nelle casse dell'ESM.
I costi del Senato sono niente a confronto credetemi, niente, pure e semplici noccioline.
Così mentre da un lato si smantella con la scusa dei costi un simbolo importantissimo della nostra storia e della nostra Nazione, che ha per altro l'importante funzione di riequilibrare gli eventuali eccessi della Camera, mentre si smantella cioè il Senato, la cui origine Romana giova ricordare, dall'altro si continua a costruire delle Super Strutture europee ( vedi ESM ) nel totale silenzio, senza informarne i cittadini, infatti quasi nessuno sa della costruzione di questo organismo.
Ci sono degli argomenti che proprio non riescono a comparire in televisione, o che lo fanno raramente ed è molto spiacevole e frustrante vedere che questi argomenti non vengono minimamente toccati.
E' davvero troppo chiedere che lo si faccia? E' davvero troppo chiedere di informare i cittadini?
Coloro che pensano che la politica sia il luogo del confronto, perché non si confrontano anche su questi argomenti?
Io credo che coloro che ritengono che la politica sia confronto e partecipazione saranno propensi certamente a ritenere che sia giusto aiutare il confronto e la partecipazione di tutti i cittadini alla costruzione dell'Europa informando anche su questi argomenti.
Viceversa sulla riforma del Senato si sentono dire molte cose ma sintetizzando, il concetto che sembra passare è sostanzialmente questo:
la Democrazia è in crisi, aiutiamola rendendo non elettivo il Senato!
Inutile dire che non sono minimamente daccordo con questa tesi, anzi sono del tutto allibito e quasi incredulo, sconcertato. Quale concezione della Democrazia potrà mai essere quella che ritiene che la si rafforzi privando i cittadini del diritto di voto, del diritto di eleggere i propri rappresentanti?
Oltretutto questa tesi è diametralmente opposta allo spirito espresso dall'art.1 della nostra Costituzione Repubblicana, secondo il quale la sovranità appartiene al popolo. Ma se il popolo non potrà più esprimersi come eserciterà la propria sovranità?
Io spero che ci si renda conto della gravità di certe affermazioni, della contraddittorietà insita nelle stesse.
Così ribadisco la convinzione secondo la quale la stessa Costituzione è in pericolo.
Spero sinceramente nella mobilitazione del mondo civile e democratico in difesa della nostra Costituzione, della nostra storia e dalle nostre conquiste!
La nostra Costituzione non ha impiegato per nascere il tempo che l'Assemblea Costituente ha impiegato per redigerla, approvarla e promulgarla, no, la nostra Costituzione non è soltanto la risposta alla seconda guerra mondiale ed al fascismo, no, la nostra Costituzione è nata dall'esperienza storica millenaria di un intero popolo e ne condensa tutta l'esperienza.
E' avvilente notare come queste conquiste potrebbero essere spazzate via con tanta semplicità, da un Parlamento eletto con una legge elettorale giudicata incostituzionale e con maggioranze allargate nate tradendo le dichiarazioni elettorali.
Auguriamoci che ciò non accada.
Seguiranno altri articoli sull'argomento.